gli amministratori di HIVforum ha scritto: Quest thread nasce come spin-off di un altro, che verte su una ricerca clinica accompagnata da una comunicazione che potremmo definire “aggressiva e disinvolta”, ma che, al momento attuale, non appare suscettibile di più radicali critiche.
Da un passaggio all’interno di quel thread è nato un interessante dibattito.
Il “diritto a provarci” è dei singoli malati, ma come valutarlo quando sembra che tutto si muova in quadro opaco, in cui è legittimo il sospetto che la valutazione dal singolo sia stata fatta senza quelle garanzie che presidiano la libertà dei malati quando decidono di partecipare a uno studio clinico?
Questo e altri dubbi sono stati sollevati in un interessante articolo sul sito di TAG, così come nella discussione tra @Dora e @Giovane888.
Buona lettura.
Mah... Nonostante la scarsa simpatia che provo per AGT, non mi pare che sia apparentabile con Enochian. Quest'ultima segue dei metodi forse criminali e certo per nulla trasparenti e molto, molto loschi. Ragion per cui ho deciso di aspettare a scrivere alcunché. E per il momento continuo a non volerne scrivere.giovane888 ha scritto: ↑martedì 28 dicembre 2021, 21:43anche se fuori topic, posto questo interessante risposta di TAG, sul documentario di Right to try (non sapevo dove postarlo), dove a mio parere, chiarisce molte delle cose del film e dà una risposta completa:
https://www.treatmentactiongroup.org/cu ... ht-to-try/
Quasi tutto vero
Abbiamo avuto Di Bella, abbiamo avuto Stamina, qui dentro abbiamo avuto Yamamoto e Ruggiero, ed ora abbiamo i gruppi delle Terapie Domiciliari Covid ... dovremmo tutti avere gli anticorpi per questo genere di sfruttamento del dolore, eppure no, c'è sempre qualcuno che ci casca.