segugio82 ha scritto:Non ho mai assunto Eviplera con la dose di paranoia che a volte ho letto qui da altri utenti, mica per colpa loro ma per colpa del terrorismo che alcuni medici inseriscono nel loro approccio con il paziente.
Non ho mai contato le calorie assunte né ho tantomeno assunto la pastiglia sempre alla MEDESIMA ora ogni giorno.
La mia cena può variare di 1 o due ore e quindi la mia assunzione ha sempre avuto questa oscillazione.
Ma, come potete leggere, tutto funziona alla meraviglia.
georg.frideric ha scritto:Ne approfitto per dire che anche il mio medico, nel quale ho massima fiducia, è stato molto sdrammatizzante sull'ossesione per numero di calorie / ora di assunzione: mi ha detto che è vero che bisogna aver lo stomaco pieno ma non è vero che si debba raggiungere una soglia minima di calorie definite, e anche sull'ora è giusto definirla ma non è necessario diventarci matti. Mi ha esplicitamente detto che l'indicazione "rigida" delle calorie e dell'ora definita è una sorta di messaggio "rafforzato" per evitare che la gente sia discontinua nella terapia: marketing, fondamentalmente.
Vorrei commentare brevemente queste affermazioni, per evitare soprattutto che possano dare indicazioni errate a nuovi utenti. Innanzitutto, non si può fare della propria esperienza personale un credo: ci sono infatti, al contrario, numerose testimonianze su questo stesso forum relative a Eviplera e relativi fallimenti virologici, causati, con ogni probabilità, da una scarsa assunzione del numero sufficiente di calorie.
Infatti, ho notato un po' di superficialità da parte dei medici per quanto riguarda la raccomandazione "base" da seguire con Eviplera, ossia assumere Eviplera dopo uno dei due pasti principali della giornata perché la colazione, molto spesso, non è sufficiente a garantire il giusto quantitativo di cibo.
Ciò premesso, definire come scelta di marketing l'indicazione di assumere un certo quantitativo di calorie, è altrettanto sbagliato. Questo è quello che è scritto nel foglietto illustrativo: "La somministrazione di Eviplera a soggetti sani adulti con un pasto leggero (390 kcal) o con un pasto standard (540 kcal) ha determinato un aumento dell’esposizione a rilpivirina e tenofovir rispetto alla somministrazione a digiuno. La Cmax e l’AUC di rilpivirina sono aumentate rispettivamente del 34% e del 9% con un pasto leggero e del 26% e del 16% con un pasto standard. La Cmax e l’AUC di tenofovir sono aumentate rispettivamente del 12% e del 28% con un pasto leggero e del 32% e del 38% con un pasto standard".
Nei foglietti illustrativi non si fa marketing, ma scienza (anzi, farmacologia).
Allo stesso tempo vorrei rimarcare il fatto che un pasto "normale" è chiaramente più che sufficiente a garantire la corretta assunzione di Eviplera, così come lievi scostamenti di orari (un'ora o due in più o in meno) non hanno alcuna rilevanza, soprattutto dopo che si è resa già irrilevabile la carica virale nel sangue.
Infine, l'aderenza è importante, senza terrorismi psicologici ma anche senza superficialità.
Al contrario, la puntualità svizzera nell'assunzione non è certo da biasimare, se una persona si trova a proprio agio con questo tipo di scelta.