Un articolo sulle iniettabili, che parla anche di noi
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Maurizio Paganelli (twitter.com/mzpag), già responsabile dell'inserto Salute di "Repubblica" e ora collaboratore di Repubblica.it, ha pubbicato sul suo blog "a piccole dosi" un articolo sulle terapie iniettabili.
Il titolo forse è un poco ambiguo: per ora le iniettabili sono una prevenzione "solo" nel senso che assicurano che la terapia nelle persone positive non sia mai interrotta e quindi funzioni da prevenzione partendo da queste (TAsP), ma grazie davvero per l'articolo così puntuale.
Hiv, iniettabili come prevenzione 6 volte l'anno
«Non possiamo farla finita con l'Aids se anno dopo anno le persone continuano a infettarsi e diventare Hiv positive»: Winnie Byanyima, direttore esecutivo di UNAIDS, il programma della Nazioni Unite contro Hiv-Aids, esorta a 20190930_infographic_people-living-with-hiv-around-the-world_en_thumb_rev1procedere con nuovi e più avanzati programmi di prevenzione, spingendo sulla cosiddetta PrEP, il metodo di prevenzione per soggetti negativi ma a rischio e che finora assumono una pillola al giorno. Ma per rimanere protetti occorre non dimenticarsi della dose giornaliera. L'aderenza alla terapia è da sempre il tallone d'Achille, anche per chi è Hiv positivo. Per questo l'arrivo di farmaci iniettabili da utilizzare ogni due mesi per la prevenzione e ogni mese per la cura è davvero una rivoluzione. I trial sono in stato avanzato, il Canada ha già approvato a marzo il medicinale iniettabile che si chiama Cabenuva (la combinazione Cabotegravir+Rilpivirina iniettabile). Anche l'EMA, l'agenzia del farmaco europea il mese scorso ha raccomandato l’approvazione di cabotegravir (Vocabria) più rilpivirina (Rekambys) iniettabile ogni uno/due mesi.
Il farmaco potrebbe essere superato da iniezioni ogni 4-6 mesi. Questa la notizia più positiva in occasione della rituale Giornata mondiale sull'Aids che si celebra il 1dicembre.
I trial e.... - Lo studio ATLAS-2M ha mostrato che la somministrazione di cabotegravir e rilpivirina iniettabili a lunga durata a mesi alterni e a iniezioni mensili sopprime l’HIV. Confermato dai risultati dello studio POLAR presentato alla conferenza virtuale sull’HIV di Glasgow di ottobre scorso. Gli iniettabili a lunga durata d’azione hanno mantenuto la soppressione virale con un tasso molto basso di fallimento virologico. Il regime non ha richiesto un periodo di introduzione con le versioni orali dei farmaci. In tutti gli studi, il trattamento è stato generalmente ben tollerato. Comuni le reazioni nel sito dell’iniezione, durata in media circa tre giorni. (da Poloinformativohiv.info)
Sull'iniezione di farmaci ogni due mesi esistono i più recenti dati di un trial sulle donne nella regione sub-Sahariana: prevenzione dell'89% più efficace comparato alla PrEP con la pillola giornaliera. Un trial su 3200 donne tra i 18 e i 45 anni ad alto rischio Hiv in Botswana, Kenya, Malawi, Sud Africa, Swaziland, Uganda e Zimbabwe.
Per alcuni partecipanti al trial dell'iniettabile Cabenuva la possibilità di passare da un regime giornaliero ad uno mensile è considerata una liberazione anche psicologica: le pillole sono un quotidiano messaggio sul proprio status di malato di Hiv.
...gli effetti collaterali - Tutto meraviglioso? Non proprio, come viene segnalato anche su HivForum.info in una risposta e nelle testimonianze. Risponde ad un utente Skydrake: «Nella sua commercializzazione finale i pazienti, prima di prendere la sua versione iniettabile a lunga durata, dovranno prima prendere la sua versione in pillole a breve durata, più facile da cambiare ma giusto per un breve periodo iniziale (ma negli studi riportati alla conferenza di Glasgow l'hanno escluso, ndr). E se gli effetti collaterali importanti iniziassero dopo 8-9 mesi? (....) le iniezioni sono molto fastidiose (tipo quelle della penicillina per la sifilide), le fiale vanno conservate in frigo, scaldate mezz'ora prima e occorre fare una iniezione da un infermiere, quindi devi prendere appuntamento ad un'ora precisa per fartelo iniettare».
E la risposta dell'utente: «l’idea di dover fare una sola siringa al mese, oppure, meglio ancora, ogni 2 mesi mi avrebbe fatto sentire malato “solo” 12 volte l’anno anziché 365 giorni. Lo so che sembra stupido ma cerco in tutti i modi di non pensare all’hiv tutto il giorno. Prendere una pillola tutti i giorni purtroppo non mi aiuta». Ma un altro utente la pensa in modo opposto: «Riguardo all'iniezione, indipendentemente dagli eventuali e rari effetti collaterali delle pillole, per me il fattore psicologico mi distruggerebbe, diventando uno stress segnare la data su un calendario e andare all'ospedale una volta al mese...».
Continua su: https://apiccoledosi.blogautore.repubbl ... lte-lanno/
Il titolo forse è un poco ambiguo: per ora le iniettabili sono una prevenzione "solo" nel senso che assicurano che la terapia nelle persone positive non sia mai interrotta e quindi funzioni da prevenzione partendo da queste (TAsP), ma grazie davvero per l'articolo così puntuale.
Hiv, iniettabili come prevenzione 6 volte l'anno
«Non possiamo farla finita con l'Aids se anno dopo anno le persone continuano a infettarsi e diventare Hiv positive»: Winnie Byanyima, direttore esecutivo di UNAIDS, il programma della Nazioni Unite contro Hiv-Aids, esorta a 20190930_infographic_people-living-with-hiv-around-the-world_en_thumb_rev1procedere con nuovi e più avanzati programmi di prevenzione, spingendo sulla cosiddetta PrEP, il metodo di prevenzione per soggetti negativi ma a rischio e che finora assumono una pillola al giorno. Ma per rimanere protetti occorre non dimenticarsi della dose giornaliera. L'aderenza alla terapia è da sempre il tallone d'Achille, anche per chi è Hiv positivo. Per questo l'arrivo di farmaci iniettabili da utilizzare ogni due mesi per la prevenzione e ogni mese per la cura è davvero una rivoluzione. I trial sono in stato avanzato, il Canada ha già approvato a marzo il medicinale iniettabile che si chiama Cabenuva (la combinazione Cabotegravir+Rilpivirina iniettabile). Anche l'EMA, l'agenzia del farmaco europea il mese scorso ha raccomandato l’approvazione di cabotegravir (Vocabria) più rilpivirina (Rekambys) iniettabile ogni uno/due mesi.
Il farmaco potrebbe essere superato da iniezioni ogni 4-6 mesi. Questa la notizia più positiva in occasione della rituale Giornata mondiale sull'Aids che si celebra il 1dicembre.
I trial e.... - Lo studio ATLAS-2M ha mostrato che la somministrazione di cabotegravir e rilpivirina iniettabili a lunga durata a mesi alterni e a iniezioni mensili sopprime l’HIV. Confermato dai risultati dello studio POLAR presentato alla conferenza virtuale sull’HIV di Glasgow di ottobre scorso. Gli iniettabili a lunga durata d’azione hanno mantenuto la soppressione virale con un tasso molto basso di fallimento virologico. Il regime non ha richiesto un periodo di introduzione con le versioni orali dei farmaci. In tutti gli studi, il trattamento è stato generalmente ben tollerato. Comuni le reazioni nel sito dell’iniezione, durata in media circa tre giorni. (da Poloinformativohiv.info)
Sull'iniezione di farmaci ogni due mesi esistono i più recenti dati di un trial sulle donne nella regione sub-Sahariana: prevenzione dell'89% più efficace comparato alla PrEP con la pillola giornaliera. Un trial su 3200 donne tra i 18 e i 45 anni ad alto rischio Hiv in Botswana, Kenya, Malawi, Sud Africa, Swaziland, Uganda e Zimbabwe.
Per alcuni partecipanti al trial dell'iniettabile Cabenuva la possibilità di passare da un regime giornaliero ad uno mensile è considerata una liberazione anche psicologica: le pillole sono un quotidiano messaggio sul proprio status di malato di Hiv.
...gli effetti collaterali - Tutto meraviglioso? Non proprio, come viene segnalato anche su HivForum.info in una risposta e nelle testimonianze. Risponde ad un utente Skydrake: «Nella sua commercializzazione finale i pazienti, prima di prendere la sua versione iniettabile a lunga durata, dovranno prima prendere la sua versione in pillole a breve durata, più facile da cambiare ma giusto per un breve periodo iniziale (ma negli studi riportati alla conferenza di Glasgow l'hanno escluso, ndr). E se gli effetti collaterali importanti iniziassero dopo 8-9 mesi? (....) le iniezioni sono molto fastidiose (tipo quelle della penicillina per la sifilide), le fiale vanno conservate in frigo, scaldate mezz'ora prima e occorre fare una iniezione da un infermiere, quindi devi prendere appuntamento ad un'ora precisa per fartelo iniettare».
E la risposta dell'utente: «l’idea di dover fare una sola siringa al mese, oppure, meglio ancora, ogni 2 mesi mi avrebbe fatto sentire malato “solo” 12 volte l’anno anziché 365 giorni. Lo so che sembra stupido ma cerco in tutti i modi di non pensare all’hiv tutto il giorno. Prendere una pillola tutti i giorni purtroppo non mi aiuta». Ma un altro utente la pensa in modo opposto: «Riguardo all'iniezione, indipendentemente dagli eventuali e rari effetti collaterali delle pillole, per me il fattore psicologico mi distruggerebbe, diventando uno stress segnare la data su un calendario e andare all'ospedale una volta al mese...».
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Re: Un articolo sulle iniettabili, che parla anche di noi
Ma io avevo letto che si discuteva sulla possibilità di farsi le iniezioni da soli, magari all'inizio con training in ospedale poi via via in autonomia. Poi non credo che tutte le iniezioni facciano male come quella della penicillina (io l'ho provata e fa effettivamente un male cane). Cioè io non vedo una tragedia in ciò che molte persone vedono la tragedia, tipo prendere due pillole al posto di una o farsi un'iniezione.
Concordo sul problema della data da ricordarsi, ma esistono gli smartphone con le sveglie, o non so, Alexa. Poi non è che uno si scorda completamente di essere sieropositivo al punto da non ricordarsi di prendere la terapia a iniezione. Potrebbero addirittura inviare sms automatici dall'ospedale per ricordare della terapia, oppure email, voglio dire, siamo nell'era dell'informatica, una soluzione si trova a tutto.
Concordo sul problema della data da ricordarsi, ma esistono gli smartphone con le sveglie, o non so, Alexa. Poi non è che uno si scorda completamente di essere sieropositivo al punto da non ricordarsi di prendere la terapia a iniezione. Potrebbero addirittura inviare sms automatici dall'ospedale per ricordare della terapia, oppure email, voglio dire, siamo nell'era dell'informatica, una soluzione si trova a tutto.
CIAO GIOIE
Re: Un articolo sulle iniettabili, che parla anche di noi
Gabriel81 è nella sperimentazione di queste iniezioni. I suoi report non sono proprio confortanti:
viewtopic.php?f=2&t=6153&hilit=mezz%27ora&start=120
Devo essere sincero, l’iniezione non è proprio una passeggiata, specialmente quella di rilpivirina è abbastanza dolorosa (è molto molto oleosa e fa male già mentre te la iniettano) e solo oggi, dopo due giorni (e un bel po di antidolorifici) posso dire di stare “quasi” bene
Magari in futuro permetteranno anche le iniezioni in autonomia, ma sul dolore sono più pessimista.
La cosa che più mi ha allarmato di quell'articolo su La Repubblica è l'accenno che alla conferenza di Glasgow hanno escluso la necessita di 2-3 mesi di assunzione di questi nuovi antiretrovirali, in versione non long action, con comuni compresse quotidiane. La mia infettivologa dava per scontato che la prevedessero in quanto gli effetti avversi più gravi tendono a venire fuori nei primi 2 mesi.
Negli anni novanta tali effetti avversi erano abbastanza frequenti.
Quando il mio primo infettivologo mi prescrisse la nevirapina mi diede il suo cellulare e mi disse di chiamare se cominciavo a sentire forti pruriti. Era uno dei sintomi della epatossicità che a volte poteva insorgere, tipicamente tra la 3 la 6 settimana, quasi come una forma di "rigetto" dell'organismo. Alla fine degli anni '90 la nevirapina ha provocato diversi morti...
Ora con gli antiretrovirali moderni questi effetti avversi improvvisi e violenti sono quasi scomparsi.
Il problema è quel quasi. Quando Giovane88 è recentemente passato al Biktarvy (che sarebbe l'ultimissima uscita tra le terapie antiretovirali), ha cominciato ad avere una sintomatologia piuttosto seria:
viewtopic.php?f=2&t=9052
e
viewtopic.php?f=2&t=9146&p=112060&hilit=dolore#p112060
che ricorda la pericolosissima neuropatia periferica del Saquinavir e del Lopinavir (pericolosissima pechè causava l'apoptosi dei neuroni, con rischio di paralisi permanenti e talvolta morte).
Con gli antiretrovirali a posologia orale la soluzione è semplicissima: smettere subito di prenderli. In un paio di giorni passa tutto.
Certo, la Rilpivirina in versione non long action si è dimostrata esente da questo genere di possibile effetti avversi. Ma il Cabotegravir è un antiretovirale molto meno sperimentato.
viewtopic.php?f=2&t=6153&hilit=mezz%27ora&start=120
Devo essere sincero, l’iniezione non è proprio una passeggiata, specialmente quella di rilpivirina è abbastanza dolorosa (è molto molto oleosa e fa male già mentre te la iniettano) e solo oggi, dopo due giorni (e un bel po di antidolorifici) posso dire di stare “quasi” bene
Magari in futuro permetteranno anche le iniezioni in autonomia, ma sul dolore sono più pessimista.
La cosa che più mi ha allarmato di quell'articolo su La Repubblica è l'accenno che alla conferenza di Glasgow hanno escluso la necessita di 2-3 mesi di assunzione di questi nuovi antiretrovirali, in versione non long action, con comuni compresse quotidiane. La mia infettivologa dava per scontato che la prevedessero in quanto gli effetti avversi più gravi tendono a venire fuori nei primi 2 mesi.
Negli anni novanta tali effetti avversi erano abbastanza frequenti.
Quando il mio primo infettivologo mi prescrisse la nevirapina mi diede il suo cellulare e mi disse di chiamare se cominciavo a sentire forti pruriti. Era uno dei sintomi della epatossicità che a volte poteva insorgere, tipicamente tra la 3 la 6 settimana, quasi come una forma di "rigetto" dell'organismo. Alla fine degli anni '90 la nevirapina ha provocato diversi morti...
Ora con gli antiretrovirali moderni questi effetti avversi improvvisi e violenti sono quasi scomparsi.
Il problema è quel quasi. Quando Giovane88 è recentemente passato al Biktarvy (che sarebbe l'ultimissima uscita tra le terapie antiretovirali), ha cominciato ad avere una sintomatologia piuttosto seria:
viewtopic.php?f=2&t=9052
e
viewtopic.php?f=2&t=9146&p=112060&hilit=dolore#p112060
che ricorda la pericolosissima neuropatia periferica del Saquinavir e del Lopinavir (pericolosissima pechè causava l'apoptosi dei neuroni, con rischio di paralisi permanenti e talvolta morte).
Con gli antiretrovirali a posologia orale la soluzione è semplicissima: smettere subito di prenderli. In un paio di giorni passa tutto.
Certo, la Rilpivirina in versione non long action si è dimostrata esente da questo genere di possibile effetti avversi. Ma il Cabotegravir è un antiretovirale molto meno sperimentato.
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Re: Un articolo sulle iniettabili, che parla anche di noi
Ho avuto questi dolori con il Symtuza e da pochissimo sono passato a Biktarvy, e devo dire che la situazione stà man mano migliorando. Non sò dire se è dovuta al miglioramento immunitario o al Biktarvy che in questi 20 giorni (ancora pochi per constatare gli effetti collaterali) stà lentissimamente migliorando la situazione. Ma come accadde con il Cymbalta e con lo stesso Symtuza, i problemi sono spuntati dopo settimane o mesi. Inoltre la profilassi con il Bactrim peggiora ancora di più la situazione. Prendere antibiotici per 9 mesi è molto, molto pesante. Dall'elettromiografia, effettuata non nella fase acuta ma successivamente, fortunatamente, sembrava essere tutto a posto. Ma questo tipo di problemi, ci vogliono altri tipi di analisi e non sempre è facile fare una diagnosi, anzi.skydrake ha scritto: ↑lunedì 30 novembre 2020, 23:59Gabriel81 è nella sperimentazione di queste iniezioni. I suoi report non sono proprio confortanti:
viewtopic.php?f=2&t=6153&hilit=mezz%27ora&start=120
Devo essere sincero, l’iniezione non è proprio una passeggiata, specialmente quella di rilpivirina è abbastanza dolorosa (è molto molto oleosa e fa male già mentre te la iniettano) e solo oggi, dopo due giorni (e un bel po di antidolorifici) posso dire di stare “quasi” bene
Magari in futuro permetteranno anche le iniezioni in autonomia, ma sul dolore sono più pessimista.
La cosa che più mi ha allarmato di quell'articolo su La Repubblica è l'accenno che alla conferenza di Glasgow hanno escluso la necessita di 2-3 mesi di assunzione di questi nuovi antiretrovirali, in versione non long action, con comuni compresse quotidiane. La mia infettivologa dava per scontato che la prevedessero in quanto gli effetti avversi più gravi tendono a venire fuori nei primi 2 mesi.
Negli anni novanta tali effetti avversi erano abbastanza frequenti.
Quando il mio primo infettivologo mi prescrisse la nevirapina mi diede il suo cellulare e mi disse di chiamare se cominciavo a sentire forti pruriti. Era uno dei sintomi della epatossicità che a volte poteva insorgere, tipicamente tra la 3 la 6 settimana, quasi come una forma di "rigetto" dell'organismo. Alla fine degli anni '90 la nevirapina ha provocato diversi morti...
Ora con gli antiretrovirali moderni questi effetti avversi improvvisi e violenti sono quasi scomparsi.
Il problema è quel quasi. Quando Giovane88 è recentemente passato al Biktarvy (che sarebbe l'ultimissima uscita tra le terapie antiretovirali), ha cominciato ad avere una sintomatologia piuttosto seria:
viewtopic.php?f=2&t=9052
e
viewtopic.php?f=2&t=9146&p=112060&hilit=dolore#p112060
che ricorda la pericolosissima neuropatia periferica del Saquinavir e del Lopinavir (pericolosissima pechè causava l'apoptosi dei neuroni, con rischio di paralisi permanenti e talvolta morte).
Con gli antiretrovirali a posologia orale la soluzione è semplicissima: smettere subito di prenderli. In un paio di giorni passa tutto.
Certo, la Rilpivirina in versione non long action si è dimostrata esente da questo genere di possibile effetti avversi. Ma il Cabotegravir è un antiretovirale molto meno sperimentato.
Con gli iniettabili certamente avere una settimana in più o in meno di sicurezza può permettere di programmare l'appuntamento abbastanza tranquillamente e molti riportano sugli studi che il dolore sul punto di iniezione è il principale problema (quindi gli effetti collaterali dovrebbero essere nella norma con i farmaci standard). Inoltre nulla vieta di passare alle pillole per un periodo di adattamento (anzi è consigliato fare un mese di prova) o di ritornare alla cura precedente. Ovviamente riabituare il corpo a passare ogni volta a farmaci diversi non deve essere proprio una passeggiata.
Re: Un articolo sulle iniettabili, che parla anche di noi
Ma infatti secondo me sarebbe giusto che prima ti fai una prova con la terapia orale e dopo, scongiurati effetti collaterali gravi, passi all'iniettabile. Ma credo che, al di là di qualsiasi conferenza, questa sia una scelta concordabile tra medico e paziente, in quanto nessuno può obbligarti ad ingoiare o ad iniettarti nulla se non vuoi.
Poi voglio dire, ogni farmaco ha i suoi effetti collaterali, tocca solo vedere quanto siano comuni e gravi, ma a questo ci pensano gli studi clinici, non l'esperienza del singolo che lascia il tempo che trova. Quanta gente qua dentro ha attribuito ai farmaci effetti che magari erano dovuti ad altro? Gente che se sfonnava di cibo per paura di non arrivare alle giuste calorie per assimilare il farmaco e che poi diceva che il TAF fa ingrassare. Gente che non tromba e poi dice che i farmaci fanno fare sogni erotici. Suvvia, cerchiamo di essere più pragmatici e ottimisti.
Io ho fatto il vaccino antinfluenzale e mi ha fatto male, ho avuto la spalla indolenzita per 3-4 giorni. Tuttavia me lo sono tenuto e sono stata zitta, dato il beneficio arrecatomi dal vaccino.
Voglio concludere dicendo che abbiamo fatto più o meno tutte le ragazze facili beccandoci l'hiv, ce prendiamo dietro piselloni enormi e mo ve lamentate pe na puntura? E daje npo' mo non me fate chiude la vena
Poi voglio dire, ogni farmaco ha i suoi effetti collaterali, tocca solo vedere quanto siano comuni e gravi, ma a questo ci pensano gli studi clinici, non l'esperienza del singolo che lascia il tempo che trova. Quanta gente qua dentro ha attribuito ai farmaci effetti che magari erano dovuti ad altro? Gente che se sfonnava di cibo per paura di non arrivare alle giuste calorie per assimilare il farmaco e che poi diceva che il TAF fa ingrassare. Gente che non tromba e poi dice che i farmaci fanno fare sogni erotici. Suvvia, cerchiamo di essere più pragmatici e ottimisti.
Io ho fatto il vaccino antinfluenzale e mi ha fatto male, ho avuto la spalla indolenzita per 3-4 giorni. Tuttavia me lo sono tenuto e sono stata zitta, dato il beneficio arrecatomi dal vaccino.
Voglio concludere dicendo che abbiamo fatto più o meno tutte le ragazze facili beccandoci l'hiv, ce prendiamo dietro piselloni enormi e mo ve lamentate pe na puntura? E daje npo' mo non me fate chiude la vena

CIAO GIOIE
Re: Un articolo sulle iniettabili, che parla anche di noi
La saggezza di Blast è inarrivabile... Si... Proverei prima terapia orale e solo dopo iniezioni.... se ripenso agli effetti collaterali tipo nausea del kaletra, voglio vedere chi ha coraggio a spararsi iniezioni... non lo auguro a nessuno... per ora tengo stretto descovy tivicay che è oer me quasi zero effetti collaterali ... anzi ... Ho quasi oaura a passar a juluca ma essendo ex aids sogno dinaver meno astenia...
Re: Un articolo sulle iniettabili, che parla anche di noi
Dopo gli studi in fase III ci sono quelli in fase IV, post commercializzazione.Blast ha scritto: ↑martedì 1 dicembre 2020, 21:11Poi voglio dire, ogni farmaco ha i suoi effetti collaterali, tocca solo vedere quanto siano comuni e gravi, ma a questo ci pensano gli studi clinici, non l'esperienza del singolo che lascia il tempo che trova. Quanta gente qua dentro ha attribuito ai farmaci effetti che magari erano dovuti ad altro? Gente che se sfonnava di cibo per paura di non arrivare alle giuste calorie per assimilare il farmaco e che poi diceva che il TAF fa ingrassare. Gente che non tromba e poi dice che i farmaci fanno fare sogni erotici. Suvvia, cerchiamo di essere più pragmatici e ottimisti.
Ad esempio quelli sul Triumeq hanno dimostrato che tale combinazione è molto più problematica di quanto emerso in fase III (a memoria dicevano che un 30% abbandona il Triumeq per i forti effetti collaterali di tipo psicotropo). Anche in questo forum moltissimi si sono trovati male col Triumeq (ad occhio la maggioranza è passata ad altre terapie).
Che siano gli altri a fare un po' di sperimentazione sulla loro pelle con queste molecole nuove, Io per ora mi trovo relativamente bene con la mia terapia.
Riguardo al "Gente che non tromba e poi dice che i farmaci fanno fare sogni erotici" in effetti è l'unico aspetto di cui ho nostalgia dell'Efavirenz. Talvolta mi sono svegliato ansimante dal piacere. Certo, era un piacere controbilanciato dagli incubi spaventosi e dallo svegliarmi e riaddormentarmi in un stato confusionale a tal punto che non sapevo se ero sveglio o stavo sognando.
Almeno a me l'Efavirenz creava forti disturbi nella fase onirica, ma ho conosciuto uno a cui l'effetto di esaltazione dei pensieri erotici si manifestava DA SVEGLIO (forte arrapamento dopo un'ora aver assunto la pillola). È diventato un attore porno. Non scherzo. Posso fare anche il suo nome (d'arte): Zander Caze. È sieropositivo dichiarato
Re: Un articolo sulle iniettabili, che parla anche di noi
@skydrake
hai conosciuto dal vivo quel manzo di Zander?
hai conosciuto dal vivo quel manzo di Zander?
Re: Un articolo sulle iniettabili, che parla anche di noi
Manzo?
Troppo canocchia per i miei gusti....
Non sono l'unico ad averlo conosciuto anche qui.
Re: Un articolo sulle iniettabili, che parla anche di noi
Concordo sull'aspettare... Triumeq mi faceva sentire rintronatissimo una cosa incredibile... abbandonato... I principi attivi singoli no invece... Bah... tenersi le proprie terapie sperimentate su noi stessi e cambiarla perché suggerito dal medico per ragioni valide... Dopo quasi 10anni comprendo che la moda del pillola nuova non deve toccarmi più. Personalmente: 1v mese iniezione non la farei... Ma rispetto chi la farà.