Ciao caro, quando leggi
<edit dell'amministrazione> di solito sono io, passato col lanciafiamme a rimuovere traccia di tutto ciò che trovo disturbante.
Al di là della mia attitudine alla censura vorrei tornare al cuore del tuo post.
Quando ho letto il titolo mi sono spaventato: “Oddio, è rimasto shoccato dalla diagnosi ed è già caduto in mano a qualche spacciatore di illusioni…”, poi invece ho letto e si trattava di qualcosa di diverso, quantomeno di cattiva comunicazione medico-paziente.
L’approccio sminuente è abbastanza frequente nei medici, credo sia un tentativo di “comprare la collaborazione” dei pazienti “spendendo poco”, e anche a me lascia molti dubbi, perché magari funziona, ma semina illusioni e disillusioni non necessarie, quando, almeno come nel nostro caso, non c’è un grandissimo bisogno di disegnare una realtà molto diversa da quella reale, capisco però che spiegare a ogni nuovo paziente le speranze e gli ostacoli della ricerca attuale sia veramente faticoso.
Nella storia della nostra malattia ci sono diverse generazioni e la tua è probabilmente l’ultima, quella di chi vedrà una trasformazione oggi non ancora definibile, col passaggio dalla malattia controllata di oggi a qualcosa d’altro, che potrebbe essere tanto un controllo così profondo da renderla un accidente insignificante quanto la sua eradicazione; non sappiamo ancora cosa sta per succedere e molto del futuro verrà dall’evoluzione delle conoscenze attuali: ci sono ancora tante cose da capire e tante risorse e tecniche da sviluppare, come ciò avverrà disegnerà il cambiamento della nostra malattia e di tante parti della medicina.
Sei così giovane da sapere che godrai fino in fondo di questi cambiamenti, non solo in senso clinico, ma nella tua vita, oggi però ti conviene mettere queste cose nella giusta prospettiva vivendo questa attesa senza ansie.
Noi (cioè Dora) siamo probabilmente una delle fonti di informazioni più accurate e tempestive non solo del web italiano e le novità nella ricerca, gli entusiasmi e le delusioni, come diceva qualche anno fa lo station jingle di una radio “prima passano da noi”. Seguire queste notizie magari non è sempre esaltante, però offre una certezza razionale che dà forza: fuori di qui un autentico esercito lavora tutti i giorni per fare la differenza, che sia un nuovo farmaco, una nuova teoria, la scoperta di cose ancora sconosciute sul virus e sul nostro organismo, la ricerca e la clinica vanno avanti, prima o poi questa marcia diverrà una corsa, non ci sono dubbi
