CD14 è una svista, vero? Perché è un marker di attivazione dei monociti e non viene utilizzato da HIV per entrare nelle cellule.Gabriel81 ha scritto:Dora una curiosità, che si sappia ad oggi esistono altre tipologie di cellule, oltre i cd14+, per le quali la Art non lavora con la stessa intensità come per i cd4+? In caso affermativo ci sono altri studi tipo questo per farmaci specifici?
Per provare a risponderti.
HIV usa due recettori, due proteine espresse sulla superficie delle cellule e codificate da due geni che hanno lo stesso nome della proteina che producono: CD4 (una glicoproteina) è il recettore principale e CCR5 (o in alternativa CXCR4) il co-recettore cui il virus si lega per trovare accesso alle cellule.
Quindi le cellule che sono potenziali target di HIV sono quelle che esprimono sufficienti livelli di questi marker sulla propria superficie - i linfociti T CD3 che esprimono i più alti livelli di proteina CD4, prendono il nome dalla proteina e per comodità sono abbreviati in CD4, sono il bersaglio principale. E poi ci sono altri tipi di cellule, come appunto i monociti-macrofagi, le microglia nel cervello (che sono un tipo di macrofagi), forse alcune cellule progenitrici/staminali ematopoietiche (le CD34), che esprimono il CCR5 e livelli sufficienti di CD4 per attirare a sé il virus. Sono bersagli secondari, ma come abbiamo visto i macrofagi sono in grado di sostenere un'infezione sicuramente produttiva e forse anche latente (di infezione latente Garcia non ha parlato, così come non ne parla Biotron per il suo BIT225, e credo sarà molto difficile indagare la questione).
Contro l'infezione di tutte queste cellule i diversi antiretrovirali, che attaccano le diverse fasi del ciclo vitale di HIV, funzionano allo stesso modo, però non tutti gli antiretrovirali hanno la medesima capacità di penetrazione nei tessuti o della barriera emato-encefalica. Quindi se un farmaco arriva meno bene ad esempio nei linfonodi, allora le cellule infette che si localizzano di preferenza lì possono riuscire a mantenere un certo grado di infezione, magari sempre localizzata, però attiva e capace di innescare nuovi cicli nel caso venga meno la pressione della ART.
Quindi, ben venga un nuovo farmaco come quello di Biotron se sarà capace di agire su quei bassissimi livelli di viremia residua che si potrebbero far risalire a dei macrofagi infetti infrattati in qualche tessuto.