Cancro, ki e' povero muore,due farmaci in vendita solo a pagamento ki vuole curarsi deve sborsare piu' di mille euro alla settimana.........li mortacci..PS se la fonte non e' autorevole cancello tutto
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... map=%5B%5D
Cancro,ki e' povero muore...
Re: Cancro,ki e' povero muore...
La fonte non è autorevole per definizione, trattandosi “di quel foglio lì”
Comunque, a prescindere dalle battute, le cose non stanno “proprio” così.
Il procedimento di ingresso di un farmaco sul mercato è alquanto arzigogolato: pure oggi che i nuovi farmaci sono in realtà autorizzati dall’EMA, c’è ancora il passaggio dell’AIFA, che non si sa perché deve autorizzarli di nuovo.
Ma poi non è finita: una volta che l’AIFA li autorizza bisogna “decidere il prezzo”. In un mercato dove formalmente c’è un solo cliente (lo Stato) questo vuol dire un tira e molla bello lungo con la commissione incaricata di determinare il prezzo, con la quale si contratta di tutto: il prezzo, il numero massimo di pezzi che lo Stato pagherà a quel prezzo, gli sconti sopra quei quantitativi…
Passano dei mesi da quando il farmaco ottiene l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio a quando viene stabilito il prezzo.
In passato, in assenza del prezzo il farmaco non poteva essere venduto.
Una norma forse scritta male, sicuramente spiegata peggio del cd. “decreto Balduzzi” sulla sanità ha cercato di rispondere a questo problema, stabilendo che, non appena ottiene l’AIC, il farmaco può essere venduto, anche se in classe “C”, proprio perché non c’è ancora l’accordo sul prezzo.
Quindi, si tratta di una novità “favorevole”, vissuta però come se fosse una disgrazia.
C’è di più e di peggio però: l’accordo sul prezzo a livello nazionale non basta.
La sanità è un affare regionale, e questo vuol dire che poi le aziende farmaceutiche devono ottenere l’inserimento nei Prontuari Regionali, sennò le regioni non pagano i farmaci… e sono altri mesi persi.
E non è ancora finita: siccome ogni ospedale è un’azienda a sé (tranne quelli che si sono consorziati per gli acquisti), questo significa che poi devi entrare nel Prontuario Terapeutico Ospedaliero, quindi convincere l’ospedale a comprare il tuo farmaco, spesso con altre trattative (“tu mi compri il farmaco a X euro e in cambio l’ospedale riceve venti chili di antibiotici gratis”).
Insomma, per farla breve: i due farmaci di cui si parla inizieranno a fare capolino nelle farmacie degli ospedali intorno a marzo dell’anno prossimo.
Detto questo, è vero che l’impatto emotivo è potente (“due nuovi farmaci contro il cancro!”), ma è pure vero che nessuno di quei farmaci è “rivoluzionario”: certo, allungano la sopravvivenza di diversi mesi, ma al momento gli studi dicono che quello fanno, e basta.

Comunque, a prescindere dalle battute, le cose non stanno “proprio” così.
Il procedimento di ingresso di un farmaco sul mercato è alquanto arzigogolato: pure oggi che i nuovi farmaci sono in realtà autorizzati dall’EMA, c’è ancora il passaggio dell’AIFA, che non si sa perché deve autorizzarli di nuovo.
Ma poi non è finita: una volta che l’AIFA li autorizza bisogna “decidere il prezzo”. In un mercato dove formalmente c’è un solo cliente (lo Stato) questo vuol dire un tira e molla bello lungo con la commissione incaricata di determinare il prezzo, con la quale si contratta di tutto: il prezzo, il numero massimo di pezzi che lo Stato pagherà a quel prezzo, gli sconti sopra quei quantitativi…
Passano dei mesi da quando il farmaco ottiene l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio a quando viene stabilito il prezzo.
In passato, in assenza del prezzo il farmaco non poteva essere venduto.
Una norma forse scritta male, sicuramente spiegata peggio del cd. “decreto Balduzzi” sulla sanità ha cercato di rispondere a questo problema, stabilendo che, non appena ottiene l’AIC, il farmaco può essere venduto, anche se in classe “C”, proprio perché non c’è ancora l’accordo sul prezzo.
Quindi, si tratta di una novità “favorevole”, vissuta però come se fosse una disgrazia.
C’è di più e di peggio però: l’accordo sul prezzo a livello nazionale non basta.
La sanità è un affare regionale, e questo vuol dire che poi le aziende farmaceutiche devono ottenere l’inserimento nei Prontuari Regionali, sennò le regioni non pagano i farmaci… e sono altri mesi persi.
E non è ancora finita: siccome ogni ospedale è un’azienda a sé (tranne quelli che si sono consorziati per gli acquisti), questo significa che poi devi entrare nel Prontuario Terapeutico Ospedaliero, quindi convincere l’ospedale a comprare il tuo farmaco, spesso con altre trattative (“tu mi compri il farmaco a X euro e in cambio l’ospedale riceve venti chili di antibiotici gratis”).
Insomma, per farla breve: i due farmaci di cui si parla inizieranno a fare capolino nelle farmacie degli ospedali intorno a marzo dell’anno prossimo.
Detto questo, è vero che l’impatto emotivo è potente (“due nuovi farmaci contro il cancro!”), ma è pure vero che nessuno di quei farmaci è “rivoluzionario”: certo, allungano la sopravvivenza di diversi mesi, ma al momento gli studi dicono che quello fanno, e basta.
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Re: Cancro,ki e' povero muore...
D'accordo su tutto quel che hai scritto. Anch'io nelle settimane scorse ho letto le stesse precisazioni (e tanti insulti alla stampa, che non perde occasione per scrivere fesserie).uffa2 ha scritto:Detto questo, è vero che l’impatto emotivo è potente (“due nuovi farmaci contro il cancro!”), ma è pure vero che nessuno di quei farmaci è “rivoluzionario”: certo, allungano la sopravvivenza di diversi mesi, ma al momento gli studi dicono che quello fanno, e basta.
Intervengo solo per dire che anche il darunavir in questo momento è nella stessa situazione.
Re: Cancro,ki e' povero muore...
ciao a tutti. Sì, del darunavir ne avevo parlato qui qualche gg fa:Dora ha scritto:Intervengo solo per dire che anche il darunavir in questo momento è nella stessa situazione.
http://hivforum.info/forum/viewtopic.ph ... vir#p33212
Re: Cancro,ki e' povero muore...
màma ke casòtuffa2 ha scritto:La fonte non è autorevole per definizione, trattandosi “di quel foglio lì”![]()
Comunque, a prescindere dalle battute, le cose non stanno “proprio” così.
Il procedimento di ingresso di un farmaco sul mercato è alquanto arzigogolato: pure oggi che i nuovi farmaci sono in realtà autorizzati dall’EMA, c’è ancora il passaggio dell’AIFA, che non si sa perché deve autorizzarli di nuovo.
Ma poi non è finita: una volta che l’AIFA li autorizza bisogna “decidere il prezzo”. In un mercato dove formalmente c’è un solo cliente (lo Stato) questo vuol dire un tira e molla bello lungo con la commissione incaricata di determinare il prezzo, con la quale si contratta di tutto: il prezzo, il numero massimo di pezzi che lo Stato pagherà a quel prezzo, gli sconti sopra quei quantitativi…
Passano dei mesi da quando il farmaco ottiene l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio a quando viene stabilito il prezzo.
In passato, in assenza del prezzo il farmaco non poteva essere venduto.
Una norma forse scritta male, sicuramente spiegata peggio del cd. “decreto Balduzzi” sulla sanità ha cercato di rispondere a questo problema, stabilendo che, non appena ottiene l’AIC, il farmaco può essere venduto, anche se in classe “C”, proprio perché non c’è ancora l’accordo sul prezzo.
Quindi, si tratta di una novità “favorevole”, vissuta però come se fosse una disgrazia.
C’è di più e di peggio però: l’accordo sul prezzo a livello nazionale non basta.
La sanità è un affare regionale, e questo vuol dire che poi le aziende farmaceutiche devono ottenere l’inserimento nei Prontuari Regionali, sennò le regioni non pagano i farmaci… e sono altri mesi persi.
E non è ancora finita: siccome ogni ospedale è un’azienda a sé (tranne quelli che si sono consorziati per gli acquisti), questo significa che poi devi entrare nel Prontuario Terapeutico Ospedaliero, quindi convincere l’ospedale a comprare il tuo farmaco, spesso con altre trattative (“tu mi compri il farmaco a X euro e in cambio l’ospedale riceve venti chili di antibiotici gratis”).
Insomma, per farla breve: i due farmaci di cui si parla inizieranno a fare capolino nelle farmacie degli ospedali intorno a marzo dell’anno prossimo.
Detto questo, è vero che l’impatto emotivo è potente (“due nuovi farmaci contro il cancro!”), ma è pure vero che nessuno di quei farmaci è “rivoluzionario”: certo, allungano la sopravvivenza di diversi mesi, ma al momento gli studi dicono che quello fanno, e basta.


