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CROI 2020: notizie dal bollettino AIDSmap

Inviato: giovedì 19 marzo 2020, 9:54
da Edox
Ciao, mi permetto di postare un articolo (spero questa sia la sezione corretta) che ho letto e che reputo interessante, non tanto per l’illusione di un vaccino imminente ma per le notizie riguardanti l’aspettativa di vita e la presenza di patologie croniche epatiche (ammetto che quest’ultimo passaggio non mi è chiaro), infatti sembrerebbe che in hiv positivi siano molto più precoci..


“HIV, il vaccino che genera anticorpi neutralizzanti supera il 1° studio sulla sicurezza negli esseri umani”

Un secondo studio sull’aspettativa di vita ha inoltre confermato che le persone HIV-positive che iniziano in tempo la terapia antiretrovirale (ART) e hanno un buon accesso alle cure vivono quanto i pari HIV-negativi

La LILA Onlus – Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids, ha partecipato alla XXVII Conferenza sui Retrovirus ed Infezioni Opportunistiche – CROI 2020, andata in scena a Boston, negli Stati Uniti, dall’8 all’11 marzo 2020. Tra le tante notizie, spicca quella che ha visto gli scienziati sviluppare il primo vaccino che induce le cellule umane a generare anticorpi ampiamente neutralizzanti contro l’HIV.

La maggior parte dei vaccini funziona inducendo le cellule B del sistema immunitario a produrre anticorpi. Sebbene in passato alcune sperimentazioni avessero dimostrato che certi vaccini per l’HIV possono indurre risposte anticorpali al virus, questi si sono rivelati inefficaci (come nel caso del recente studio HVTN 702) o solo marginalmente efficaci (come nello studio sul vaccino RV 144). Gli anticorpi ampiamente neutralizzanti (bNAb) potrebbero costituire la base di potenti vaccini e trattamenti, anche grazie alla loro azione contro un’ampia varietà di ceppi virali. L’anno scorso, un vaccino oggetto di studio ha indotto con successo la produzione di bNAb nelle scimmie. Lo studio è al momento in corso sugli esseri umani.

Ebbene quest’anno, a CROI è stata presentata una tecnologia diversa: uno studio del National Institutes of Health degli Stati Uniti che ha utilizzato un vaccino a vettore virale. Si tratta del guscio dell’adenovirus AAV-8, i cui geni virali sono stati sostituiti da spezzoni di DNA che codificano per la produzione di VRC07, un bNAb ampiamente utilizzato negli studi per sviluppare il trattamento, la PrEP e una cura per l’HIV. In uno studio sulla sicurezza di fase I, il vaccino è stato somministrato a otto volontari HIV-positivi. Ai primi tre volontari è stata somministrata una dose di 50 miliardi di genomi vettoriali per chilogrammo di peso corporeo. Tre mesi dopo, ad altri due volontari è stata somministrata una dose di vaccino contenente dieci volte il numero di vettori per chilogrammo (500 miliardi). Agli ultimi tre volontari è stata somministrata una dose cinquanta volte superiore alla dose originale (2,5 trilioni di vettori/kg). Tutti i volontari a cui è stato somministrato il vaccino hanno prodotto anticorpi VRC07, in misura maggiore o minore. Tuttavia, trattandosi di uno studio sulla sicurezza, non sappiamo ancora se i livelli di VRC07 prodotti siano sufficienti per un effetto antivirale. Questo studio è la prima prova che un vaccino può indurre la produzione di bNAb negli esseri umani.

E non è finita qui. Uno studio sull’aspettativa di vita ha confermato ancora una volta che le persone HIV-positive che iniziano in tempo la terapia antiretrovirale (ART) e hanno un buon accesso alle cure vivono quanto i pari HIV-negativi. I dati si riferiscono a 39.000 persone HIV-positive e 387.767 persone HIV-negative. Ogni soggetto HIV-positivo è stato abbinato a 10 HIV-negativi in base a parametri di età, genere, etnia e anno di sottoscrizione. I risultati presentano un’aspettativa di vita in costante aumento per le persone con HIV durante tutto l’arco dello studio, dal 2000 al 2016. Se nel 2000 l’aspettativa di vita delle persone con HIV era in media inferiore di 22 anni rispetto a quella delle persone HIV-negative della coorte, nel 2016 la differenza si è ridotta a 9 anni. Prima del 2016, se la persona con HIV avesse iniziato la terapia antiretrovirale con una conta dei CD4 superiore a 500, l’aspettativa di vita sarebbe stata presumibilmente un po’ più lunga rispetto a una persona HIV-negativa.

I ricercatori hanno anche investigato la presenza di indicatori di patologie croniche epatiche (tra cui epatite B o C), renali e polmonari, patologie cardiovascolari, ma anche diabete o cancro. Dai risultati emerge che le persone affette da HIV vivono molti meno anni in salute rispetto alle persone non affette. Nel periodo dal 2014 al 2016, se una persona HIV-positiva di 21 anni poteva aspettarsi di arrivare all’età di 36 senza contrarre nessuna di queste patologie, un pari HIV-negativo poteva arrivare fino a 52. Nei pazienti con HIV, le patologie epatiche sono insorte 24 anni prima, le patologie renali 17 e quelle polmonari 16. Il limite potenziale dello studio è però che i pazienti affetti da HIV tendono ad essere maggiormente monitorati rispetto alla popolazione generale, il che potrebbe portare ad una diagnosi delle patologie croniche in età più precoce.

Re: CROI 2020: notizie dal bollettino AIDSmap

Inviato: giovedì 19 marzo 2020, 11:09
da uffa2
ciao @Edox,
ho separato il tuo post per dargli un titolo autonomo.
buona giornata.

Re: CROI 2020: notizie dal bollettino AIDSmap

Inviato: giovedì 19 marzo 2020, 14:14
da marte82
C'è sempre quella dicitura, "se iniziano in tempo" che non si riesce ancora a togliere; bè io non ho iniziato in tempo e sono passati 10 anni...ad un certo punto esploderò?

Re: CROI 2020: notizie dal bollettino AIDSmap

Inviato: giovedì 19 marzo 2020, 15:27
da Fra993
Ciao, non ho capito bene. Qui di noi s+ in cura abbiamo la stessa aspettativa di vita di un s- ma rischiamo di ammalarci di patologie epatiche ad esempio, molto prima degli altri. Quest'ultimo fattore, di per sé non è già un danno per la nostra aspettativa di vita? Come facciamo ad avere la stessa speranza di vita dei siero negativi quando la possibilità di ammalarci sono molto più ampie?

Re: CROI 2020: notizie dal bollettino AIDSmap

Inviato: giovedì 19 marzo 2020, 16:42
da skydrake
Fra993 ha scritto:
giovedì 19 marzo 2020, 15:27
Ciao, non ho capito bene. Qui di noi s+ in cura abbiamo la stessa aspettativa di vita di un s- ma rischiamo di ammalarci di patologie epatiche ad esempio, molto prima degli altri. Quest'ultimo fattore, di per sé non è già un danno per la nostra aspettativa di vita? Come facciamo ad avere la stessa speranza di vita dei siero negativi quando la possibilità di ammalarci sono molto più ampie?
Vedi quest'altro studio:
viewtopic.php?f=4&t=1846&p=27047&hilit=Superiore#p27047

In breve: perché nei paesi dove c'è un buon sistema sanitario i sieropositivi sono molto più seguiti dei sieronegativi. Vanno più spesso dal medico, fanno molti più controlli e questo permette di fare fronte più agevolmente a svariati tipi di malattie. Se ad esempio non fossi stato sieropositivo non mi avrebbero fatto una eco di controllo con la quale mi hanno trovato calcoli alla cistifellea, che non c'entrano assolutamente nulla con l'HIV. Avendoli scoperti quando erano ancora molto piccoli è stato possibile scioglierli con una terapia farmacologica. Se non avessi fatto quella eco, sarei andato avanti 10 o 15 anni, poi avrei avuto improvvisamente una colica e mi avrebbero dovuto aprire d'urgenza ed asportarmi la cistifellea.
Una infinità di patologie si affrontano molto meglio se prese nel loro stadio iniziale.

Re: CROI 2020: notizie dal bollettino AIDSmap

Inviato: giovedì 19 marzo 2020, 22:07
da Mogol
skydrake ha scritto:
giovedì 19 marzo 2020, 16:42
Fra993 ha scritto:
giovedì 19 marzo 2020, 15:27
Ciao, non ho capito bene. Qui di noi s+ in cura abbiamo la stessa aspettativa di vita di un s- ma rischiamo di ammalarci di patologie epatiche ad esempio, molto prima degli altri. Quest'ultimo fattore, di per sé non è già un danno per la nostra aspettativa di vita? Come facciamo ad avere la stessa speranza di vita dei siero negativi quando la possibilità di ammalarci sono molto più ampie?
Vedi quest'altro studio:
viewtopic.php?f=4&t=1846&p=27047&hilit=Superiore#p27047

In breve: perché nei paesi dove c'è un buon sistema sanitario i sieropositivi sono molto più seguiti dei sieronegativi. Vanno più spesso dal medico, fanno molti più controlli e questo permette di fare fronte più agevolmente a svariati tipi di malattie. Se ad esempio non fossi stato sieropositivo non mi avrebbero fatto una eco di controllo con la quale mi hanno trovato calcoli alla cistifellea, che non c'entrano assolutamente nulla con l'HIV. Avendoli scoperti quando erano ancora molto piccoli è stato possibile scioglierli con una terapia farmacologica. Se non avessi fatto quella eco, sarei andato avanti 10 o 15 anni, poi avrei avuto improvvisamente una colica e mi avrebbero dovuto aprire d'urgenza ed asportarmi la cistifellea.
Una infinità di patologie si affrontano molto meglio se prese nel loro stadio iniziale.
Però io non capisco una cosa: se uno di 20 anni comincia a prendere la terapia arriverà a 50 anni portandosi dietro 30 anni di antiretrovirali. Il suo corpo non sarà più propenso a sviluppare malattie epatiche rispetto a una persona che si scopre sieropositiva a 60 anni? Capisco che magari l`organismo e la risposta ai farmaci di una persona giovane è diversa, però sono comunque anni anni di farmaci in corpo.
E poi, se l`aspettativa di vita di un s+ è quasi pari a un sieronegativo ma la probabilità di sviluppare un cancro al fegato è maggiore, che senso ha?

Re: CROI 2020: notizie dal bollettino AIDSmap

Inviato: venerdì 20 marzo 2020, 0:12
da skydrake
Mogol ha scritto:
giovedì 19 marzo 2020, 22:07
skydrake ha scritto:
giovedì 19 marzo 2020, 16:42
Fra993 ha scritto:
giovedì 19 marzo 2020, 15:27
Ciao, non ho capito bene. Qui di noi s+ in cura abbiamo la stessa aspettativa di vita di un s- ma rischiamo di ammalarci di patologie epatiche ad esempio, molto prima degli altri. Quest'ultimo fattore, di per sé non è già un danno per la nostra aspettativa di vita? Come facciamo ad avere la stessa speranza di vita dei siero negativi quando la possibilità di ammalarci sono molto più ampie?
Vedi quest'altro studio:
viewtopic.php?f=4&t=1846&p=27047&hilit=Superiore#p27047

In breve: perché nei paesi dove c'è un buon sistema sanitario i sieropositivi sono molto più seguiti dei sieronegativi. Vanno più spesso dal medico, fanno molti più controlli e questo permette di fare fronte più agevolmente a svariati tipi di malattie. Se ad esempio non fossi stato sieropositivo non mi avrebbero fatto una eco di controllo con la quale mi hanno trovato calcoli alla cistifellea, che non c'entrano assolutamente nulla con l'HIV. Avendoli scoperti quando erano ancora molto piccoli è stato possibile scioglierli con una terapia farmacologica. Se non avessi fatto quella eco, sarei andato avanti 10 o 15 anni, poi avrei avuto improvvisamente una colica e mi avrebbero dovuto aprire d'urgenza ed asportarmi la cistifellea.
Una infinità di patologie si affrontano molto meglio se prese nel loro stadio iniziale.
Però io non capisco una cosa: se uno di 20 anni comincia a prendere la terapia arriverà a 50 anni portandosi dietro 30 anni di antiretrovirali. Il suo corpo non sarà più propenso a sviluppare malattie epatiche rispetto a una persona che si scopre sieropositiva a 60 anni? Capisco che magari l`organismo e la risposta ai farmaci di una persona giovane è diversa, però sono comunque anni anni di farmaci in corpo.
E poi, se l`aspettativa di vita di un s+ è quasi pari a un sieronegativo ma la probabilità di sviluppare un cancro al fegato è maggiore, che senso ha?
LA MEDICINA, è il potere della medicina.
Se nascevi nell'anno mille potevi anche godere di salute perfetta, anche togliendo guerre, carestie ecc. avresti avuto una speranza di vita bassissima.
Nel 2020 invece anche se sei pieno di malanni hai molti più anni di speranza di vita, a patto di usufruirne della medicina moderna. E noi siamo molti più spesso dai medici e a farci esami.

Re: CROI 2020: notizie dal bollettino AIDSmap

Inviato: sabato 25 aprile 2020, 12:21
da skydrake
Pharmastar ha pubblicato un pdf interattivo che riassume in italiano le principali novità del CROI 2020:

https://www.pharmastar.it/bf/pdfmultime ... _51622.pdf

Re: CROI 2020: notizie dal bollettino AIDSmap

Inviato: sabato 25 aprile 2020, 12:53
da Mogol
skydrake ha scritto:
sabato 25 aprile 2020, 12:21
Pharmastar ha pubblicato un pdf interattivo che riassume in italiano le principali novità del CROI 2020:

https://www.pharmastar.it/bf/pdfmultime ... _51622.pdf
Grazie sky, molto interessante. Tuttavia, per quanto riguarda la tripletta a base di bictegravir, lo studio parla degli effetti delle prime 144 settimane e tutto sommato sembra un buonissimo farmaco. E dopo le 144 settimane?
Poi, non ho capito questo passaggio "Lo studio 1489 e lo studio 1490 sono an-
cora in corso. Oltre la settimana 144, i
partecipanti allo studio avranno la pos-
sibilità di ricevere BIC/FTC/TAF in un’e-
stensione in aperto." Estensione in aperto in che senso?

Re: CROI 2020: notizie dal bollettino AIDSmap

Inviato: sabato 25 aprile 2020, 14:40
da skydrake
Già 144 settimane per uno studio è una durata notevolissima.
Gli studi però prima o poi devono terminare.
Il termine in aperto l'ho visto utilizzare quasi sempre in contrapposizione a doppio cieco e così fa più volte, ma in in quel punto dove parla di "estensione in aperto" penso che vada inteso come prolungamento senza obiettivi o caratteristiche metodologiche determinate in dettaglio o perlomeno differenti da quelle prefissate.