hiv trasmissione materno fetale ed info Atripla

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
maldestra
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hiv trasmissione materno fetale ed info Atripla

Messaggio da maldestra » martedì 22 dicembre 2015, 14:23

Ciao a tutti! Ho letto post di tutti i tipi e con i più svariati argomenti, ma non ho ancora letto di nessuno su questo forum che sia s+ dalla nascita. Il mio ragazzo purtroppo ha preso il virus così ed attualmente assume Atripla. Mi ha detto che chi ce l'ha dalla nascita, non subisce così tanti cambiamenti nel fisico e paradossalmente è più forte di chi prende l'hiv successivamente in età adulta. Qualche parere?
Altra cosa, due volte in un paio di mesi ha avuto tremori e sudorazione improvvisa ed un senso di fame assurdo. Lui cerca di minimizzare e di nn alimentare la mia preoccupazione ma ho letto sul bugiardino che è un sintomo grave. Se lui non si decide a parlarne con il suoi infettologo, potrei farlo io se andassi con lui alla visita?
E' solo ansia o capitano anche a voi questi effetti collaterali? Il più preoccupante è il tremore :(

Grazieeee



skydrake
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Re: hiv trasmissione materno fetale ed info Atripla

Messaggio da skydrake » martedì 22 dicembre 2015, 21:04

Ciao,
uno dei possibili effetti collaterali dell'Atripla sono gli effetti psicotropi sulla fase onirica (amplifica le reazioni emotive ai sogni, rendendoli più vividi, realistici, provocando incubi o sogni estremamente esaltanti).
Anche io, quando la usavo, potevo svegliarmi di soprassalto col cuore in gola, tremante o tutto sudato.
Pertanto, è difficile dire se tali sintomi siano da ricollegarsi ad una reazione avversa di tipo fisiologico (che però il più delle volte si manifestano entro le prime settimane del trattamento), o perché stava avendo un sogno vivido.
Per la prima occorrerebbe ripetere gli esami standard che fa ogni volta (già comprendono dei marker infiammatori e di epatossicità), per la seconda cercare di capire se appunto stava sognando.

Sulla questione di essere in terapia fin dalla nascita credo che fornisca solo il vantaggio di potersi aspettare meno reazioni avverse di "rigetto" nelle prime settimane (il sistema immunitario non è pienamente formato e completamente reattivo fino all'eta di due anni), reazioni particolarmente frequenti e violente con i primi antiretrovirali (celebri quelle della Nevirapina, che causò la morte di parecchi pazienti negli anni '90).
Tuttavia siamo bel 2015, le terapie antiretrovirali sono estremamente più avanzate.

Io ho conosciuto solo un ragazzo nato con questo virus, anche lui sotto Atripla, ma suo padre non era affatto entusiasta, causa i supposti effetti collaterali che gli provocava (in tal caso imputava agli effetti psicotropi del farmaco la mancanza di concentrazione e la bassa resa a scuola). Francamente, potrebbe essere una mera esagerazione del padre nel giustificare il figlio semplicemente svogliato (gli eventuali effetti psicotropi si concentrano nelle ore immediatamente successive l'assunzione e di notte, mentre suo figlio assumeva l'Atripla di sera).

Inoltre, anche se non così critico come quelli degli anni '90, l'Atripla non è un farmaco recentissimo e, considerato anche che spesso provoca cali di densità ossea (criticità particolarmente sentita nei pazienti nati già con questo virus), penserei nel medio termine, di cambiarlo (specie se la MOC/DEXA rilevasse segni di osteoporosi).
Oltre alle attuali, nel 2016 dovrebbero uscire altre nuove interessanti combinazioni con impatto sulla densità ossea minimo.



maldestra
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Re: hiv trasmissione materno fetale ed info Atripla

Messaggio da maldestra » mercoledì 23 dicembre 2015, 11:23

skydrake grazie mille per le delucidazioni. Lui non prende Atripla dalla nascita e solo da qualche anno e prima ne utilizzava di diversi. La terapia l'ha iniziata a 12-13 anni, mi dice che prima non erano disponibili farmaci adeguati ai minori o alla sua età.
In ogni caso quei sintomi li ha avuti all'improvviso e da sveglio (sudorazione, tremore, fame, stanchezza).
Comunque, mi sembra di capire che sia più facile prendere in virus in età adulta che averlo dalla nascita, o sbaglio? Ci sono meno testimonianze infatti in merito..
Penso a lui quando ha saputo, a 10-11 anni, di avere l'hiv e come possa aver vissuta questa cosa, visto che per tutti voi (e sarebbe così anche x me in prima persona) una notizia del genere ti distrugga emotivamente e psicologicamente. Vorrei potergli star vicino in ogni modo, nonostante tutti gli errori commessi da entrambi.
Grazie a voi ho capito tante cose e sto limitando la mia ignoranza sull'argomento!Grazie! Auguri di buon natale a tutti



skydrake
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Re: hiv trasmissione materno fetale ed info Atripla

Messaggio da skydrake » mercoledì 23 dicembre 2015, 20:59

Per quanto possa distruggere una diagnosi di sieropositività da adulto, non è mai così stravolgente come in un giovane.

Ormai i giovanissimi sono un'assoluta rarità: è prassi per qualunque donna in gravidanza (tranne per le piú "alternative/naturistiche" o le straniere che non si mettono in contatto con le ASL fino all'ultimo) fare una serie di esami infettivologici per vedere se ci sono virus teratogeni o pericolosi per il parto (profilo TORCH: Tubercolosi, O-e-qualcosa, Rosolia, Citomegalovirus e HIV).
Se trovano l'HIV, la futura madre viene messa al più presto sotto terapia antiretrovirale per impedire la trasmissione al figlio.

Se il tuo ragazzo ha 20 anni o poco più allora quando ne aveva 12-13 l'Atripla era la migliore terapia di allora.
Ora ce ne sono di migliori, ma spesso, per evitare le incognite degli effetti collaterali (variano moltissimo da persona a persona), "squadra che vince non si cambia".
È difficile che, dopo tutti questi anni, si manifestino le pesanti reazioni di rigetto della terapia di tipo immunologico, oppure fenomeni di epatossicità, che possono comparire agli inizi.
Ma non si può escludere completamente.

Quando ha le prossime analisi?
Se questi sintomi si ripresentano, potrebbe chiedere di anticiparle, se l'infettivologo acconsente.



maldestra
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Re: hiv trasmissione materno fetale ed info Atripla

Messaggio da maldestra » mercoledì 30 dicembre 2015, 17:23

skydrake ha scritto:Per quanto possa distruggere una diagnosi di sieropositività da adulto, non è mai così stravolgente come in un giovane.

Ormai i giovanissimi sono un'assoluta rarità: è prassi per qualunque donna in gravidanza (tranne per le piú "alternative/naturistiche" o le straniere che non si mettono in contatto con le ASL fino all'ultimo) fare una serie di esami infettivologici per vedere se ci sono virus teratogeni o pericolosi per il parto (profilo TORCH: Tubercolosi, O-e-qualcosa, Rosolia, Citomegalovirus e HIV).
Se trovano l'HIV, la futura madre viene messa al più presto sotto terapia antiretrovirale per impedire la trasmissione al figlio.

Se il tuo ragazzo ha 20 anni o poco più allora quando ne aveva 12-13 l'Atripla era la migliore terapia di allora.
Ora ce ne sono di migliori, ma spesso, per evitare le incognite degli effetti collaterali (variano moltissimo da persona a persona), "squadra che vince non si cambia".
È difficile che, dopo tutti questi anni, si manifestino le pesanti reazioni di rigetto della terapia di tipo immunologico, oppure fenomeni di epatossicità, che possono comparire agli inizi.
Ma non si può escludere completamente.

Quando ha le prossime analisi?
Se questi sintomi si ripresentano, potrebbe chiedere di anticiparle, se l'infettivologo acconsente.
Dovrebbe averla a gennaio; in realtà ne ha 25 e sua madre ha scoperto tardi di essere s+. Questi sintomi si sono manifestati solo adesso, recentemente, e lui in più è uno che tenta di sembrare sempre in forma per non far preoccupare nessuno. Questo suo modo di fare poi, mi fa arrabbiare ancor di più! Non perché io sia paranoica o che, ma penso semplicemente che sia da tenere sotto controllo il proprio corpo ed il proprio malessere a prescindere dal fatto che si sia s+ o meno.
In ogni caso grazie per la risposta ed auguroniiii



skydrake
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Re: hiv trasmissione materno fetale ed info Atripla

Messaggio da skydrake » mercoledì 30 dicembre 2015, 22:15

Se dopo tutti questi anni non ha avuto fenomeni avversi, è ben difficile che sorgano all'improvviso e soprattutto con una velocità tale da richiedere esami immediati.
Aspettare qualche settimana per il controllo di gennaio è la cosa più ragionevole.
Nel controllo di gennaio occorre prestare attenzione ai marker infiammatori e a quelli di epatossicità, ma è il lavoro degli infettivologi controllarli ad ogni visita e prendere le misure del caso.

Qui, spesso per qualunque problema di salute, si pensa subito al virus o alla terapia, ma il più delle volte hanno ben altre cause che non c'entrano per nulla.



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