Solo
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Solo
In vita mia mi è capitato più volte di sentirmi diverso, così diverso da ritrovarmi in un mondo mio.
Ma ultimamente... Oltre che diverso mi sento parecchio solo, come non mi sono mai sentito prima.
Lo scorso novembre mi trovavo a Milano. Ero lì per lavoro da un paio di mesi e stavo costruendo la mia indipendenza, lontana da casa, piena di novità e di un certo livello di serenità. Succede che mi tengo in contatto con un ragazzo e un giorno si parla di poter passare un weekend in compagnia: lui mi parla di aver fatto da poco il test per l'HIV per dei sospetti avuti, e di essere in attesa del risultato. Tirando in ballo l'argomento mi incuriosisco, chiedo ogni delucidazione possibile e per rispetto della sua sincerità e per mia tutela decido di fare il test a mia volta. Passano un pò di giorni dal prelievo. Lui si fa sentire e mi dice di essere risultato negativo. Ottimo! Toccava a me... Un pomeriggio dopo il lavoro passo a ritirare il referto delle analisi, sperando di non trovare sorprese.
La signora allo sportello prende i miei fogli e mi dice di sedermi, ad aspettare... Un'attesa snervante, che adesso vorrei fosse durata un milione di volte tanto... Perché poi, a un certo punto, vedo due dottori precipitarsi verso lo sportello e entrare negli uffici. La signora fa il mio nome e mi dice di entrare... Da quel momento è iniziato il mio personale inferno.
I signori in camice bianco mi dicono che il mio sangue è infetto dal virus HIV. Io non riesco a crederci... Non ci voglio credere. Vorrei piangere, urlare, distruggere le pareti ma... Sono fermo, immobile e non riesco a capire quello che dicono i medici. Sento solo la mia esistenza sgretolarsi sotto i miei piedi. In pochi giorni mi ritrovo persino ricoverato in ospedale... Dicono che l'infezione è acuta e che si può far tanto per evitare ulteriori ripercussioni. Sento i miei amici più stretti via chat che mi incoraggiano a concentrarmi sugli esami che mi faranno... Ma a fine serata, quando mia madre chiama dal profondo Sud e mi chiede... Com'è andata la giornata? mi tocca dirgli che sono stanco a causa di una sfilza infinita di faccende e spostamenti, mentre senza che lei lo sappia me ne sto moribondo sul letto dell'ospedale. Inizio a mentire spudoratamente alla mia famiglia sulla mia salute, ma anche sul mio stato di quiete. Ho paura, sono solo. I giorni passano... Esco dall'ospedale con un flacone di Truvada e uno di Tivicay. Mi spiegano come, quando e perché assumerle e mi forniscono un calendario di appuntamenti con diversi specialisti per sostenere ancora altri esami da lì a venire.
I farmaci diventano una scomoda compagnia: li assumo con regolarità, all'ora indicata, senza sgarrare una sola volta. Ma puntualmente, dieci minuti dopo averli mandati giù è come beccarsi una tegola in testa. Il mio umore cambia, non riesco a controllare i pensieri negativi e il mal di testa si fa tanto pesante da non reggermi in piedi. Faccio presente la cosa ai medici, che mi offrono la possibilità di variare la terapia, pur consigliandomi di resistere per avere risultati migliori... Decido di accettare il consiglio e lottare. Dopo un paio di controlli trovo la mia viremia azzerata e valori CD4 eccellenti. Evviva! Si torna a vivere come ho sempre fatto, pur osservando delle nuove regole. No... Non finirà così. Nel giro di poche settimane perdo il lavoro. Cerco di mandare curriculum ovunque, pur di trovare un modo per pagare l'affitto e restare lì, nella mia nuova città, dove riesco a gestire tutto da solo. Ma nulla da fare... Mi tocca fare le valige e tornare al Sud perché se ne va via anche l'ultimo gruzzolo di risparmi. In valigia ci metto pure il Triumeq, che mi hanno prescritto da poco. Mi toccherà nasconderlo, mi toccherà nascondere i referti dei miei controlli, mi toccherà nascondere gli ultimi mesi della mia esistenza e trovare un altro reparto di M.I. che mi possa seguire, lontano dagli sguardi di conoscenti e parenti. Torno in paese, provato dal più grosso periodo di fallimenti in vita mia.
Qui faccio fatica a riprendere il controllo della mia vita. Non ci sono i gruppi d'ascolto che tanto mi aiutavano. Non c'è il supporto dello psicologo che è stato essenziale nel periodo più critico. Non c'è gente con cui posso parlare di me... Provo a trovare qualche buona anima con cui restare in contatto sui social network da gay ma... Qui pensano tutti a scopare e basta. Non mi va, non adesso che sto già male a mentire a chiunque su di me e che di volta in volta cadrei nel panico di rivelare la verità a chi si trova in mia compagnia. Ho bisogno di trovare una presenza umana... Ma non ci riesco. Non trovo un altro lavoro. Vivo le mie disgrazie in silenzio. Le giornate sono tutte uguali, non c'è molto da fare. Vado avanti comunque ma... Io qui mi sento solo. :'(
Ma ultimamente... Oltre che diverso mi sento parecchio solo, come non mi sono mai sentito prima.
Lo scorso novembre mi trovavo a Milano. Ero lì per lavoro da un paio di mesi e stavo costruendo la mia indipendenza, lontana da casa, piena di novità e di un certo livello di serenità. Succede che mi tengo in contatto con un ragazzo e un giorno si parla di poter passare un weekend in compagnia: lui mi parla di aver fatto da poco il test per l'HIV per dei sospetti avuti, e di essere in attesa del risultato. Tirando in ballo l'argomento mi incuriosisco, chiedo ogni delucidazione possibile e per rispetto della sua sincerità e per mia tutela decido di fare il test a mia volta. Passano un pò di giorni dal prelievo. Lui si fa sentire e mi dice di essere risultato negativo. Ottimo! Toccava a me... Un pomeriggio dopo il lavoro passo a ritirare il referto delle analisi, sperando di non trovare sorprese.
La signora allo sportello prende i miei fogli e mi dice di sedermi, ad aspettare... Un'attesa snervante, che adesso vorrei fosse durata un milione di volte tanto... Perché poi, a un certo punto, vedo due dottori precipitarsi verso lo sportello e entrare negli uffici. La signora fa il mio nome e mi dice di entrare... Da quel momento è iniziato il mio personale inferno.
I signori in camice bianco mi dicono che il mio sangue è infetto dal virus HIV. Io non riesco a crederci... Non ci voglio credere. Vorrei piangere, urlare, distruggere le pareti ma... Sono fermo, immobile e non riesco a capire quello che dicono i medici. Sento solo la mia esistenza sgretolarsi sotto i miei piedi. In pochi giorni mi ritrovo persino ricoverato in ospedale... Dicono che l'infezione è acuta e che si può far tanto per evitare ulteriori ripercussioni. Sento i miei amici più stretti via chat che mi incoraggiano a concentrarmi sugli esami che mi faranno... Ma a fine serata, quando mia madre chiama dal profondo Sud e mi chiede... Com'è andata la giornata? mi tocca dirgli che sono stanco a causa di una sfilza infinita di faccende e spostamenti, mentre senza che lei lo sappia me ne sto moribondo sul letto dell'ospedale. Inizio a mentire spudoratamente alla mia famiglia sulla mia salute, ma anche sul mio stato di quiete. Ho paura, sono solo. I giorni passano... Esco dall'ospedale con un flacone di Truvada e uno di Tivicay. Mi spiegano come, quando e perché assumerle e mi forniscono un calendario di appuntamenti con diversi specialisti per sostenere ancora altri esami da lì a venire.
I farmaci diventano una scomoda compagnia: li assumo con regolarità, all'ora indicata, senza sgarrare una sola volta. Ma puntualmente, dieci minuti dopo averli mandati giù è come beccarsi una tegola in testa. Il mio umore cambia, non riesco a controllare i pensieri negativi e il mal di testa si fa tanto pesante da non reggermi in piedi. Faccio presente la cosa ai medici, che mi offrono la possibilità di variare la terapia, pur consigliandomi di resistere per avere risultati migliori... Decido di accettare il consiglio e lottare. Dopo un paio di controlli trovo la mia viremia azzerata e valori CD4 eccellenti. Evviva! Si torna a vivere come ho sempre fatto, pur osservando delle nuove regole. No... Non finirà così. Nel giro di poche settimane perdo il lavoro. Cerco di mandare curriculum ovunque, pur di trovare un modo per pagare l'affitto e restare lì, nella mia nuova città, dove riesco a gestire tutto da solo. Ma nulla da fare... Mi tocca fare le valige e tornare al Sud perché se ne va via anche l'ultimo gruzzolo di risparmi. In valigia ci metto pure il Triumeq, che mi hanno prescritto da poco. Mi toccherà nasconderlo, mi toccherà nascondere i referti dei miei controlli, mi toccherà nascondere gli ultimi mesi della mia esistenza e trovare un altro reparto di M.I. che mi possa seguire, lontano dagli sguardi di conoscenti e parenti. Torno in paese, provato dal più grosso periodo di fallimenti in vita mia.
Qui faccio fatica a riprendere il controllo della mia vita. Non ci sono i gruppi d'ascolto che tanto mi aiutavano. Non c'è il supporto dello psicologo che è stato essenziale nel periodo più critico. Non c'è gente con cui posso parlare di me... Provo a trovare qualche buona anima con cui restare in contatto sui social network da gay ma... Qui pensano tutti a scopare e basta. Non mi va, non adesso che sto già male a mentire a chiunque su di me e che di volta in volta cadrei nel panico di rivelare la verità a chi si trova in mia compagnia. Ho bisogno di trovare una presenza umana... Ma non ci riesco. Non trovo un altro lavoro. Vivo le mie disgrazie in silenzio. Le giornate sono tutte uguali, non c'è molto da fare. Vado avanti comunque ma... Io qui mi sento solo. :'(
Re: Solo
Stella, ce semo passate tutte, prima o poi ne esci. Ma perchè hai scelto Milano? è carissima, magari in un'altra città un po' più vivibile riesci a trovare il tuo spazio e campare più facilmente con un lavoretto...
Comunque tutti (o quasi) nascondiamo la cosa ai genitori, è normale.
Comunque tutti (o quasi) nascondiamo la cosa ai genitori, è normale.
CIAO GIOIE
Re: Solo
feelingood questo è il lato negativo di vivere in piccole città del sud.feelgoodinc ha scritto:Qui faccio fatica a riprendere il controllo della mia vita. Non ci sono i gruppi d'ascolto che tanto mi aiutavano. Non c'è il supporto dello psicologo che è stato essenziale nel periodo più critico. Non c'è gente con cui posso parlare di me:'(
Dalle mie parti non solo non sistono gruppi di ascolto ma, pur avendolo richiesto in ospedale, non esiste neppure uno psicologo che si dedichi ad ascoltare chi è nella nostra condzione. Intendo un percorso psicologico integrato alla terapia da iniziare non appena si abbia la diagnosi in mano.
E' difficile vivere nella nostra condizione in posti così. Capisco benissimo cosa intendi per sentirsi solo.
Capita anche a me ed non sono uno di quelli che si è fatto prendere da crisi dopo l scoperta. Anzi ho mantenuto una lucidità mentale che ripensandoci mi faccio paura. Però certo a vOlte hai bisogno di un confronto, di non sentirti solo.
A me il forum in questo mi ha molto aiutato e spero che anche a te posso vienire in soccorso leggere e scrivere qui su.
Non farti sopraffare dalla tristezza.
Solo
Lo stile di scrittura, la prolissità ed i temi trattati hanno una certezza: nel forum è nata una nuova rosha [emoji2]
Scherzi a parte, vorrei dirti che le nostre storie sono incredibilmente simili, addirittura nella scelta della terapie assunte. Almeno all'inizio.
Mi rendo conto che la sensazione che più ti pervade in questo momento è quello della solitudine, ma in fondo - se ci pensi bene - la verità è tutti noi siamo soli.
A prescindere dal nostro stato di salute, o dal conto in banca, o dal fatto che siamo sposati o meno, siamo tutti soli.
Ma questo aspetto, anziché viverlo con mestizia, lo puoi interpretare anche in altro modo: tu e solo tu sei responsabile della tua felicità. Nessun altro.
Nel momento in cui ti viene reciso il cordone ombelicale e sei messo al mondo, sei tu l'unico responsabile della tua vita.
Ed è bello sai.
Puoi scegliere tu che direzione farle prendere.
Non vivere il fatto che tu ti sia ammalato e che abbia dovuto lasciare Milano come un fallimento.
Evidentemente doveva andare così. Evidentemente Milano non era la città giusta per te.
Del resto poi, Milano oramai è associata alla scoperta della malattia. Che cosa fare ancora là? In una città che ti ricorda quel che vorresti scordare?
Hai un intero pianeta ai tuoi piedi. Puoi scegliere di andare ovunque. Devi solo prendere una cartina e decidere dove.
Puoi iniziare a mandare cv e vivere la tua nuova vita a modo tuo. Costruirtela come meglio credi.
Il senso di tristezza e di solitudine dovuto a questa malattia prima o poi andrà via. Sembra strano ma andrà via. Io non so dove sia finito tutto il dolore che ho sentito sino ad un anno fa, so solo che - ogni giorno che passa - è sempre meno.
Quindi ce la farai.
You will survive.
Così come sei sopravvissuto a tante altre cose, sopravviverai anche a questa.
Hai fatto bene a non dirlo ai tuoi genitori. Se il tuo istinto primario è stato di tenerli all'oscuro è perché sai che non potrebbero capire e li faresti soffrire inutilmente, senza per altro esserti di aiuto.
Io non l'ho detto ai miei e non mi pento della mia decisione. Sono più sereni. Possono concentrarsi sui nipotini, invece che nel figlio malato, di una malattia che non riuscirebbero a capire.
Prima dicevo che sei solo. Beh è vero solo in parte.
Hai noi.
Ogni qualvolta ne sentirai il bisogno puoi scrivere qui. Qui tutti noi capiamo cosa stai passando.
Qui dentro non sei solo.
Benvenuto nel club.
Ho la sensazione che io e te andremo molto d'accordo [emoji2]
Bacio.
Rosso.
Scherzi a parte, vorrei dirti che le nostre storie sono incredibilmente simili, addirittura nella scelta della terapie assunte. Almeno all'inizio.
Mi rendo conto che la sensazione che più ti pervade in questo momento è quello della solitudine, ma in fondo - se ci pensi bene - la verità è tutti noi siamo soli.
A prescindere dal nostro stato di salute, o dal conto in banca, o dal fatto che siamo sposati o meno, siamo tutti soli.
Ma questo aspetto, anziché viverlo con mestizia, lo puoi interpretare anche in altro modo: tu e solo tu sei responsabile della tua felicità. Nessun altro.
Nel momento in cui ti viene reciso il cordone ombelicale e sei messo al mondo, sei tu l'unico responsabile della tua vita.
Ed è bello sai.
Puoi scegliere tu che direzione farle prendere.
Non vivere il fatto che tu ti sia ammalato e che abbia dovuto lasciare Milano come un fallimento.
Evidentemente doveva andare così. Evidentemente Milano non era la città giusta per te.
Del resto poi, Milano oramai è associata alla scoperta della malattia. Che cosa fare ancora là? In una città che ti ricorda quel che vorresti scordare?
Hai un intero pianeta ai tuoi piedi. Puoi scegliere di andare ovunque. Devi solo prendere una cartina e decidere dove.
Puoi iniziare a mandare cv e vivere la tua nuova vita a modo tuo. Costruirtela come meglio credi.
Il senso di tristezza e di solitudine dovuto a questa malattia prima o poi andrà via. Sembra strano ma andrà via. Io non so dove sia finito tutto il dolore che ho sentito sino ad un anno fa, so solo che - ogni giorno che passa - è sempre meno.
Quindi ce la farai.
You will survive.
Così come sei sopravvissuto a tante altre cose, sopravviverai anche a questa.
Hai fatto bene a non dirlo ai tuoi genitori. Se il tuo istinto primario è stato di tenerli all'oscuro è perché sai che non potrebbero capire e li faresti soffrire inutilmente, senza per altro esserti di aiuto.
Io non l'ho detto ai miei e non mi pento della mia decisione. Sono più sereni. Possono concentrarsi sui nipotini, invece che nel figlio malato, di una malattia che non riuscirebbero a capire.
Prima dicevo che sei solo. Beh è vero solo in parte.
Hai noi.
Ogni qualvolta ne sentirai il bisogno puoi scrivere qui. Qui tutti noi capiamo cosa stai passando.
Qui dentro non sei solo.
Benvenuto nel club.
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Bacio.
Rosso.
Ultima modifica di rosso80 il mercoledì 7 giugno 2017, 12:15, modificato 1 volta in totale.
Don't give up!
Re: Solo
Feelgood nessuno meglio degli utenti di questo forum può capire la tua storia perché è molto simile a quella della maggior parte di noi, per cui non sei decisamente solo (oltretutto magari scoprirai di altri utenti tuoi conterranei e ben mimetizzati
). Io vivo a Milano e anche a me questa città mi ha fatto questo bel regalo, che dire ce lo prendiamo così come viene perché non abbbiamo alternative e si affronta il tutto.
Hai preso l'infezione agli esordi, fantastico! Capirai con il tempo gli enormi vantaggi.
Sei spossato dai farmaci e dal periodo, è normale! Vedrai che la componente psicologica ti aiuterà tanto è anche riprendere una vita attiva con sport è tutto aiuta a prendersi cura di se stessi e del proprio benessere. Resisti ed eventualmente passato un tempo consono hai moltissime combinazioni di terapie sulle quali puntare.
Valuta anche di rimanere in cura a Milano o in un grosso centro perché magari puoi essere seguito in maniera diversa e puoi accedere anche a sperimentazioni o cure più avanguardistiche (ma comunque adesso pensa ad assestarti).
Ti accorgerai che il danno di questo virus è principalmente psicologico ma si va avanti senza problemi, solo al massimo paure
Bacio ed in bocca al lupo!
Gabriel

Hai preso l'infezione agli esordi, fantastico! Capirai con il tempo gli enormi vantaggi.
Sei spossato dai farmaci e dal periodo, è normale! Vedrai che la componente psicologica ti aiuterà tanto è anche riprendere una vita attiva con sport è tutto aiuta a prendersi cura di se stessi e del proprio benessere. Resisti ed eventualmente passato un tempo consono hai moltissime combinazioni di terapie sulle quali puntare.
Valuta anche di rimanere in cura a Milano o in un grosso centro perché magari puoi essere seguito in maniera diversa e puoi accedere anche a sperimentazioni o cure più avanguardistiche (ma comunque adesso pensa ad assestarti).
Ti accorgerai che il danno di questo virus è principalmente psicologico ma si va avanti senza problemi, solo al massimo paure

Bacio ed in bocca al lupo!
Gabriel
Una pianificazione attenta non sostituirà mai una bella botta di culo!
Re: Solo
Io ti voglio già bene!
Siamo tutti soli in questa storia di <edit automatico> che ci è capitata.
Ma qui in questo forum siano tutti in ottima compagnia.
Qui si che ci possiamo capire e confrontarci è in qualche modo volerci bene.
È io ti voglio già bene.
[emoji8]
Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
Siamo tutti soli in questa storia di <edit automatico> che ci è capitata.
Ma qui in questo forum siano tutti in ottima compagnia.
Qui si che ci possiamo capire e confrontarci è in qualche modo volerci bene.
È io ti voglio già bene.
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- Iscritto il: martedì 6 giugno 2017, 2:11
Re: Solo
Questo è verissimo ma... Per il lavoro che faccio era la miglior piazza, infatti finché ho potuto riuscivo a viverci bene, pur non facendo una vita da pascià... Di per sé poi è una città che mi ha sempre affascinato. Ci vorrei tanto tornare.Ma perchè hai scelto Milano? è carissima, magari in un'altra città un po' più vivibile riesci a trovare il tuo spazio e campare più facilmente con un lavoretto...
Il punto è che nemmeno io mi sono mai lasciato trascinare dalla crisi. Ho affrontato ogni cosa a testa alta, terapia aggressiva compresa, senza nessuno accanto. Sono andato avanti, vado avanti giorno per giorno, a piccoli passi. Però penso di essere un umano e in quanto tale... Sento di aver proprio bisogno di quel confronto per proseguire oltre. Vedo che c'è spazio per tutti qui!E' difficile vivere nella nostra condizione in posti così. Capisco benissimo cosa intendi per sentirsi solo.
Capita anche a me ed non sono uno di quelli che si è fatto prendere da crisi dopo l scoperta. Anzi ho mantenuto una lucidità mentale che ripensandoci mi faccio paura. Però certo a vOlte hai bisogno di un confronto, di non sentirti solo.
A me il forum in questo mi ha molto aiutato e spero che anche a te posso vienire in soccorso leggere e scrivere qui su.
Non farti sopraffare dalla tristezza.

Troppo gentile, arrossisco! Si, comunque mi piace scrivere. E anche le tue parole sono un'ottima fonte di coraggio! Giuro, appena le ho lette ho pensato di stamparle e appenderle sulla scrivania così da averle a vista ogni volta che ci ricasco ma... Meglio evitare se non voglio attirare le attenzioni della famiglia. Però, come se l'avessi fatto!Lo stile di scrittura, la prolissità ed i temi trattati hanno una certezza: nel forum è nata una nuova rosha [emoji2]
I medici a Milano mi hanno consigliato la stessa cosa. Era una misura che avevo considerato ma... Mi veniva parecchio difficile poter fare tutto senza far notare niente ai miei. Inoltre gli spostamenti dalla Sicilia a Milano (si, vengo dalla Sicilia) costano un botto e al momento non posso permettermi di farli con la cadenza che mi era stata richiesta. Comunque qui ho trovato un reparto di M.I. con un medico decisamente in gamba. Beh, spero di poter continuare serenamente a portare avanti la terapia.Valuta anche di rimanere in cura a Milano o in un grosso centro perché magari puoi essere seguito in maniera diversa e puoi accedere anche a sperimentazioni o cure più avanguardistiche (ma comunque adesso pensa ad assestarti).
E comunque. Grazie... Grazie a tutti voi! Scusate se mi sono letteralmente sfogato. So bene di non essere il primo o l'ultimo a vivere questa situazione ma... Durante il giorno nascondo ogni cosa e non ci penso mai. Poi me ne vado a letto e riemerge tutto in testa, lasciandomi lì vulnerabile e piagnone mentre ripenso alle mie cose. Trovo davvero caloroso il modo in cui mi avete accolto e spero di essere di buona compagnia. Vi voglio già bene anche io! GRAZIE!

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- Iscritto il: martedì 19 aprile 2016, 17:38
Re: Solo
Noi siamo una coppia e pian piano ci siamo fatti forza insieme...
Non voglio immaginare come sia scoprire e gestire tutta questa nuova situazione completamente in solitaria....
Il mio consiglio è di farti forza leggendo e capendo che con la nostra malattia si può avere una vita nornalissima, che ci sono cose molto peggiori di questa....
Che la vita può riservarci molte sorprese, alcune gradite...altre meno! È così....
Confidati con una persona molto amica o con un fratello/sorella. Molto spesso le persone che ci circondano sono un valido aiuto per crescere, per credere, per sperare....
Non voglio immaginare come sia scoprire e gestire tutta questa nuova situazione completamente in solitaria....
Il mio consiglio è di farti forza leggendo e capendo che con la nostra malattia si può avere una vita nornalissima, che ci sono cose molto peggiori di questa....
Che la vita può riservarci molte sorprese, alcune gradite...altre meno! È così....
Confidati con una persona molto amica o con un fratello/sorella. Molto spesso le persone che ci circondano sono un valido aiuto per crescere, per credere, per sperare....