La mia storia: mi faccio schifo
Inviato: mercoledì 3 luglio 2019, 16:37
Questa è la mia triste, squallida storia. Ho 41 anni, vivo a Roma, anche se sono originario del Sud. Ho iniziato a fare sesso molto presto, a 16 anni, con un uomo sposato. Poi sono venuto a Roma a studiare all'università a 19 anni e ho sempre avuto una condotta sessuale molto libertina: darkroom, cinema porno, bagni pubblici, parchi e spesso sesso senza alcuna precauzione. Se mi chiedevano di usare il preservativo e lo avevano ok, altrimenti facevo senza. Mi sono anche prostituito per comprarmi vestiti firmati e fare viaggi. Ho sempre avuto una salute di ferro e non ho mai fatto il test perché, nella mia mente bacata, pensavo di non potermi mai infettare. Sono arrivato persino a pensare che, siccome io stavo bene e avevo rapporti a rischio, l'hiv non esisteva ed era una invenzione delle industrie farmaceutiche. Questo finché la vita non mi ha presentato il conto, tutto in una volta!
E' iniziato tutto con una stanchezza generale, seguita da febbre, papule sul corpo, malessere. Dopo alcuni giorni così, chiamo il medico il quale mi dice che non viene a visitarmi, ma di andare nel suo studio, ma io sto troppo male per muovermi così a telefono descrivendo un po' i sintomi mi chiede se ho avuto la varicella. Mai avrei pensato alla varicella ma in effetti non l'avevo avuta da piccolo... quindi mi dice di stare a riposo, evitare il sole, borotalco sulle papule e sarei guarito. Ma invece di guarire sono peggiorato e le papule non erano poi pruriginose. Dentro di me sapevo che qualcosa non andava, ma a chi potevo chiedere aiuto? Non ho più i genitori, non ho fratelli/sorelle né un compagno. Avete presente quando da piccoli rompete un oggetto e poi non lo confessate a mamma e vi andate a nascondere sotto le coperte? Mi sono sentito così. Cmq la situazione è precipitata e non so come il mio coinquilino ha chiamato l'ambulanza. Dritto al pronto soccorso dove mi hanno riscontrato di tutto e fatto un cazziatone per non esserci andato prima: in poche parole era polminite causata da hiv conclamata anzi aids, cd4 ridotti ai minimi termini e sifilide più altre malattie. Sono stato malissimo per altri giorni e ho rischiato di non farcela. Ho iniziato subito varie terapie, ma mi sento a distanza di mesi ancora debolissimo e questi cd4 non vogliono salire.
Domanda: la mia situazione è così compromessa o anche se in aids posso tenere a bada la malattia? I medici non si sbialnciano, ma io voglio sapere.
Altra cosa: a quando risale l'infezione? Non ricordo episodi di sieroconversione. Di sicuro è di lunga data, ma secondo voi a quanti anni risale più o meno? Lo so che sembra inutile saperlo, ma sto facendo un bilancio della mia vita e vorrei fare i conti con questa malattia che ho sempre ignorato.
Altra cosa: non faccio che piangere tutto il giorno per i sensi di colpa. A volte mi sento un untore, avendo il virus da tanto tempo avrò infettato tantissime persone. Come ho potuto essere così sciocco e sprovveduto? Però altre volte mi dico che non l'ho fatto volontariamente, non ho mentito sul mio stato seriologico e chi è venuto con me ha anche la sua dose di responsabilità. Anche se mi dico questo non riesco a stare meglio perché mi sembra di aver scherzato con la vita e per colpa della mia leggerezza e scelleratezza altri stanno male. Dovrei contattare le persone con cui sono stato? Non dico gli sconosciuti incontrati in dark o nei parchi, ma quelli che ho su grindr e planet?
Uff insomma il bilancio della mia vita è totalmente negativo, sto a terra e me lo merito
E' iniziato tutto con una stanchezza generale, seguita da febbre, papule sul corpo, malessere. Dopo alcuni giorni così, chiamo il medico il quale mi dice che non viene a visitarmi, ma di andare nel suo studio, ma io sto troppo male per muovermi così a telefono descrivendo un po' i sintomi mi chiede se ho avuto la varicella. Mai avrei pensato alla varicella ma in effetti non l'avevo avuta da piccolo... quindi mi dice di stare a riposo, evitare il sole, borotalco sulle papule e sarei guarito. Ma invece di guarire sono peggiorato e le papule non erano poi pruriginose. Dentro di me sapevo che qualcosa non andava, ma a chi potevo chiedere aiuto? Non ho più i genitori, non ho fratelli/sorelle né un compagno. Avete presente quando da piccoli rompete un oggetto e poi non lo confessate a mamma e vi andate a nascondere sotto le coperte? Mi sono sentito così. Cmq la situazione è precipitata e non so come il mio coinquilino ha chiamato l'ambulanza. Dritto al pronto soccorso dove mi hanno riscontrato di tutto e fatto un cazziatone per non esserci andato prima: in poche parole era polminite causata da hiv conclamata anzi aids, cd4 ridotti ai minimi termini e sifilide più altre malattie. Sono stato malissimo per altri giorni e ho rischiato di non farcela. Ho iniziato subito varie terapie, ma mi sento a distanza di mesi ancora debolissimo e questi cd4 non vogliono salire.
Domanda: la mia situazione è così compromessa o anche se in aids posso tenere a bada la malattia? I medici non si sbialnciano, ma io voglio sapere.
Altra cosa: a quando risale l'infezione? Non ricordo episodi di sieroconversione. Di sicuro è di lunga data, ma secondo voi a quanti anni risale più o meno? Lo so che sembra inutile saperlo, ma sto facendo un bilancio della mia vita e vorrei fare i conti con questa malattia che ho sempre ignorato.
Altra cosa: non faccio che piangere tutto il giorno per i sensi di colpa. A volte mi sento un untore, avendo il virus da tanto tempo avrò infettato tantissime persone. Come ho potuto essere così sciocco e sprovveduto? Però altre volte mi dico che non l'ho fatto volontariamente, non ho mentito sul mio stato seriologico e chi è venuto con me ha anche la sua dose di responsabilità. Anche se mi dico questo non riesco a stare meglio perché mi sembra di aver scherzato con la vita e per colpa della mia leggerezza e scelleratezza altri stanno male. Dovrei contattare le persone con cui sono stato? Non dico gli sconosciuti incontrati in dark o nei parchi, ma quelli che ho su grindr e planet?
Uff insomma il bilancio della mia vita è totalmente negativo, sto a terra e me lo merito
