Vaccino Ensoli

Notizie scientifiche e mediche riguardanti il virus, l'infezione e la malattia da HIV. Farmaci, vaccini e cure in sperimentazione.
uffa2
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Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da uffa2 » venerdì 19 dicembre 2014, 15:43

Dora ha scritto:
skydrake ha scritto:Tutto sommato la Ensoli deve lasciare qualche poltrona per fare spazio al nuovo astro nascente: Caruso

:lol: :roll: :?
Insomma, morto un Nobel se ne fa un altro ...
siete due jene :mrgreen:


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Dora
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Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Dora » mercoledì 25 marzo 2015, 7:50

Il nadir dell’Istituto Superiore di Sanità: il caso Marcotullio e i precari storici a rischio licenziamento


  • Immagine

Riprendiamo le fila di un discorso sospeso qualche mese fa.

A fine novembre, mi è capitato di scoprire che l'ISS, nella persona della dottoressa Barbara Ensoli, Responsabile Scientifico del Progetto Vaccino AIDS, aveva pubblicato durante l’estate un bando di ricerca per un collaboratore, il quale avrebbe dovuto svolgere per 6 mesi attività piuttosto vaghe ma molto ben remunerate nell’ambito di un progetto che, a quanto mi era dato sapere, era bloccato: la fase II del vaccino Tat, infatti, era ormai formalmente conclusa e già nell’estate scorsa i risultati erano stati inviati a qualche rivista per la pubblicazione [non ancora avvenuta oggi, a quasi un anno dalla sottomissione dell'articolo]; d’altra parte, di una fase III che potesse giustificarsi sulla base dell’articolo ensoliano su PLos ONE del 2010 non c’era ancora – ovviamente! - nessun segnale concreto e anzi, già dall’estate, le voci sulla possibile chiusura del progetto erano insistenti.

Non si assumono persone nuove quando di lavoro da fare non ce n’è. Forse non c’è una legge che lo vieti, forse il responsabile di un progetto di ricerca ha ampia discrezionalità nel decidere come spendere i fondi destinati alla ricerca, ma il buon senso, il buon gusto e la consapevolezza dei tempi in cui viviamo dovrebbero bastare come deterrente. E se buon senso e buon gusto mancano, forse una supervisione da parte delle autorità preposte a un istituto commissariato per problemi di bilancio dovrebbe intervenire nell’imporre correttezza e trasparenza.

Eppure, in sprezzo a buon gusto e consapevolezza dei tempi, il bando di ricerca stabiliva che la persona che fosse stata prescelta per quell’incarico, facendo base a Modena, dove si trova il Centro Clinico Coordinatore delle sperimentazioni sul vaccino Tat, per 6 mesi a partire da ottobre avrebbe dovuto “creare sinergia” fra non meglio precisati gruppi di “partecipanti esterni ed interni” al progetto del vaccino medesimo; fare attività di divulgazione su sperimentazioni cliniche, che prima venivano definite “di qualunque genere”, ma poi si capiva che erano quelle per il vaccino Tat; trattare con i malati coinvolti nella sperimentazione, per metterli nelle condizioni di fare una “scelta consapevole”.
In breve, il prescelto avrebbe dovuto *fare cose, vedere gente*.

Tanto la job description era vaga, tanto invece i requisiti del candidato erano definiti in modo dettagliato e preciso, così preciso che pensai fossero stati formulati per adattarsi al curriculum di una persona specifica e molto facilmente individuabile.

Non me la sentivo di fare esplicitamente il nome di quella persona, perché si trattava soltanto di una mia ipotesi. Quindi mi limitai a postare un breve spezzone tratto dallo sciagurato show bolognese della dottoressa Ensoli, quello che passerà alla storia per l’immortale ammissione “Io sono l’anticristo”. Durante l'esibizione, Ensoli aveva elencato brevemente dei nomi - quelli della ”ggente con cui ci facciamo il culo insieme su questo vaccino … aaanni che ci facciamo un mazzo così”. Il nome a cui pensavo era fra i primi della lista.

E quello stesso nome venne fatto da Ensoli quando ad agosto decise di intervenire nel blog di Guglielmo Pepe su Repubblica e spiegò a chi avesse attribuito delle quote di Vaxxit come ringraziamento per avere impegnato nel Programma Vaccino Tat “a titolo non oneroso significative risorse di tempo proprio al di fuori dei loro compiti istituzionali” [corsivo mio].

Non mi stupì neanche un poco, dunque, scoprire che proprio a quella persona il Direttore degli affari amministrativi e delle risorse economiche dell’ISS, dottoressa Rosa Maria Martoccia, aveva attribuito l’incarico di collaborazione coordinata e continuativa a decorrere da ottobre 2014, per la durata di 6 mesi e per un compenso lordo di 23.500 euro (poco meno di 4000 euro al mese, mentre un giovane ricercatore che dedica 12 ore al giorno al laboratorio di euro ne prende poco più di 1000 – solo per dare il giusto peso alle cose).
Proprio lui, dunque. Proprio quel Simone Marcotullio vicepresidente di Nadir Onlus e dalla medesima associazione retribuito mediante contratti di collaborazione a progetto, che negli anni si è contraddistinto come uno dei più sfacciati disinvolti propagandisti del Grande Vaccino pontino Italiano.

La stessa persona che (“a titolo non oneroso”?) scrisse il famigerato articoletto del dicembre 2007 Barbara Ensoli fa paura, in cui consigliava a Robert Gallo di limitarsi a parlare del sole e della cucina dell’Italia, forse ritenendolo non idoneo a discutere di proteina Tat.
La stessa persona che (sempre “a titolo non oneroso”?), esprimendosi a nome di Nadir e insieme ad Arcigay e Plus, nel giugno scorso emise il comunicato della vergogna contro il professor Guido Silvestri, reo di avere fatto il suo mestiere di scienziato esercitando il diritto/dovere di critica. Nella sua difesa a oltranza del vaccino Tat e arrogandosi il ruolo di rappresentante delle persone con HIV, Marcotullio giunse ad accusare Silvestri di "danneggiare in generale la ricerca sulla lotta all’AIDS" e di mettere “a repentaglio il rapporto fiduciario tra comunità scientifica e comunità di persone con HIV/AIDS” e - incurante del ridicolo - arrivò addirittura a paventare il rischio che Silvestri potesse causare "la variazione del flusso di denaro all’industria del farmaco", con non si sa quali terribili conseguenze per il “sistema Italia”.

Se la storia del vaccino Tat è anche una storia di conflitti d'interesse, quello del contratto a Marcotullio, l'attivista che opera nel nome e per conto delle persone con HIV e che dovrebbe dunque ringhiare contro le ricerche mal fatte come ogni cane da guardia che si rispetti, ne è l'ennesimo capitolo.
Con simili pregressi, infatti, come si faceva a non pensare che quella stessa persona venisse ora ringraziata per i suoi servigi nella promozione del Progetto Vaccino Tat, attribuendole una sinecura a spese del contribuente?
E non era imbarazzante che tutto questo avvenisse nello stesso momento in cui diverse persone rischiavano di perdere il lavoro, i loro contratti di collaborazione non rinnovati a causa della situazione di crisi in cui versa l’Istituto Superiore di Sanità?
E non era inquietante che tutto questo si compisse proprio sotto il naso di un commissario, imposto all’ISS per risanarne il bilancio e riorganizzarlo all’insegna della trasparenza?


Le domande che mi ero posta a novembre tornano ora di triste attualità.

Il programma di “risanamento” dell’ISS è infatti ormai entrato nella sua fase di realizzazione e la settimana scorsa una persona che lavora all’Istituto da molti anni con contratti a tempo determinato ha ricevuto la lettera di licenziamento. Questo atto è stato ritenuto dai sindacati "illegittimo in quanto interrompe il contratto nel corso dell’annualità, poiché esso era già stato prorogato fino al 23 gennaio 2016". I sindacati hanno pertanto richiesto il ritiro immediato del licenziamento e due giorni fa sono riusciti a ottenere che l’amministrazione si impegnasse a firmare un atto aggiuntivo al contratto, che consenta al lavoratore il reintegro.

Come ben spiega il comunicato emesso dalla FCL CGIL,

  • questa soluzione per il singolo caso non mette però al riparo gli altri precari in “sofferenza” che rischiano presto di trovarsi in una situazione analoga. È infatti evidentemente in atto un mutamento della politica dell'ISS nei confronti del precariato che va contrastata con la mobilitazione di tutto il personale.


D’altra parte, questo pare ben corrispondere all’applicazione dei primi regolamenti attuativi del nuovo Statuto, che prevedono “il mancato riconoscimento delle fasce stipendiali ai ricercatori e tecnologi con rapporto di lavoro a tempo determinato; la non applicabilità all’ISS della norma che proroga al 31 dicembre 2018 quanto previsto dalla legge 125/2013 per i precari a tempo determinato (comma 426 della Legge di Stabilità 2015)”.

Secondo Cristiano Fiorentini, dell’Esecutivo Nazionale USB Pubblico Impiego

  • “L’ISS ha prospettato 30 possibili licenziamenti di precari storici, ricercatori che hanno dagli 8 ai 15 anni di anzianità di servizio, confermando che l’Istituto è stato abbandonato a se stesso. A questo punto – osserva Fiorentini - è chiara la strategia del Ministro, che ha negato l’interlocuzione richiesta più volte da USB PI. È altrettanto chiaro che i vertici dell’ISS hanno avviato con determinazione una nuova fase del riordino dell’Ente con un violento attacco ai lavoratori precari”.
    Continua il dirigente sindacale: “La situazione che si sta creando è chiaramente legata al progetto di accorpamento, ancora avvolto nel mistero, di ISS, AIFA e AGENAS. Noi abbiamo il forte timore di un pesante ridimensionamento dell’ISS a fronte del potenziamento dell’AIFA, funzionale alla costruzione di un sistema utile più alle multinazionali farmaceutiche cha ai cittadini di questo Paese”.


Pochi giorni fa, su Scienza in Rete, un gruppo di ricercatori che afferiscono all'ISS ha proposto il proprio CONTRIBUTO PER LA RIORGANIZZAZIONE DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ. In questo documento, si propone che "l’identificazione delle strutture organizzative" abbia "una massa critica qualificata in strutture funzionalmente agili per le attività rilevanti, intervenendo con misure ad hoc di reclutamento del personale finalizzate anche a risolvere il problema del precariato", la cui situazione all'interno dell'ISS "è diventata insostenibile". Si propone inoltre che, nel reclutamento del personale, si tenga "conto del personale precario che nel corso degli anni ha consolidato in Iss competenza e professionalità".


Alla luce delle sagge considerazioni dei ricercatori e davanti a precari storici che rischiano di essere licenziati, come si giustifica il contratto a Simone Marcotullio? Come un atto di risanamento all'insegna della trasparenza?



patatonzolo
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Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da patatonzolo » mercoledì 25 marzo 2015, 23:54

Dora, Non mi conosci e non conta/o niente, ma sappi che leggendoti, io mi sento più a mio agio (fido) tra le tue mani che in quelle del mio infettivologo (nonostante stia facendo carriera...risparmiando sui nostri esami penso).
C'é una vera passione in quello che fai!



Dora
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Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Dora » giovedì 26 marzo 2015, 4:32

patatonzolo ha scritto:Dora, Non mi conosci e non conta/o niente, ma sappi che leggendoti, io mi sento più a mio agio (fido) tra le tue mani che in quelle del mio infettivologo (nonostante stia facendo carriera...risparmiando sui nostri esami penso).
C'é una vera passione in quello che fai!
:oops:
Sei molto gentile e ti ringrazio, ma ... continua a fidarti del tuo infettivologo, ché è meglio, credimi. ;)



Tarek
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Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Tarek » venerdì 27 marzo 2015, 20:45

patatonzolo ha scritto: C'é una vera passione in quello che fai!

Passione, sì Dora è appassionata, e anche io ho scoperto tante passioni , e, pensavo che la Passione fosse solo quella cosa indirizzata a qualcuno, ma, quanto è bello e gratificante conoscere le cose per quelle che sono realmente.



Dora
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Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Dora » sabato 28 marzo 2015, 6:54

Tarek ha scritto:pensavo che la Passione fosse solo quella cosa indirizzata a qualcuno, ma, quanto è bello e gratificante conoscere le cose per quelle che sono realmente.
Sì, in generale la conoscenza per sé può essere appassionante, talvolta mi capita proprio di infatuarmi di certe ricerche e mantenere uno sguardo critico diventa più difficile.
Ma in questo caso specifico per me non è tanto bello né gratificante conoscere le volgarità che hanno segnato la storia del vaccino Tat.
Ad essere sincera, trovo tutto questo piuttosto ripugnante.



Tarek
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Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Tarek » sabato 28 marzo 2015, 10:42

ahah sì certo...



Dora
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Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da Dora » mercoledì 29 aprile 2015, 6:50

A UN ANNO DALLA PROMESSA PUBBLICAZIONE, ESCONO I DATI SULLA FASE II DEL VACCINO TAT - NON ILLUDETEVI CHE SIA FINITA: SONO ANCORA PARZIALI.

Dopo un tira e molla durato mesi che deve essere stato estenuante, escono finalmente i dati della fase II di sperimentazione del vaccino Tat. Come denuncia la data di sottomissione dell'articolo, la loro pubblicazione, parziale perché manca ancora una analisi dei risultati del braccio sudafricano del trial, deve essere stata assai sofferta: a luglio dell'anno scorso Barbara Ensoli dichiarava di avere già presentato l'articolo a una rivista. Ma quella prima sottomissione deve essersi risolta con il rifiuto dell'articolo, perché quello online da stanotte nel sito di Retrovirology è stato ricevuto dalla rivista soltanto il 16 ottobre 2014 - segno che qualcosa deve essere andato storto con la rivista o le riviste precedenti.

L'articolo che da oggi può essere integralmente scaricato porta un titolo che già ci dice come delle strabilianti promesse del *Grande Vaccino Pontino Gloria della Scienza Italica* sia rimasto pochino: HIV-1 Tat immunization restores immune homeostasis and attacks the HAART-resistant blood HIV DNA: results of a randomized phase II exploratory clinical trial.

In compenso, le 28 pagine dell'articolo confermano che la sintesi non è la dote principale di cui la dottoressa Ensoli può andare fiera. L'avevamo visto anche con l'articolo su PLoS ONE di 5 anni fa: la famosa analisi ad hoc sui dati parziali della fase II aveva riempito ben 29 pagine.
L'affastellamento di dati su dati relativi a parametri immunologici la cui utilità clinica non è propriamente di immediata evidenza aveva reso la lettura di quell'articolo un'operazione lunga e faticosa.
Poiché anche la lettura del nuovo lavoro si preannuncia tale, spero comprenderete che per preparare un post avrò bisogno di un po' di tempo.

Nel frattempo, vi lascio con qualche considerazione sui ben due comunicati stampa che accompagnano la pubblicazione dell'articolo.
Le differenze fra il comunicato uscito sull'ANSA Valle D'Aosta ieri sera (con embargo fino a stamattina alle 7) - Aids:nuovi risultati vaccino italiano,aumenta effetto cure - e quello che adesso trovo su ItaliaSalute (non storcete il naso, ieri girava anche su siti meno compromettenti tipo Il Secolo Trentino) - Aids, Il vaccino Tat potenzia l’efficacia dei farmaci - sono sottili, ma non di poco conto.

Infatti, il comunicato su ItaliaSalute è un poco più tecnico, riporta alcuni dei risultati e velatamente ricorda uno degli elementi che rendono molto debole l'impostazione della ricerca: l'assenza di un vero gruppo di controllo.

  • Il Vaccino Tat in associazione alla terapia farmacologica (HAART) è in grado di stimolare il sistema immunitario di un paziente con HIV aumentando l’efficacia degli antiretrovirali e di aumentare sensibilmente le cellule T CD4+, bersaglio del virus. È questo il risultato della seconda fase di sperimentazione del vaccino Tat, messo a punto dall’équipe guidata da Barbara Ensoli, Direttore del Centro Nazionale Aids dell’Istituto Superiore di Sanità, condotta su 168 pazienti, seguiti per tre anni consecutivi, in undici centri clinici italiani diffusi in tutta la penisola.

    Ai pazienti con infezione da HIV è stato somministrato il vaccino alle dosi di 7.5 o 30 microgrammi di proteina Tat una volta al mese, per 3 o 5 mesi con l’obiettivo di indurre anticorpi diretti contro questa proteina, essenziale per la replicazione del virus. I risultati dello studio indicano che nei pazienti vaccinati, oltre ad essere stati prodotti gli anticorpi contro la proteina Tat, è stato osservato anche un significativo aumento di cellule T CD4+, indicativo della ripresa del sistema immunitario. Anche delle cellule T e B, e di altre cellule immunitarie, è stato osservato un incremento.

    La risposta maggiore è stata riscontrata nei soggetti che hanno ricevuto tre somministrazioni del vaccino contenente 30 microgrammi della proteina Tat. Questi effetti persistono nei tre anni successivi all’immunizzazione.

    “Abbiamo dimostrato per la prima volta che la terapia antiretrovirale può essere intensificata attraverso un vaccino”, ha detto Barbara Ensoli, che si attende di confermare questi risultati con il trial di fase II randomizzato e controllato con placebo recentemente completato in Sudafrica. “Si tratta di risultati che aprono nuovi scenari per indagare più specificamente se questo vaccino può aiutare a controllare il virus in pazienti con bassa aderenza alla terapia antiretrovirale, consentire la semplificazione della terapia, ridurre la trasmissione della malattia”.

    In parallelo alla sperimentazione, è stato condotto uno studio osservazionale separato su un gruppo di 79 pazienti in trattamento con la sola terapia antiretrovirale. Tale gruppo ha rappresentato il riferimento per lo studio dei biomarcatori della malattia. È stato possibile così osservare che in coloro ai quali era stato somministrato anche il vaccino si è verificata una riduzione significativa del “DNA provirale” di HIV che funge da indicatore della forma latente del virus nei cosiddetti “serbatoi del virus”.

    Si tratta di un risultato importante poiché, nonostante i farmaci blocchino quasi completamente la replicazione virale, il virus può ancora replicare a bassi livelli ed accumularsi in forma latente nei serbatoi non suscettibili all’azione dell’HAART e può causare complicazioni e morte dovute a patologie diverse da quelle tipicamente associate all’AIDS.
Ma è il comunicato sull'ANSA quello che ha attirato la mia attenzione e che vorrei considerare adesso:
  • (EMBARGO ALLE ORE 7.00 DEL 29 APRILE) (ANSA) - ROMA, 28 APR - Associato ai farmaci antiretrovirali ne potenzia l'efficacia contro la malattia, oltre a stimolare il sistema immunitario. Sono i nuovi, promettenti risultati del vaccino terapeutico contro l'Hiv-Aids che porta la firma della Ricerca italiana, essendo stato messo a punto dal direttore del Centro Nazionale Aids dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) Barbara Ensoli.

    A dimostrare gli effetti del vaccino italiano anti-Aids denominato 'Tat' - la cui funzione è appunto bloccare la malattia in soggetti già infettati - sono i dati della seconda fase di sperimentazione, pubblicati sulla rivista Retrovirology, condotta su 168 pazienti seguiti per tre anni consecutivi, in undici centri clinici italiani.

    "Abbiamo dimostrato per la prima volta che la terapia antiretrovirale può essere intensificata attraverso un vaccino'', ha detto Ensoli, che si attende di confermare questi risultati con la sperimentazione di fase II recentemente completata in Sudafrica. Si tratta, ha affermato, di risultati che ''aprono nuovi scenari: il vaccino, in associazione alla terapia farmacologica (HAART), è infatti in grado di stimolare il sistema immunitario di un paziente con HIV aumentando l'efficacia degli antiretrovirali e di aumentare sensibilmente le cellule T CD4+, bersaglio del virus''. Il passo successivo sarà ora verificare se il vaccino - che agisce contro la proteina Tat, il motore che permette al virus di riprodursi e di diffondere l'infezione - riesce a bloccare la malattia anche in soggetti ancora asintomatici e che non prendono dunque i farmaci atiretrovirali. Uno studio che ''abbiamo pubblicato - spiega Ensoli - dimostra che soggetti infettati dal virus Hiv ma ancora asintomatici e che presentano naturalmente anticorpi anti-Tat, progrediscono meno verso la malattia. Gli anticorpi proteggono dunque dalla progressione dell'infezione, e ciò ci induce a pensare che se il vaccino venisse somministrato a tali pazienti asintomatici e non in terapia, anche su di loro si potrebbe avare tale effetto di 'blocco' della malattia''. Tuttavia, precisa l'esperta, ''ciò deve essere dimostrato e sperimentato su un campione ampio e sarà questo uno dei passi successivi, anche se il problema resta sempre - afferma - quello della carenza di fondi per andare avanti con i test''.

    I nuovi risultati rappresentano comunque un grande passo avanti: ''Il problema - avverte Ensoli - è che oggi si parla sempre meno di Aids ed i giovani conoscono poco questa patologia, ciò indubbiamente per l'efficacia dei farmaci, ma questo è molto pericoloso''. Infatti, avverte, ''stanno arrivando in Occidente altri sottotipi virali verso i quali i farmaci sono meno efficienti. E' quindi necessaria mantenere alta l'attenzione e mettere in atto nuove campagne di informazione''. Inoltre, i numeri della malattia sono ancora altissimi: ''In Sudafrica - ricorda la ricercatrice - sono 6 milioni le persone infettate e le terapie antiretrovirali non riescono ad arrivare a tutti, e numeri alti si registrano ancora anche in America''. Quanto ai tempi dell'arrivo sul mercato, Ensoli invita tuttavia alla cautela: ''Il vaccino sarà disponibile solo dopo la fase tre di sperimentazione puntata sull'efficacia, ed il problema anche qui è legato ai fondi necessari per procedere con i trials''. Ma finchè il vaccino non sarà disponibile, conclude, ''va detto che la prevenzione deve restare alta, poichè è l'unico modo che abbiamo oggi per bloccare l'epidemia''. (ANSA).

Anzitutto, quello che mi colpisce è come Ensoli prosegua nello svilimento del valore e della efficacia della ART.

Ora io capisco che per vendere bene la sua ricerca, in cui tutti i partecipanti erano in terapia e una sospensione della ART non è mai stata tentata, e dunque per dare un senso a quel che dice, lei debba riesumare un articolo su JID di Giovanni Rezza, lei medesima ed altri colleghi - The Presence of Anti-Tat Antibodies Is Predictive of Long-Term Nonprogression to AIDS or Severe Immunodeficiency: Findings in a Cohort of HIV-1 Seroconverters - che risale a ben 10 anni fa.

Ma parlare di "pazienti asintomatici e non in terapia" cui, somministrando il *preparato Tat* (non credo lo si potrà ancora chiamare vaccino), si potrebbe ottenere l'"effetto di 'blocco' della malattia'', mi pare denunci una visione piuttosto anacronistica dell'infezione e delle terapie volte a contrastarla - una visione che poteva avere corso una decina d'anni fa, non certo oggi, quando perfino l'OMS propone di mettere in terapia le persone con HIV appena diagnosticata l'infezione, senza stare ad attendere la discesa dei CD4.

D'altra parte, costituisce anche un'ingiustificabile fuga in avanti, perché dell'efficacia del *preparato Tat* nel bloccare la progressione dell'infezione in assenza di ART non esiste ancora alcuna prova.

Inoltre, che Ensoli si spinga fino al punto di allarmare sani e malati con lo spettro dell'arrivo "in Occidente [di] altri sottotipi virali verso i quali i farmaci sono meno efficienti" lo trovo puro terrorismo mediatico.
Sembra di leggere un comunicato dello Stato Islamico in cui si minaccia che le orde di tagliagola stanno arrivando a Roma. Magari sui barconi di disperati che affondano nel Mare di Sicilia.

E per mantenere sempre alto lo standard dei suoi comunicati stampa, la dottoressa Ensoli non ci fa mancare l'ingrediente principale, quello che ha sempre contraddistinto l'uscita dei suoi articoli: la richiesta di fondi.
Soldi, soldi, soldi per poter donare al mondo questo miracolo italiano.


  • Immagine



P.S. Vedo che sono già partiti i titoli da circo:
Chi ci crede è perduto.



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Re: Vaccino Ensoli

Messaggio da uffa2 » mercoledì 29 aprile 2015, 10:01

28 pagine, 28… neppure uno studio registrativo di fase 3 occupa così tanto spazio…. Non so com’è, ma quello che i dati non siano così epocali, di facile interpretazione e fuori di discussione, e che invece si sia dovuta fare un po’ di cagnara, è un dubbio che mi viene…
Vabbe’, nei prossimi mesi avremmo il tempo per leggerci questo caposaldo della novellistica del terzo millennio (persino a retrovirology ci hanno messo quattro mesi, del resto), la prima impressione è che proprio ancora non ho capito dove vadano a parare.
Non ho capito qualche cosa o siamo passati dal vaccino all’integratore, da qualcosa che ha un chiaro posizionamento e finalità, a un qualcos’altro che si giustifica in una nicchia di pazienti (ai quali auguro ogni bene e per i quali spero ben altre soluzioni), essenzialmente come booster della terapia antiretrovirale? Sembra quasi di vedere la pubblicità del Kilocal, quello che “Deve essere impiegato nell'ambito di una dieta ipocalorica adeguata seguendo uno stile di vita sano con un buon livello di attività fisica” e che a tali condizioni ti fa dimagrire…
Non lo so, ma in assenza di veri bracci di controllo ho il sospetto che ci si sia mossi poco dalle risacche di una stanca “proof of concept”, e che tutto il resto appartenga al repertorio della poetica leopardiana:
Dipinte in queste rive
son dell'umana gente
le magnifiche sorti e progressive

insomma: consigli per gli acquisti.
Diciamo che me lo stampo e nel weekend del primo maggio provo a leggerlo… sarò in giro con la famiglia e quindi non potrò portarmi la mia raccolta del “International Journal of Applied BDSM Sciences”, così mi do un’aria da intellettuale…


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nordsud
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12 ANNI TRASCORSI

Messaggio da nordsud » mercoledì 29 aprile 2015, 10:05

Aids. Nuovi risultati per il vaccino di Barbara Ensoli. Potenziata l’efficacia della terapia antiretrovirale e stimolato il sistema immunitario.

http://www.quotidianosanita.it/scienza- ... o_id=27631


Era il lontano 2003 ( come passano gli anni )... e dopo 12 anni i risultati sono questi : " Un vaccino che potenzia la terapia antiretrovirale".
Forse nel 2003 avrebbe avuto un po' di senso... ma nel 2015 con i nuovissimi farmaci ( una pillola al giorno ) che senso ha un vaccino del genere ?
Comunque la nostra scienziata è riuscita a camparci sopra per quasi 20 anni con questo vaccino antitat...



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