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da Dora » lunedì 7 luglio 2014, 16:55
Ho pensato di ascoltare una voce indipendente. Ho dunque rivolto al professor Guido Silvestri, Emory University, delle domande sulla ricerca del dottor Savarino e sulla sperimentazione clinica in partenza. Con grande gentilezza, mi ha risposto (grazie!).
● Quali sono, a suo parere, i punti di forza e di debolezza del razionale ART + auranofin + BSO?
L'idea di usare Auranofin e BSO per ridurre i reservoir virali in corso di ART e' innovativa ed ha un suo razionale ben definito. Questa idea e' stata sviluppata dal Dr. Savarino in alcuni interessanti lavori sul modello SIV nel macaco. Al momento pero' i dati anche se promettenti sono limitati come numero di scimmie trattate ed il trial clinico non e' neanche cominciato. Quindi come sempre bisogna limitare gli entusiasmi, ed infatti Savarino ed i suoi mi sembrano, giustamente, molto cauti in questo senso, e sempre pronti a mettersi in discussione se si levano delle voci critiche.
● L’impostazione del trial clinico in partenza in Florida rispecchia l’impostazione di altre sperimentazioni quali quelle fatte finora sugli HDACi ed è improntata alla massima cautela: dosaggi gradualmente aumentati, nessuna interruzione della ART; solo la somministrazione di auranofin viene estesa a coprire 12 settimane, mentre nel caso del vorinostat si è arrivati al massimo a 2 settimane. È quello che si è imposto come standard in sperimentazioni di questo tipo, oppure la cautela è d’obbligo anche con un farmaco approvato e dal profilo di tossicità ben noto come auranofin?
Credo che la cautela sia sempre molto utile in questo tipo di studi "pilota", quindi penso che l'impostazione del trial clinico di cui lei parla sia valida.
● Gli studi sui modelli animali, in particolare sui macachi infetti da SIV, quanto possono essere predittivi dei risultati che si hanno quando si passa alle sperimentazioni su esseri umani? In particolare, lavorando su scimmie, Savarino ha osservato l’instaurarsi di un ottimo e prolungato controllo delle viremie in assenza di ART in due macachi che avevano ricevuto il protocollo completo di auranofin + BSO, tanto che ha parlato del raggiungimento di uno stato di “cura funzionale”. Immaginando che si riesca ad arrivare ad un trial clinico in cui venga messo alla prova il protocollo completo, quali sono le caratteristiche umane che potrebbero non corrispondere a quanto visto nei macachi?
Il modello preclinico SIV nel macaco e' utilissimo, forse e' il miglior modello proclitico che abbiamo mai avuto per una malattia umana, ma non e' detto che questi dati prevedano al 100% quello che succederà' negli uomini. Il ruolo fondamentale del modello e' di creare le basi ed il razionale per studi clinici successivi, come e' appunto avvenuto in questo caso.
● La strategia di cura dell’infezione da HIV perseguita da Andrea Savarino è la prima ricerca di ispirazione italiana ad arrivare in fase clinica. Il fatto che, però, la sperimentazione clinica si svolga all’estero, sembra costituire uno scacco per la ricerca italiana. Un’occasione mancata per ridare credibilità a un’istituzione – l’ISS – la cui immagine è notevolmente appannata dalle vicende di questi ultimi mesi. L’impressione che ne ho tratto io, al di là delle polemiche e della situazione oggettivamente difficile in cui versa l’ISS con il commissariamento, è che in Italia non ci sia un grande interesse per il tema della cura. E la priorità data agli studi sugli orbivirus nel semestre di presidenza italiana della UE, senza nulla togliere alla preoccupazione per la salute delle pecore, mi pare una conferma di questo sguardo disattento alla malattia da HIV. Mentre nel resto del mondo non si fa altro che discuterne, qui pare che di curare l’infezione da HIV interessi a pochi. Condivide questa mia impressione?
Come lei sa io vivo fuori dall'Italia, quindi mi e' difficile commentare su cosa sia percepito o meno come una priorità nell'ambito della ricerca sull'AIDS (o sui virus in generale) a livello di politica, pubblica amministrazioni, media etc. Credo che la cosa più' importante sia mantenere una comunicazione aperta, trasparente, e soprattutto onesta tra tutte le parti in causa. Quanto al fatto che questo studio si faccia in Florida anziché a Roma non mi sembra un problema... l'importante e' che si arrivi a guarire questa infezione, non se il trial viene fatto in un posto o nell'altro.