Viaggi e soggiorni all’estero
Il miglioramento della qualità della vita delle PLHIV porta con sé anche il desiderio e la possibilità di riprendere a viaggiare ma anche la necessità di lavorare o studiare all’estero. I paesi che possono essere visitati in totale sicurezza dalle persone con HIV sono tanti ma è sempre bene pianificare il proprio viaggio adottando alcune precauzioni e informarsi al meglio su procedure d’ingresso, leggi vigenti, condizioni soci-ambientali dei paesi di destinazione. Il miglior sito su cui trovare informazioni specifiche per le persone con HIV è
http://www.hivtravel.org. Per informazione di tipo più generale potete consultare anche
http://www.viaggiaresicuri.it/home.html, curato dal Ministero degli Esteri. Altre fonti d’informazione possono essere le ambasciate e i consolati italiani presenti nei territori che intendete visitare, i siti curati dagli enti di soggiorno e turismo locali o le associazioni attive sui temi dell’HIV/AIDS. Ecco qualche consiglio per un viaggio sicuro e alcune indicazioni da tenere presenti:
In molti paesi esistono disposizioni differenziate per i viaggi a scopo turistico e per quelli dovuti a motivi di studio e lavoro. È bene informarsene prima di partire.
Prima del viaggio controllate le disposizioni doganali in vigore per il trasporto di farmaci nei paesi in cui siete diretti o dirette (da capire, soprattutto, se vi siano limiti sui quantitativi di farmaci trasportabili per uso personale).
Se possibile, portate con voi un quantitativo di medicinali un po’ superiore a quello necessario a coprire il soggiorno, così da non rischiare di rimanere senza copertura farmacologica in caso di ritardata partenza per motivi non prevedibili.
Portate con voi anche una lettera del medico di riferimento, meglio se in inglese, che sancisca la necessità dell’utilizzo di questi trattamenti a scopo personale e che certifichi come congrua la quantità di farmaci trasportati. Non è necessario che la lettera menzioni esplicitamente l’HIV e non è necessario esibirla se non viene richiesta.
Ricordate di trasportare i vostri medicinali nel bagaglio a mano! Questi ultimi sono più soggetti a controlli ma le valige “imbarcate” potrebbero esservi consegnate in ritardo o smarrite.
Portate con voi indirizzi, numeri di telefono, riferimenti delle ambasciate e/o dei consolati italiani presenti nei paesi di destinazione.
Prima di partire prendete nota di quali siano, nel paese in questione, le strutture o i medici specializzati cui potersi rivolgere in caso di problemi.
Portate con voi anche numeri e riferimenti di un’associazione o organizzazione locale attiva sui diritti delle persone con HIV e anche i numeri di una helpline della LILA. Non rivelate inutilmente il vostro stato sierologico ad altri viaggiatori, a funzionari doganali o a operatori di viaggio. Tenete presente che le persone con HIV sono stigmatizzate tuttora in molti paesi.
Attenzione! Alcune decine di paesi prevedono ancora restrizioni per l’ingresso delle persone con HIV entro i propri confini nazionali. Si tratta di una grave violazione del diritto alla mobilità, sanzionata anche dall’ONU e dalle altre agenzie internazionali. Negli anni il numero di paesi che hanno comunque deciso di mantenere questo tipo di leggi discriminatorie è diminuito ma divieti e barriere inaccettabili continuano purtroppo a sopravvivere in diverse regioni del globo. Le domande e i dubbi posti tramite LilaChat, ancora una volta, rendono lampanti quali siano i problemi e le preoccupazioni delle persone con HIV che devono affrontare viaggi e soggiorni all’estero.
“Mi è stato proposto un viaggio che mi piacerebbe molto fare ma è in uno di quei paesi arabi in cui è vietato l'ingresso ai sieropositivi anche per brevi periodi. Dovrei fare un visto turistico al consolato prima di partire e poi passare la dogana. Per il breve termine non fanno esami del sangue ma se mi vedessero le pillole come minimo mi espellerebbero, ci sono anche notizie di sieropositivi deportati...
Ho pensato di dichiarare il falso al consolato e alla dogana nascondere le medicine in una scatola diversa. Cosi potrei ammirare le bellezze di quel paese. Però non sono sicuro. Qualcuno si è già trovato in questa condizione? Avete consigli?”
“Per lavoro dovrò andare per forza 9 giorni a Dubai (ho provato a rifiutare ma non c'è stato modo). Sto prendendo sustiva e kivexa quindi per stare sicuro mi dovrei portare almeno venti pastiglie. Suggerimenti? Vostre esperienze? Magari le provo a mettere nel sedere bene incartate? In una bustina dentro una bottiglia di shampoo con flacone non trasparente? Sto veramente in crisi vi prego datemi tutte le vostre informazioni, esperienze o invenzioni?”
In un recente incontro al Ministero degli Esteri (MAE), la LILA, la Direzione Generale per gli italiani all’estero, nella persona del Ministro Roberto Martini, e l’ufficio del Sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova, hanno ampiamente affrontato il tema della tutela dei cittadini italiani con HIV che si recano all’estero. I rappresentanti del Ministero hanno affermato la piena disponibilità dello stesso MAE e di tutta la nostra rete di ambasciate e consolati, ad assistere chiunque possa trovarsi in difficoltà in un paese straniero e la volontà di sensibilizzare su questo specifico tema il nostro personale diplomatico e d’ambasciata. La Direzione generale italiani all’estero, si è inoltre resa disponibile ad avviare una stabile interlocuzione con la LILA per affrontare le situazioni più difficili o critiche. Importante anche l’impegno ad avviare un’ampia ricognizione degli Stati che prevedono limitazioni o barriere per l’ingresso di persone con HIV e dei rischi che si possono correre in caso d’ingresso in uno di questi paesi “a rischio”. L’obiettivo è dunque quello di aver informazioni aggiornate, attendibili e documentate, così da poterle integrare anche nel sito “viaggiare sicuri”. Ovviamente lo Stato Italiano non è responsabile delle legislazioni restrittive adottate da paesi esteri, ma l’impegno è di valutare se, in tutto o in parte, possano violare trattati e/o convenzioni internazionali e a mantenere alta in tutte le sedi l’attenzione sul problema.
La tipologia di divieti e barriere è variabile: alcuni Stati vietano gli ingressi per periodi superiori ai tre mesi, altri prevedono un totale divieto anche per periodi brevi, altri ancora possono richiedere un test per l’HIV a fronte del rilascio per visti di studio o lavoro o sottoporvi questionari d’ingresso alle dogane con specifiche domande sul vostro stato di salute e dunque sul vostro stato sierologico (vedi la lista orientativa dei paesi in questione e delle possibili sanzioni-link). La positività all’HIV può essere motivo, in molti di questi territori, di respingimento all’ingresso o di espulsione dal paese stesso, oltre che di rigetto delle richieste di visto. Nei confronti dei cittadini europei e occidentali che si muovono per turismo, i controlli e le limitazioni sono, generalmente, meno severi. I trattamenti più duri sono, purtroppo, riservati ai migranti in condizioni di maggiore fragilità. Più complicato potrebbe rivelarsi invece ottenere, negli Stati in questione, permessi di studio o lavoro. E’ bene dunque essere consapevoli della situazione vigente nel paese di destinazione ed essere informati e preparati sulla situazione da affrontare.
In attesa del monitoraggio che il Ministero si è impegnato ad avviare, non è facile al momento per noi, sapere quanto e come queste leggi restrittive siano effettivamente applicate nei paesi in questione e con quali conseguenze, né quanti siano i paesi che prevedono limitazioni più o meno “ufficiali”. Per lo stesso motivo la lista dei paesi “a rischio” che potete trovare cliccando qui, deve considerarsi, al momento, solo orientativa. Se doveste decidere di recarvi comunque in uno dei paesi che prevedono divieti o barriere all’ingresso delle PLHIV, o se foste costretti a farlo per motivi di lavoro irrinunciabili, sappiate che non possiamo, purtroppo, indicarvi nessuna via legale per aggirare eventuali controlli o barriere. La decisione su come agire, assunte tutte le necessarie informazioni, può essere soltanto personale. Il primo problema, qualora decideste di affrontare un viaggio in questi paesi, sarà evitare che possano risalire al vostro stato sierologico dai farmaci che porterete con voi. In tal caso, l’unica cosa che possiamo fare è suggerirvi i comportamenti di viaggio più sicuri adottati da altre persone con HIV nelle medesime situazioni, fatte salve le indicazioni per un viaggio sicuro indicate in precedenza:
Riponete i vostri farmaci nelle confezioni di altri medicinali e accompagnateli, se possibile, ad altre compresse di uso comune (aspirine, vitamine.)
Teneteli in buona parte nel bagaglio a mano ma non raccolti in un unico punto.
Portate assolutamente con voi la lettera del medico recante le indicazioni illustrate in precedenza. Il consiglio di scriverla in inglese e di non menzionare l’HIV sarà in questo caso tassativo. Se non vi viene richiesta una documentazione medica, non esibite la lettera.
Preparatevi a rispondere, in caso di domande sulla natura dei farmaci che avete con voi, che siete affetti da altra patologia cronica non infettiva (pressione alta, problemi cardiaci ecc). Il vostro medico forse non vorrà mettere nero su bianco una falsa informazione ma potrà suggervi una “scusa” credibile.
Non rivelate assolutamente ad altri viaggiatori o a funzionari di frontiera il vostro stato sierologico. Qualora foste costretti a farlo, tra le conseguenze possibili potrebbe esserci l’immediata espulsione verso l’Italia.
Se valutate la possibilità di acquistare i farmaci in loco, dovete essere assolutamente certi dell’affidabilità del rivenditore/erogatore, dell’effettiva e immediata disponibilità dei medicinali, dei costi e della loro corrispondenza ai farmaci ART regolarmente assunti in Italia.
Se state valutando di sospendere la terapia nel periodo di soggiorno all’estero sappiate che questo può essere molto rischioso per la vostra salute.
In caso di problemi, lo ripetiamo, non esitate a prendere contatto con i nostri uffici diplomatici locali. Sappiate che anche la LILA è sempre pronta a darvi sostegno qualora doveste trovarvi in difficoltà.