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Rapporto con la patologia. Due anni dopo

Inviato: giovedì 12 dicembre 2019, 18:53
da Mandrake
Scrivo questo post perché mi va di scriverlo e perché in questi due anni sono cresciuto, quindi perdonate la lunghezza e la noia che vi provocherò ;)

Due anni fa di questi tempi avevo una strana tosse, non la solita tosse, a fare sport a livello agonistico ero fiacco e facevo fatica anche a correre. Secondo quel sapiente del mio medico era influenza, quindi “si copra, sciroppo e tutto passerà”. Intanto accanto a quei sintomi ogni sera mi veniva una strana febbre sui 37,5-37,8. Risultato, dopo altri consulti medici (tachipirina 1000, gocce per la tosse...) finisco al Ps. Diagnosi polmonite batterica curabile con antibiotici. Effetti zero, settimana dopo vado in coma e poi vi ho scritto dalla stanza di ospedale dopo aver ricevuto l’esito e creduto che mi sarebbero rimasti pochi giorni.

Detto questo, eccomi qua prossimo al secondo Natale ufficiale con il virus (sarà il dodicesimo per il virus nel mio corpo visto che i medici hanno stimato la presenza da 10 anni visti i 50 cd4). Per un ignorante in materia quale ero la botta psicologica è stata enorme, soprattutto per il terrore che si potesse sapere in giro e quindi fare 1+1 col mio grande segreto che mi porto dietro, e dentro, da sempre. Però il tempo sistema tutto, del virus piaccia o no bisogna farsene una ragione e ormai posso dire di essermene quasi dimenticato. Per il primo anno, e forse qualcosa in più, ero sempre su questo forum a leggere storie, cercare conforto e qualcosa per aggrapparmi, ora (non volermi male Uffa) mi collego molto meno. E ho cambiato anche io nick :)

Non voglio dire che è una pastiglia e via (nel mio caso due, descovy e tivicay) ma praticamente è come se lo fosse, anche se non sarà tutto facile come ora.
Alla fine si risolve in due compresse e un’analisi ogni sei mesi. Per ora, poi magari al prossimo controllo non ci arrivo (intanto incrocio le dita).

Sono cresciuto dicevo, almeno così credo: vedo tutto con più cinismo, e questo un po’ me ne spiace, ma è stato il mio modo per rialzarmi. Ho accettato la patologia da subito e ora ho accettato anche il mio grande segreto, quello di essere quello che sono (quella parolina di tre lettere non riesco ancora a scriverla però, e non l’ho ancora mai pronunciata, anche se qualcuno lo sa :) ). Anzi, forse per rincorrere uno, cosa mai fatta in precedenza, ho accettato sia uno che l’altro.

Di cosa ho paura adesso? Non della morte ma di arrivare alla fine del percorso terreno da solo. Ecco, questa è la mia paura, ma non per il virus ma per la superficialità altrui o per mia incapacità di relazionarmi con la gente. Ho sempre buoni propositi ma poi tutto va al contrario, e senza calare l’asso del virus. Per ora mi concentro su me stesso e mi pongo un obiettivo a medio termine, arrivare a 1 tra cd4/cd8, per ora sono esattamente a metà ma partivo da 0.12.

Re: Rapporto con la patologia. Due anni dopo

Inviato: giovedì 12 dicembre 2019, 19:06
da Dodi75
"Per ora, poi magari al prossimo controllo non ci arrivo (intanto incrocio le dita)."

Ciao, un'affermazione un po' insensata in un post molto significativo.
Non sei solo, ci siamo anche noi a tenerti allegro. :lol: :lol:
Per me tra circa 2 mesi saranno 4 anni :o , ma per fortuna questa situazione mi è servita per mettere la testa sulle spalle.

Forza e coraggio, ad maiora

Re: Rapporto con la patologia. Due anni dopo

Inviato: giovedì 12 dicembre 2019, 20:00
da Edox
Grazie per le tue parole mandrake, capisco perfettamente quando dici che il primo anno di aggrappavi a questo forum.. per me sono passati pochissimi mesi dalla scoperta ed eccomi qua. Spero di riuscire a dimenticarmi anch’io del virus, anche se da quello che scrivi il problema di rimanere solo sembra proprio NON dipendere da lui.. Per aspera ad astra
Un abbraccio