Louis Picker, le "scimmie di Portland" e il vaccino al CMV

Ricerca scientifica finalizzata all'eradicazione o al controllo dell'infezione.
Dora
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Re: Louis Picker, le "scimmie di Portland" e il vaccino al C

Messaggio da Dora » sabato 24 gennaio 2015, 18:18

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UNA CRITICA PUNGENTE E UNA PROTEINA FANTASMA

Qualche giorno fa, è stato pubblicato su PubPeer un commento di critica all'articolo di Picker su Nature del 2013 - il lavoro in cui si parla dell'eradicazione dell'SIV da alcuni macachi vaccinati con il vaccino basato sull'RhCMV (Immune clearance of highly pathogenic SIV infection).

Il commento è anonimo, come è generalmente accettabile in Rete e come è stabilito per policy da PubPeer, che è una piattaforma nata nel 2013 per favorire la critica pubblica di lavori scientifici, una sorta di peer review dopo la pubblicazione. L’anonimato fa sì che non si possano accusare gli autori di essere a priori nemici di Picker, di essere dei concorrenti che cercano di danneggiarlo per ragioni accademiche o economiche, o degli ignoranti che non sanno quello che dicono. E impone che le critiche che vengono mosse debbano essere prese per quello che sono, indipendentemente da chi le fa, e non possano essere rimandate al mittente senza una risposta.

E queste critiche appaiono serie, ben argomentate e potenzialmente gravi.

Una rilettura dell’articolo del 2013 ha infatti portato gli autori del commento ad affermare che i dati presentati e le analisi statistiche elaborate su quei dati non sono consistenti. In particolare,

  • 1. sono stati fatti dei pasticci fra il numero degli animali non vaccinati che si sono infettati (non tutti si sono infettati, ma 9 su 16) e il numero degli animali che sono stati usati per confrontarli con le scimmie vaccinate, perché sono stati tenuti come controlli solo i macachi non vaccinati che hanno sviluppato l’infezione;

    2. le scimmie che sono state vaccinate hanno ricevuto meno dosi di virus SIVmac239 nel tentativo di infettarle rispetto alle scimmie che non sono state vaccinate (Picker e colleghi hanno infatti smesso di iniettare loro del virus quando hanno rilevato nel plasma un SIV RNA ≥30 copie). Questo ha comportato che avessero meno probabilità di infettarsi e di sviluppare un’infezione produttiva, quindi questo da solo basta a spiegare l’apparente protezione data dal vaccino;

    3. l’infezione è stata valutata misurando la viremia mediante una PCR che andava ad amplificare la Gag dell’SIV. Ma la PCR potrebbe invece avere amplificato proteine virali contenute nel vaccino, che contiene un ceppo di SIV sì attenuato, ma vivo, per di più con un vettore come il CMV che è persistente. In sostanza, misurare così la viremia non permetterebbe di capire se davvero si è instaurata un’infezione produttiva o se invece la Gag che si trova è soltanto quella espressa dal vettore, che dà solo una transitoria apparenza di infezione;

    4. rivedendo l’analisi statistica, gli autori del commento ne concludono che la vaccinazione con RhCMV- SIV non abbia dato nessuna protezione statisticamente significativa contro l’infezione (né per via vaginale, né per via intravenosa). L’assenza di un’immunità parziale, cioè il fatto che, a differenza di altri vaccini, questo abbia dato una protezione completa a circa la metà degli animali vaccinati e nessuna protezione agli altri, era stata considerata un aspetto misterioso; ma la spiegazione data dai critici di Picker è che circa la metà dei macachi vaccinati hanno sviluppato un’infezione cronica senza alcuna riduzione del set point delle viremie, mentre l’altra metà sono stati esposti a troppe poche dosi di virus perché, a seguito di transitori blip della Gag dell’SIV – che erano in realtà artefatti della PCR – Picker e colleghi hanno smesso di provare a infettarli.

    Gli autori del commento ritengono dunque che sia necessaria una rivalutazione indipendente di questo approccio vaccinale, in uno studio in cieco, in cui tutti gli animali vaccinati e non vaccinati ricevano le stesse dosi di SIVmac239.


Una critica potenzialmente devastante.

Io temo che sui pasticci statistici e metodologici rilevati ci sia poco da dire.
Sulla valutazione delle infezioni, invece, sul fatto che le infezioni in quei macachi vaccinati e che poi hanno eradicato il virus si siano davvero instaurate immagino che Picker avrà da dire moltissimo.
Un aspetto fondamentale sia di questo lavoro del 2013, sia della prima parte della ricerca, pubblicata sempre su Nature ma nel 2011, è stata infatti la rilevazione e l'analisi delle risposte anti-Vif. La Vif è una proteina dell’SIV (e HIV) che non era presente nel vaccino: c’erano la Gag, la Rev, la Tat, la Nef, la Env e la Pol. Ma la Vif no, quella non c’era.
Eppure le risposte a quella proteina assente dal vettore sono state rilevate in tutte le scimmie, e poi sono scomparse quando anche il virus è scomparso.
Picker e colleghi hanno considerato lo sviluppo di risposte dei linfociti T contro la Vif dell’SIV come la conferma che le scimmie si erano infettate.
Una specie di controprova: se il virus non ci fosse stato, come si sarebbero potute avere delle risposte contro una proteina fantasma?
La parte del commento su PubPeer dedicata alla presenza di risposte anti-Vif è, a mio parere, quella più debole di una critica in altri passi puntigliosa ai limiti della pedanteria, perché viene semplicemente rilevato che non conosciamo la frequenza di linfociti T anti-Vif prima che alle scimmie venisse inoculato il virus e sono state osservate fino allo 0,03% di cellule Vif-specifiche in scimmie SIV negative.
Insomma, anche questa potrebbe essere una amplificazione degli strumenti di misura.
Un'illusione, il fantasma di un'infezione.
Per quello che io riesco a capire, però, i picchi di risposte anti-Vif misurati da Picker vanno ben oltre lo 0,03%. Ma a questo punto è a Picker che spetta dare una risposta.

Assistendo alla farsa del vaccino Tat, abbiamo avuto modo di osservare quanto antiscientifico, stupido, pericoloso e, in definitiva, autodistruttivo possa essere l’atteggiamento di quei ricercatori che non rispondono alle contestazioni sulle loro ricerche, ritenendosi forse immuni dalle critiche dei colleghi e perferendo rifugiarsi nella paranoia del complotto piuttosto che ammettere di avere sbagliato qualcosa - o anche moltissimo.

Io mi auguro che Picker non sia la Ensoli. Che non si nasconda dietro il dito della sua fama e risponda al più presto, fugando completamente il sospetto di incompetenza che questi critici hanno lanciato su di lui.
Ultima modifica di Dora il venerdì 30 gennaio 2015, 1:22, modificato 1 volta in totale.



skydrake
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Re: Louis Picker, le "scimmie di Portland" e il vaccino al C

Messaggio da skydrake » domenica 25 gennaio 2015, 11:15

Dora ha scritto:
Assistendo alla farsa del vaccino Tat, abbiamo avuto modo di osservare quanto antiscientifico, stupido, pericoloso e, in definitiva, autodistruttivo possa essere l’atteggiamento di quei ricercatori che non rispondono alle contestazioni sulle loro ricerche, ritenendosi forse immuni dalle critiche dei colleghi e perferendo rifugiarsi nella paranoia del complotto piuttosto che ammettere di avere sbagliato qualcosa - o anche moltissimo.

Io mi auguro che Picker non sia la Ensoli. Che non si nasconda dietro il dito della sua fama e risponda al più presto, fugando completamente il sospetto di incompetenza che questi critici hanno lanciato su di lui.[/size]
Ma forse non rispondono alle critiche più spinose perché sono appunto fondate e non sanno come rispondere.

Forse potrà minimizzare alcuni dei punti elencati sopra, ma per gli altri non so può permettersi una risposta "OK, ho fatto un pasticcio con le mie sperimentazioni, ricomincio d'accapo? ".
La tendenza piuttosto é arrampicarsi sugli specchi o, se proprio non c'é alcun appiglio, esaltare alcuni aspetti ignorando le critiche.

Perlomeno Picker non si é limitato finora a ripetere la solita solfa: "risultati strabilianti, le cavie/pazienti hanno prodotto anticorpi di reazione", frase fin troppo frequente tra quegli allegri vaccinari (quelli che esaltano le loro ricerche senza andare nel dettaglio, continuando a chiedere "more money, more time" da 10, 15 e più anni), frase che fa effetto tra i giornalisti ma in realtà qualunque infettivologo sa che non significa nulla.

Al momento pare che Picker abbia peccato di onestà superficialità (non di colpevole mascheramento) nel condurre le sue sperimentazioni. Perlomeno finora ha pubblicato parecchi dettagli delle sue sperimentazioni, anziché le solite generiche e nebulose descrizioni.
Aspetto con impazienza sue repliche per vedere se almeno parte del suo lavoro possa essere recuperato, o se debba ricominciare d'accapo.

Certo, se preferisse ignorare queste critiche troppo a lungo (gli diamo 3 mesi?), dovremmo spostare anche lui nella categoria degli allegri vaccinari.



Dora
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Re: Louis Picker, le "scimmie di Portland" e il vaccino al C

Messaggio da Dora » domenica 25 gennaio 2015, 13:20

skydrake ha scritto:Al momento pare che Picker abbia peccato di onestà superficialità (non di colpevole mascheramento) nel condurre le sue sperimentazioni.
Pare anche a me che il problema sia di superficialità nella gestione (e temo anche nella interpretazione) dei dati. Se avesse imbrogliato consapevolmente, per me sarebbe proprio un brutto colpo (non che incompetenza e faciloneria sia disposta a perdonargliele ...).
Certo, se preferisse ignorare queste critiche troppo a lungo (gli diamo 3 mesi?), dovremmo spostare anche lui nella categoria degli allegri vaccinari.
Direi un mese: dubito che, se ha in programma di presentarsi al CROI, riuscirà a evitare di rispondere a qualche domanda.

Qualche anno fa, nel 2010, uscì su Cell Research un articolo di Zhang e Crumpacker (due bostoniani che nel 2007 avevano pubblicato un lavoro in cui sostenevano che mai e poi mai l'HIV potrebbe infettare le staminali) in cui veniva letteralmente fatto a pezzi il primo articolo di Kathleen Collins che studiammo a lungo qui nel forum. Lì la Collins aveva mostrato come il virus riesca non solo a infettare attivamente le staminali, ma anche a creare un reservoir latente.
Bene, Zhang e Crumpacker la attaccarono con una volgarità, una veemenza del tutto irrituali in un articolo scientifico, praticamente le diedero dell'idiota e dell'incompetente, della pasticciona e della disonesta, misero in evidenza imprecisioni, furbate, errori, sia nell'impostazione degli esperimenti, sia nell'interpretazione dei risultati e dissero che il lavoro era semplicemente da rifare da cima a fondo.
Nulla a che vedere con i modi garbati usati dai critici di Picker su PubPeer - davvero un attacco come difficilmente mi era capitato di vedere.

La Collins sul momento non fiatò. Però nel giro di qualche mese pubblicò un articolo in cui - pur senza mai citare Zhang e Crumpacker - ritornò su tutto il suo lavoro precedente, migliorandolo dove era da migliorare, aggiustando il tiro dove lo poteva fare e, nella sostanza, ridimostrando la validità delle sue ipotesi e dei suoi risultati.

Per quanto può valere la mia opinione, io la ritenni una grande lezione di correttezza scientifica, di onestà intellettuale e anche di signorilità.

Chissà, magari anche Picker farà così.



P.S. Basta però di non dover vedere qualche squadrista sedicente attivista che attacca la libertà di critica in nome dei malati. :?



Datex
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Re: Louis Picker, le "scimmie di Portland" e il vaccino al C

Messaggio da Datex » domenica 25 gennaio 2015, 18:36

con tutto il rispetto per lo studio e il ricercatore ma più di un paio di scimmie apparentemente immunizzate, sul lato pratico non abbiamo visto nulla di particolare. gli effetti sull'essere umano sono ancora sconosciuti e come ben si sa la maggior parte dei trial che dimostrano efficacia nel modello animale poi in fase finale sull'uomo al contrario sono dei giganteschi fallimenti. per quanto possa essere rischioso bisogna iniziare quanto prima un trial clinico sull'uomo, una proof of concept, per capire se siamo sulla strada giusta o no. altrimenti rischiamo anni di attesa e di test per poi buttare tutto nel cesso.



Dora
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Re: Louis Picker, le "scimmie di Portland" e il vaccino al C

Messaggio da Dora » domenica 25 gennaio 2015, 22:35

Datex ha scritto:con tutto il rispetto per lo studio e il ricercatore ma più di un paio di scimmie apparentemente immunizzate, sul lato pratico non abbiamo visto nulla di particolare. gli effetti sull'essere umano sono ancora sconosciuti e come ben si sa la maggior parte dei trial che dimostrano efficacia nel modello animale poi in fase finale sull'uomo al contrario sono dei giganteschi fallimenti. per quanto possa essere rischioso bisogna iniziare quanto prima un trial clinico sull'uomo, una proof of concept, per capire se siamo sulla strada giusta o no. altrimenti rischiamo anni di attesa e di test per poi buttare tutto nel cesso.
No, scusa, non è così. Se le scimmie vaccinate da Picker si sono davvero infettate e poi hanno eradicato l'infezione, a me pare un risultato di enorme importanza (e tale è stato considerato da tutta la comunità scientifica).
Ma dato che ora questo viene messo in dubbio, prima che si parli di una sperimentazione sull'uomo io vorrei capire se Picker si è sbagliato. Oppure se ha mentito.
Non vorrei mai che questo vaccino arrivasse in fase clinica portandosi appresso simili sospetti sulla fase preclinica - in quel caso, oltre al fantasma di un'infezione, si trascinerebbe dietro pure un destino di sconfitta (spero che il vaccino Ensoli abbia insegnato qualcosa).



Dora
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Re: Louis Picker, le "scimmie di Portland" e il vaccino al C

Messaggio da Dora » martedì 20 ottobre 2015, 11:54

Da molto Louis Picker non pubblica novità sul suo vaccino.
Né, purtroppo, ha (ancora) risposto alle pesantissime critiche anonime uscite su PubPeer all'inizio di quest'anno.
Qualche notizia ci arriva però da sua moglie, Belinda Beresford, che ha partecipato indossando degli stupefacenti stivali Star Trek style a una cena, che si è tenuta venerdì scorso per aiutare la OHSU (Oregon Health & Science University) a raccogliere 1 miliardo di dollari entro il 2020 per la ricerca sul cancro, sull'HIV/AIDS e su diverse altre malattie.

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Il Portland Business Journal ci ragguaglia sull'evento mondano e ci dice che il team guidato da Picker presto cercherà dei volontari per uno studio preparatorio da svolgere prima dei trial clinici sul vaccino, che dovrebbero partire a fine 2016, inizio 2017, e se tutto va bene rendere disponibile il vaccino in una decina d'anni.

Ms Picker dice che due cose possono bloccare il vaccino: la prima è che potrebbe non funzionare come previsto; la seconda l'assenza di denaro. "I trial clinici sugli uomini sono costosi - dice Belinda - se non ci sono i soldi, il vaccino se ne resterà in un freezer e le sperimentazioni non avranno luogo".

Insomma, donate con liberalità.

La OSHU ha creato un sito per raccontare dei suoi obiettivi di ricerca.

A MOVEMENT HAS STARTED: WILL YOU JOIN US?

Fatevi sotto and MAKE A GIFT! (Si parte da 50$, la strada per arrivare a 1 miliardo sembra lunga.)
Ultima modifica di Dora il martedì 20 ottobre 2015, 11:59, modificato 1 volta in totale.



alfaa
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Re: Louis Picker, le "scimmie di Portland" e il vaccino al C

Messaggio da alfaa » martedì 20 ottobre 2015, 11:58

Dicendo che potrebbe non funzionare come previsto sta mettendo quindi le mani avanti... Si parla comunque sempre di un vaccino preventivo giusto? Chi sa se ha sempre intenzione di provarlo anche come terapeutico come diceva l'anno scorso



Dora
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Re: Louis Picker, le "scimmie di Portland" e il vaccino al C

Messaggio da Dora » martedì 20 ottobre 2015, 12:03

alfaa ha scritto:Chi sa se ha sempre intenzione di provarlo anche come terapeutico come diceva l'anno scorso
Domanda interessante, cui non sono in grado di rispondere, perché da molti mesi di Picker non mi è capitato di vedere nulla.
Ma una domanda più interessante - almeno per me - è: perché Picker non ha risposto alle critiche - DEVASTANTI - sul modo in cui lui e Lifson hanno condotto la sperimentazione sulle scimmie?
Se non aveva nulla da nascondere, perché non ha mostrato le prove che aveva ragione lui e che veniva accusato ingiustamente?



Blast
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Re: Louis Picker, le "scimmie di Portland" e il vaccino al C

Messaggio da Blast » martedì 20 ottobre 2015, 12:55

Secondo me non risponde perché sa di dover nascondere lo scempio che ha fatto con le sperimentazioni e di conseguenza dover giustificare tutti i soldi spesi per la sperimentazione sulle scimmie.
Comunque non mi è chiara l'analisi di risposta a vif (anticorpale? pcr? altro?)


CIAO GIOIE

admeto
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Re: Louis Picker, le "scimmie di Portland" e il vaccino al C

Messaggio da admeto » martedì 20 ottobre 2015, 14:11

Ma i 25 milioni di dollari promessi da Bill Gates che fine hanno fatto?



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