Fuan84 ha scritto:Skydrake, ho chiesto anche al dottore se posso stare tranquillo e mi ha così risposto:
"Se il rapporto a rischio risale a 3-6 mesi fa , il periodo finestra è chiuso , quindi l'esito è definitivo . Altrimenti lo sarà allo scadere dei 3-6 mesi. Cordiali saluti ."
Calcola che 'sto benedetto rapporto io l'ho avuto 36 giorni fa. Che dici?
ti riassumo io poi lo trovi meglio spiegato tra le 1000 loro risposte
a 30 giorni quel tipo di test è definitivo salvo patologie gravi (che sapresti di avere) che ritardano le risposte o ceppi assurdi che prendi in paesi esotici, in sostanza è definitivo
il medico ti dice così perchè è tenuto a indicare le linee guida (6 mesi è addirittura fuori dal mondo) e se vuoi, per una tua sicurezza, puoi rifarlo a 3 mesi ma non cambierà l'esito (a meno che non si scopra un caso marziano)
calcola che in alcuni centri i medici lo rilasciano definitivo a 30 (qua a Milano ad esempio), anche in altri paesi
marcus sto imparando?
qua sky che mi spiega la particolarità del test (uguale al tuo, da me c'era scritto metodo CMIA ma non penso cambi nulla, chiediamo agli esperti per sicurezza) e della sua validità a 30 giorni
skydrake ha scritto:È da tempo che lo faccio osservare. Il test ELISA di quarta generazione è concettualmente diverso da quello di terza (nella pratica pero' c'è ben poca differenza, anche quello di terza rilevava la quasi totalità dei casi a 30 giorni).
La grande differenza consiste nel fatto che quello di terza era solo anticorpale (misura gli anticorpi di reazione all'HIV) e quindi era aperta la possibilità teorica
di un ritardo della risposta immunitaria.
Per quanto fosse un'eventualità rarissima, questo gettava nello sconforto schiere di ipocondriaci che non si accontentavano della certezza al 98% ma volevano di più.
Invece il test di quarta generazione misura anche un antigene (il p24, una proteina dell'HIV-1). L'antigene p24 sparisce dal sangue dopo qualche settimana appunto perché si ricombina con il relativo anticorpo.
A questo punto si azzera il rischio del già raro ritardo della risposta immunitaria: se ci fosse, allora la quantità di antigene p24 circolante sarebbe superiore. Se non ci fosse e il sistema immunitario reagisse subito, allora ci sarebbero gli anticorpi.
Rimane un'ultimo neo: l'HIV-2 non ha l'antigene p24. Ma se a gettare nello sconforto è la probabilità a contrarlo (con mi pare appena nove casi in Italia), in combinazione a una rara patologia che ritardi l'espressione immunitaria, allora davvero si è ipocondriaci allo stadio finale.
...
skydrake ha scritto:...
Legalmente, la risposta più sicura per il medico è rispondere "lo ripeti a tre mesi dal presunto contagio e poi a sei mesi", così si escludono le patologie più rare e i ceppi più rari esistenti. E poi potrebbero esistere mutazioni genetiche e malattie autoimmuni non ancora scoperte e studiate. Ma è una risposta a mio avviso, scusate il francesismo, da paraculo. Quante persone sul pianeta Terra hanno contratto finora l'HIV-2 e in contemporanea erano affetti da iperglobulimena?
Se uno è giovane, in salute e non ha fatto sesso nei recessi dell'Africa sub-sahariana (dove vi sono la maggioranza di questi ceppi rari), 30 giorni sono a mio avviso da considerarsi definitivi.