skydrake ha scritto:quote ha scritto:
In soldoni i "funzionari" di stato affermano che D&G avrebbero dovuto dovuto vendere ad un prezzo più alto il loro marchio. Hanno fatto il calcolo delle tasse non sull'effettivo importo incassato da D&G ( sul quale hanno pagato le tasse regolari ) ma su quello che LORO CREDEVANO FOSSE IL PREZZO GIUSTO.
Facendo un esempio, anche il mio ex ragazzo ha comprato una casa di campagna (con terreno coltivabile annesso) ad un prezzo ufficiale pari un quinto del valore reale, per non pagare le tasse (ed é andato nei guai quando il vicino, coltivatore diretto, ha chiesto l'applicazione del diritto di prelazione, ovviamente al prezzo ufficiale).
Sul fatto che il prezzo del marchio, nonché delle altre attività, spetta il tribunale a giudicare.
Non addentrarti in qualcosa che non conosci. Nessun tribunale del mondo, dove esiste un minimo di diritto, PUO' STABILIRE IL PREZZO DI VENDITA DI QUALCOSA.
Informati bene prima di scrivere. Io posso vendere la mia casa a 1.000 euro punto e basta. NESSUN GIUDICE PUO' ENTRARE NEL MERITO DELLA MIA DECISIONE.
Possono solo ipotizzare che io abbia venduto in nero e l'altro comprato in nero. Certamente mi potranno fare le pulci per vedere giri di denaro in NERO.
Nel caso di D&G c'è stata l’assoluzione dal reato di dichiarazione infedele dei redditi, dunque il NERO NON LO HANNO TROVATO. Visto che il nero non esiste si sono inventati di sana pianta qualcosa d'altro.
Ci mancava l'ennesima figuraccia mondiale della nostra magistratura.
Hai scritto una cosa delirante ed è questa : Sul fatto che il prezzo del marchio, nonché delle altre attività, spetta il tribunale a giudicare.