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uffa2
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Africa

Messaggio da uffa2 » mercoledì 27 marzo 2013, 14:33

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Puzzle
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Re: Africa

Messaggio da Puzzle » mercoledì 27 marzo 2013, 20:43

Egitto. HIV, la piaga di cui non si parla

Nel 2011, l'Aids ha provocato la morte di un migliaio di persone. Vittime silenziose di una malattia che la società egiziana rifiuta, con orrore. Quello stesso anno oltre 5.000 bambini sono stati privati della loro famiglia, nell'indifferenza generale. Ecco il film che racconta questa storia 'segreta'.

Secondo le statistiche dell'UNICEF, la popolazione fra i 15 e i 24 anni di età non conosce l'argomento, con il 4,8% delle donne e il 18.3% dei maschi che rivela di essere al corrente delle modalità di trasmissione del virus.

Non è allora un caso se nel 2011 al-Jazeera pubblicava un articolo dal dirompente titolo: "Breaking the silence on HIV in Egypt".

Ed effettivamente qualcuno, dal 2011 in poi, si è mosso per rompere quel silenzio. Il film s'intitola "Asma", dal nome della protagonista che anima questo film diretto da Amr Salama.

Tratto da una storia vera, la pellicola affronta il dramma di una donna sieropositiva che deve lottare contro l'ostilità della società che la circonda per rompere quel muro di silenzio e indifferenza che divide i malati di Aids dal resto del mondo.

Nel corso del film a quella di Asma' si aggiungono tante altre storie di intere famiglie, distrutte dall'HIV e abbandonate a sé stesse, così come la protagonista viene rifiutata dai colleghi di lavoro che votano per il suo licenziamento dopo aver saputo della malattia.

Ma a seguito del suo debutto sul grande schermo (avvenuto nel 2011), qualcosa è iniziato a cambiare in Egitto ed oggi anche i maggiori quotidiani nazionali (ad esempio al-Misr al-Youm) iniziano a rompere il tabù.

In particolare, il dibattito che si è aperto riguarda le prestazioni mediche fornite ai pazienti affetti da Aids, in quanto moltissimi medici si rifiutano di visitarli o operarli.

Una condizione perfettamente resa da questo lungometraggio, durante il quale Asma' è costretta a subire farmacisti che vendono sostanze illegali, medici che tentano di imbrogliarla o che investigano nel suo privato per conoscere come abbia contratto l'Aids, per poi metterne in discussione la moralità.

Ma il film è anche una storia d'amore. Quella tra Asma' e suo marito Mosaad, che la donna non abbandona mai nonostante le abbia trasmesso il virus. Di contro invece, quando sarà lei ad aver bisogno di aiuto saranno in pochi a sostenerla.

La ricerca di un medico che la operi, i soldi per coprire le spese, le continue umiliazioni accompagnano la protagonista durante tutto lo svolgimento della storia.

Un film che ha il merito di illuminare un'area buia della società egiziana. Un film che ha ricevuto moltissimi riconoscimenti, fra i quali una menzione speciale all'Oran Film Festival e il primo posto all'interno dell'Abu Dhabi International Film Festival. In Europa l'anteprima è stata ospitata dal London International Film Festival.



http://www.osservatorioiraq.it/multimed ... n-si-parla



Dora
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Re: Africa

Messaggio da Dora » mercoledì 17 aprile 2013, 9:14

Le belle notizie dall'Africa sono rare, ma questa lo è - pur a fronte di 330.000 bambini che ogni anno ancora nascono con l'HIV:

South African clinics already achieving zero new HIV infections in children

[E naturalmente il merito non è di limoni, barbabietole o yoghurt magici, ma della terapia antiretrovirale disponibile per tutte le madri, per lunghi periodi di tempo (The study also found that, throughout the study period, being on antiretroviral therapy (ART) for a longer time and at a higher CD4 count before delivery was linked to a decreased risk of HIV transmission).]



E aggiungiamo pure questa:

Life expectancy for South African patients who start HIV therapy with CD4 cell counts above 200 is 'near normal'



Puzzle
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Re: Africa

Messaggio da Puzzle » lunedì 29 aprile 2013, 16:49

Avendo saputo che la nuova ministra dell’integrazione Cécile Kyenge è congolese, sono andato a cercare il suo luogo d’origine e ho visto che è nata nel Katanga. La maggior parte delle persone non sa dove sia e probabilmente non gli interessa, ma dai miei ricordi di gioventù, ho immediatamente associato il Katanga con le storie dei mercenari in Africa, gli affreux che hanno operato nel Congo fra il 1960 e il 1967. Storie che ho sentito raccontare dal vivo da persone che le avevano, pure indirettamente, vissute. Personaggi come Bob Denard, Mike Hoare, Roger Faulques, Jean Schramme hanno ispirato scrittori e registi che ne hanno romanzato le vicende in racconti come “I mastini della guerra” di Frederick Forsyth, o in narrazioni cinematografiche come “I quattro dell'oca selvaggia”.

E anche se non interessa a nessuno, la loro vicenda resta parte integrante della storia post-colonialista e della guerra fredda: nel luglio 1960, due settimane dopo la dichiarazione di indipendenza del Congo-Kinshasa da parte del presidente Patrice Lumumba, Moïse Tshombe proclamò la secessione del Katanga dal Congo con l’appoggio della potentissima Union Minière du Haut Katanga (UMHK) e chiese l’aiuto militare e logistico, ottenendolo, al Belgio. Il Katanga possiede grosse miniere di rame e cobalto il cui sfruttamento era interamente in mani belghe e i timori erano dovuti alle simpatie filosovietiche di Lumumba e del governo centrale di Kinshasa. L’indipendenza non fu mai riconosciuta dall’Onu che su richiesta di Lumumba fece pressione sul Belgio per far ritirare le sue truppe dal Katanga. Fu a questo punto che il governo katanghese (e l’ UMHK) decise di assoldare i mercenari (gli affreux), in quanto la Gendarmerie Katangaise non era sufficientemente preparata per affrontare minacce. I mercenari provenivano perlopiù dalla legione straniera, dalle forze armate rodesiane e sudafricane, ma anche cani sciolti fra cui alcuni italiani e diversi irlandesi, e coloni belgi che volevano difendere i propri beni. Erano in tutto circa 700 a difesa di un territorio grande come la Spagna.

Nel febbraio 1961 il consiglio di sicurezza dell’Onu decise di inviare i caschi blu per ristabilire l’ordine nel Congo e alla fine dell’anno la milizia congolese affiancata dalle truppe dell’Onu lanciarono un attacco contro quelle di Tshombe. Alla fine del 1962 le forze dell’Onu presero il controllo di Elisabethville (Lubumbashi) Tshombe fuggì all’estero e all’inizio del 1963 finì l’avventura indipendentista del Katanga, quando i mercenari furono definitivamente sconfitti dalle forze molto più numerose di loro delle truppe dell’Onu e dell’esercito regolare congolese. Nel frattempo anche la situazione politica di Kinshasa era cambiata, Lumumba era morto, fatto giustiziare da Mobutu che più tardi avrebbe preso il potere, allontanando il pericolo comunista dal Congo e conseguentemente l’inutilità del Katanga indipendente.

Nonostante la sconfitta, fra Bob Denard e gli altri l’esperienza del Katanga servì ad instaurare un legame che proseguì successivamente. Nel 1964 Tshombe, che nel frattempo era tornato dall’esilio dopo la fuga dal Katanga, fu convocato a prendere parte nel nuovo governo di Kinshasa come primo ministro e richiamò Bob Denard, Mike Hoare, Jean Schramme in Congo rispettivamente al comando di tre battaglioni. A differenza del 5° battaglione di Hoare, in maggioranza sudafricani, che era riconosciuto essere razzista, sia Denard che Schramme mettevano sullo stesso piano gli ufficiali bianchi e quelli neri, cosa assai rara per l’epoca. Servirono il governo centrale fino al 1967, quando Tshombe, accusato di tradimento da Mobutu fuggì all’estero, ma fu rapito e imprigionato a vita. Presi dal panico i suoi amici mercenari reagirono attaccando e conquistando diverse città del Kivu, nell’est Congo. Si trovarono però a combattere contro l’esercito regolare congolese che non era più quello che fuggiva davanti ai ribelli, ma attrezzato con forniture americane, e fornito di aerei ebbe la meglio. Alla fine decisero di riparare in Ruanda, dove trovarono accoglienza 129 mercenari e 2500 katanghesi e misero fine alla loro avventura nel Congo.



Dora
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Re: Africa

Messaggio da Dora » lunedì 29 aprile 2013, 18:17

Puzzle ha scritto:Il Katanga possiede grosse miniere di rame e cobalto il cui sfruttamento era interamente in mani belghe e i timori erano dovuti alle simpatie filosovietiche di Lumumba e del governo centrale di Kinshasa. L’indipendenza non fu mai riconosciuta dall’Onu che su richiesta di Lumumba fece pressione sul Belgio per far ritirare le sue truppe dal Katanga. Fu a questo punto che il governo katanghese (e l’ UMHK) decise di assoldare i mercenari (gli affreux), in quanto la Gendarmerie Katangaise non era sufficientemente preparata per affrontare minacce. I mercenari provenivano perlopiù dalla legione straniera, dalle forze armate rodesiane e sudafricane, ma anche cani sciolti fra cui alcuni italiani e diversi irlandesi, e coloni belgi che volevano difendere i propri beni. Erano in tutto circa 700 a difesa di un territorio grande come la Spagna.
Solo una curiosità, da totale ignorante di queste vicende: mi pare di ricordare che la Légion étrangère, che ancora durante la guerra aveva arruolato antifascisti vari, compresi alcuni transfughi dai partiti comunisti, poi negli anni '50 si sia sempre più caratterizzata per posizioni anticomuniste. E adesso ho visto di sfuggita solo il link a Denard e la definizione di "mercenaire anticommuniste" mi ha colpito. Questo influì in qualche modo sugli affreux che combatterono in Katanga? Cioè in questi mercenari c'era anche una scelta politica o in qualche modo ideale nel combattere contro Lumumba o era solo per denaro?
Te lo chiedo, perché mi pare strano che, se erano lì solo per soldi, poi Denard, Hoare e Schramme si siano ritrovati a comandare battaglioni dell'esercito regolare.



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Re: Africa

Messaggio da Puzzle » lunedì 29 aprile 2013, 20:40

Dora ha scritto: Solo una curiosità, da totale ignorante di queste vicende: mi pare di ricordare che la Légion étrangère, che ancora durante la guerra aveva arruolato antifascisti vari, compresi alcuni transfughi dai partiti comunisti, poi negli anni '50 si sia sempre più caratterizzata per posizioni anticomuniste. E adesso ho visto di sfuggita solo il link a Denard e la definizione di "mercenaire anticommuniste" mi ha colpito. Questo influì in qualche modo sugli affreux che combatterono in Katanga? Cioè in questi mercenari c'era anche una scelta politica o in qualche modo ideale nel combattere contro Lumumba o era solo per denaro?
Io penso che la maggior parte fossero attratti dai soldi, ma anche dalle più svariate motivazioni (e di personaggi strani - europei - da quelle parti ne ho conosciuti un bel po'). I rodesiani, come i coloni belgi in quegli anni avevano appena perso tutto e un mercenario bianco sudafricano mi viene difficile immaginarlo comunista filosovietico :roll: Ho letto che gli ex dalla legione straniera, provenivano in gran parte dalla guerra d'Algeria (un altro conflitto dove si sono commesse le atrocità più immonde da ambo le parti). Per ciò che riguarda i comandanti, penso che una certa componente politica dovesse esserci, su Denard si evince dal suo "curriculum" (ingaggiato dall'MI6 in Yemen contro le milizie di Nasser, in Angola sempre per l'MI6) ma anche Hoare, che veniva chiamato "l'uomo della CIA". Schramme era un ex colono belga, quindi storia e motivazione diversa. La cosa curiosa è che, a discapito della pericolosità del loro mestiere, sono morti di malattia in età avanzata.
Te lo chiedo, perché mi pare strano che, se erano lì solo per soldi, poi Denard, Hoare e Schramme si siano ritrovati a comandare battaglioni dell'esercito regolare.
Probabilmente non si è capito perché ho riassunto molto, Denard, Hoare e Schramme non si sono ritrovati a comandare l'esercito regolare, nello Zaire di Mobutu, bensì battaglioni di mercenari ingaggiati per sedare ribellioni. E' riconosciuto che il Congo belga ha avuto una delle peggiori (se non la peggiore) dominazione coloniale. I belgi ci sono andati pesante e re Leopoldo da quelle parti è stato paragonato a Stalin o a Hitler. Inoltre, a differenza degli altri imperi coloniali, i belgi non hanno costruito nulla, nessuna infrastruttura (a tutt'oggi non esiste alcun mezzo per attraversare quell'immenso paese, se non l'aereo) e hanno semplicemente usato il fiume Congo come mezzo per trasportare fuori tutto quello che gli poteva servire con l'unico fine di arricchire il Belgio. Mobutu, poi, ha rincarato la dose e ha ridotto il paese ad un mero sfruttamento di ricchezze per lui e la sua corte. I risultati sono a tutt'oggi sotto gli occhi di tutti, se gli altri paesi africani cercano faticosamente di uscire dalla loro miseria, il Congo resta uno dei paesi con il reddito procapite più basso del mondo, nonostante le sue immense ricchezze, e continuamente dilaniato da guerre e ribellioni.



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Re: Africa

Messaggio da Dora » lunedì 29 aprile 2013, 21:03

Grazie infinite, adesso comincio a capire. Immagine
Sui belgi in Congo e sul loro disastroso intervento che da un lato curò sifilide, malattia del sonno e qualche altra bestiàccia, ma con gli stessi aghi diffuse l'HIV mi viene in mente quel bel libro di cui avevamo parlato tempo fa, quello di Pepin su The origins of AIDS . Ricordi?



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Re: Africa

Messaggio da Puzzle » lunedì 29 aprile 2013, 23:01

Dora ha scritto:Grazie infinite, adesso comincio a capire. Immagine
Sui belgi in Congo e sul loro disastroso intervento che da un lato curò sifilide, malattia del sonno e qualche altra bestiàccia, ma con gli stessi aghi diffuse l'HIV mi viene in mente quel bel libro di cui avevamo parlato tempo fa, quello di Pepin su The origins of AIDS . Ricordi?
In effetti Pepin fece le sue ricerche proprio in Zaire.

Di bestiacce in quei posti ce ne sono molte, alcune in fase di eliminazione, come la filaria da ciò che ho letto ultimamente da qualche parte. Ma mi sembra che la tze tze sia ancora un pericolo, è ancora incurabile, a meno che non ci sia stata qualche nuova scoperta. La zona attorno a Mtera dove stavo in Tanzania era ad alto rischio, per cui ricordo che mi avevano dato alcune precauzioni, ma a differenza della malaria non prevedevano alcun farmaco, solo il saper riconoscerla e adesso non ricordo se la mosca malefica ama il sole o preferisce l'ombra.
Resto una delle pochissime persone, fra quelle che ho conosciuto in Africa, che non si è mai preso la malaria. Un medico mi ha ipotizzato che possa esserne immune perché la malaria c'era dappertutto, non ho mai indagato in proposito.

Un'altra piccola curiosità sul Belgio è che detenevano il monopolio mondiale delle palle di biliardo. Sembra una sciocchezza, ma le palle che si usavano sui biliardi di tutto il mondo all'epoca erano di avorio e tutta la materia prima proveniva dal Congo belga. Hanno fatto stragi di elefanti, talmente grosse che se ne parlava ancora vent'anni dopo. Usavano mitragliatrici e fucili automatici per abbatterli a branchi :evil:



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Re: Africa

Messaggio da Dora » martedì 30 aprile 2013, 6:21

Puzzle ha scritto:Resto una delle pochissime persone, fra quelle che ho conosciuto in Africa, che non si è mai preso la malaria. Un medico mi ha ipotizzato che possa esserne immune perché la malaria c'era dappertutto, non ho mai indagato in proposito.
Immagino che se fossi talassemico lo sapresti. Però anche l'eterozigosi conferisce una buona immunità alla malaria, quindi forse potresti essere portatore sano e non averlo mai scoperto?



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Re: Africa

Messaggio da Puzzle » martedì 30 aprile 2013, 8:28

Dora ha scritto: Immagino che se fossi talassemico lo sapresti. Però anche l'eterozigosi conferisce una buona immunità alla malaria, quindi forse potresti essere portatore sano e non averlo mai scoperto?
Non lo so, ma penso che un portatore sano si individui con il semplice test per la malaria. E di test ricordo di averne fatti diversi quando mi si sono gonfiati i linfonodi, in Africa lo fanno facilmente per qualsiasi sintomo dubbio.

A me piace pensare che il merito sia stato dei miei geki. La sera li osservavo scendere dal controsoffitto e rimanere immobili, appiccicati alla parete in attesa.
Quando l'insetto gli passava vicino, ZIP! :mrgreen:
Non ne ho mai ucciso uno.



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