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ADERENZA ALLA TERAPIA E DIMENTICANZE

Inviato: venerdì 31 gennaio 2020, 14:25
da Rossodisera
Ciao a tutti, riguardo all'aderenza alla terapia sapete spiegarmi meglio il 95% che comunicano usualmente i medici?, in poche parole quante volte in un mese posso dimenticare di prendere la terapia?...., non sempre è possibile gestire la frequenza al meglio, soprattutto per chi viaggia spesso..., quali rischi ci sono se per un qualche motivo si rischiasse di rimanere senza pillole per una settimana intera?

Ho sempre l'ansia di non andare in tempo a rifornirmi!

Re: ADERENZA ALLA TERAPIA E DIMENTICANZE

Inviato: venerdì 31 gennaio 2020, 15:20
da skydrake
Non più di 2 volte al mese.
Saltare una volta ogni tanto non significa che automaticamente il virus sviluppi delle resistenze alla terapia, ma aumenta leggermente la probabilità. Di quanto aumenti dipende da quanto è "robusta" la propria terapia.

La "robustezza" degli antiretrovirali a non sviluppare ciò si chiama "alta barriera genetica" e cambia da farmaco a farmaco. In generale gli inibitori della proteasi hanno un'altissima barriera genetica, gli inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa la hanno tendenzialmente bassa.
Queste resistenze non tendono a formarsi quando uno non prende antiretrovirali per giorni, bensì quando è spesso sottodosaggio, quindi è molto peggio passare una settimana a prendere la terapia a giorni alterni che non prenderla per niente.

Anche io inizialmente ero piuttosto in ansia di rimanere senza scorta, anche perché agli inizi mi è capitato ben due volte che andassi in ospedale per chiedere la fornitura e che mi rispondessero: "le ho finite, te ne posso dare giusto queste tre, sfuse. Ripassa tra tre giorni". Inoltre, una che conosco che abita a Mirandola è veramente rimasta senza terapia per 15 giorni in occasione del terremoto del 2012. Sicché, ogni volta che dovevo andare a prendere la scorta, sono sempre andato sistematicamente prima di 2-3 giorni, per anni. Inoltre, ad ogni cambio terapia, non ho mai restituito le boccette della precedente e in realtà continuavo con la precedente finché non la finivo (ovviamente di nascosto). Facendo così ora ho lentamente accumulato una scorta ulteriore di qualche mese. Solo così mi sono liberato dalla paura di rimanere senza.

Re: ADERENZA ALLA TERAPIA E DIMENTICANZE

Inviato: sabato 1 febbraio 2020, 20:45
da Blast
Io ho fatto i primi 3-4 anni con aderenza 100%.
L'ultimo anno, forse perchè ho avuto molti cambiamenti di vita e stress, me ne scordo almeno 1 al mese, e quando me ne accorgo (la domenica che al posto di avere 1 sola pasticca nel portapillole ne ho due) bestemmio come una turca atea :lol:

Re: ADERENZA ALLA TERAPIA E DIMENTICANZE

Inviato: venerdì 14 febbraio 2020, 21:34
da Mogol
skydrake ha scritto:
venerdì 31 gennaio 2020, 15:20
Non più di 2 volte al mese.
Saltare una volta ogni tanto non significa che automaticamente il virus sviluppi delle resistenze alla terapia, ma aumenta leggermente la probabilità. Di quanto aumenti dipende da quanto è "robusta" la propria terapia.

La "robustezza" degli antiretrovirali a non sviluppare ciò si chiama "alta barriera genetica" e cambia da farmaco a farmaco. In generale gli inibitori della proteasi hanno un'altissima barriera genetica, gli inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa la hanno tendenzialmente bassa.
Queste resistenze non tendono a formarsi quando uno non prende antiretrovirali per giorni, bensì quando è spesso sottodosaggio, quindi è molto peggio passare una settimana a prendere la terapia a giorni alterni che non prenderla per niente.

Anche io inizialmente ero piuttosto in ansia di rimanere senza scorta, anche perché agli inizi mi è capitato ben due volte che andassi in ospedale per chiedere la fornitura e che mi rispondessero: "le ho finite, te ne posso dare giusto queste tre, sfuse. Ripassa tra tre giorni". Inoltre, una che conosco che abita a Mirandola è veramente rimasta senza terapia per 15 giorni in occasione del terremoto del 2012. Sicché, ogni volta che dovevo andare a prendere la scorta, sono sempre andato sistematicamente prima di 2-3 giorni, per anni. Inoltre, ad ogni cambio terapia, non ho mai restituito le boccette della precedente e in realtà continuavo con la precedente finché non la finivo (ovviamente di nascosto). Facendo così ora ho lentamente accumulato una scorta ulteriore di qualche mese. Solo così mi sono liberato dalla paura di rimanere senza.
Ciao sky, mi intrometto in questa discussione perché ho trovato queste indicazione su genvoya circa la sua emivita, ma non riesco a capirla. Nel senso che ogni principio attivo ha la sua emivita e non so quindi quale sia la sua emivita totale. Anche perché in questo mese ho dimenticato di assumere una volta la terapia e non sapendo se ho carica virale azzerata non vorrei aver creato problemi. Riporto il testo:

In seguito a somministrazione orale di [
14C]elvitegravir/ritonavir, il 94,8% della dose è stato
recuperato nelle feci: questo dato è compatibile con l’escrezione epatobiliare di elvitegravir; il 6,7%
della dose somministrata è stato recuperato nelle urine. L’emivita plasmatica terminale mediana di
elvitegravir, dopo somministrazione di E/C/F/TDF, è circa 12,9 ore.
In seguito a somministrazione orale di [
14C]cobicistat, l’86% e l’8,2% della dose è stato recuperato,
rispettivamente, nelle feci e nelle urine. L’emivita plasmatica terminale mediana di cobicistat dopo
somministrazione di E/C/F/TDF è circa 3,5 ore e la relativa esposizione a cobicistat ha indotto una
concentrazione di valle del farmaco (Ctrough) di elvitegravir circa 10 volte superiori alla IC95 aggiustata
per il legame proteico per il virus HIV-1 ceppo nativo (wild-type).
Emtricitabina viene escreta principalmente dai reni, con recupero completo della dose ottenuto nelle
urine (circa 86%) e nelle feci (circa 14%). Il 13% della dose di emtricitabina viene recuperato nelle
urine sotto forma di tre metaboliti. La clearance sistemica di emtricitabina è in media di 307 ml/min.
A seguito di somministrazione orale, l’emivita di eliminazione di emtricitabina è di circa 10 ore.
L’escrezione renale di tenofovir alafenamide immodificato è una via minore che comporta
l’eliminazione di < 1% della dose nelle urine. Tenofovir alafenamide è eliminato principalmente dopo
metabolismo a tenofovir. Tenofovir alafenamide e tenofovir hanno un’emivita plasmatica mediana,
rispettivamente, di 0,51 e 32,37 ore. Tenofovir è eliminato dall’organismo attraverso i reni, sia
mediante filtrazione glomerulare che mediante secrezione tubulare attiva.

Re: ADERENZA ALLA TERAPIA E DIMENTICANZE

Inviato: venerdì 14 febbraio 2020, 21:48
da skydrake
Per quanto riguarda l'Elvigravir, immagino che tu sabbia che l'assunzione del Cobicistat fa aumentare l'emivita di 10 volte.
Per quanto riguarda la Lamivudina e la Emtricibatina, c'è un aspetto abbastanza infido: molti di questi antiretrovirali dalla emivita piuttosto breve vengono metabolizzati in dei sottoprodotti che a loro volta hanno una spiccata attività antiretrovirale. Pertanto, a fronte di una emivita breve, diciamo, 3,5 ore, riescono indirettamente a coprire un arco di 24 ore.

Re: ADERENZA ALLA TERAPIA E DIMENTICANZE

Inviato: venerdì 14 febbraio 2020, 21:53
da Mogol
skydrake ha scritto:
venerdì 14 febbraio 2020, 21:48
C'è un aspetto abbastanza infido: molti di questi antiretrovirali dalla emivita piuttosto breve vengono metabolizzati in dei sottoprodotti che a loro volta hanno una spiccata attività antiretrovirale. Pertanto, a fronte di una emivita breve, diciamo, 3,5 ore, riescono indirettamente a coprire un arco di 24 ore.
Ok sky, grazie. Quindi, diciamo, che formano dei metaboliti più attivi dei prodotti di partenza, no?
Vorrei, infine, aggiungere un`altra domanda (e mi scuso in partenza per la stupidità e banalità della stessa, ma non capisco molto di queste cose). Quando nel testo dice: " il 94,8% della dose è stato
recuperato nelle feci: questo dato è compatibile con l’escrezione epatobiliare di elvitegravir", vuol dire che il farmaco passa nelle feci e per non andare in "sottodosaggio" si deve evacuare ore dopo l`assunzione della terapia?

Re: ADERENZA ALLA TERAPIA E DIMENTICANZE

Inviato: venerdì 14 febbraio 2020, 22:06
da skydrake
Mogol ha scritto:
venerdì 14 febbraio 2020, 21:53
skydrake ha scritto:
venerdì 14 febbraio 2020, 21:48
C'è un aspetto abbastanza infido: molti di questi antiretrovirali dalla emivita piuttosto breve vengono metabolizzati in dei sottoprodotti che a loro volta hanno una spiccata attività antiretrovirale. Pertanto, a fronte di una emivita breve, diciamo, 3,5 ore, riescono indirettamente a coprire un arco di 24 ore.
Ok sky, grazie. Quindi, diciamo, che formano dei metaboliti più attivi dei prodotti di partenza, no?
Vorrei, infine, aggiungere un`altra domanda (e mi scuso in partenza per la stupidità e banalità della stessa, ma non capisco molto di queste cose). Quando nel testo dice: " il 94,8% della dose è stato
recuperato nelle feci: questo dato è compatibile con l’escrezione epatobiliare di elvitegravir", vuol dire che il farmaco passa nelle feci e per non andare in "sottodosaggio" si deve evacuare ore dopo l`assunzione della terapia?
Non credo, oppure non ti seguo.
Una volta finite nelle feci sono già escrete.