HIV, sesso e amore
HIV, sesso e amore
Buongiorno a tutti,
volevo chiedervi qualche parere e/o testimonianza. Quando 4 mesi fa ho avuto la diagnosi di sieropositività, la mia preoccupazione non era rivolta all'ambito medico, quanto a quello delle relazioni interpersonali. Avevo e ho il terrore di non trovare nessuno che mi accetti per quello che ho e di rimanere senza un compagno per tutta la vita. E infatti il primo rifiuto l'ho ricevuto. Bel ragazzo, dolce, serio, disposto a qualcosa di importante, ci siamo piaciuti molto, entrambi molto presi, attrazione fisica. La seconda volta, a casa sua, mi rendo conto che saremmo andati oltre e, visto che da parte sua c'era la disponibilità a qualcosa di serio, decido di "confessare" prima che facciamo tutto, in modo da essere il più corretto possibile. Ci rimane, ma la sua reazione è positiva. Molto tenero, continua ad abbracciarmi, mi dice di stare tranquillo (tremavo come una foglia). Mi dice che non mi dice subito di no perché gli piaccio e ha capito che sono un ragazzo molto sensibile, che sta lavorando su questa cosa, ma che non vuole illudermi. Il giorno dopo però mi dice che non è sicuro che riuscirà effettivamente tra qualche tempo a superare la cosa, che non vuole che io mi illuda e che è disponibile ad una amicizia. Io rifiuto, perché lui avrà anche il blocco per via di questa cosa, ma io no. Starei male a continuare a vederlo senza poterlo baciare, abbracciare, senza le dolcezze e tenerezze che ci scambiavamo. Gli ho scritto un paio di volte pregandolo di pensarci e sottolineando che in terapia, con viremia azzerata e usando sempre le precauzioni non ci sono rischi. E che ci sono tante coppie sierodiscordanti che vivono la loro tranquilla vita di coppia e sessuale, continuando a rimanere sierodiscordanti.
Io continuo a sperarci, ma ho paura che non si farà mai sentire e sto male. Non riesco a reagire. Sto male per lui e per la mia situazione in generale, perché ho paura che d'ora in poi sarà sempre così.
Voi che esperienze avete? E in ogni caso, dopo quanto dite la cosa? Perché anche qui ho dubbi. Non me la sento di dirlo subito, perché altrimenti lo verrebbe a scoprire il mondo intero. E poi perché non c'è abbastanza affezione da parte dell'altra persona per fare in modo che questa possa accettare la cosa (vedi il mio caso recente). D'altra parte però se si arriva al dunque, non me la sento di fare sesso senza avvertire, penso rischierei di giocarmi ogni minima speranza...
Capitolo sesso. Sono 5 mesi che non ho un rapporto completo. Ho solo avuto qualcosa di soft con questo ragazzo (con rapporto orale protetto solo da parte mia). La voglia comincia decisamente a farsi sentire, ma ho paura. Non tanto per me, perché pretenderò sesso protetto sempre e comunque. Ho paura per gli altri. A quanto pare io mi sono preso il virus per un rapporto orale non protetto senza eiaculazione. E io ho paura di poterlo passare allo stesso modo. Sono ancora in carica leggermente positiva. Come faccio a pretendere il preservativo anche se il sessoorale viene praticato a me? A me sa tanto di "confessione", è una cosa molto strana... Voi come vi comportate?
Chiedo scusa se sono stato magari pesante o se le mie domande possono sembrare stupide, ma ora come ora ho bisogno di sapere come devo gestire questa cosa concretamente e nel quotidiano.
Grazie mille.
volevo chiedervi qualche parere e/o testimonianza. Quando 4 mesi fa ho avuto la diagnosi di sieropositività, la mia preoccupazione non era rivolta all'ambito medico, quanto a quello delle relazioni interpersonali. Avevo e ho il terrore di non trovare nessuno che mi accetti per quello che ho e di rimanere senza un compagno per tutta la vita. E infatti il primo rifiuto l'ho ricevuto. Bel ragazzo, dolce, serio, disposto a qualcosa di importante, ci siamo piaciuti molto, entrambi molto presi, attrazione fisica. La seconda volta, a casa sua, mi rendo conto che saremmo andati oltre e, visto che da parte sua c'era la disponibilità a qualcosa di serio, decido di "confessare" prima che facciamo tutto, in modo da essere il più corretto possibile. Ci rimane, ma la sua reazione è positiva. Molto tenero, continua ad abbracciarmi, mi dice di stare tranquillo (tremavo come una foglia). Mi dice che non mi dice subito di no perché gli piaccio e ha capito che sono un ragazzo molto sensibile, che sta lavorando su questa cosa, ma che non vuole illudermi. Il giorno dopo però mi dice che non è sicuro che riuscirà effettivamente tra qualche tempo a superare la cosa, che non vuole che io mi illuda e che è disponibile ad una amicizia. Io rifiuto, perché lui avrà anche il blocco per via di questa cosa, ma io no. Starei male a continuare a vederlo senza poterlo baciare, abbracciare, senza le dolcezze e tenerezze che ci scambiavamo. Gli ho scritto un paio di volte pregandolo di pensarci e sottolineando che in terapia, con viremia azzerata e usando sempre le precauzioni non ci sono rischi. E che ci sono tante coppie sierodiscordanti che vivono la loro tranquilla vita di coppia e sessuale, continuando a rimanere sierodiscordanti.
Io continuo a sperarci, ma ho paura che non si farà mai sentire e sto male. Non riesco a reagire. Sto male per lui e per la mia situazione in generale, perché ho paura che d'ora in poi sarà sempre così.
Voi che esperienze avete? E in ogni caso, dopo quanto dite la cosa? Perché anche qui ho dubbi. Non me la sento di dirlo subito, perché altrimenti lo verrebbe a scoprire il mondo intero. E poi perché non c'è abbastanza affezione da parte dell'altra persona per fare in modo che questa possa accettare la cosa (vedi il mio caso recente). D'altra parte però se si arriva al dunque, non me la sento di fare sesso senza avvertire, penso rischierei di giocarmi ogni minima speranza...
Capitolo sesso. Sono 5 mesi che non ho un rapporto completo. Ho solo avuto qualcosa di soft con questo ragazzo (con rapporto orale protetto solo da parte mia). La voglia comincia decisamente a farsi sentire, ma ho paura. Non tanto per me, perché pretenderò sesso protetto sempre e comunque. Ho paura per gli altri. A quanto pare io mi sono preso il virus per un rapporto orale non protetto senza eiaculazione. E io ho paura di poterlo passare allo stesso modo. Sono ancora in carica leggermente positiva. Come faccio a pretendere il preservativo anche se il sessoorale viene praticato a me? A me sa tanto di "confessione", è una cosa molto strana... Voi come vi comportate?
Chiedo scusa se sono stato magari pesante o se le mie domande possono sembrare stupide, ma ora come ora ho bisogno di sapere come devo gestire questa cosa concretamente e nel quotidiano.
Grazie mille.
Re: HIV, sesso e amore
Tesoro, l'amore vero esiste, io dopo un anno e due mesi di convivenza ho scoperto di essere s+, quando ho scoperto la mia s+, siamo andati insieme a fare gli analisi, io s+ confermata, lui negativo per fortuna, inizialmente hanno detto che io ero infettata recentemente, immagina la faccia del mio ragazzo con qui stavo da un anno e due mesi, la sua famiglia, la mia famiglia, hanno tutti pensato che io lo avessi tradito, ho passato una settimana brutta, più brutta di quando mi avevano detto che sono s+, poi dopo vari analisi hanno detto che non ero infetta da poco ma da più di due o tre anni fa, sono un élite controller, il mio ragazzo cmq nonostante tutto è rimasto, mi sostiene, mi aiuta a superare tutto ed è più innamorato di prima, questo è il vero amore.
Re: HIV, sesso e amore
Grazie Fiore79. Io spero, non posso fare altro che sperare. E sono contento per te! Scusa l'ignoranza, che significa élite controller?
Re: HIV, sesso e amore
Ciao, guarda ti sei risposto da solo .Se lo dici subito(tipo la 2 volta) devi aspettarti che molto probabilmente l'altro scappi perchè spaventato...Diversamente se aspetti un po' di piu. Cioè come hai fatto a capire in sole 2 volte che vi siete visti che lui era davvero preso e voleva una cosa seria con te? Sono cose che si capiscono in piu tempo...
NON c'è una regola, qui c'è chi lo dice subito ,già al secondo appuntamento, chi lo dice dopo mesi chi non lo dice mai. Lo si dice quando ci si sente pronti secondo me...Personalmente io come regola adotto il proteggere gli altri tra condom e terapia e dirlo quando capisco che io voglio qualcosa di serio cosi come l'altro, cerco di non far passare troppo tempo, ma neanche lo dico dopo una settimana... Sbagli inoltre a credere che se lo dici dopo il sesso hai perso ogni speranza...Te lo dico per esperienza, anzi è piu facile perdere qualcuno se glielo dici dopo due giorni che se glielo dici dopo un po che vi siete frequentati ed è nato un sentimento... certo spesso si sentiranno traditi, ma sta a te spiegare come stanno le cose nel 2015 e che prima non era per te facile rivelarti
NON c'è una regola, qui c'è chi lo dice subito ,già al secondo appuntamento, chi lo dice dopo mesi chi non lo dice mai. Lo si dice quando ci si sente pronti secondo me...Personalmente io come regola adotto il proteggere gli altri tra condom e terapia e dirlo quando capisco che io voglio qualcosa di serio cosi come l'altro, cerco di non far passare troppo tempo, ma neanche lo dico dopo una settimana... Sbagli inoltre a credere che se lo dici dopo il sesso hai perso ogni speranza...Te lo dico per esperienza, anzi è piu facile perdere qualcuno se glielo dici dopo due giorni che se glielo dici dopo un po che vi siete frequentati ed è nato un sentimento... certo spesso si sentiranno traditi, ma sta a te spiegare come stanno le cose nel 2015 e che prima non era per te facile rivelarti
Re: HIV, sesso e amore
Ma non eri fidanzata passivella?alfaa ha scritto:...Personalmente io come regola adotto il proteggere gli altri tra condom e terapia e dirlo quando capisco che io voglio qualcosa di serio cosi come l'altro, cerco di non far passare troppo tempo, ma neanche lo dico dopo una settimana... Sbagli inoltre a credere che se lo dici dopo il sesso hai perso ogni speranza...Te lo dico per esperienza, anzi è piu facile perdere qualcuno se glielo dici dopo due giorni che se glielo dici dopo un po che vi siete frequentati ed è nato un sentimento... certo spesso si sentiranno traditi, ma sta a te spiegare come stanno le cose nel 2015 e che prima non era per te facile rivelarti



CIAO GIOIE
Re: HIV, sesso e amore
Mah, me lo diceva lui. Me lo faceva capire da quello che mi scriveva e mi diceva. Dal fatto che già qualche mese fa (prima che fossi s+) insistesse per conoscerci... Anche a me a volte viene da pensare che fosse forse esagerato, ma è anche vero che non tutti siamo uguali...
Re: HIV, sesso e amore
Ciao ti scrivo per raccontarti la mia esperienza. Prima e unica al momento.
Ho scoperto la mia sieropositività da pochi mesi. Ho iniziato la terapia. In questi mesi non mi sono relazionato con gli altri per nuove conoscenze. Ho avuto modo di conoscere un ragazzo e di frequentarlo ma non di persona. E' stato tutto causale, inaspettato, complice anche la distanza non essendo della stessa città. Le cose sono procedute bene e si è instaurato un feeling e un'intesa anche emotiva. Dopo due mesi lo scorso fine settimana ci siamo incontrati. Lui di Roma è venuto a passare qualche giorno a Milano dove abito. Premetto che è un ragazzo veramente bello, quasi imbarazzante, che non passa inosservato, che abbiamo anche alcuni anni di diversità essendo lui più giovane di me. Detto questo ci siamo incontrati e siamo usciti a cena. Tutto è stato piacevole anche la passeggiata dopo. Nel prosieguo ci siamo trovati in quei momenti a due in cui l'atmosfera porta la situazione ad altri sviluppi. Non mi sono buttato nella cosa. Anzi tentennavo. Probabilmente non capiva perché non affondassi, non procedessi. Non gli avevo mai nascosto quanto mi piacesse non solo come persona ma anche fisicamente. Che lo desiderassi. Così prima di incontrarsi, così di persona. Non mi sentivo di andare oltre, non mi sembrava corretto. Dopo qualche sua frase, "... non ti piaccio?", "...non vuoi?" e il mio rassicurarlo su quello, iniziò qualche risata non capendo. Non so bene come uscì con la frase " ...sei malato?", ma era ridendo. Non me l'aspettavo una domanda diretta. Non negai ne confermai. Senza parlare feci un espressione d'assenso con gli occhi e bocca. La metteva sul ridere pensando scherzassi dicendo che non ci credeva. Mi iniziò a chiedere cosa avessi allora. Arrivai a dire di essere sieropositivo (anche se a dire il vero lo feci dire a lui!). Un suo ultimo tentativo a dire che fosse uno scherzo. La mia espressione non lasciava molto spazio allo scherzo credo.
Mi fece qualche domanda penso di rito da quanto lo fossi, come l'avessi scoperto, se sapessi come l'avevo preso. Gli diedi poi delle informazioni senza essere prolisso: che avevo iniziato la terapia, che la carica virale era zero, spiegando cosa questo significasse. Cercavo di dare informazioni diverse senza approfondirle oltre per non appesantire la situazione con troppe notizie.
Gli dissi che era mia intenzione dirglielo già da tempo, che mi sentivo preso e impegnato emotivamente, che avevo aspettato a farlo di persona, che non mi sentivo di farlo senza dirglielo. Gli dissi anche che probabilmente la dinamica tra noi causa distanza fosse stata diversa negli sviluppi e che se ci fossimo incontrati una sera e fossimo finiti subito a letto, avrei fatto tutte le cose in sicurezza con le giuste precauzioni ma che sicuramente non l'avrei detto al primo incontro in quel caso. In questa situazione dopo un paio di mesi che ci si parlava e frequentava anche se non di persona fosse giusto dirlo subito.
Non mi disse poi molto in merito ringraziandomi però per averlo informato. La serata si concluse. Quando ci salutammo rimanemmo che ci saremmo sentiti l'indomani secondo i programmi che avevamo preso. Il giorno seguente ci vedemmo per cena con un paio di sue amiche milanesi. Dopo il ristorante lo passammo tutti insieme. Fu tutto piacevole. Non avevo nessuna aspettativa e non andavo oltre a pensare dopo quello che gli avevo detto la sera prima. Non avemmo neanche occasione di restare da soli e che capitasse di parlarne. Accadde che quando ci salutammo dopo averlo riaccompagnato in albergo, al momento del saluto mi diede testimonianza di un interesse e voglia di andare oltre senza dire parole ma con una testimonianza maschile! Rimasi sorpreso non mi aspettavo una cosa simile! Non mi sarei spinto a tanto! L'indomani lo passammo insieme ma non presi mai l'iniziativa. Il giorno seguente ancora dopo una gran bella giornata milanese insieme piena di cose piacevoli alla sera è successo. Devo essere sincero che quello bloccato a fare oltre ero a quel punto io che ho tergiversato per due giorni. Questa però è un'altra cosa, un altro racconto. Nonostante sia con carica virale zero, faccia solo con il profilattico, l'idea mi blocca attualmente. Forse è tutto ancora fresco. Non so se dipenda dal fatto di essere attivo. Come possa evolvere la cosa tra noi, ad oggi non posso dirlo non so immaginarlo. Oltre al discorso sieropositivo, ci sono altre cose che condizionano il rapporto qualunque quello possa essere, non indifferente ad esempio che lui sia di Roma e io di Milano.
Questa è stata la mia esperienza ad oggi, potenzialmente potrebbe essere anche l'unica!
A parte questo, da sieronegativo ho avuto esperienze con sieropositivi nel corso degli anni, mi sono trovato a essere dall'altra parte. Mi è capitato che un amico sieropositivo ne avesse un altro anche lui poz il quale mi trovava interessante. Si informò con lui su come la vedessi o pensassi in merito al hiv. Lui lo rassicurò di parlarmene senza problemi, di andare tranquillo e così fece! Si dichiarò sentimentalmente e contemporaneamente me lo disse. Diciamo che in quell'occasione fu facilitato! Ci frequentammo con l'intenzione di vedere se poteva nascere una storia. In quel caso ero molto più giovane di lui 15 anni circa. Mi piaceva ma non mi sentivo di averci una storia, non è facile innamorarmi per me. Non influì il fatto che fosse sieropositivo, anche se allora non fosse ancora la situazione attuale.
Un'altra volta un ragazzo dopo qualche volta che ci si vedeva, non stavamo insieme ma ci si piaceva e c'era intesa, dopo che eravamo già stati a letto più volte, in un'occasione nel mentre dell'atto mi disse che era sieropositivo. Me lo disse pensando che lo fossi anche io, probabilmente per dei discorsi fatti in altri momenti sulla cosa e per il fatto che ne sapessi sull'argomento. Conoscenze dovute al fatto di avere conoscenti sieropositivi e non per il mio stato. Particolare fu il fatto che quando gli dissi che non ero sieropositivo, diciamo così, poi mi escluse. Quasi che non lo fossi gli creasse un problema. L'avrei continuato a frequentare.
Una volta un ragazzo che capitava di vedere, mi fece trovare per casa casualmente messo in giro anche in una posizione particolare il libro di Duesberg "Aids il Virus Inventato", era impossibile non inciamparci essendo per terra fuori dalla libreria, che portava al letto. Non l'avevo letto ma sapevo di cosa parlasse il libro.
Questi sono stati alcuni approcci avuti, tra loro diversi e non sono stati i soli. Volevo sottolineare come in questi casi non sia nata una relazione ma non perchè fossero sieropositivi, lo può testimoniare il fatto che ci sono stati rapporti sessuali anche dopo averlo saputo e da attivo, quindi tutto diciamo deve funzionare bene di testa senza potersela raccontare o blocchi.
Così è come andata a me. Devo essere sincero il fatto che sia andata bene la prima volta in cui l'ho detto mi fa piacere, ma sapendo che le cose non dipendono da quello che vorrei o potrei auspicare, ero pronto anche a un rifiuto. So che può essere tutto diciamo, con tante sfumature. Qualche mese fa un amico sieropositivo ha conosciuto a una cena da amici un ragazzo. Dopo qualche giorno si sono rivisti, sono usciti e siccome erano arrivati al dunque di quagliare quella sera glielo ha detto subito. Non so se per il fatto che il ragazzo in questione fosse medico non ha fatto però nessun problema e oltre a quagliare si sono fidanzati. Essendo il mio amico sieropositivo da otto anni non in terapia ed essendo una relazione sierodiscordante gli hanno fatto iniziare la terapia al controllo annuale che faceva, anche se i valori non lo richiedevano. Un altro amico sieropositivo dopo un paio di mesi che usciva con un ragazzo e avevano rapporti l'ha informato della sua situazione. Il ragazzo era sieronegativo. Sono stati insieme quattro anni, poi la storia è finita, ma si era spenta dopo anni la passione ed era subentrato un rapporto fraterno. A sensazione mia più per il mio amico sieropositivo che non per il suo compagno, non era un tipo da relazione ma da vita da single. E' stato lui a volere che finisse. Volendo ce ne sono altre di situazioni sierodiscordanti andate a buon fine da parte di amici o conoscenti.
Per quanto riguarda la tua situazione non pensare che tutto si possa ridurre a questa tua conoscenza, di occasioni ce ne possono essere altre. Gli insuccessi con la sieroconcordanza sono all'ordine del giorno nel mondo. Pensare che tutto debba andare bene comunque forse va oltre il reale. Non penso ci sia una regola generale da seguire, spesso nel momento che si vive si può capire come agire in quello. Mi auguro ti possa andare tutto per il meglio. Un saluto.
Ho scoperto la mia sieropositività da pochi mesi. Ho iniziato la terapia. In questi mesi non mi sono relazionato con gli altri per nuove conoscenze. Ho avuto modo di conoscere un ragazzo e di frequentarlo ma non di persona. E' stato tutto causale, inaspettato, complice anche la distanza non essendo della stessa città. Le cose sono procedute bene e si è instaurato un feeling e un'intesa anche emotiva. Dopo due mesi lo scorso fine settimana ci siamo incontrati. Lui di Roma è venuto a passare qualche giorno a Milano dove abito. Premetto che è un ragazzo veramente bello, quasi imbarazzante, che non passa inosservato, che abbiamo anche alcuni anni di diversità essendo lui più giovane di me. Detto questo ci siamo incontrati e siamo usciti a cena. Tutto è stato piacevole anche la passeggiata dopo. Nel prosieguo ci siamo trovati in quei momenti a due in cui l'atmosfera porta la situazione ad altri sviluppi. Non mi sono buttato nella cosa. Anzi tentennavo. Probabilmente non capiva perché non affondassi, non procedessi. Non gli avevo mai nascosto quanto mi piacesse non solo come persona ma anche fisicamente. Che lo desiderassi. Così prima di incontrarsi, così di persona. Non mi sentivo di andare oltre, non mi sembrava corretto. Dopo qualche sua frase, "... non ti piaccio?", "...non vuoi?" e il mio rassicurarlo su quello, iniziò qualche risata non capendo. Non so bene come uscì con la frase " ...sei malato?", ma era ridendo. Non me l'aspettavo una domanda diretta. Non negai ne confermai. Senza parlare feci un espressione d'assenso con gli occhi e bocca. La metteva sul ridere pensando scherzassi dicendo che non ci credeva. Mi iniziò a chiedere cosa avessi allora. Arrivai a dire di essere sieropositivo (anche se a dire il vero lo feci dire a lui!). Un suo ultimo tentativo a dire che fosse uno scherzo. La mia espressione non lasciava molto spazio allo scherzo credo.
Mi fece qualche domanda penso di rito da quanto lo fossi, come l'avessi scoperto, se sapessi come l'avevo preso. Gli diedi poi delle informazioni senza essere prolisso: che avevo iniziato la terapia, che la carica virale era zero, spiegando cosa questo significasse. Cercavo di dare informazioni diverse senza approfondirle oltre per non appesantire la situazione con troppe notizie.
Gli dissi che era mia intenzione dirglielo già da tempo, che mi sentivo preso e impegnato emotivamente, che avevo aspettato a farlo di persona, che non mi sentivo di farlo senza dirglielo. Gli dissi anche che probabilmente la dinamica tra noi causa distanza fosse stata diversa negli sviluppi e che se ci fossimo incontrati una sera e fossimo finiti subito a letto, avrei fatto tutte le cose in sicurezza con le giuste precauzioni ma che sicuramente non l'avrei detto al primo incontro in quel caso. In questa situazione dopo un paio di mesi che ci si parlava e frequentava anche se non di persona fosse giusto dirlo subito.
Non mi disse poi molto in merito ringraziandomi però per averlo informato. La serata si concluse. Quando ci salutammo rimanemmo che ci saremmo sentiti l'indomani secondo i programmi che avevamo preso. Il giorno seguente ci vedemmo per cena con un paio di sue amiche milanesi. Dopo il ristorante lo passammo tutti insieme. Fu tutto piacevole. Non avevo nessuna aspettativa e non andavo oltre a pensare dopo quello che gli avevo detto la sera prima. Non avemmo neanche occasione di restare da soli e che capitasse di parlarne. Accadde che quando ci salutammo dopo averlo riaccompagnato in albergo, al momento del saluto mi diede testimonianza di un interesse e voglia di andare oltre senza dire parole ma con una testimonianza maschile! Rimasi sorpreso non mi aspettavo una cosa simile! Non mi sarei spinto a tanto! L'indomani lo passammo insieme ma non presi mai l'iniziativa. Il giorno seguente ancora dopo una gran bella giornata milanese insieme piena di cose piacevoli alla sera è successo. Devo essere sincero che quello bloccato a fare oltre ero a quel punto io che ho tergiversato per due giorni. Questa però è un'altra cosa, un altro racconto. Nonostante sia con carica virale zero, faccia solo con il profilattico, l'idea mi blocca attualmente. Forse è tutto ancora fresco. Non so se dipenda dal fatto di essere attivo. Come possa evolvere la cosa tra noi, ad oggi non posso dirlo non so immaginarlo. Oltre al discorso sieropositivo, ci sono altre cose che condizionano il rapporto qualunque quello possa essere, non indifferente ad esempio che lui sia di Roma e io di Milano.
Questa è stata la mia esperienza ad oggi, potenzialmente potrebbe essere anche l'unica!
A parte questo, da sieronegativo ho avuto esperienze con sieropositivi nel corso degli anni, mi sono trovato a essere dall'altra parte. Mi è capitato che un amico sieropositivo ne avesse un altro anche lui poz il quale mi trovava interessante. Si informò con lui su come la vedessi o pensassi in merito al hiv. Lui lo rassicurò di parlarmene senza problemi, di andare tranquillo e così fece! Si dichiarò sentimentalmente e contemporaneamente me lo disse. Diciamo che in quell'occasione fu facilitato! Ci frequentammo con l'intenzione di vedere se poteva nascere una storia. In quel caso ero molto più giovane di lui 15 anni circa. Mi piaceva ma non mi sentivo di averci una storia, non è facile innamorarmi per me. Non influì il fatto che fosse sieropositivo, anche se allora non fosse ancora la situazione attuale.
Un'altra volta un ragazzo dopo qualche volta che ci si vedeva, non stavamo insieme ma ci si piaceva e c'era intesa, dopo che eravamo già stati a letto più volte, in un'occasione nel mentre dell'atto mi disse che era sieropositivo. Me lo disse pensando che lo fossi anche io, probabilmente per dei discorsi fatti in altri momenti sulla cosa e per il fatto che ne sapessi sull'argomento. Conoscenze dovute al fatto di avere conoscenti sieropositivi e non per il mio stato. Particolare fu il fatto che quando gli dissi che non ero sieropositivo, diciamo così, poi mi escluse. Quasi che non lo fossi gli creasse un problema. L'avrei continuato a frequentare.
Una volta un ragazzo che capitava di vedere, mi fece trovare per casa casualmente messo in giro anche in una posizione particolare il libro di Duesberg "Aids il Virus Inventato", era impossibile non inciamparci essendo per terra fuori dalla libreria, che portava al letto. Non l'avevo letto ma sapevo di cosa parlasse il libro.
Questi sono stati alcuni approcci avuti, tra loro diversi e non sono stati i soli. Volevo sottolineare come in questi casi non sia nata una relazione ma non perchè fossero sieropositivi, lo può testimoniare il fatto che ci sono stati rapporti sessuali anche dopo averlo saputo e da attivo, quindi tutto diciamo deve funzionare bene di testa senza potersela raccontare o blocchi.
Così è come andata a me. Devo essere sincero il fatto che sia andata bene la prima volta in cui l'ho detto mi fa piacere, ma sapendo che le cose non dipendono da quello che vorrei o potrei auspicare, ero pronto anche a un rifiuto. So che può essere tutto diciamo, con tante sfumature. Qualche mese fa un amico sieropositivo ha conosciuto a una cena da amici un ragazzo. Dopo qualche giorno si sono rivisti, sono usciti e siccome erano arrivati al dunque di quagliare quella sera glielo ha detto subito. Non so se per il fatto che il ragazzo in questione fosse medico non ha fatto però nessun problema e oltre a quagliare si sono fidanzati. Essendo il mio amico sieropositivo da otto anni non in terapia ed essendo una relazione sierodiscordante gli hanno fatto iniziare la terapia al controllo annuale che faceva, anche se i valori non lo richiedevano. Un altro amico sieropositivo dopo un paio di mesi che usciva con un ragazzo e avevano rapporti l'ha informato della sua situazione. Il ragazzo era sieronegativo. Sono stati insieme quattro anni, poi la storia è finita, ma si era spenta dopo anni la passione ed era subentrato un rapporto fraterno. A sensazione mia più per il mio amico sieropositivo che non per il suo compagno, non era un tipo da relazione ma da vita da single. E' stato lui a volere che finisse. Volendo ce ne sono altre di situazioni sierodiscordanti andate a buon fine da parte di amici o conoscenti.
Per quanto riguarda la tua situazione non pensare che tutto si possa ridurre a questa tua conoscenza, di occasioni ce ne possono essere altre. Gli insuccessi con la sieroconcordanza sono all'ordine del giorno nel mondo. Pensare che tutto debba andare bene comunque forse va oltre il reale. Non penso ci sia una regola generale da seguire, spesso nel momento che si vive si può capire come agire in quello. Mi auguro ti possa andare tutto per il meglio. Un saluto.

Re: HIV, sesso e amore
ansia14 ha scritto:Grazie Fiore79. Io spero, non posso fare altro che sperare. E sono contento per te! Scusa l'ignoranza, che significa élite controller?
Non ne so molto, dato che sono s+ poco più di un mese, mi hanno detto che mio sistema immunitario riesce a controllare in maniera naturale la malattia, senza bisogno di prendere antivirali, per il momento, poi è da vedere, le cose possono cambiare, per il momento è così.
Re: HIV, sesso e amore
forse al momento farai fatica ad accettarlo ma un lato positivo di questa nostra condizione è sapere subito chi si ha di fronte. se questa persona scappa o non intende proseguire non credo tu abbia avuto una grande perdita. sono quelle persone che appena nella coppia si scatena qualcosa di difficoltoso non hanno le palle per affrontare il problema. questo ci ha provato perchè voleva fare sesso.
tra l'altro molti hanno l' illusione che evitando un sieropositivo evitano anche il virus quando invece è molto più probabile prenderlo da qualcuno che non conosce il proprio stato e lo trasmette senza che sospetti nulla. quindi vivono in una sorta di falsa sicurezza. sapere di essere sieropositivo e quindi essere in cura è la maggior garanzia che una persona possa avere perchè al corrente della situazione e paradossalmente al sicuro da un possibile contagio. al contrario con una persona appena conosciuta o no può sempre esserci il rischio di una trasmissione inconsapevole. questo succede anche nelle coppie fisse quando il partner tradisce. per cui francamente la paura di queste persone è da un punto vista razionale completamente assurda. ma si sa che le persone agiscono per emozioni e non per logica.
tra l'altro molti hanno l' illusione che evitando un sieropositivo evitano anche il virus quando invece è molto più probabile prenderlo da qualcuno che non conosce il proprio stato e lo trasmette senza che sospetti nulla. quindi vivono in una sorta di falsa sicurezza. sapere di essere sieropositivo e quindi essere in cura è la maggior garanzia che una persona possa avere perchè al corrente della situazione e paradossalmente al sicuro da un possibile contagio. al contrario con una persona appena conosciuta o no può sempre esserci il rischio di una trasmissione inconsapevole. questo succede anche nelle coppie fisse quando il partner tradisce. per cui francamente la paura di queste persone è da un punto vista razionale completamente assurda. ma si sa che le persone agiscono per emozioni e non per logica.