Al di là del fatto che l'affermazione "muoiono solo i 90 enni" è intrinsecamente e oggettivamente falsa - e che comunque ci sono moltissime persone ben più giovani che non incorrono in tale sorte proprio perché vengono curate in ospedale e nelle terapie intensive, passando comunque settimane di sofferenza in assoluta solitudine - trovo ancor più avvilente leggerla in un forum di persone sieropositive.Doremifasol ha scritto: ↑mercoledì 30 dicembre 2020, 14:18Quello che scrivi è falso e inaccettabile. Spero in un intervento degli amministratori. Ti devi solo vergognare.
Sarebbe il caso di rammentare che questo tipo di approccio egoistico è lo stesso che ai tempi della "Peste gay" faceva dire che l'Aids era un roba di omosessuali e tossici, e quindi non riguardava la collettività. Se qualcuno qui dentro (io no, per mia fortuna, ma ho letto quanto ho potuto in proposito) ha vissuto gli anni ottanta e novanta da sieropositivo, credo che dovrebbe sobbalzare nel sentire frasi del genere.
Il problema, indubbio, e che va giustamente posto con forza di non trascurare le altre patologie e la prevenzione, non va certo affrontato con queste prese di posizioni ciniche e di contrapposizione tra categorie. Peraltro, la questione del sovraccarico e dello stress delle strutture sanitarie deriva proprio dal fatto che non si devono curare "solo i 90 enni" e che quindi, anche a voler ragionare (ma non lo vogliamo, nevvero?) in termini puramente utilitaristici, il coinvolgimento è comunque ben più ampio ed in definitiva senz'altro collettivo.
"Noi" Hiv positivi dovremmo essere tra i più solleciti a coltivare, se proprio non si genera spontaneamente, la capacità di provare empatia per le afflizioni altrui.
Ciò detto, volendo trarre comunque uno spunto meritevole di attenzione sicuramente il rischio che la prevenzione ne risulti compromessa, e che molti già intimoriti dal farsi il test si tirino indietro dovendo affrontare più passaggi, a mio modesto avviso non va sottovalutato.