[I] Savarino, macachi e ... colpo di teatro!

Ricerca scientifica finalizzata all'eradicazione o al controllo dell'infezione.
Dora
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Re: Savarino, macachi e ... colpo di teatro!

Messaggio da Dora » giovedì 11 ottobre 2012, 21:30

Leon ha scritto:credo sarebbe importante recuperare (Dora, please! Immagine ) delle slides che Hütter aveva presentato in non ricordo più precisamente quale occasione (forse un congressino sull'isola dei pirati) e che illustravano il "peso" che, secondo lui e la sua esperienza, i vari parametri (viremia, DNA provirale, sieroreversione rispetto a certe bande del Western Blot, ecc.) avevano nella predizione di un successo terapeutico (eradicazione o cura funzionale che sia - adesso non voglio star qui a rispaccare il capello in quattro sulla "caccia al virus" in Tim Brown).
È forse questa?

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cesar78
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Re: Savarino, macachi e ... colpo di teatro!

Messaggio da cesar78 » giovedì 11 ottobre 2012, 22:28

"Serodeconversion" è una parola bellissima... ma non ho trovato una parola in italiano che la sostituisca ufficialmente. "Sierodeconversione" mi suona malissimo... vabeh...prima o poi la sentiremo anche in italiano, no? :)



Dora
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Re: Savarino, macachi e ... colpo di teatro!

Messaggio da Dora » giovedì 11 ottobre 2012, 22:57

cesar78 ha scritto:"Serodeconversion" è una parola bellissima... ma non ho trovato una parola in italiano che la sostituisca ufficialmente. "Sierodeconversione" mi suona malissimo... vabeh...prima o poi la sentiremo anche in italiano, no? :)
Si usa "sieroreversione", "sierorevertire". Bella, sì.



cesar78
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Re: Savarino, macachi e ... colpo di teatro!

Messaggio da cesar78 » giovedì 11 ottobre 2012, 23:10

grazie Dora.
Adesso compito in classe per tutti: coniugare l'indicativo futuro anteriore del verbo SIEROREVERTIRE. :lol:



Puzzle
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Re: Savarino, macachi e ... colpo di teatro!

Messaggio da Puzzle » giovedì 11 ottobre 2012, 23:17

Basterebbe la forma passiva del passato prossimo:

io sono stato sierorevertito (o sieroreverso?)
tu sei stato sierorevertito
lui è stato sierorevertito
noi tutti siamo stati finalmente sierorevertiti
e anche voi siete stati sierorevertiti
mentre loro sono stati tutti quanti sierorevertiti

8-)



Leon
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Re: Savarino, macachi e ... colpo di teatro!

Messaggio da Leon » venerdì 12 ottobre 2012, 19:42

Dora ha scritto:È forse questa?

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Sì, è proprio lei, grazie! Immagine


P.S. Qui stiamo andando off topic di brutto (con tutte le conseguenze che poi ne derivano quando si tratta di andare a ripigliare i discorsi), ma non so bene come si possa fare a sistemare la cosa...

P.S. di nessuna importanza "Sieroreversione" me lo sono inventato io perché, a parte il fatto che non so come si chiami in italiano, nemmeno ricordavo come l'avevano chiamata in inglese. Dubito però di averla azzeccata, perché "seroreversion" in inglese esiste e dunque, se avessero voluto chiamarla appunto "seroreversion", e non "serodeconversion" come invece hanno fatto, avrebbero potuto benissimo.



Dora
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Re: Savarino, macachi e ... colpo di teatro!

Messaggio da Dora » sabato 13 ottobre 2012, 16:13

Leon ha scritto:P.S. Qui stiamo andando off topic di brutto (con tutte le conseguenze che poi ne derivano quando si tratta di andare a ripigliare i discorsi), ma non so bene come si possa fare a sistemare la cosa...
Beh, pazienza! Quando arriverà un altro macaco di Lourdes, riprenderemo il filo del discorso.
P.S. di nessuna importanza "Sieroreversione" me lo sono inventato io perché, a parte il fatto che non so come si chiami in italiano, nemmeno ricordavo come l'avevano chiamata in inglese. Dubito però di averla azzeccata, perché "seroreversion" in inglese esiste e dunque, se avessero voluto chiamarla appunto "seroreversion", e non "serodeconversion" come invece hanno fatto, avrebbero potuto benissimo.
Mi hai fatto venire un dubbio e ho controllato, scoprendo che sono sostanzialmente sinonimi e indicano entrambi la perdita di anticorpi - spontanea o indotta - e la conseguente negativizzazione al test, sia in inglese, sia in francese (però "seroreversion" nei dizionari medici e in Wikipedia c'è, "serodeconversion" no ed è visto solo come il processo contrario di "seroconversion". Cfr. per esempio http://medical-dictionary.thefreedictio ... oreversion e http://it.wikipedia.org/wiki/Sieroreversione).
Direi che sieroreversione è meno involuto e mi piace di più.

In ogni caso, quello che deve accadere è questo:

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Da http://hivbloghiv.blogspot.it/2010/09/successi.html



Dora
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Re: Savarino, macachi e ... colpo di teatro!

Messaggio da Dora » martedì 20 novembre 2012, 17:07

Ho letto un articolo illuminante sui modelli animali, uscito sul numero di dicembre di Nature Reviews - Microbiology: si tratta di Animal models for HIV/AIDS research, scritto da Theodora Hatziioannou e David Evans. La Hatziioannou è una virologa che insegna all'Aaron Diamond AIDS Research Center della Rockefeller University, New York; Evans, invece, insegna presso il Dipartimento di microbiologia e immunologia di Harvard.

In questo articolo si parla molto brevemente di gatti (e lascio la questione dell'FIV da trattare un'altra volta) e diffusamente, invece, di topi e di scimmie.
Poiché dei diversi modelli di topi umanizzati ho già raccontato nel thread dedicato a Paula Cannon, ho pensato di concentrarmi oggi sulle scimmie, perché da quel che è spiegato nel lavoro di Hatziioannou ed Evans si capisce bene quanto sia piena di ostacoli la strada che dai sempre più sofisticati modelli scimmieschi dell'HIV/AIDS porta a cure efficaci negli uomini.
Invece di dilungarmi sugli innumerevoli modelli e sulle differenze per esempio fra i cercocebi mori e i cercopitechi gialloverdi (sooty mangabeys e african green monkeys - ospiti naturali dell’SIV) e i macachi (ospiti NON naturali, che presentano al loro interno variazioni non di poco conto nelle reazioni al virus), mi sembra utile puntare l’attenzione soprattutto sui macachi rhesus, di cui si tratta in questo thread.

Spero che, con questo, risulti anche almeno in parte spiegata la mia diffidenza nei confronti dei toni trionfali con cui ci viene regolarmente presentata ogni ricerca di Andrea Savarino.

****************************************************

Gli ospiti naturali dell’SIV, grazie a millenni di convivenza con questo virus, in genere non sviluppano l'immunodeficienza e gli altri disturbi causati dall’infezione. Negli ospiti naturali si hanno di solito alti livelli di replicazione virale, rapido ricambio dei linfociti produttivamente infetti (compresa una grave distruzione dei CD4 delle mucose) durante la fase acuta dell’infezione e immunità adattiva. Ma tutto questo non comporta né attivazione immunitaria cronica, né perdita progressiva dei CD4 delle mucose o del sangue periferico, né distruzione del tessuto dei linfonodi.
Inoltre, mentre l’infezione da HIV-1 e da SIV dei macachi comporta una grave deplezione dei CD4 memoria centrali, l’SIV dei sooty mangabeys infetta di preferenza i CD4 memoria effettori e si ritiene che questa differenza del tropismo cellulare dell’SIV nei suoi ospiti naturali, che fa sì che risparmi i CD4 memoria centrali, possa essere un fattore importante che contribuisce al basso livello di attivazione immunitaria e di perdita dei CD4.

Gli ospiti naturali sono dunque studiati da persone come Guido Silvestri per capire come “copiare” o “traferire” le loro caratteristiche favorevoli negli esseri umani. Sono inutili come modelli patogenetici, ma servono come confronto fra infezioni patogenetiche e non patogenetiche e il modello dei sooty mangabeys è interessante anche perché è stata proprio la trasmissione cross-specifica dell’SIVsmm a dare origine all’HIV-2, che infetta gli uomini e all’SIVmac, che infetta i macachi.

Quando queste scimmie (i macachi asiatici più che gli africani), che non sono ospiti naturali dei lentivirus dei primati, vengono infettate con certi ceppi di SIV, sviluppano alte viremie, progressiva perdita dei CD4 e infezioni opportunistiche. Questo rende la patogenesi dell’SIV simile a quella dell’HIV-1 ed è per questa ragione che i macachi rhesus, di origine indiana, sono il modello scimmiesco più usato dell’infezione da HIV.
In genere, si usano due ceppi virali: l’SIVmac251 (quello utilizzato da Savarino) e l’SIVmac239. Questi due ceppi furono isolati inizialmente in macachi indiani (è per questo che sono particolarmente adatti per infettare questi animali) e causano alte viremie con minime variazioni da un animale all’altro.
A volte però, data la rarità dei macachi di origine indiana, si usano nelle sperimentazioni macachi provenienti dalla Cina o dalla Birmania. Ma in questi animali la patogenesi di ceppi virali sia dell’SIV sia dell’SHIV (in particolare SHIV89.6P) che replicano molto attivamente nei macachi rhesus indiani è molto diversa: per esempio, anche se le differenze nei picchi di viremia sono piccole, i set-point virali sono molto più bassi e questo si riflette su un più alto numero di CD4 e su una migliore sopravvivenza delle scimmie di origine cinese.


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In modo simile a quanto avviene con la replicazione dell’HIV-1, la replicazione attiva dell’SIV comporta ricambio e perdita progressiva dei CD4, soprattutto nella mucosa gastro-intestinale. Ma la rapidità di progressione della malattia nei macachi è molto maggiore che negli esseri umani (circa 1-2 anni per evolvere in AIDS, rispetto agli 8-10 nelle persone che non ricevono la ART).

I geni del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC) dei macachi rhesus sono altamente polimorfici e codificano per delle molecole che presentano dei peptidi derivati dal virus sulla superficie delle cellule infette per renderle riconoscibili ai linfociti T. Questa caratteristica ha un effetto importante sulla capacità del sistema immunitario di controllare l’infezione da SIV. Se si confrontano i geni dell’MHC dei macachi con i geni umani dell’HLA (Human leukocyte antigen – la versione umana dell’MHC), si vede che ci sono differenze non solo nella sequenza, ma anche nel numero di copie e queste differenze comportano reazioni ai due tipi di virus non sempre sovrapponibili.
Per esempio, esistono nei macachi come negli uomini degli alleli che si associano a un miglior controllo della replicazione virale e che comportano grandi riduzioni delle viremie durante la fase cronica. A causa dei loro effetti protettivi, se questi alleli sono sovra-rappresentati nei gruppi di macachi sperimentali o di controllo, si possono completamente fraintendere i risultati delle sperimentazioni, soprattutto quando gli studi vengono fatti su piccoli numeri (come in genere accade, dato anche il costo dei macachi e la difficoltà di gestirli negli stabulari).

L’incapacità dell’HIV-1 di replicarsi nei macachi – dovuta almeno in parte a dei blocchi cellulari imposti da fattori di restrizione dell’ospite come la TRIM5α, l’APOBEC3G, e forse la teterina – ha fatto sì che venisse utilizzato l’SIV, piuttosto che l’HIV-1, per sviluppare dei modelli di AIDS nei primati non umani.
I ceppi di SIV usati per i modelli patogenetici sono derivati tutti dall’infezione – accidentale o sperimentale – di macachi con l’SIVsmm (il virus dei sooty mangabeys).
Di conseguenza, questi ceppi sono diversi dall’HIV-1 sotto molti e importanti aspetti. Per esempio, l’SIVsmm e l’SIVmac non hanno il gene vpu, mentre hanno il gene vpx, che manca nell’HIV-1. Inoltre, HIV-1 e SIVsmm/SIVmac hanno solo il 53% di nucleotidi identici e differiscono nell’organizzazione delle ORF (Open Reading Frame o sequenze di DNA/RNA codificante). Quindi, anche se sono stati creati diversi SIV e SHIV ricombinanti e si è visto che hanno proprietà biologiche differenti, questi virus sono solo dei surrogati di modelli dell’HIV-1.

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Senza entrare nei dettagli dei diversi virus dell’immunodeficienza delle scimmie, descritti con dovizia di particolari da Hatziioannou ed Evans, ricordo soltanto che l’SIVmac239 è un clone patogenetico che, attraverso diversi passaggi storici, è legato all’SIVmac251 e, come la maggior parte degli isolati di HIV-1, entrambi questi SIV usano il CCR5 come co-recettore, si replicano prevalentemente nei CD4 memoria ed esprimono delle glicoproteine Env che sono resistenti agli anticorpi neutralizzanti.
La distanza genetica fra l’SIVmac239 e il 251 è paragonabile alla distanza genetica fra isolati di HIV-1 del medesimo sotto-gruppo.

Nonostante il fatto che lo studio dell’infezione da SIV nei macachi abbia suggerito intuizioni importanti sulla patogenesi dei lentivirus, sussistono fra SIV e HIV-1 differenze tali che il modello dei macachi non è utilizzabile in molte ricerche. Per esempio, l’SIV non è sensibile a molti dei farmaci che inibiscono la proteasi, la trascrittasi inversa e l’integrasi dell’HIV-1.

Inoltre, anche se la maggior parte degli isolati di HIV-1 e di SIV usano il CCR5, gli altri co-recettori usati da questi virus possono divergere: mentre l’HIV-1 può acquisire la capacità di servirsi del CXCR4, raramente l’SIV ci riesce; ma, in compenso, sa usare dei co-recettori alternativi, che l’HIV-1 non usa. Queste differenze nell’uso dei co-recettori possono complicare non poco la sperimentazione di certi inibitori dell’ingresso del virus nei macachi infetti da SIV.

Per superare queste limitazioni, si sono cercati di sviluppare degli SHIV capaci di replicarsi e di causare la malattia nei macachi. Ma anche qui la questione del tropismo non è facilmente eludibile perché, a fronte degli SIV che sono prevalentemente R5-tropici e si replicano soprattutto nei CD4 memoria, molti SHIV fortemente patogeni si sono evoluti per usare prevalentemente il CXCR4. Questo comporta un’espansione del tropismo cellulare che comprende i CD4 naive.
Quindi, mentre l’SIV infetta soprattutto i linfociti CCR5 positivi, causando una grave deplezione dei CD4 memoria nelle mucose, questi SHIV possono infettare dei linfociti che sono CXCR4 positivi e CCR5 negativi, cioè la maggior parte dei CD4 naive che stanno nel sangue e nei linfonodi. Il rapido crollo del numero di queste cellule è la probabile causa dello scarso sviluppo di CD4 effettori, che servono per limitare la replicazione del virus. E questo potrebbe spiegare perché negli animali infettati da questi tipi di virus sovente la malattia progredisca senza che si riescano a creare degli anticorpi specificamente diretti contro il virus.

Per cercare di risolvere il problema dell’insensibilità a molti antiretrovirali che funzionano contro l’HIV-1 sono state create diverse forme ricombinanti di SIV o SHIV. Così ora si possono utilizzare, per esempio, dei virus che contengono le sequenze per codificare la trascrittasi inversa dell’HIV-1 (RT-SHIV) e sono in sviluppo degli SHIV che esprimono la proteasi dell’HIV-1 o una combinazione di HIV-1 RT e di Env.

Grazie alla relazione filogenetica stretta fra macachi e uomini, molti geni dei macachi che controllano la risposta immune all’SIV sono simili ai geni umani che controllano la risposta immune all’HIV-1. Tuttavia, proprio come accade fra gli esseri umani, anche fra un macaco e l’altro possono esserci grandissime differenze nel decorso dell’infezione, sia essa da SIV o da SHIV. Questa caratteristica dei modelli dei macachi è un’arma a doppio taglio: da un lato, la variazione genetica fra gli animali dà l’opportunità di riprodurre attraverso il modello aspetti specifici delle interazioni fra ospite e virus (ad esempio il ruolo degli alleli protettivi nel controllo dell’infezione); ma, dall’altro, la diversità genetica può complicare enormemente le ricerche in cui vengono usati pochi animali.

In conclusione, i modelli dei primati non umani sono una meraviglia (anche quello creato da Savarino, che è riuscito a sviluppare un modello di completa soppressione della viremia, come riconoscono tre grandi esperti come Cristian Apetrei, Ivona Pandrea e John Mellors). Però soffrono ancora di limitazioni, che non è detto che siano completamente superabili, perché sono in parte intrinseche ai modelli stessi.



cesar78
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Re: Savarino, macachi e ... colpo di teatro!

Messaggio da cesar78 » sabato 8 dicembre 2012, 8:00

In occasione del HIV DART 2012 (development for anti retroviral therapies) tenutosi a San Diego dal 4 al 7 dicembre, Savarino e il suo team hanno presentato il proseguimento del loro lavoro.
Nella prima ricerca era stata utilizzata una combinazione di farmaci antiretrovirali + auranofin. Con questa terapia i ricercatori erano riusciti a indurre un controllo spontaneo dell'infezione che rimaneva anche dopo la sospensione dei trattamenti. Ciò nonostante, il virus era ancora rilevabile nell'organismo e mostrava dei picchi periodici durante il follow-up. Con l'aggiunta di un altro farmaco, chiamato Bso, la giovane squadra italiana è riuscita a migliorare il controllo dell'infezione post-terapia (una delle scimmie è stata seguita per più di un anno e mantiene il virus a livelli per lo più non rivelabili con le normali analisi di biologia molecolare) e a indurre tale controllo in un macaco che partiva da cariche virali estremamente alte (20 milioni di copie di Rna virale per millilitro di sangue, mentre negli esseri umani si osservano solitamente livelli fra le centinaia e le decine di migliaia di copie).

fonte: Adnkronos



Dora
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Re: Savarino, macachi e ... colpo di teatro!

Messaggio da Dora » martedì 16 luglio 2013, 14:12

Notizie di Savarino: un articolo su Retrovirology e un comunicato stampa (il testo è su cortesia di J.Levin - forse qualche agenzia di stampa lo renderà disponibile a breve).

Articolo provvisorio (open access): Investigational treatment suspension and enhanced cell-mediated immunity at rebound followed by drug-free remission of simian AIDS.

Comunicato stampa: Drug-free remission of AIDS in monkeys: from anecdotal reports towards a globally scalable strategy
  • Last week's reports of patients possibly "cured of AIDS" have fueled the hope for an end of this epidemics, although the strategy adopted cannot be scaled to the 33 million living with HIV/AIDS worldwide. However, another important step in this direction, that is the development of a scalable strategy able to induce a drug-free remission of AIDS in monkeys, is finally in the pipeline, researchers report in Retrovirology, one lead scientific journal in the field. Apart from rare cases of drug-free remission obtained treating very early with regular antiretroviral therapies, a cure for AIDS has been so far obtained only in Mr. Timothy Brown, i.e. the "Berlin patient", and, possibly, in two other recently reported cases in Boston. In all these patients, who also suffered from hematological malignancies, invasive and life-threatening techniques have been applied to remove the blood cells (including those harboring the virus) and replace them with new virus-free and cancer-free cells. Therefore, novel strategies are needed that be both safe and scalable to the 33 million people living with HIV/AIDS worldwide.

    Now, by adding to antiretroviral therapy two existing drugs, i.e. the gold salt auranofin and the chemosensitizing agent buthionine sulfoximine (BSO), an Italian and American research team, led by Dr. Andrea Savarino at the Italian NIH (http://www.iss.it), observed, after therapy suspension, a drug-free remission of the disease in the macaque AIDS model (i.e. the animal model most closely resembling human AIDS). The drug combination safely and gradually replaced the "diseased" white blood cells with fresh and efficient cells, although, at first, it did not prevent the initial viral rebound after therapy suspension. "However", says Dr. Andrea Savarino, "during the subsequent follow up of the macaques, the new immune cells fought back the virus, rescuing the macaques to healthy conditions reminiscent of a drug-free remission of AIDS". "It's been the most exciting finding in my entire life", he concludes. “It turns out that a specific branch of the immune system is boosted by the addition of BSO to the drug cocktail, possibly mimicking an auto-vaccination against the virus”, adds Iart Luca Shytaj, a collaborator of Dr. Savarino and first author of the article published in Retrovirology.
    Dr. Savarino's team is planning to start a clinical trial early in 2014.The location and timing of the clinical trial will be announced at the biannual conference on "HIV persistence during therapy" to be held in Miami next December and bringing together the world's top experts in the field.


Trovato il comunicato in italiano in agi.it (14:29 16 LUG 2013 - NOTIZIA CON EMBARGO ORE 18 - :roll: ): Aids: team Italia-Usa, vicini a cura che elimina malattia [no comment sull'hype del titolo, relativo a una terapia che finora è stata sperimentata solo sulle scimmie].

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