Si tratta di un peptide derivato dalla sequenza della gp-41 dell’HIV-1, che colpisce la gp-41 impedendo alla envelope del virus di fondersi con la membrana dei linfociti T, secondo un meccanismo di azione diverso da quello dell’enfuvirtide (Fuzeon). Questo permette all’albuvirtide di legarsi con l’abumina presente nel sangue e quindi di durare più a lungo nel corpo. Tuttavia, questo fa anche sì che NON sia capace di penetrare nel cervello né nei testicoli.
Ricerche precedenti in vitro e in vivo hanno dimostrato che è attivo anche contro varianti virali resistenti all’enfuvirtide, che agisce contro i sottotipi A, B e C e contro diverse forme ricombinanti presenti in Cina e che ha un buon profilo di sicurezza.
All’ICAAC 2012 sono stati presentati i dati di due studi cinesi di somministrazione di albuvirtide in monoterapia e per iniezione intravenosa a pazienti adulti naive, con viremie di almeno 5000 copie/mL e almeno 250 CD4.
Nel primo trial i 54 partecipanti (39 uomini e 15 donne, età mediana 37,5 anni, VL mediana 20.000 cp/mL, CD4 mediani 389,5) hanno ricevuto una singola dose di farmaco (da 20 a 640 mg) o placebo. Due pazienti hanno abbandonato lo studio.
Risultati:
- • L’albuvirtide è stato generalmente sicuro e ben tollerato a tutti i dosaggi;
• non si sono verificati gravi eventi avversi o reazioni nel punto dell’iniezione;
• il farmaco ha dimostrato un buon profilo farmacocinetico, con un’emivita nel sangue di 11 giorni e una cinetica di eliminazione lineare;
• l’attività antivirale, con soppressione della viremia plasmatica, è proseguita per 6-10 giorni dopo ogni dose singola.
Nel secondo trial, sempre una sperimentazione in monoterapia di fase IIa ma in aperto, i partecipanti hanno ricevuto dosaggi multipli di 160 o 320 mg nei giorni 1, 2 e 3. Poi il dosaggio è passato a una volta alla settimana e il farmaco è stato somministrato all’8° e al 15° giorno. Tutti i 12 partecipanti erano omosessuali e nel gruppo che ha ricevuto il dosaggio più basso l’età mediana era 36 anni, il livello mediano di HIV RNA era 30.000 copie/mL, il numero mediano di CD4 era 484 copie/mL. Invece, nel gruppo che ha ricevuto il dosaggio più alto l’età mediana era 27 anni, il livello mediano di HIV RNA era 8.000 copie/mL, il numero mediano di CD4 era 406 copie/mL.
Risultati:
- • L’albuvirtide è stato generalmente sicuro e ben tollerato in entrambi i dosaggi;
• non si sono verificati gravi eventi avversi, effetti collaterali derivati dal farmaco o reazioni nel punto dell’iniezione;
• i pazienti non hanno sviluppato anticorpi contro il farmaco dopo più iniezioni;
• la viremia del gruppo che ha ricevuto i 160 mg è scesa in media di 0,68 log e l’83% dei partecipanti ha avuto una diminuzione di almeno 0,5 log;
• la viremia del gruppo che ha ricevuto i 320 mg è scesa in media di 1,05 log e tutti hanno avuto una diminuzione di almeno 0,5 log;
• c’è dunque stata una relazione significativa dose-risposta fra la concentrazione di albuvirtide nel sangue e la soppressione della viremia;
• mentre si è vista una sostenuta soppressione virale dopo i primi tre giorni di dosaggio, l’HIV RNA ha avuto un rebound più rapido dopo i dosaggi settimanali (e questo è un indicatore di possibile resistenza al farmaco, che i ricercatori cinesi stanno ancora analizzando).
FONTI:
- - Abstract: Wu H, Yao C, Lu RJ. Albuvirtide, the first long-acting HIV fusion inhibitor, suppressed viral replication in HIV-infected adults. 52nd Interscience Conference on Antimicrobials and Chemotherapy (ICAAC). September 9-12, 2012. San Francisco. Abstract H-554;
- Natap: New gp41 Fusion Inhibitor Has Long Half-Life, Anti-HIV Activity in HIV+ Naïve;
- HIVandHerpatitis: ICAAC 2012: New Long-acting HIV Fusion Inhibitor Albuvirtide Looks Promising in Early Studies.