Nefrotossicità della Terapia Antiretrovirale
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- Iscritto il: sabato 5 dicembre 2015, 11:48
Nefrotossicità della Terapia Antiretrovirale
Salve allego questo documento forse può interessare l'argomento.
Re: Nefrotossicità della Terapia Antiretrovirale
Ho letto con molto interesse questo breve articolo italiano, perché dà qualche numero su un tema che è affrontato solitamente lo è sul piano delle paure e basta.
Nell’articolo vediamo che per esempio il caro vecchio Truvada è nefrotossico, ma vediamo anche che si tratta di un caso su cento, e che “Il provvedimento più efficace in caso di danno renale da tenofovir è la sospensione del farmaco stesso in quanto il danno è reversibile”.
Vediamo anche che in altri casi, la tossicità riguarda essenzialmente la formazione di cristalli o calcoli, e che quindi si tratta di forme reversibili con strategie farmacologiche o se proprio necessario chirurgiche.
Ci sono anche altri danni, circondati da molti “può” e “potrebbe”, prevenibili e controllabili.
Va notato che si tratta di farmaci a fine carriera, con la fastidiosa eccezione del cobicistat, contenuto in combinazioni recenti, ma la cui tossicità possibile non è poi così preoccupante.
In sintesi: la parola “tossicità” spaventa tutti, me compreso, ma il suo significato è molto ampio, va da mutamenti non significativi di parametri di laboratorio a effetti evidenti al paziente ma non gravi e che spesso spariscono dopo pochi giorni, a fenomeni più fastidiosi e infine a fenomeni pericolosi.
Questo articolo si conclude sobriamente ricordando che “Comunque, in linea generale, la tossicità di questi farmaci è dose dipendente e regredisce con la sospensione del farmaco stesso”, e direi che non c’è molto da aggiungere.
Grazie a Brunetto per avere proposto questo documento.
Nell’articolo vediamo che per esempio il caro vecchio Truvada è nefrotossico, ma vediamo anche che si tratta di un caso su cento, e che “Il provvedimento più efficace in caso di danno renale da tenofovir è la sospensione del farmaco stesso in quanto il danno è reversibile”.
Vediamo anche che in altri casi, la tossicità riguarda essenzialmente la formazione di cristalli o calcoli, e che quindi si tratta di forme reversibili con strategie farmacologiche o se proprio necessario chirurgiche.
Ci sono anche altri danni, circondati da molti “può” e “potrebbe”, prevenibili e controllabili.
Va notato che si tratta di farmaci a fine carriera, con la fastidiosa eccezione del cobicistat, contenuto in combinazioni recenti, ma la cui tossicità possibile non è poi così preoccupante.
In sintesi: la parola “tossicità” spaventa tutti, me compreso, ma il suo significato è molto ampio, va da mutamenti non significativi di parametri di laboratorio a effetti evidenti al paziente ma non gravi e che spesso spariscono dopo pochi giorni, a fenomeni più fastidiosi e infine a fenomeni pericolosi.
Questo articolo si conclude sobriamente ricordando che “Comunque, in linea generale, la tossicità di questi farmaci è dose dipendente e regredisce con la sospensione del farmaco stesso”, e direi che non c’è molto da aggiungere.
Grazie a Brunetto per avere proposto questo documento.
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Re: Nefrotossicità della Terapia Antiretrovirale
Ciao brunetto.
È possibile recuperare il documento citato? Purtroppo non appare disponibile nessun link.
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