Alla scoperta di RETHINKING AIDS

I più importanti avanzamenti medico-scientifici al di fuori del campo HIV.
Dora
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Alla scoperta di RETHINKING AIDS

Messaggio da Dora » martedì 28 febbraio 2012, 23:55

Per comprendere chi è il professor Marco Ruggiero, bisogna anche capire chi sono i suoi riferimenti “intellettuali” e “scientifici” e chi sono le persone che con lui condividono il dubbio onore di sedere nel board di una associazione …. ehm, come definirla? …. diciamo … di pubbliche relazioni (loro dicono di sé che sono una organizzazione scientifica non-profit).

Allora, chi sono i “compagni” del professor Ruggiero? E che cos’è Rethinking AIDS? Che cosa fa? Quali sono le sue modalità di azione?

Le fonti sulla storia di Rethinking AIDS sono innumerevoli, ma particolarmente utile è il racconto fatto da una persona che per qualche tempo fu un membro dell’allegra brigata: il magistrato sud-africano Anthony Brink, uno dei criminali che portano su di sé la responsabilità dell’adozione da parte del governo Mbeki delle “teorie” negazioniste come politica sanitaria del Paese. Risultato: in 5 anni, fra il 2000 e il 2005, 330.000 morti prematuri, perché HIV+ e non curati con gli antiretrovirali; 35.000 bambini infettati durante il parto, perché non venne fatta la profilassi alle madri sieropositive (cfr. il thread Negazionismo in materia di AIDS e salute pubblica; e l’articolo AIDS Denialism and Public Health Practice). Si sta ancora aspettando che la Corte Internazionale dell’Aja prenda una decisione e processi questi dementi per crimini contro l’umanità.

La storia, come viene raccontata da Brink, è questa: THE HISTORY OF RETHINKING AIDS, parti 1-6. Chi vuole, se la può leggere. Vi scoprirà come questa banda di ignoranti e incompetenti, falsi scienziati, avvistatori di UFO e appassionati di Nessie di Lochness, si stia autodistruggendo, in una sorta di “guerra civile” contro il Gruppo di Perth. La questione del contendere parrebbe oziosa a chiunque abbia una minima nozione della storia della medicina dell’ultimo trentennio, se non fosse invece fonte permanente di tragedie e di morti: i “Perthians” sostengono che l’HIV non esiste; i “Rethinkers”, sulla scia del loro maestro e mentore Peter Duesberg, sostengono che – sì – esiste, ma è innocuo. Un piccolo retrovirus sfigato, che non fa del male a nessuno. Certo, se si è drogati, promiscui, mal nutriti, può anche capitare di morire di AIDS. Ma la colpa non è del virus - che c’è, non c’è, forse c’è, boh? – ma di una condotta di vita “poco appropriata”. Tutto il “business dell’AID$” è in realtà invenzione di quella sorta di Spectre che è Big Pharma e sono piuttosto i farmaci antiretrovirali a portare alla morte le persone. La “teoria” è nota, quindi non sto a dilungarmi (anche se spero, non so quando in futuro, di riuscire a scrivere qualcosa sulla “logica” sottostante le pseudo-argomentazioni dei negazionisti, per il momento questo rimane nel campo delle mie buone intenzioni).

Ora, invece di ripercorrere i circa 20 anni di storia di Rethinking AIDS, vorrei da un lato descrivere brevissimamente i componenti del “Board”, dall’altro raccontare le storie di due fra le loro innumerevoli vittime, una molto nota, una da noi del tutto sconosciuta.

Partiamo dal Capo del gruppo, colui che attualmente presiede all’organizzazione, il canadese David Crowe, laureato (si specifica “con lode”) in Biologia/Matematica. È presidente, fondatore o semplice membro di associazioni assai bizzarre, ma certamente di Altissimo e Indiscutibile Valore Scientifico: dalla Alberta Reappraising AIDS Society, ad AnotherLook, ad "How Positive Are You?, trasmissioni settimanali che consentono di divenire “enlightened and empowered with astonishing facts you won't find in the mainstream media”. Certo, come no?! Si apre la via per l'Illuminazione.

Passiamo poi al membro più mattacchione, Henry Bauer, Professore emerito di Chimica presso il Virginia Polytechnic Institute & State University. Tutti i dettagli su di lui e sul suo impressionante curriculum scientifico di profondo conoscitore di virus, retrovirus e sistemi immunitari si possono leggere nel suo sito personale: henryhbauer.homestead.com, da cui apprendiamo che è anche un appassionato ufologo e un grande conoscitore di tutti i misteri di Nessie, il Mostro di Lochness. Va beh … Non per nulla è 16° nella Encyclopedia of American Loons- ovvero l'Enciclopedia degli Scemi Americani.
Molti dettagli interessanti si ricavano anche dal suo blog: hivskeptic.wordpress.com. Qui le bestialità hanno dimensioni quasi perfino più epiche di quelle di Nessie. Insuperabile, per profondità, tutto quel che su Bauer si può leggere qui: http://snoutworld.blogspot.com/.

Ed ora veniamo a Peter H. Duesberg. Professore di biologia molecolare e cellulare all’Università californiana di Berkeley, è così famigerato che non ha bisogno di presentazioni: è il teorico dell’origine non virale dell’AIDS. E mi fermo qui, perché non c’è bisogno di dire altro, Ah, sì, soltanto una cosa: è il primo firmatario dell’articolo che vede come ultimo nome quello del chiarissimo professor Marco Ruggiero (ricordo: primo nome di un articolo è quello di colui che più ha contribuito al lavoro; ultimo nome è quello del “capo” della ricerca), che ci ha finalmente dato la spinta per scrivere al rettore dell’Università di Firenze.

Abbiamo poi, nel Board di RA, una serie di comprimari, diciamo i compagni che si dedicano alla preparazione dei sandwich e alla distribuzione delle aranciate: il ginecologo Christian Fiala; il docente di storia africana presso la California State University Charles L. Geshekter; Roberto Giraldo, che ha fra gli onori di cui esser fiero quello di essere membro del South Africa's Presidential AIDS Advisory Panel, racconta di essere un medico internista e di essersi laureato in Colombia – ma ha vissuto praticamente tutta la sua vita negli Stati Uniti e lì di lauree in medicina non ne ha proprio prese, quindi è più probabile che si tratti di una specie di “naturopata” (come d’altronde si può evincere dalle sue attività extra-negazione-dell’HIV/AIDS, ben descritte nel suo sito personale e dal fatto che offre online ”Natural Health Consultations”, dove si cautela facendo firmare una specie di “consensino informato”: 1) I understand that naturopathy is not regulated in the state of New York. While Roberto Giraldo, MD is a licensed primary care provider in Colombia, he is not licensed as a physician in New York. In this state, Dr. Giraldo functions as a healthcare counselor; e 2) I understand that any advice given by Roberto Giraldo is a naturopathic recommendation, and not a medical prescription. Patients requiring a medical or pharmaceutical prescription should seek care elsewhere. Patients requiring a medical diagnosis should also seek care elsewhere.) ; Claus Koehnlein, altro internista, fino al 1993 presso l’Università di Kiel, ora dedito alla cura privata dei pazienti “HIV positivi che rifiutano i farmaci antiretrovirali”; Helen Lauer, docente di filosofia presso la University of Ghana; lo storico e filantropo Robert Leppo (il finanziatore); lo sviluppatore di software Frank Lusardi; David Rasnick, un chimico farmaceutico che ha anche lui l’onore di essere membro del South Africa's Presidential AIDS Advisory Panel; Joan Shenton che, attraverso una ONG da lei fondata e trasmissioni televisive da lei prodotte, è la P.R. dell’allegra brigata e si occupa di diffondere in giro per il mondo il Verbo negazionista; e infine lo scozzese Gordon Stewart, professore emerito di Salute Pubblica a Glasgow ed ex epidemiologo presso svariate università americane.
Etienne de Harven fino a pochi mesi fa era Past President, quindi non ricopriva più alcuna carica effettiva. Tuttavia, lo scorso novembre, con una lettera molto polemica, ha abbandonato l’organizzazione. Ma continua a fare i suoi danni presso il Dipartimento di Patologia dell’Università di Toronto e presso il South Africa's Presidential AIDS Advisory Panel.

Ma la brigata non sarebbe completa senza colui di cui ci stiamo occupando con passione [beh, nel suo senso più antico e doloroso …] da qualche settimana: il chiarissimo professor Marco Ruggiero, che è stato cooptato nel Board di RA nel 2010 (consiglio, a chi ha lo stomaco forte, di leggere della sua assunzione nell'empireo dei Rethinkers sul blog che Karri Stokely tenne fino a pochi mesi prima della sua tristissima fine: Thoughts, Musings, and Ramblings. Si veda il penultimo post, quello del 6 gennaio 2011: Rethinking AIDS Calls for Conference - Ruggiero Appointed to Board of Rethinking AIDS).

Una meravigliosa compagnia di Sommamente Esperti di Virologia e Immunologia, non c’è che dire.

Non fa parte del “comitato scientifico” di Rethinking AIDS, ma una breve menzione d’onore non può non andare a Celia Farber, giornalista autrice di un’immortale intervista a Ruggiero (che passerà certamente alla storia come uno dei capolavori che per un soffio non hanno vinto il Pulitzer), cantrice delle gesta dei negazionisti in tutti i modi e attraverso tutti i canali ed entusiasta partecipe dei loro “congressi”.

Per concludere questo messaggio, vorrei citare qualche breve passo tradotto da un post che Snout ha dedicato nel 2009 al Congresso di RA - The seriously dysfunctional family of HIV/AIDS denialism - non solo perché – leggendolo – non riuscivo a smettere di ridere, ma anche perché ci offre una descrizione dello stile retorico dei Rethinkers, delle loro predilezioni scientifiche e di Ms Farber assai affascinante:
  • Durante gli ultimi bagliori di RA09, Henry [Bauer] si è sdilinquito nel suo blog:

    “RA2009, il congresso di Rethinking AIDS (RA) che si è tenuto ad Oakland fra il 6 e l’8 novembre, è stato un successo straordinario in ogni senso possibile. Ha superato enormemente ogni ragionevole aspettativa. [Nota di Dora: un tale successo è stato così impareggiabile che l’anno scorso non è stato possibile ripeterlo: RA2011, che si sarebbe dovuto tenere a Washington fra l’1 e il 3 dicembre scorsi, e dove Ruggiero aveva promesso che avrebbe portato i mirabolanti risultati delle sue “sperimentazioni scientifiche”, è stato annullato per ... assenza di partecipanti.]

    Non è solo una mia opinione. L’incontro del Board di RA domenica sera, il ritrovo per i congressisti all’incontro con Duesberg, i vari ‘au revoir’ domenica, tutto sta a dimostrarmi che le mie sensazioni personali sono state del tutto condivise da molti altri. Negli ultimi pochi giorni, e-mail e discussioni su Facebook e simili social network hanno ancor di più evidenziato che molti di noi stentano ancora a credere di avere ricevuto la benedizione di partecipare a questo indimenticabile momento della storia umana”.

    Henry era così in estasi per “questo indimenticabile momento della storia umana”, che ha declamato:

    “abbiamo scoperto di essere membri di una enorme FAMIGLIA, una FAMIGLIA affiatata”.

    Beh, ragazzi, che razza di famiglia sono i “rethinker”! Una famiglia profondamente disfunzionale, come può ormai aver compreso chiunque abbia seguito quanto è accaduto fra i “Perthian” e RA.

    Infatti, alla Festa dell’Amore di Oakland si è ben notata l’assenza di quelli di Perth e dei loro sostenitori, compresi Anthony Brink, Claus Jensen, Michael Ellner e tanti altri. Evidentemente, non hanno apprezzato la decisione di RA di non permettere a Brink, il rappresentante scelto da Eleni Eleopulos-Papadopulos, neanche uno spazietto per parlare.
    A quanto pare, non c’era spazio nel programma, neppure dopo che Noreen Martin si è ritirata all’ultimo momento. (…)
Veniamo al racconto di Snout su quanto ha dichiarato l’ineffabile Celia Farber:
  • “Oggi me ne sono andata verso un luogo di guarigione, in alto sulle colline, dove è stata costruita uno scatola in grado di emettere la medesima frequenza del puro amore. Ho deciso di entrare in questa scatola tutti i giorni finché sarò qui, e due volte l’ultimo giorno.
    La mia idea, Henry: te l’ho detto di persona e desidero dirlo di nuovo: quello che hai passato è quel che ti rende unico in questo ‘movimento’, che consiste – io credo – nel rivoltare dall’interno all’esterno la sua struttura piramidale, FINALMENTE, grazie alle forze, alle frequenze e alle persone in carne ed ossa che hai menzionato.
    Ho ritenuto la tua conferenza non soltanto ‘eccezionale’, ma connessa a un movimento dello spirito, che sono stata capace di percepire.
    Non era mortalmente accademica, come credo che la maggior parte dell’elite dei dissidenti desideri essere, a suo danno, se non addirittura rovina.”


    Questa persona, che ha fatto le capriole per poter trascorrere un weekend in una scatola magica, che presumibilmente dovrebbe immergerla nella frequenza del puro amore – a quanto pare è di 3 Hz, nel caso voleste provarla a casa – è la stessa persona che ha annunciato una insensata querela per diffamazione dalle pagine del gossip del New York Post (e dove altro?), accusando i suoi detrattori di aver sostenuto in modo del tutto ingiusto che lei manca … beh … manca di rigore scientifico.

    Speriamo che la scatola sia di aiuto, Celia, ma Snout non è sicuro che i “movimenti dello spirito” siano testimoni accettabili in una querela [Nota di Dora: Ms Farber la querela l’ha persa proprio pochi mesi fa e non c’è stato movimento dello spirito che abbia tenuto. Qui un’intervista molto carina a Richard Jeffreys, l’attivista di TAG che ha vinto la causa contro di lei: How Celia Farber tried to sue an AIDS activist - and lost, in cui una volta di più si capisce da che razza di demente si è fatto intervistare il Ruggiero-Over-the-Rainbow].

    A Snout piace molto anche l’eufemismo mortalmente accademica. Forse significa disinformata, sconnessa e mezza scema. Certo, né Farber né Bauer potrebbero mai essere accusati di essere mortalmente accademici
    (…)
Il resto del post di Snout si fa molto più serio e lo lascio da leggere a chi desidera capire più nei dettagli la rottura fra Rethinking AIDS e il Gruppo di Perth.


Fino ad ora si poteva quasi ridere. La prossima puntata della storia, invece, riporterà le cose nella loro giusta prospettiva, perché sarà dedicata a raccontare brevemente la tragedia di due delle vittime di questi amabili “scienziati”.
Ultima modifica di Dora il mercoledì 29 febbraio 2012, 1:11, modificato 1 volta in totale.



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Re: Alla scoperta di RETHINKING AIDS

Messaggio da Dora » mercoledì 29 febbraio 2012, 0:59

Un brevissimo approfondimento della storia: la scatola magica - ovvero "La Cassa della Vita", quella entro la quale Ms Farber ha ricevuto tante illuminanti ispirazioni (compresa quella di prendersela a male se qualcuno le diceva che ha qualche problemuccio con il "rigore scientifico" - non proprio una ispirazione feconda, a pensarci bene ... :lol: ).

Immagine


Più particolari qui: http://www.lifevesselarizona.com/about_ ... essel.html :roll:



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Re: Alla scoperta di RETHINKING AIDS

Messaggio da Dora » mercoledì 29 febbraio 2012, 9:12

Ho trovato la frequenza di 3 Hz (*) che ha dato tante ispirazioni a Ms Farber durante il suo weekend nella scatola magica, aiutandola a stimolare le onde delta cerebrali e a fare "sogni lucidi" (proverò a usarla in sostituzione della boccetta di MAF 3 14 sotto il cuscino per la mia "metodologia onirica", o magari i due metodi insieme, in un'onirica sinergia: chissà che non riesca a tirar fuori qualcosa di meglio del mio prossimo poster per ICAR 2012?!).

Ho anche scoperto che su YouTube di video con "healing frequencies" ce ne sono una marea: da quelli che rinforzano le difese immunitarie (sempre 3 Hz, ma mescolati con suoni d'acqua), a quello che va per la maggiore, il "Sacred Sound Alchemy for DNA Repair and Healing": 528Hz (questo viene anche molto "pubblicizzato" online da tale Leonard G. Horowitz, come la magica frequenza della voce di Dio, che cura dal cancro, dall'AIDS e da ogni altra cosa: http://web.mac.com/len15/HealthyWorldSo ... umber.html).

ATTENZIONE, PER FAVORE. QUESTI NON PARLANO DI METODI DI RILASSAMENTO, DI AIUTI AD ENTRARE IN UNO STATO DI MEDITAZIONE O COSE DEL GENERE: PARLANO DI GUARIRE MALATTIE GRAVI SENZA FARMACI E CON IL SOLO AUSILIO DI ONDE ACUSTICHE. CHE POI LA VOCE DI DIO ABBIA LA FREQUENZA DI 528 HZ È UNA BESTIALITÀ (ANZI, UNA BESTEMMIA) CHE MAI NESSUN KABBALISTA SERIO SI PERMETTEREBBE DI DIRE.






(*) Sulle VLF (very low frequencies - frequenze molto basse), cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Very_low_frequency. Tenete conto che la frequenza più bassa percepita dall'orecchio umano è 20 Hz (http://it.wikipedia.org/wiki/Hertz).



uffa2
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Re: Alla scoperta di RETHINKING AIDS

Messaggio da uffa2 » venerdì 2 marzo 2012, 16:14

Nelle scorse settimane Dora ha citato un'intervista chemi ha colpito molto:
Dora ha scritto:Speriamo che la scatola sia di aiuto, Celia, ma Snout non è sicuro che i “movimenti dello spirito” siano testimoni accettabili in una querela [Nota di Dora: Ms Farber la querela l’ha persa proprio pochi mesi fa e non c’è stato movimento dello spirito che abbia tenuto. Qui un’intervista molto carina a Richard Jeffreys, l’attivista di TAG che ha vinto la causa contro di lei: How Celia Farber tried to sue an AIDS activist - and lost, in cui una volta di più si capisce da che razza di demente si è fatto intervistare il Ruggiero-Over-the-Rainbow].
così me la sono tradotta per capirla meglio, e ora ve la propongo:

Come la negazionista Celia Farber ha querelato un attivista e ha perso
Titolo originale: “How Celia Farber tried to sue an AIDS activist - and lost”
Un’intervista a Richard Jefferys pubblicata da Quackdown il 31 gennaio 2012.


La negazionista dell’AIDS Celia Farber ha querelato l’attivista Richard Jefferys che l’aveva definita una bugiarda. In Novembre, la Corte suprema di New York ha respinto l’azione della Farber. Quackdown ha intervistato Richard sul caso. L’intervista è affascinante perché Richard descrive in maniera gustosa la rete di bugie, omofobia e pazzia nel mondo dei negazionisti dell’AIDS.

Richard Jefferys è un attivista dell’AIDS da diversi anni. Lavora per il “Treatment Action Group” a New York e ha scritto diffusamente sulla scienza dell’HIV e sul sistema immunitario. La maggior parte del suo tempo è dedicato a educare le persone sulla scienza del trattamento dell’HIV.
Nel 2008, un oscuro gruppo statunitense chiamato “the Semmelweis Society” decise di premiare i negazionisti dell’AIDS Celia Farber e Peter Duesberg, e tentò di includerli in una conferenza sui “whistleblower” (le persone che rivelano fatti illeciti nascosti, N.d.T.) organizzata a Washington a cui partecipavano diversi parlamentari USA. La Farber annunciò questa partecipazione sulla pagina sei del New York Post del 25 Aprile 2008. Dopo aver letto l’articolo online, Richard spedì un commento usando il modulo di feedback del sito della conferenza, nel quale scriveva che la Farber e Duesberg “non sono whistleblower, sono semplicemente bugiardi che per diversi anni hanno utilizzato la frode per sostenere la tesi da lungo tempo screditata di Duesberg che sarebbero l’uso di droghe e la malnutrizione –e non l’HIV- a causare l’AIDS.
Il caso è stato respinto a novembre, qui l’intervista di Quackdown a Richard Jefferys.


Quackdown: Richard, quali sono gli eventi che hanno portato la Farber ad agire contro di te?
Nel maggio del 2008, si dovevano svolgere a Washington una serie di eventi chiamati “settimana dei whistleblower”. Il sito della “Whistleblower Week” ora è defunto, ma parti di questo sono raggiungibili sull’internet archive. Lo scopo era quello di sottolineare l’importanza dei whistleblower nel rivelare gli illeciti di governi e aziende. Era stato previsto un certo numero di eventi, incluso un “tribunale” in cui dei presunti whistleblower avrebbero testimoniato davanti a una giuria comprendente diversi parlamentari. C’erano diverse organizzazioni a sponsorizzare la manifestazione, inclusa una che si chiamava “the NO FEAR Coalition” guidata dalla Dott.ssa Marsha Coleman-Adebayo, già presidente del DC (District of Columbia) AIDS Network che si era speso precedentemente –e razionalmente- sul tema dell’AIDS in Africa. Ma uno dei co-sponsor, la “Semmelweis Society” (che apparentemente difendeva medici che avevano perso il lavoro dopo essere stati oggetto di peer review negative), decise di invitare Celia Farber e il collega negazionista dell’AIDS Peter Duesberg, in aggiunta premiandoli con il riconoscimento della Semmelweis Society “premio mani pulite”.
Appresi di questo sviluppo da un articolo del New York Post. Al tempo il responsabile della pagina sei era Richard Johnson, che è amico di lunga data della Farber. L’articolo era intitolato “Mani non così insanguinate” (Hands Not So Bloody) e io rimasi colpito dal falso annuncio che era previsto che la Farber e Duesberg si “rivolgessero al Congresso”.
La preoccupazione non era tanto che la Farber e Duesberg avrebbero potuto persuadere qualcuno fra i partecipanti agli eventi a credere alle loro falsità su HIV e AIDS, ma piuttosto che avrebbero potuto usare il loro coinvolgimento nello stesso modo in cui Duesberg usa ogni pubblicazione della sua pseudoscienza su riviste insensate, lo stesso modo in cui la Farber usa ogni pubblicazione della sua promozione della pseudoscienza di Duesberg su media male informati: come mezzo di propaganda della loro ultradecennale campagna diretta a convincere i non scienziati -e in particolare le persone che vivono con l’HIV- che il virus sia innocuo o che non esista. Duesberg riconosce che l’HIV esiste, mentre la Farber sembra vacillare.
Così ho spedito e-mail ad alcune persone e alla lista di discussione sulle politiche federali sull’AIDS degli Stati Uniti, sottolineando questa preoccupazione circa il coinvolgimento della Farber e di Duesberg. Ho spedito anche un breve commento attraverso il modulo di feedback al sito della conferenza sui Whistleblower, ed era questo messaggio -in cui affermavo la mia opinione che la Farber e Duesberg fossero dei bugiardi e imbroglioni e osservavo inoltre che alteravano e distorcevano citazioni dalla letteratura scientifica- sul quale la Farber ha fondato la sua querela.
Ho saputo della querela da un altro articolo sulla pagina sei del New York Post del 9 maggio 2009.
Quackdown: Su quali basi il giudice ha respinto la querela?
Sono stato molto fortunato a essere rappresentato pro bono dall’avvocato Joe Evall. Joe presentò in origine una mozione perché il caso fosse respinto, che il giudice chiese fosse convertita nella richiesta di un giudizio abbreviato ([/i]nell’ordinamento penale italiano è il rito alternativo al dibattimento classico probabilmente più simile al “summary judgment” citato nell’intervista, N.d.T.[/i]).
Il giudice ha accettato la mozione per un giudizio sommario su due basi.
In primo luogo ha considerato la Farber una “figura pubblica per scopi specifici” relativamente all’AIDS a causa di come questa avesse cercato attenzione e si fosse sforzata di promuovere il punto di vista dei negazionisti dell’AIDS al pubblico. Nelle parole del giudice “lo stesso reclamo della Farber e le pubblicazioni che ha depositato per opporsi a questa mozione dimostrano che, nel contesto di problemi che circondano i negazionisti sull’AIDS e l’HIV, e la questione se l’HIV causi l’AIDS, essa è una figura pubblica”.
Negli USA la legge stabilisce che un caso di diffamazione può essere sostenuto se c’è evidenza di dolo, che è definito come pubblicare false informazioni su qualcuno “sapendo della loro falsità o con incuranza del fatto che siano false o meno”.
In secondo luogo, il giudice ha ritenuto che il tema dell’HIV/AIDS fosse di legittima preoccupazione pubblica.
Questo influisce sui requisiti perché vi sia diffamazione. [In questo caso] anche se la persona non fosse una figura pubblica, per provare la diffamazione quando ci si trova davanti a una materia di legittima preoccupazione pubblica deve essere dimostrato che “chi pubblica le informazioni suppostamente diffamatorie ha agito in maniera grossolanamente irresponsabile senza osservare gli standard sulla raccolta e la disseminazione di informazioni ordinariamente seguiti da chi agisce responsabilmente”.
Il giudice ha ritenuto che i miei commenti fossero bene informati, non dolosi né grossolanamente negligenti, e che perciò la posizione della Farber non fosse sostenibile, ha così accettato la mozione per il giudizio abbreviato e ha respinto le richieste della Farber nei miei confronti”.
Quackdown: Puoi darci qualche esempio delle bugie raccontate dalla Farber e da Duesberg?
Entrambi hanno una lunga storia nel sostenere ripetutamente cose non vere. Ogni singola bugia in sé può sembrare minore, ma queste sono intessute insieme per formare la propaganda che sostiene la negazione dell’AIDS.
Ecco alcuni esempi:
- questa risposta a un articolo della Farber pubblicato da “Harper’s Magazine”, elenca 56 errori nell’articolo della Farber.
- Altri esempi sono i riferimenti di Duesberg a casi di “AIDS in persone HIV negative” (il che include i suoi ingannevoli articoli che descrivono persone che non avevano né AIDS né HIV), l’affermazione che gli anticorpi contro le infezioni danno sempre immunità tranne che nel caso dell’HIV, l’affermazione che la prevalenza dell’HIV negli USA sarebbe stabile a 1 milione di persone dal 1985, eccetera.
- Persino la Farber aveva riconosciuto gli errori nell’articolo su “Harper’s Magazine”, solo per poi girargli attorno e continuare ad affermare falsamente che non ce n’erano. Per esempio, in questo commento online del 23 aprile 2006 lei ammette: “Circa la linea sugli anticorpi, penso che sarebbe stato preferibile se avessimo corretto la linea per dire che ‘nella maggior parte’ delle malattie infettive, gli anticorpi segnalano un’infezione sconfitta”.
Ma questa riluttante (e ancora inaccurata) ammissione è dimenticata l’11 luglio del 2006, quando sulla pagina sei del New York Post (ancora) la Farber asserisce che il solo errore nell’articolo su “Harper's Magazine” riguardava gli orologi a cucù.
- L’altro tema menzionato nella querela era l’alterazione di citazioni dalla letteratura scientifica, che entrambi avevano fatto. Nel caso della Farber, un articolo del 1998 su “Mothering Magazine” offre la seguente affermazione circa uno studio chiamato ACTG 076, che mostrava come il trattamento con l’AZT riducesse significativamente la trasmissione dell’HIV da madre a figlio:
“Ciò nonostante il fatto che siano state fatte critiche al disegno e alle conclusioni dello 076. Gli stessi autori dello studio, quando hanno riportato le loro conclusioni sul New England Journal of Medicine (NEJM) nel 1994 ammettevano che l’efficacia dell’AZT nel ridurre la trasmissione dell’HIV per via materna è ‘impossibile da quantificare [in quantità assolute] a causa del numero molto ridotto di neonati infetti [studiati].’ Essi notavano inoltre che il tasso di trasmissione dell’HIV nel braccio placebo era inesplicabilmente alto. 7”
Il 7 al termine è un riferimento all’articolo sul New England Journal of Medicine, il quale include anche le due pagine dalle quali la citazione sarebbe originata: “7. The New England Journal of Medicine 331, no. 18 (November 3, 1994): 1176-1177.”
Il testo integrale dell’articolo è disponibile online gratuitamente. La citazione afferma:
“è stato impossibile identificare I fattori prognostici della trasmissione dell’HIV (diversi dal trattamento) in quest’analisi interinale a causa del ridotto numero di neonati infetti nel gruppo trattato con zidovudina (AZT, N.d.T.).”
La Farber quindi ha alterato questa citazione per poter affermare falsamente che, con le sue parole, “gli stessi autori dello studio… ammettevano che l’efficacia dell’AZT nel ridurre la trasmissione dell’HIV per via materna è ‘impossibile da quantificare [in quantità assolute]’.”
Ma gli autori dello studio non “ammettevano” questo. Quello cui la citazione vera, non alterata, si riferiva era il tentativo di identificare altri fattori -quali la conta dei CD4- che avessero potuto essere associati col rischio di trasmissione. Ma, come gli autori affermano, l’impatto dell’AZT nel ridurre il rischio di trasmissione era così grande da precludere l’identificazione di altri fattori.
Inoltre, da nessuna parte nell’articolo si nota, né si suggerisce che “che il tasso di trasmissione dell’HIV nel braccio placebo era inesplicabilmente alto.”
- Duesberg ha usato tattiche simili, in un caso troncando una frase da un articolo di Frank Palella per affermare falsamente che uno studio sugli effetti del trattamento dell’HIV aveva coinvolto solo soggetti sani. Duesberg pretendeva che l’articolo affermasse: “erano esclusi [dallo studio, N.d.T.] I pazienti con una diagnosi di retinite da citomegalovirus o malattia da Mycobacterium Avium Complex precedente all’ingresso nello studio o nei primi 30 giorni di follow-up e i pazienti con polmonite da Pneumocystis carinii attiva all’inizio del follow-up.”
Ma nell’articolo originale, questa frase non finisce con un punto. Invece, continua: “...dall’analisi dell’incidenza di queste infezioni opportunistiche.”
L’inganno è cruciale perché Duesberg scrive anche che lo studio di Palella coinvolgeva soggetti “clinicamente sani” e “senza AIDS” e naturalmente il fatto che i partecipanti avessero avuto infezioni opportunistiche AIDS-definenti “prima dell’ingresso nello studio” rivela la falsità di questa affermazione.
- Tanto la Farber quanto Duesberg si impegnano anche nell’estrarre le citazioni dal loro contesto e nel travisamento. Un esempio recente riguarda la citazione di una frase di un abstract di un articolo di Lancet estrapolata dal suo contesto per affermare falsamente che la terapia antiretrovirale non aveva ridotto la mortalità da infezione da HIV.
Quackdown: Il caso si è concluso? cosa succederà ora?
Gli avvocati della Farber hanno depositato un preavviso di appello, hanno quindi circa nove mesi per presentare l’appello.
Quackdown: il negazionismo sull’AIDS è solo un fastidio o è pericoloso?
È un pericolo per la salute delle persone con HIV, e per ogni persona che ne è colpita c’è un effetto a cascata che agisce sulle persone che amano e si preoccupano per loro. C’è anche un potenziale impatto sulla salute pubblica perché le persone che credono alle menzogne dei negazionisti potrebbero non fare ciò che serve per evitare la trasmissione dell’HIV. Il film di propaganda negazionista “House of Numbers” –che è stato finanziato dall’organizzazione di Duesberg “Rethinking AIDS” ed è essenzialmente un tentativo di fare una versione filmata del libro di Duesberg “AIDS il virus inventato”- è stato uno dei veicoli recenti di maggior successo per la promozione del negazionismo. Se visitate la pagina Facebook del film, ci sono molti esempi di individui con HIV che affermano di avere abbandonato le cure mediche a causa delle bugie promosse da questo film. Le due donne HIV positive che facevano parte del board di Rethinking AIDS che decise di finanziare il film e che sono state intervistate nel film -Christine Maggiore e Kim Marie Bannon- sono entrambe morte di AIDS. La figlia di tre anni [ai tempi, N.d.T.] della Maggiore è morta anch’essa di questa malattia diversi anni dopo.
Quackdown: La maggior parte delle persone non sa quanto siano pazzi alcuni negazionisti dell’AIDS. Puoi offrirci un paio di esempi affinché i nostri lettori possano avere un’idea di ciò di cui stiamo parlando?
C’è un ex membro del Dipartimento della Polizia stradale di Los Angeles (LAPD) coinvolto nella Semmelweis Society che promuove aggressivamente il negazionismo sull’AIDS, il suo nome è Clark Baker e potete leggere online l’affidavit che ha sottoscritto nella querela della Farber.
Inoltre, Baker commenta frequentemente online promuovendo il negazionismo sull’AIDS, apparentemente egli crede che l’industria farmaceutica paghi transessuali dediti al consumo di metamfetamine (il termine che usa è “meth trannies”) per denigrare i negazionisti dell’AIDS.
Duesberg è stato recentemente intervistato negli USA da un omofobo dell’estrema destra, Bryan Fischer (capo della “American Family Association”). Fischer ha deciso di promuovere il negazionismo sull’AIDS, e Duesberg ha indicato la teoria screditata e priva di evidenze che l’AIDS sia causato dalla condotta dei maschi gay che sta promuovendo da circa tre decenni.
Se l’idea di un legame tra Baker e Duesberg sembrasse improbabile, qui sono assieme, con gli amici della Farber e di Duesberg del board di Rethinking AIDS e gli intervistati in “House of Numbers” Neville Hodkinson e Christian Fiala, alla prima di “House of Numbers” a Nashville:

Immagine

Fiala è all’estrema sinistra, Baker ha una mano sulla sua spalla. La Farber è dietro, immediatamente vicina a Baker, Duesberg è inginocchiato davanti e Hodgkinson è all’estrema destra.
Quackdown: pensi che la causa intentata dalla Farber sia un tentativo di zittire le critiche legittime sul negazionismo sull’AIDS?
Sì, credo fosse un tentativo di intimidazione. Su Wikipedia c’è una voce per un tipo di azione giudiziaria chiamata “azione legale strategica contro la partecipazione pubblica” (strategic lawsuit against public participation, SLAPP). E questa querela sembra rientrarci appieno.
Quackdown: Nel 2010 è stata respinta una causa per diffamazione promossa dalla British Chiropractic Association contro lo scrittore scientifico Simon Singh. Prima di ciò, Matthias Rath ha provato senza successo ad agire contro Ben Goldacre ma la sua causa contro il British Medical Journal s’è conclusa con una condanna per il BMJ a pagare 100,000 sterline. Più di recente, la clinica texana Burzynski ha minacciato un blogger sedicenne per avere mostrato la loro ciarlataneria. In Sud Africa, una compagnia chiamata Solal Technologies ha minacciato di querelare per diffamazione diversi suoi critici. Sono i tribunali a dover regolare i disaccordi sulla medicina?
Non quando i disaccordi sono legittimati dalle evidenze, no. Ma i tribunali hanno un ruolo potenzialmente importante da giocare come strumento per combattere le persone che promuovono illegalmente dannosa ciarlataneria.
Quackdown: D’altro canto sono state sollevate lamentele contro una pretesa condotta non etica di Duesberg alla sua università, e la TAC ha agito in giudizio per porre termine alle attività di Matthias Rath. La TAC solleva regolarmente lamentele contro la pubblicità dei ciarlatani. C’è una qualche equivalenza tra questo tipo di azioni e quella proposta dalla Farber?
No. L’università di Duesberg ha un codice di condotta che vieta la violazione dei “canoni di onestà intellettuale” ed è quello che lui sta facendo da decenni sul tema dell’HIV. Rath era coinvolto nella promozione illegale dei suoi prodotti, come altri medicastri fanno.
Il lavoro della Farber non sarebbe sottoposto al tipo di critiche che l’hanno spinta a querelarmi se non fosse così spropositatamente falso e pieno di errori e travisamenti.
Quackdown: E, per concludere, Richard?
Sono stato molto fortunato ad avere il supporto dell’organizzazione per cui lavoro, il “Treatment Action Group” (TAG), e l’eccellente difesa dell’avvocato Joe Evall, da lungo tempo sostenitore del TAG. Altri avrebbero potuto non trovarsi in una posizione così fortunata, sicché io spero che la decisione del giudice York possa imporre una pausa ai negazionisti dell’AIDS, o ad altri soggetti similmente pericolosi, che potrebbero considerare la possibilità di usare il sistema legale per intimidire chi li critica.

Questa è una traduzione dall’articolo originale. La traduzione è stata condotta cercando di rispettare al massimo la lettera e lo spirito delle dichiarazioni dell’intervistatore e dell’intervistato, nondimeno vi sono differenze linguistiche tra l’italiano e l’inglese americano, nonché tra gli istituti dei due sistemi giuridici il che rende sempre possibili errori; la traduzione quindi deve essere considerata solo per finalità informative e solo l’articolo originale deve essere utilizzato come riferimento.


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Dora
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Re: Alla scoperta di RETHINKING AIDS

Messaggio da Dora » sabato 3 marzo 2012, 18:07

uffa2 ha scritto:Come la negazionista Celia Farber ha querelato un attivista e ha perso
Titolo originale: “How Celia Farber tried to sue an AIDS activist - and lost”
Questa è una piccola ma significativa vittoria: significa che, se fanno causa contro chi li contrasta, sono destinati a perderla.
Sventuratamente, molte persone sono morte per aver dato credito a questa new ager, e molte altre ne hanno subito danni gravissimi e ancora ne stanno subendo.



Dora
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Re: Alla scoperta di RETHINKING AIDS

Messaggio da Dora » sabato 3 marzo 2012, 18:25

Prima di introdurre la storia di una vittima del negazionismo di Rethinking AIDS, che ebbe la terribile sorte di farsi anche carnefice e prima, quindi, di ricordare il film documentario del 2004 di Robert Scovill – The other side of AIDS – che fu all’origine di quella personale tragedia, così come il famigerato House of Numbers, che ne costituì forse uno degli apici, desidero ricordare l’ultimo film della serie delle infamie negazioniste, uscito l’estate scorsa: La ciencia del pánico (già citato in La lettera di Snout al Rettore di Firenze (febbraio 2011)).
Lo ricordo, perché uno dei principali protagonisti di questo documentario è Marco Ruggiero, che nei suoi brevi ma illuminanti interventi segna i passaggi cruciali ai diversi momenti del film.
A questo si deve aggiungere una comparsata di Matteo Prayer Galletti, uno dei laureati copioni di Firenze: una chiara indicazione che Ruggiero fa scuola.

Come recensione di riferimento, vi consiglio di leggere quella che ne fa David Crowe, il presidente di Rethinking AIDS, nel sito – da lui stesso gestito – di un’associazione di Altissimo e Indiscutibile Valore Scientifico: la Alberta Reappraising AIDS Society. Solo poche citazioni da Film Review: La Ciencia del Pánico:
  • La Ciencia del Pánico is perhaps the first major film rethinking the HIV=AIDS dogma to emerge from the Spanish-speaking world although, for the benefit of us anglophones, it can be watched with English subtitles. Due to the large number of languages that interviews were conducted in (French, German and Italian apart from English and Spanish), both languages sometimes need subtitles. Further increasing its accessibility the entire video is available online, for free, athttp://www.lacienciadelpanico.tk. Obviously this film was a passion of its makers, not a money-making venture (note to all dissenting film-makers – go to Hollywood if you want to make money). (…)



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Re: Alla scoperta di RETHINKING AIDS

Messaggio da stealthy » sabato 3 marzo 2012, 18:55

Intanto metto in download il video.



Dora
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Re: Alla scoperta di RETHINKING AIDS

Messaggio da Dora » domenica 4 marzo 2012, 13:30

  • LA STORIA DI KARRI STOKELY
Mentre della prossima storia che racconterò (ma ci vorrà un po’ di tempo, perché devo rimandarla a dopo il CROI) in Italia non si è saputo nulla, la storia di Karri Stokely non è nuova, quanto meno ai lettori di questo forum. Riprendo un intervento di Mancer (Karri Stokely, ultima vittima della dissidenza/negazionismo), per raccontarla molto in breve e poi aggiungerò qualche particolare e qualche ulteriore considerazione per renderla più comprensibile.
Mancer - 28 Giu, 2011 21:36 ha scritto:
  • 1. KARRI STOKELY è morta il 26 Aprile 2011 di patologia AIDS correlata (polmonite penumocystis carinii)
    (fonti: http://davidsyner.blogspot.com/2011/05/ ... okely.html - http://blog.guyn2gear.com/2011/04/goodb ... 141d879884)

    2. Chi era KARRI STOKELY? (http://www.karristokely.com/) (http://www.facebook.com/kstokely2) A quanto dice lei stessa, sul suo sito, (http://www.livingwithouthivdrugs.com, sito che da pochi giorni è sparito da internet, ma ancora accessibile dalla cache di google [Nota di Dora: adesso è possibile leggere qui: http://www.livingwithouthivdrugs.com/karri.htm): da quanto ho capito era una infermiera. Gli è stato diagnosticato HIV nel 1996, dopo la nascita del secondo figlio (marito e figli per fortuna risultati S-). CD4=29 e Viral load 58.000, cioè in AIDS.

    3. Inizia subito terapia con AZT, 3TC, Crixivan, e Bactrim, poi si assesta su AZT, 3TC e Sustiva fino ad Aprile 2007 (11 anni)

    4. Ad Aprile 2007 il marito Joe (a detta di lei, pare che non scopassero più), smanettando su internet, incappa nel film negazionista "The other side of AIDS" di Robin Scoville (S-, marito di Christine Maggiore S+ nota dissidente e negazionista, con figlia piccola S+ a cui ha negato terapia HAART, morte tutte e due - il marito no) e lo mostra a Karri

    5. KARRI viene "folgorata" dal negazionismo e dalla dissidenza e si butta su internet. Scopre siti negazionisti e teorie dissidenti una dopo l'altra. Divora libri. Dice "Non avevo idea! Mi sentivo così ingannata. Così tradita. Ero stata derubata di alcuni dei migliori anni della mia vita. Era tutto come un enorme incubo crudele". E dopo un paio di settimane di studio, ricerca, letture, smette di prendere la terapia. [Nota di Dora: si legga, per esempio, nel forum Questionig AIDS, il post originale, in cui Karri racconta la sua storia e il suo abbandono delle terapie: http://forums.questioningaids.com/showthread.php?t=770]


    6. Viaggiava sui 200/300 CD4 e crolla rapidamente a 96, ma per lei quei numeri non hanno più nessun valore.

    7. Poi si mette a "divulgare la Verità": si espone in prima persona in tutto il mondo e YouTube è piena di suoi video (http://www.youtube.com/results?search_q ... l535l7l7l0). Va avanti così fino ad Aprile 2011 (4 anni, senza HAART). Partecipa attivamente alla promozione del film "House of Numbers" (http://www.houseofnumbers.com/site), altro film dissidente/negazionista

    8. Poi crolla, si ammala, viene ricoverata ma il suo sistema immunitario ormai è alle corde e non risponde alle terapie.
    La fine è nota.

    9. Curioso che uno dei suoi più incattiviti oppositori fosse un suo cugino, sul suo blog: http://blog.guyn2gear.com/2011/04/goodb ... 141d879884 (...)
Curioso, diceva Mancer. Cerchiamo di capire se Todd aveva magari ragioni risalenti a liti infantili per avercela con Karri - chissà? magari lei gli rubava le caramelle quand'erano bambini; oppure aveva qualche ottima ragione di rancore e di rabbia nei confronti di questa cugina.

Partiamo dalla fine: dal post pubblicato il 12 aprile 2011 da “guyn2gear”, due settimane prima della morte di Karri.

Goodbye and good riddance, Karri Stokely, you AIDS denialist bitch

Un titolo che pare del tutto privo di pietà, davanti a una persona che sta morendo: “Addio, è una liberazione, Karri Stokely, puttàna negazionista dell’AIDS”. E le parole conclusive del post paiono ancora più impietose: “Karri Stokely, you are getting what you deserve - Karri Stokely, hai quello che ti meriti.”
Poi il 26 aprile, il giorno della morte di Karri, Todd segnala che ha aggiornato il post e ne ha scritto uno nuovo, “che ha lo scopo di addolcire un po’ della collera sfogata” nel messaggio precedente: AIDS denialism kills, period.”IL NEGAZIONISMO DELL’AIDS UCCIDE. PUNTO.”

È un pazzo questo cugino, ad essere così furioso nei confronti di una povera donna che – nei suoi ultimi mesi di vita – è stata devastata da dolori inenarrabili causati da un terribile ascesso al retto, che le procurò emorragie continue e la obbligò a trascorrere letteralmente dei mesi in camera iperbarica (li racconta lei, con dovizia di particolari, nel suo blog: Thoughts, Musings, and Ramblings)?
Oppure è una persona per bene che, come ha più volte dichiarato, è circondata da amici HIV positivi che affrontano con coraggio le terapie antiretrovirali, ed è sconvolta dal male compiuto da Karri che, manipolata e plagiata da alcuni negazionisti di Rethinking AIDS, si è prestata a diffondere in ogni modo possibile le loro bestialità, inducendo altri malati ad abbandonare la HAART e causando a un numero non precisabile di persone di infettarsi, perché hanno avuto rapporti sessuali non protetti, nella convinzione che l’HIV non sia un pericolo, ma un “business di Big Pharma”?

Proviamo a mettere da parte la pietà per una donna morta e vediamo che cosa ha fatto Karri nei suoi ultimi anni di vita.

Da quando ha “visto la Luce” grazie ai film e ai siti negazionisti ed ha abbandonato gli antiretrovirali, convinta che fossero loro e non il virus a portare le persone HIV positive alla morte, Karri non si è limitata a sospendere le terapie e a vivere il resto della sua vita “illudendosi di essere sana”.
Si è invece messa a diffondere il Verbo negazionista in ogni modo possibile, con ogni mezzo, con tutte le sue forze.
In particolare, la sua – non so come definirla in modo neutro, diciamo – “vicinanza intellettuale, emotiva e spirituale” con Rethinking AIDS è testimoniata
  • - dal fatto che perfino in mezzo ai tormenti della camera iperbarica non si dimentica di segnalare che Marco Ruggiero “appointed to board of Rethinking AIDS”, raccontandone in breve il curriculum e la storia di negazionismo;
    - dalla sua funesta partecipazione – insieme ad altri - al film “House of Numbers”, in cui si sostiene che ”The HIV/ AIDS Story is Being Rewritten” e che trova ben 24 citazioni entusiastiche solo nella homepage di http://rethinkingaids.com/, da cui è anche possibile scaricare “high resolution video, additional material from the House of Numbers DVD” (a ciò basti aggiungere la recensione del presidente di RA, David Crowe: "House of Numbers", a Film Review - per rendersi conto di quanto “intensa” sia la soddisfazione dei Rethinkers per quella mostruosa manipolazione della verità – nulla di strano, d’altronde, questo è proprio il loro modo abituale di affrontare scienza e persone);
    - da innumerevoli interventi sui media in favore delle tesi negazioniste.
Questa un'intervista a latere del film:



Meno di un anno e mezzo dopo, Karri era morta.

Per capire le reazioni di alcune persone che videro il documentario:




Questi sono due dei video che testimoniano la partecipazione di Karri Stokely alla “Rethinking AIDS Conference 2009” (la stessa che diede tante ispirazioni a Ms Farber, chiusa nella scatola magica ad ascoltare il suono dell’amore). Già il titolo della sua performance la dice lunga: "Long Term Survivor HIV Karri Stokely on why she won't be quiet":





E questa è un’intervista fatta durante il “Robert Scott Bell Show” a Karri, Liam Scheff (un giornalista che presta la sua penna in favore dei negazionisti - si veda la sua partecipazione alla Ciencia del pánico) e David Rasnick (che non ha bisogno di presentazioni):




Riporto ora qualche citazione tratta dagli ultimi post del blog di Karri Stokely, utile per capire fino a che punto di fanatismo e di follia era giunta questa donna che, nonostante fosse ormai prossima alla morte, continuava a credere con esaltazione alle menzogne che le erano state propinate e a propagarle, a sua volta, per il mondo, rendendosi così complice, ancorché vittima, del negazionismo omicida:
Bene, quale fu il “ringraziamento” di Clark Baker per la devozione di Karri Stokely? Il fatto che usò questa menzogna sul sustiva per spiegare perché Karri stette malissimo nei mesi successivi alla sua sospensione della HAART nel 2007 (quando qualsiasi infettivologo può spiegare che si trattò presumibilmente di una sindrome da rebound retrovirale, con l’HIV schizzato a livelli stellari e i CD4 in picchiata - altro che "la purificazione dell'organismo dopo anni di avvelenamento da antiretrovirali"!!).
  • 26 novembre 2010: Una Vera Sfida Mentale
    (…) I problemi di cui ho sofferto da un punto di vista fisico, soprattutto i danni al tratto gastrointestinale, sono direttamente connessi agli 11 anni di farmaci citotossici, velenosi e distruttori del DNA usati contro il mitico “HIV”. Il modo migliore per evitare tutto questo è stare lontani dai medici “ortodossi”, specialmente dagli infettivologi. Queste persone ignorano completamente la scienza e qualsiasi cosa abbia a che fare con l’”HIV”. Faranno di tutto per terrorizzarvi, per instillarvi la paura, per sottomettervi, useranno le più incredibili tattiche intimidatorie che vi sia mai capitato di ascoltare. (…)
    Non esiste alcuna ragione perché qualcuno debba mai prendere farmaci come questi [gli ARV]. Se la vostra salute è malferma o se state combattendo contro qualche infezione di origine batterica/fungina/microbica, cercate di capirne la ragione e curatevi di conseguenza. Vi prego, pensateci molto bene prima di immettere, volontariamente o sotto la coercizione della paura e del terrore, del veleno nel vostro corpo.
    E VI PREGO, non state ad ascoltare questi ciarlatani, quando tentano di dirvi che “tutti i farmaci hanno effetti collaterali”. Sì, è vero. E talvolta gli effetti collaterali potrebbero anche essere giustificati nel caso abbiate una VERA infezione, che deve essere affrontata.
    Questo non è il caso dell’’”HIV”.
    Vi prego, vi prego, vi prego, fate il vostro dovere. Fate quel che dovete con diligenza. La mia missione è di riuscire a non dover sentire mai più un’altra storia su persone come me. Su persone come molti di voi. Se siamo sopravvissuti, c’è una ragione. È per apportare un cambiamento. È per aiutare a salvare delle vite. (…) Io prego perché altri continuino a mettere in discussione questo falso paradigma, perché facciano ricerca per conto loro e siano abbastanza forti per prendere le decisioni giuste riguardo alla loro salute e al loro benessere personale.
  • 1 dicembre 2010: Buona giornata mondiale della frode dell'AID$$$$$$$!
    Me ne sto qui seduta, 'stamattina, a riflettere sulle dimensioni della corruzione e della frode che è stata imposta al mondo negli ultimi 25 anni e passa per tutto quello che riguarda l'"HIV". Questo breve scritto, oggi, è dedicato a tutti coloro che hanno perso la vita a causa della malvagia e perversa indu$tria dell'AID$ e sono stati avvelenati fino a morirne dai loro farmaci "salvavita".
    Così tante, così tante vite. Devastate. Massacrate. Tutto in nome del denaro. Potere. Prestigio.
    Oggi il mio cuore è triste al pensiero di quante di quelle vite sono state troncate prematuramente, il tutto in nome di Gallo, di Fauci, di Moore e di altri come loro.
    Non so come possa accadere che una persona cresca e diventi come costoro. Uomini senza cuore. Crudeli.
    Per fortuna, grazie a Internet e al grande scambio di informazioni possibile oggi, la gente comincia ad essere consapevole di questa frode. DELLE VITE COMINCIANO AD ESSERE SALVATE. (...)
    Quindi oggi, in onore della più disgustosa giornata dell'anno in favore dell'indu$tria dell'AID$, se vi capita di passare dalle parti di un punto-prelievi, dove si fanno i test, chiedo ad ognuno di voi di parlare chiaro, di sfidarli, di dire loro che sono responsabili.
    Sfortunatamente, la maggior parte delle persone che prendono parte a questi eventi NON HA IDEA della vera scienza che circonda questo progetto.
    AIUTATE AD EDUCARE.
    FATE LA DIFFERENZA.
  • 10 gennaio 2011: AID$ per Ricetta Medica
    Duesberg ha proprio centrato il bersaglio quando ha chiamato questa malattia AID$ per Ricetta Medica. Non pensate neanche per un momento che l’industria dell’AID$ non sappia quel che sta facendo con questa ben orchestrata campagna di avvelenamento mediante i farmaci. (…)

Mi fermo qui. Credo che le citazioni riportate siano sufficienti a comprendere fino a che punto Karri subì un lavaggio del cervello da parte dei negazionisti e delle loro teorie. Fu vittima, certo, perché nella sua fragilità incontrò persone che seppero parlare alla sua paura della malattia, al suo dolore, e seppero far risuonare in lei quelle corde che sono legate al disprezzo per la scienza occidentale, al terrore per gli effetti collaterali dei farmaci, all’idea che tutto sia una cospirazione di Big Pharma per accumulare denaro sulla pelle di malati sprovveduti, anche a costo di inventarsi una malattia “inesistente” e di intossicarli con i loro veleni chimici.

I negazionisti giocano sulla paranoia – così diffusa nel nostro mondo – che tutto sia un enorme complotto, che tutti (o molti de)gli scienziati siano persone cattive, al soldo di industrie gestite da criminali senza scrupoli. Che tutti tramino contro di noi per farci del male.

Giocano sulla diffidenza nei confronti della chimica e dei farmaci che da essa ci derivano e sulla passione per tutto quel che è “biologico”, “naturale”; come se questo fosse automaticamente buono, pulito, onesto.

Giocano sull’idea che tutta l’informazione sia manipolata e che soltanto loro siano gli eroi della Verità, che sfidano l’establishment scientifico a costo delle loro carriere e talvolta delle loro stesse vite, per far prevalere la Verità: l’HIV esisterebbe solo nelle paure instillate nei malati e sarebbero invece i farmaci presi contro di esso a portare alla morte.

La manipolazione e il plagio da parte dei negazionisti di Karri Stokely, così come di Christine Maggiore, Kim Bannon, Emery Taylor, sfruttati e spinti ad agire come portavoce delle loro teorie omicide, non si conclusero con la morte di Karri, ma continuarono anche dopo. Infatti, si affrettarono tutti a sostenere che la morte di questa loro vittima non fu dovuta all’abbandono delle terapie antiretrovirali e a una tipica patologia AIDS-correlata quale la polmonite pneumocystis carinii, ma piuttosto al fatto che per 11 anni aveva preso farmaci antiretrovirali e che questi “l’avevano avvelenata”.


Si legga, per una sintesi, il blog di Seth Kalichman, il docente di psicologia sociale alla University of Connecticut, che dirige la rivista AIDS and Behavior (Denying AIDS and other oddities); in particolare il post How AIDS Denialism Can Kill You Part VIII: Karri Stokely is Receiving Hospice Care, e tutti i successivi aggiornamenti e commenti.

Ma si leggano anche i forum negazionisti. Per esempio “Questioning AIDS”:
  • Per questa morte
    e per le tante simili a questa
    e per i bambini rimasti orfani
    e per avere imbrogliato tanti esseri umani
    e per averli manipolati
    e usati come pedine in un gioco più grande di loro
    e per tutto il dolore e il male causato

    nessuno di Rethinking AIDS ha ancora pagato.



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