Skydrake, questo cos'è, un trappolone per me?
Scherzo, tu forse neanche lo sai, ma hai aperto un argomento che mi sta molto a cuore e, neanche a farlo apposta, proprio ieri mi sono imbattuta in questo articolo che ora ti posto e, se devo dirti la verità, mi ha convinta moltissimo, anche perché pare che tutte le ricerche più recenti stiano andando in questa direzione. Leggilo e poi ne parleremo, adesso è tardi, se vuoi parliamo anche delle diete iperproteiche, di albumi a colazione ne so qualcosa (e pure carletto
).
“ELOGIO DEL BURRO”
Dott. Renato Cappelletti
Dir. Associazione Centro Studi Lipidi - Napoli
L’idea di tessere l’elogio del burro mi frullava in testa da qualche tempo, non perché mi
piaccia andare contro corrente, anche se spesso mi sono ritrovato a ricoprire questo
strano ruolo, ma perché mi sembra che siano finalmente maturi i tempi per tentare di fare
un po’ di chiarezza su tale argomento.
L’occasione per lanciarmi in questa ulteriore sfida contro i luoghi comuni e la carenza di
una corretta informazione scientifica mi è stata offerta dal dott. Giuseppe MANDARA un
nome nella produzione campana di Mozzarella il quale mi ha fatto provare un burro di sua
produzione a base di latte di bufala.
Al primo assaggio, immediato è scattato in me il bisogno irrefrenabile di provare a dare un
contributo perché questo patrimonio culturale e gastronomico possa essere correttamente
valorizzato ed utilizzato. E’ assurdo che un simile prodotto abbia difficoltà ad essere
immesso sul mercato. Perchè tanto accanimento e tante falsità sul burro? A dire il vero
qualche timido messaggio positivo ha iniziato a levarsi a favore del burro e contro le falsità
propagandate negli ultimi 50 anni da mass media sicuramente di parte. Tra questi
ricordiamo il felice slogan che ne è anche il titolo di un interessante e sorprendente libro
scritto dal medico Francesco Perugini Billi: “Mangia grasso e vivi bene” Junior edizioni.
Basta con l'inganno del colesterolo, basta con le diete imposte, basta con la paura di
mangiare un po’ più grasso, basta con i sensi di colpa.
“Intervista al Dr Perugini Billi pubblicata su IL TIRRENO di Livorno 9 maggio 2007” :
Dottore, perché il grasso non fa male? E perché ci hanno detto fino allo sfinimento che
fanno male certi cibi?
“I grassi sono stati sempre presenti nella dieta dell’uomo fin dai primordi. Pensiamo solo al
maiale, animale “grasso” per antonomasia, che ha giocato un ruolo fondamentale nella
dieta dell’Europa medievale ed è ancora tanto presente nelle tradizioni culinarie delle
nostre regioni. Per quanto riguarda la paura del colesterolo, questa è nata negli Stati Uniti
agli inizi degli anni ’50. Si tratta di una storia fatta d’interessi economici, industriali e
politici, nulla a che fare con la salute della gente. La demonizzazione di pancetta, uova e
burro è stata una manna per l’industria degli oli di semi e delle margarine, e
successivamente dei cibi dietetici, mentre lo spauracchio del colesterolo lo è stato per le
industrie del farmaco. Peccato che 50 anni di ricerche e tanti soldi spesi non sono stati in
grado di dimostrare che una dieta povera di grassi allunga la vita, né che il colesterolo
provoca l’infarto”.
Oggi siamo arrivati al punto che si spende di più per dimagrire che per mangiare bene.
“E’ curioso come negli ultimi decenni abbiano fatto di tutto per “sgrassare” la nostra dieta e
mangiare male e senza gusto. Non solo non sono state debellate le malattie coronariche,
ma sono aumentati il diabete e l’obesità, che sono l’anticamera di quelle stesse malattie
cardiovascolari di cui ci si voleva liberare. Rifuggiamo i grassi come la peste e poi ci
ingozziamo di zuccheri e farine raffinate. Il corpo ha bisogno di una certa quantità di
calorie. Se gli neghiamo i grassi, allora li cercherà sotto forma di carboidrati. Il problema è
che questi, a differenza dei grassi, creano dipendenza, possono provocare
insulinoresistenza e più facilmente portare al sovrappeso. Quindi, spendere i propri soldi in
alimenti “scremati”, “magri” e “light” non è la risposta giusta. Non solo non fanno dimagrire,
ma non sono neanche salutari”.
Qual è secondo lei una dieta per stare bene?
“Oggi si fa un gran parlare della “dieta mediterranea”. Gli esperti ci vogliono far credere
che si tratti di una dieta povera di grassi animali, ricca di pesce, cereali e legumi. Forse nei
loro sogni! Sì perché una tale dieta nel Mediterraneo non esiste. Tra i popoli che si
affacciano su questo antico mare il consumo di grasso e carne è molto diffuso ed
estremamente variabile da zona a zona. In Calabria, ad esempio, ci sono decine di
succulenti e pingui piatti a base di maiale, mentre i Sardi, che sono tra i popoli più longevi
al mondo, hanno sempre mangiato poco pesce, preferendo i formaggi e le carni, come
quelle di maialino, di pecora e di capra. Cosa voglio dire con questo? Che la differenza di
mortalità per cause cardiovascolari tra gli americani e i popoli mediterranei che tanto colpì
i ricercatori negli anni ’60 non era dovuta al diverso consumo di grassi animali, ma
piuttosto al fatto che nel mediterraneo ancora si mangiavano cibi locali, freschi, così come
la terra li aveva prodotti, mentre oltreoceano già imperversavano i cibi manipolati
dall’industria”.
Ci può fare un esempio di prodotti che secondo la teoria lipidica fanno male ed invece
vanno recuperati?
“Tra gli alimenti più colpiti dagli anatemi dei grassofobici ci sono sicuramente le uova e il
burro. Non c’è nulla di male in questi alimenti, piuttosto dovremmo occuparci della loro
provenienza. Vale il detto “sei quello che i tuoi animali mangiano” e purtroppo oggi la
maggior parte degli animali vengono nutriti con pastoni industriali, compostri da soia e
cereali, che abbassano di molto i fattori protettivi per la salute presenti negli alimenti”.
Il fatto che sia sorta Slow Food con i presidi e che sia in atto una riscoperta dei prodotti
tipici sono conferme alle sue teorie?
“Sì, bisogna recuperare le razze autoctone, i modi di produzione artigianale e proteggere
le piccole realtà produttive che non possono competere con la schiacciante politica della
grande industria alimentare la cui filosofia è quella del “tanto a poco prezzo” ”.
Mangiare grassi va bene ma con misura...
“Non bisogna avere paura dei grassi o dei cibi grassi, se questi non sono stati manipolati
dai processi industriali. Il grasso là dove la natura l’ha messo va benissimo! Il grasso del
cibo ci aiuta ad assorbire numerose vitamine, minerali e gli antiossidanti, oggi così di
moda. Stiamo lontano dai grassi idrogenati, che ormai sono presenti in quasi tutti i prodotti
da pasticceria e da forno commerciali e spesso anche artigianali. Questi sono i grassi che
vi fanno male davvero. Per le nostre popolazioni, gli unici grassi storicamente coerenti
sono lo strutto, il burro e l’olio extravergine. Usateli anche per cucinare. Sono tutti grassi
che tengono bene le alte temperature e non si disgregano in radicali liberi, come fanno i
tanto osannati oli di semi”.
Ci sono alimenti che è meglio evitare?
“Tra quelli veramente genuini, naturali, tradizionali, prodotti con metodi rispettosi
dell’ambiente e degli animali, assolutamente nessuno!”.
(per approfondimenti...
http://www.dottorperuginibilli.it/ )
O l’approfondita analisi storico sociologica dell’ ELOGIO del BURRO del Dr. H.C., Prof.
Giovanni Ballarini - Università degli Studi di Parma
.... Negli ultimi anni e per una non sempre limpida serie di motivi vi è stata un'inversione di
valutazione e dall'amore sembra che si sia passati ad un odio, fino ad un'ingiusta
criminalizzazione del burro che, nel quadro di una religione salutistica "laica”, non è molto
diversa dalla concezione che derivava da una religione "fideista” che lo inseriva tra i cibi
"magri", in quanto prodotto da un animale portato da Noè sull'arca.
Il recente sviluppo della ricerca sulle attività non soltanto nutrizionali, ma anche sulle
attività extranutrizionali e sulle caratteristiche salutistiche degli alimenti, non solo sta
dimostrando che la tradizione aveva ragione, ma che il burro è dotato di particolari attività
salutari, forse più d'altri alimenti oggi di moda.
Parlare di burro significa evocare il fantasma di un'altra parola ben più temuta: colesterolo.
Oggi le nuove conoscenze hanno stabilito che non è tanto importante la quantità: ma il
rapporto tra colesterolo e lecitina.
Se infatti al colesterolo viene affiancata una discreta quantità di lecitina esso si trasforma
in “colesterolo buono”.
Nel burro ci sono circa 15 parti di lecitina per una sola parte di colesterolo.
Nel grasso del latte sono presenti inoltre degli acidi grassi che sviluppano un’ottima azione
anti-tumorale, le vitamine A ed E che hanno proprietà antiossidanti ed il selenio.
Le attività salutistiche dei grassi del latte e del burro sono molteplici: dalla protezione dalle
malattie cardiovascolari, ad una attività immunostimolante e di regolazione contro le
allergie, ad una attività protettiva contro l’osteoporosi.
Senza dimenticare che i grassi del latte svolgono anche un’attività, più difficilmente
dimostrabile, di natura psicodietetica ovvero di controllo psichico del senso di fame.
(per approfondimenti...
http://www.valparma.it/news.html )
O chi non si è fatto intimidire da falsi slogan o dal tentativo di disabituare il buon gusto o il
fine palato dalle cose buone cogliendo la assurdità di rinunziare ad una deliziosa bontà per
preconcetti mai dimostrati dando esempio di un acume ed un equilibrio spesso carente
nella classe medico-scientifica. L’articolo: “elogio del burro – la bechamel” rappresenta un
esempio di questo buon senso che campagne intimidatorie non hanno ancora eradicato.
“..... Premesso che ognuno è libero di cucinare come vuole, secondo i propri gusti e
aderendo coerentemente alle proprie scelte etiche, io sostengo fortemente l’uso del burro
e, sebbene non lo ami molto, quello del latte perché donano alla besciamella un sapore
“morbido”, estraneo sia all’olio di oliva che al latte di soia. Vegetariani, vegani e kosher
non hanno alternative, ma sostenere che una piccola quantità di besciamella innalza il
colesterolo nel sangue è davvero ridicolo. Trovo che la scienza dell’alimentazione diffonda
spesso inutili spauracchi e “scoperte” veritiere fino ad un certo punto: il resveratrolo è una
sostanza protettiva presente nel vino rosso, ma per ottenerne dei benefici dovremmo
assumerne quantità incredibili rischiando sicuramente la cirrosi epatica; stesso discorso
per il licopene dei pomodori.
A meno che non esistano patologie gravi, la dieta quotidiana di ognuno (e parlo di dieta
alimentare, non dimagrante!) dovrebbe essere equilibrata, ricca di vitamine, sali minerali e
fibre: se di tanto in tanto si gusta una besciamella preparata con latte e burro le analisi del
sangue saranno sempre normali...”
(per approfondimenti...
http://www.lecuriositagolose.it/elogio- ... -bechamel/ )
Tali pochi esempi citati evidenziano che esiste ancora una sacca di resistenza che si
oppone a coloro che vorrebbero la completa eliminazione del problema burro. Pur
essendo il problema molto evidente e sentito non è stato ancora affrontato in modo
completo e “scientifico” il vero problema che affligge oggi la scienza della nutrizione: la
biochimica dei lipidi, ovverosia i complessi legami che esistono tra lipidi e vita, tra lipidi e
salute, tra lipidi e malattia, tra lipidi e benessere. I lipidi rappresentano il più complesso e
delicato sistema biologico oggi conosciuto. Entrano in gioco come carburante energetico,
ma il loro ruolo più importante e delicato è rappresentato dall’essere direttamente coinvolti
nella costruzione e/o riparazione delle membrane cellulari e nel loro corretto
funzionamento, dall’essere la sostanza più utilizzata sia qualitativamente che
quantitativamente del cervello e del sistema nervoso in genere, dall’essere uno dei sistemi
più coinvolti nella regolazione dello stress ossidativo, ma soprattutto di essere elementi
essenziali nel metabolismo e nella regolazione delle prostaglandine e dei prostanoidi in
generale. Un’analisi attenta potrebbe facilmente evidenziare potenzialità positive o
negative dei lipidi completamente diverse da quelle oggi propinate dai mass media
assolutamente disinformati sull’argomento.
Argomento 1: Ac. Grassi saturi: Il primo argomento utilizzato per denigrare il burro è
offerto dalla sua costituzione in ac. grassi saturi.
Mai coalizione fu più compatta e sicura nell’individuare la madre di tutte le tragedie. Causa
principe di tutti i mali passati presenti e futuri dell’uomo sono i grassi animali saturi, mentre
tutto ciò che è vegetale è benefico, leggero, salutistico e chi più ne ha più ne metta. Mai
falsità fu più avallata e protetta. Nonostante innumerevoli ricerche abbiano evidenziato la
bontà dei grassi saturi, più stabili, a catena corta o media e più facili da metabolizzare
rispetto agli oli vegetali soprattutto di semi troppo ricchi di ac. grassi polinsaturi ed a
catena media o lunga causa prima di stress ossidativi e di perturbazione biochimiche e
strutturali gravi, si continua a privilegiare l’uso di oli vegetali e a condannare l’uso di grassi
animali. Il burro rappresenta invece un prodotto unico, inimitabile, dotato di peculiarità
specifiche che ne dovrebbero fare il prodotto di prima scelta per la nutrizione dei bambini,
dei ragazzi e degli atleti. Solo il burro contiene ac. Grassi a catena corta (ac. Butirrico a 4
atomi di Carbonio) che viene metabolizzato senza intervento dell’insulina, non innalza la
glicemia e non crea radicali liberi. Può essere riscaldato senza rischi di denaturazione,
oltre alle caratteristiche organolettiche insuperabili. Nello studio dei lipidi manca totalmente
qualsiasi tentativo di interpretazione della funzionalità biologica dei vari ac. grassi a catena
corta, media o lunga. Certamente una carenza cronica di alcuni ac. grassi potrebbe
comportare squilibri in funzioni e/o strutture ancora poco studiate. Fino ad oggi è stato
impossibile per chi avesse voluto approfondire l’argomento analizzare quali siano gli ac.
grassi più utilizzati nelle varie merendine, prodotti da forno, patatine che i nostri ragazzi
ingurgitano su spinte più o meno controllate. Infinito è il repertorio dei grassi ”vegetali”
utilizzati, mentre è estremamente difficile trovare prodotti a base di burro. Mentre tutti
esaltano la bontà dei cereali utilizzati, nessuno parla dei grassi.
Argomento 2: Colesterolo: Se i grassi saturi hanno rappresentato la caratteristica
negativa del burro, chi ne ha decretato il bando totale è stata l’abbondante presenza di
colesterolo nella sua scheda tecnica. Burro, tuorlo d’uovo e cervello sono le sostanze in
assoluto più ricche di colesterolo e di conseguenza, almeno secondo i dettami di un credo
mai dimostrato, le più dannose per la salute. In realtà sarebbe dovuta bastare questa
semplice constatazione a creare qualche dubbio, ma oggi viviamo in un’epoca di certezze
in cui ogni dubbio è bandito. Se il cervello è tra le sostanze più ricche di colesterolo,
probabilmente esso vi svolge qualche funzione. Non sarà per caso rischioso per la sua
integrità ridurne l’apporto con ogni mezzo? Ma la scienza medica ha già dimostrato scarsa
propensione ad approfondire l’argomento lipidi-sistema nervoso come ampiamente
dimostrato dalla emblematica storia dell’olio di Lorenzo. Ma l’argomento Colesterolo merita
una più ampia analisi. Considerato da una certa letteratura pseudo scientifica un vero
Killer, responsabile primo dei decessi delle aree geografiche più ricche e progredite ha
innestato una vera campagna a favore della sua rimozione dalla dieta.
Cerchiamo di conoscere meglio questo tipo di grasso. Il colesterolo è una molecola lipidica
sterolica, tipica degli organismi animali, soprattutto dei Vertebrati. È presente in tutti i
tessuti e in maggior quantità nel cervello, nella bile e nel sangue. A causa della sua
struttura ha caratteristiche idrofobiche ed è quindi scarsamente idrosolubile. L'intestino lo
assorbe grazie ai sali biliari.
È presente sia in forma libera (35-40% del totale) sia esterificato con acidi grassi a catena
lunga. La sintesi del colesterolo si svolge soprattutto a livello epatico, anche se vi
partecipano numerosi altri organi (surrene, testicolo, aorta ecc.). La quasi totalità del
colesterolo che si ritrova nel sangue è sintetizzato dal fegato. Il colesterolo viene invece
eliminato con la bile, trasformato in acidi biliari e poi in sali biliari (dai calcoli biliari il
colesterolo può essere ottenuto allo stato puro cristallino).
Sul colesterolo esiste molta disinformazione. Il colesterolo è fondamentale per il nostro
organismo. Interviene nella formazione e nella riparazione delle membrane cellulari
È il precursore della vitamina D, degli ormoni steroidei e degli ormoni sessuali (come
androgeni, testosterone, estrogeni e progesterone). È contenuto nell'emoglobina. È il
precursore dei sali biliari. Una pseudo cultura scientifica ritiene necessario ridurre se non
eliminare i cibi e soprattutto i grassi di origine animale perchè ricchi di colesterolo a favore
di grassi vegetali poveri o privi di colesterolo. Il colesterolo è infatti un prodotto del regno
animale sostituito dai fitosteroli nel regno vegetale. I fitosteroli non possono essere
utilizzati dalle cellule animali e non esiste cervello ai fitosteroli. Ma il colesterolo svolge
anche altre importanti funzioni: utile per la prevenzione dell’osteoporosi, precursore degli
ormoni sessuali indispensabili per un ottimale equilibrio psicosomatico. Più combattiamo il
colesterolo più rischiamo di creare danni anche gravi al nostro organismo. Ma cosa è in
realtà il colesterolo? Innanzitutto non esiste come tale ma fa parte di sistemi complessi
quali le lipoproteine, aggregati di più sostanze a tipologia molto complessa. Aver
individuato in un gruppo molto variabile un responsabile unico rappresenta già una forma
di azzardo con ampia probabilità di errore. Infatti attualmente vengono individuati due
gruppi principali di lipoproteine: LDL (Low Density Lipoproteins). e HDL (High Density
Lipoproteins) etichettate semplicemente le prime come colesterolo cattivo mentre le
seconde come colesterolo buono. Altra distinzione possibile potrebbe essere tra
colesterolo esterificato e non esterificato. Il primo normalmente si crea dall’unione
(esterificazione) con una molecola di ac. grasso. Quasi sempre la esterificazione avviene
con ac. grassi a catena lunga mono o polinsaturi. Questi ultimi quasi sempre di
derivazione vegetale (oli di semi) spesso si trovano in forma trans per cui alterano la
normale struttura delle lipoproteine rendendole meno elastiche e più rigide, con tendenza
ad aggregarsi sull’endotelio dei vasi sanguigni creando placche ateromasiche. Potrebbe
essere molto più verosimile che la potenziale pericolosità del colesterolo sia dovuto a tale
presenza e quindi imputabile all’indiscriminato uso di oli vegetali e non alla presenza di
colesterolo. Pertanto è necessario aprire una piccola parentesi sugli oli vegetali. Gli oli
vegetali si dividono sommariamente in due gruppi diversi olio di oliva nelle sue varie forme
(extravergine, vergine, di oliva, di sanza) e oli di semi. Questi ultimi, insieme all’olio di
sanza, si ottengono mediante complesso ciclo industriale che prevede l’uso di solventi
(benzene e similari), la successiva distillazione per eliminare il solvente di cui rimangono
comunque tracce, processo che avviene utilizzando temperature molto elevate che
sicuramente influisce sulle delicate strutture chimiche dei grassi sottoposti a tale
procedura. Il prodotto ottenuto dalla distillazione è un liquame putrido assolutamente non
utilizzabile per cui viene sottoposto ad una ulteriore procedura detta rettifica che
utilizzando catalizzatori vari ed ancora calore rende il prodotto finale limpido, insapore,
leggero e soprattutto denaturato. Solo l’olio extravergine non viene sottoposto a questo
tipo di procedura. Pertanto tutti gli oli di semi sono prodotti che sono stati sottoposti a
processi di lavorazione che hanno indotto la formazione di ac. grassi trans. Tutti gli oli di
semi sono caratterizzati dalla presenza di ac. grassi a catena lunga e polinsatura. Se poi
questi oli vengono utilizzati per fare margarine mediante processi di idrogenazione si
somma danno a danno. La idrogenazione degli oli vegetali rende saturi ac. grassi insaturi
a lunga catena, inesistenti in natura in grado di alterare complessi sistemi biologici di
regolazione cellulare.
Esiste ormai una chiara rispondenza tra uso di grassi idrogenati ed asma. Il problema è
oggi molto grave avendo l’industria dei prodotti da forno scelto l’utilizzo di grassi idrogenati
in sostituzione del burro. Una mamma in attesa che assuma una brioscina al giorno da
100 grammi assumerà da 30 a 40 g. di grassi idrogenati al giorno. Le membrane cellulari
del nascituro ingloberanno certamente una quota di tali grassi idrogenati che finiranno con
l’alterare il normale funzionamento dei sistemi di controllo cellulari e facilmente potrà
svilupparsi nel nascituro una diatesi asmatica. Una dieta povera di grassi animali e ricca di
grassi vegetali distillati sarà molto povera della frazione insaponificabile dei lipidi presente
invece nei prodotti non industriali o premuti a freddo e pertanto tale dieta sarà scarsa di
lecitine, fosfolipidi, colesterolo tutte sostanze indispensabili per un ottimale sviluppo del
sistema nervoso. Inoltre un eccesso di ac grassi polinsaturi altera la normale funzionalità
del sistema enzimatico D6D (Delta -6- Desaturasi) indispensabile per passare da ac.
Linoleico ad ac. Gamma Linolenico precursore delle prostaglandine tipo 1, le
prostaglandine buone che regolano tutti i processi infiammatori. Questa breve disanima
sul mondo dei lipidi dovrebbe bastare per invogliare di nuovo a mangiare senza timori o
rimorsi un pezzo di pane spalmato con buon burro, magari di bufala o di malga e fare più
attenzione alle etichette degli ingredienti delle varie merendine. Richiediamo prodotti che
utilizzano grassi naturali non sottoposti a manipolazioni industriali e questo potrebbe già
essere un passo avanti concreto per una buona prevenzione.
http://www.centrostudilipidi.it/Cappell ... _BURRO.pdf