Ho 32 anni, sono s+ da 5 e mi scuso in anticipo per la lunghezza del post

Sono iscritto al sito da un po, ho letto diversi thread ma è la prima volta che ne scrivo uno.
Non ho una bella esperienza con questo mondo ne con altre persone s+ e da quando ho scoperto di essere positivo non credo di averlo mai accettato e ho sempre mentito a me stesso facendo finta che il "problema" non esista, tendendo quindi a non parlarne, non affrontarlo ecc. Forse questo forum può essere un pò il punto di partenza, quantomeno per cominciare a familiarizzare e interagire con persone che più di altre possono magari capire o con cui è più facile parlare, con la speranza in futuro di stare io più sereno.
Non so bene cosa scrivere, magari racconto un pò di me, della mia esperienza ecc
Come dicevo ho 32 anni e ho scoperto di essere s+ 5 anni fa nel più classico dei modi, febbre che non andava via per 2 settimane; feci il test sotto consiglio di un amico di famiglia (medico) che con mio stupore risultò positivo. Inutile dire che andai totalmente in tilt.
Giorni dopo andai a fare quello di conferma in ospedale ma non feci a tempo ad attendere il risultato che pochi giorni dopo mi ricoverarono in reparto (i globuli bianchi scendevano sempre di più) e dopo 9 giorni circa di isolamento (camera da solo) arrivò il risultato. hiv confermato, cd4+ 173 cell/mc e viremia 6.100.000 /ML
All'inizio non capivo questi numeri, e solo dopo aver letto molte cose realizzai quanto fosse brutta la situazione. Non presi bene la notizia, ero solo e slittavo dal "voglio rimanerci" al "che qualcuno anche solo mi parli vi prego".
Quando mi dimisero ricordo che camminai da solo (per mia scelta) verso casa con una sensazione di paura e smarrimento; pensai "e mo che cazzo faccio?!" "non è possibile" ecc ecc ecc, sembravo uno zombie che camminava e la sensazione è continuata anche nei giorni successivi.
Da quel momento in poi per me cambiò tutto; dal punto di vista fisico sto bene, cominciai subito la terapia e in circa sei mesi o poco più ci fu l'azzeramento della viremia che persiste tutt'oggi, ho avuto un paio di blip durante il primo anno ma mi dissero di non preoccuparmi troppo, i cd4 sono un pò ballerini e a volte quando scendono vado nel panico ma la virologa che mi segue con una santa pazienza mi dice ogni volta di non preoccuparmi.
Dal punto di vista psicologico e relazionale penso di star messo abbastanza male
Come dicevo non sono per nulla forte su quest'argomento e vado molto in agitazione ogni qual volta devo averci a che fare in particolar modo con eventuali frequentazioni. Affronto il tutto quasi da solo; quando risultai positivo con molta superficialità lo dissi ad alcuni ragazzi con cui ero stato in precedenza (ma unicamente per avvisarli della situazione), 2 amici stretti e un ragazzo con cui mi sono visto un paio di volte e con il quale sono stato anche a letto nel mese precedente, che alla notizia non reagì bene, sparì per quasi 5 mesi per poi riscrivermi (inaspettatamente) scusandosi di come aveva reagito e ad oggi è un mio amico stretto; lo vennero a sapere anche i miei genitori i quali, non gliene faccio una colpa, non sono stati in grado (e non lo sono tutt'ora) di starmi vicino emotivamente (io stesso conoscendo i loro limiti e conoscendo la mia ansia nell'affrontare le cose specialmente con loro, non glielo avrei detto. Lo seppero perchè durante la febbre io ero senza forze a letto e si occupavano loro di andare a ritirare le analisi e delle altre cose). A prescindere da chi lo sa oggi e da chi l'ha saputo allora, non ne parlo con nessuno di loro e ad essere onesto non sono ben sicuro se è solo volontà mia non parlarne o anche per volontà loro.
Comiciai a fare psicoterapia dopo essere risultato s+. Comiciai per questo motivo ma sono sempre stato riluttante in 5 anni ad affrontare l'argomento hiv, fortunatamente/sfortunatamente abbiamo altre cose su cui lavorare, ma quando capita che vengo spronato ad affrontare l'argomento hiv, faccio resistenza e purtroppo non reagisco bene.
Mi è capitato di conoscere alcune persone s+, alcune dal vivo altre virtualmente, e diciamo che si sono rivelate persone con cui è meglio non avere nulla a che fare, ma non per via del loro stato di salute, intendo in generale. So che è stupido e sono consapevole che non tutti i s+ sono fuori di testa e possono essere ben diversi da quelli che ho conosciuto, tuttavia, un pò la mia difficoltà/riluttanza, un pò l'esperienza di queste conoscenze "sbagliate"mi portano ad allontanarmi e a non voler avere nulla a che fare con altre persone s+ ritenendole "sbagliate" (me compreso ovviamente, ed è così che mi sento quando devo relazionarmi a qualcuno. Penso spesso che non valga la pena stare con me, per tanti motivi. ma il fatto di essere s+ ha un'incidenza su questi pensieri più grande di quanto io stesso riesca ad ammettere).
Sulle relazioni penso bisogna stendere un velo pietoso


Ho avuto varie esperienze, c'è chi è scappato senza più tornare, chi ha detto che era tutto a posto e che sarebbe rimasto per poi sparire e chi è rimasto (ma anche in quel caso andava più o meno tutto bene finchè l'argomento non veniva fuori, esempio se i cd4 per qualche ragione scendevano, panico loro che fondamentalmente non sapevano nulla dell'argomento, panico io che vado in tilt e quindi disastro). Ovviamente so che ci sono s- che sanno gestire bene il tutto è che spesso danno un aiuto enorme ma a me non è mai capitato, ho sempre dovuto essere io forte per entrambi e forte purtroppo sul tema hiv non lo sono. E' brutto non poter condividere una paura o un pensiero con qualcuno che si ha accanto avendo il timore di non farlo andare in crisi o peggio col pensiero che possa allontanarsi.
In linea generale però sono io che di solito non mi metto in gioco con le persone, amici o eventuali nuove relazioni; oltre al fatto di essere imbranato nei rapporti sociali il mio più grande ostacolo è il dovermi "scoprire" con le persone, specialmente se le devo frequentare sentimentalmente; i pensieri sono sempre gli stessi, dirlo? non dirlo? e quando? come? siamo andati a letto, non gli ho detto nulla, la conoscenza continua e mo che faccio? molte volte mi sono trovato nella situazione in cui una storia nasce come un'avventura di una volta, poi magari potrebbe evolvere e io per paura di una reazione negativa, faccio il passo indietro, sia per un eventuale rimprovero con o senza occhio nero di contorno e sia per un eventuale rifiuto e allontanamento. So che la risposta classica è: se una persona non rimane vuol dire che non ci teneva e devi essere felice che se ne sia andata. E' un pensiero giusto e concordo su questo in linea generale ma nel caso specifico io so gestire un rifiuto per un non mi piaci, non sei il mio tipo, non siamo compatibili, ti ho scritto tanto solo per noia ecc ecc, ci rimango male come tutti certo, magari mi arrabbio anche ma alla fine ok, posso gestirlo, ma l'essere rifiutato per avere l'hiv al momento (e in tutti questi anni) mi manda in pezzi e tento di evitarlo a tutti i costi spesso precludendomi molte cose. Nella mia ultima relazione chi ho messo quasi 2 mesi a dirlo e sono stati 2 mesi bruttissimi e il pensiero di dover rifare tutto con una persona nuova mi manda in ansia. Senza contare che non sai mai di chi ti puoi fidare nel dire certe cose, putroppo non tutti mantengono per se quest'informazione.
So di essere stato un pò drammatico nello scrivere ma giuro di non essere sempre così

Ringrazio tutti gli EROI che sono riusciti a leggere tutto sto papiro omerico

Anche il solo scrivere tutto questo, la mia esperienza e come mi sento penso mi faccia bene, poi se qualcuno volesse scrivermi qualcosa, nei commenti o in privato è sempre ben accetto,

