Le teorie complottistiche influiscono sulle diagnosi tardive
Inviato: mercoledì 30 gennaio 2013, 10:15
Una persona su 4 con l’HIV ha 50 o più anni e tuttavia le persone più anziane è molto più probabile che vengano diagnosticate in fasi avanzate dell’infezione.
Queste diagnosi tardive sono un grave problema perché da un lato mettono a rischio la loro salute peggiorando la risposta alle terapie, dall’altro aumentano la diffusione del contagio.
Secondo i dati dei CDC americani, il 43% delle persone HIV positive fra i 50 e i 55 anni e il 51% di coloro che ne hanno 65 o più sviluppano AIDS conclamata nel giro di un anno dalla diagnosi e costituiscono il 35% delle morti AIDS-correlate.
Esistono diverse barriere psicologiche che trattengono le persone più anziane dall’andare a fare il test. Ma, fra queste ragioni, quelle legate alla sfiducia nei confronti del governo (per esempio la credenza che il governo sia dominato da interessi che con la popolazione non hanno nulla a che vedere) e le teorie del complotto (per esempio l’idea che l’HIV sia una costruzione umana e sia stato creato per uccidere certi gruppi di persone), hanno una devastante influenza nell'impedire a molti di fare il test.
Una ricerca condotta nel 2006-2007 dalla University of California, Los Angeles, su 226 persone considerate ad alto rischio, di età compresa fra 50 e 85 anni e reclutate presso ambulatori per malattie sessualmente trasmissibili o luoghi dove è possibile avere siringhe nuove, ha dimostrato che il 30% degli intervistati crede in qualche teoria del complotto relativa all’HIV/AIDS, il 72% nutre sfiducia nei confronti del governo e il 45% di loro non aveva fatto un test dell’HIV nei precedenti 12 mesi.
Poiché negli Stati Uniti il fattore razza pesa molto più che qui (per esempio, si sa che fra i neri la sfiducia nel governo e le teorie cospirazioniste sono molto più diffuse che fra i banchi), aggiungo che il 46.5% degli intervistati erano ispanici, il 25.2% neri non ispanici, il 18.1% bianchi non ispanici e il 10.2% di altre razze o etnie.

Articolo: Belief in AIDS-Related Conspiracy Theories and Mistrust in the Government: Relationship with HIV Testing Among At-Risk Older Adults
Comunicato stampa: Government Mistrust Deters Older Adults from HIV Testing
NdD: peccato, già che c'erano, che la professoressa Chandra Ford e i suoi colleghi della UCLA non abbiano indagato gli effetti della propaganda negazionista sulla validità dei test. Temo che avrebbero scoperto che ci sono e sono pesanti.
Queste diagnosi tardive sono un grave problema perché da un lato mettono a rischio la loro salute peggiorando la risposta alle terapie, dall’altro aumentano la diffusione del contagio.
Secondo i dati dei CDC americani, il 43% delle persone HIV positive fra i 50 e i 55 anni e il 51% di coloro che ne hanno 65 o più sviluppano AIDS conclamata nel giro di un anno dalla diagnosi e costituiscono il 35% delle morti AIDS-correlate.
Esistono diverse barriere psicologiche che trattengono le persone più anziane dall’andare a fare il test. Ma, fra queste ragioni, quelle legate alla sfiducia nei confronti del governo (per esempio la credenza che il governo sia dominato da interessi che con la popolazione non hanno nulla a che vedere) e le teorie del complotto (per esempio l’idea che l’HIV sia una costruzione umana e sia stato creato per uccidere certi gruppi di persone), hanno una devastante influenza nell'impedire a molti di fare il test.
Una ricerca condotta nel 2006-2007 dalla University of California, Los Angeles, su 226 persone considerate ad alto rischio, di età compresa fra 50 e 85 anni e reclutate presso ambulatori per malattie sessualmente trasmissibili o luoghi dove è possibile avere siringhe nuove, ha dimostrato che il 30% degli intervistati crede in qualche teoria del complotto relativa all’HIV/AIDS, il 72% nutre sfiducia nei confronti del governo e il 45% di loro non aveva fatto un test dell’HIV nei precedenti 12 mesi.
Poiché negli Stati Uniti il fattore razza pesa molto più che qui (per esempio, si sa che fra i neri la sfiducia nel governo e le teorie cospirazioniste sono molto più diffuse che fra i banchi), aggiungo che il 46.5% degli intervistati erano ispanici, il 25.2% neri non ispanici, il 18.1% bianchi non ispanici e il 10.2% di altre razze o etnie.

Articolo: Belief in AIDS-Related Conspiracy Theories and Mistrust in the Government: Relationship with HIV Testing Among At-Risk Older Adults
Comunicato stampa: Government Mistrust Deters Older Adults from HIV Testing
NdD: peccato, già che c'erano, che la professoressa Chandra Ford e i suoi colleghi della UCLA non abbiano indagato gli effetti della propaganda negazionista sulla validità dei test. Temo che avrebbero scoperto che ci sono e sono pesanti.