Un piccolo studio pilota in aperto della University of California - Davis, pubblicato su
AIDS un paio di settimane fa, sull'uso di immunoglobuline derivate dal siero bovino (SBI) per migliorare lo stato della mucosa intestinale nelle persone con enteropatia da HIV:
Benefit of Oral Bovine Immunoglobulin for HIV Enteropathy (Trial clinico:
Impact of Serum-derived Bovine Immunoglobulin Protein Isolate, a Medical Food, on Nutritional Status in Patients With HIV-associated Enteropathy).
Premessa: lo studio è stato in parte finanziato da EnteraHealth, l’azienda produttrice dell’SBI.
Poiché l’effetto dell’infezione da HIV sulla funzione immunitaria nell’intestino è considerato uno dei fattori che mantengono uno stato di attivazione e disfunzione immunitaria anche in persone con viremia soppressa dalla ART, sono stati arruolati 8 uomini (età mediana 44,5 anni; mediana dei CD4 nel sangue periferico 372 cellule/mL, in terapia da almeno un anno e VL irrilevabile) con enteropatia da HIV (cioè sintomi intestinali cronici senza una causa identificabile e reversibile).
Le immunoglobuline derivate dal siero bovino sono delle proteine derivate dal plasma di mucca e il prodotto utilizzato qui contiene il 50% di immunoglobuline (più del 45% di IgG e circa il 5% di IgM). Si tratta di un prodotto classificato come "alimento medico", di cui non si conoscono in letteratura seri eventi avversi (cfr.
http://files.www.enterahealth.com/about ... tation.pdf).
Ai pazienti sono stati dati 2,5 gr di SBI due volte al giorno, per 8 settimane e gli effetti sono stati valutati sia mediante questionario, sia mediante endoscopia all’inizio e alla fine del trattamento per stabilire lo stato dell’immunità della mucosa e della funzione intestinale, sia mediante misurazione dei marker nel sangue di traslocazione microbica, infiammazione e cinetica del collagene.
Dopo 8 settimane di SBI, si sono visti miglioramenti molto significativi (in bagno 2 volte al giorno invece di 6, feci meno liquide, sintomi intestinali quasi spariti). In 7 su 8 pazienti si è avuto un aumento dell’
assorbimento del D-xilosio, che è un marker dell’integrità della mucosa intestinale.
È inoltre aumentata la densità dei CD4 nei tessuti, forse a causa di un aumento del collagene, la cui diminuzione è causa di fibrosi della struttura del tessuto linfatico e di peggiore funzionamento dei CD4 (cfr. il thread
ACE inibitori contro fibrosi del tessuto linfoide).
Non si sono invece visti gli sperati miglioramenti nella permeabilità intestinale e quindi nella traslocazione microbica, cioè non sono diminuiti i livelli di lipopolisaccaride (che in questi 8 pazienti erano comunque normali – il che fa sorgere qualche domanda sull’LPS come fattore chiave dell’infiammazione cronica in persone con viremia controllata dalla ART).
Lo studio era piccolissimo e dovrà essere ampliato, con un gruppo di controllo e tutto quel che serve per renderlo significativo. Ha comunque dato informazioni utili per persone con enteropatia da HIV.
C’è però da capire se abbia senso dare immunoglobuline derivate dal siero bovino anche a persone con HIV che non soffrono di gravi disturbi intestinali.