ti giuro, ero convinto che i titoli farmaceutici fossero come da sempre rimasti dei porti sicuri..!uffa2 ha scritto:come, come mai? ti sono sfuggiti gli ultimi tre anni di esaltante benessere economico?
scherzi a parte: sulla borsa di NY, che non è la latrina di piazza Affari, i titoli “biotech&drugs” sono, nonostante due anni di “trend positivo”, ancora sotto le quotazioni del 2008, come del resto l’indice delle top 500 Standard&Poors, e comunque facendo peggio dello S&P500… insomma: chi ha investito in borsa deve ancora recuperare il valore di tre anni fa dei suoi investimenti, il che, per i fondi pensione gestiti “seriamente” è tragico, perché significa che o le aziende in cui hai investito generano utili oppure non paghi le rendite agli investitori…
Distribuzione HAART presso strutture ospedaliere in Italia
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Re: Distribuzione HAART presso strutture ospedaliere in Ital
Re: Distribuzione HAART presso strutture ospedaliere in Ital
I titoli farmaceutici li pensavo anche io “sicuri”, eppure il grafico del NYSE è impietoso: sono sotto lo S&P500, e ripetono esattamente tutte le oscillazioni del NYSE…
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Re: Distribuzione HAART presso strutture ospedaliere in Ital
Premessa: io continuo a ricevere una confezione di Atripla al mese, il che significa che arrivo sistematicamente alla scadenza con le pastiglie contate.
Oggi è apparso questo articolo su Pharmakronos, che conferma la mia idea che il sistema sia oramai sul punto di saltare per aria, perché quando si scrive "non pensiamo a...", significa che ci si è già pensato e lo si sta minacciando...
Roche, non pensiamo a blocco forniture in Italia
Ma profonda sofferenza per ritardo pagamenti
«Non prevediamo il blocco delle forniture di medicinali in Italia. Ma se assicurare i farmaci ai pazienti e agli ospedali è la nostra priorità, non possiamo non segnalare che la situazione è oggettivamente gravissima».
Lo spiega a Pharmakronos Dario Francolino, Head of Communications & Public Affairs Roche Italia, smentendo di fatto le voci circolate in queste ore su un possibile stop delle forniture di farmaci agli ospedali pubblici del Belpaese, che ormai da tempo figura nel gruppo dei “cattivi pagatori” delle farmaceutiche insieme a Spagna, Grecia e Portogallo.
«Non vorrei parlare degli altri Paesi – prosegue Francolino - ma posso assicurare che, ad oggi, non prevediamo il blocco delle forniture in Italia. Ma stiamo monitorando attentamente la situazione». E il quadro non è roseo, anzi. «La nostra situazione oggettivamente è gravissima. Dobbiamo affrontare ritardi nei pagamenti da parte delle strutture pubbliche e private di 24 mesi. Per avere un’idea, noi abbiamo un fatturato di un miliardo l’anno e ben 500 milioni di crediti. Insomma, è una situazione di profonda sofferenza[/i]».
«E oltre al danno di non essere pagati per prodotti regolarmente forniti, c’è la beffa della tassa per l’innovazione: su ciò che noi di fatto oggi non incassiamo, e incasseremo con mesi e anni di ritardo, dovremo restituire un tot in funzione del fatturato».
Altra penalizzazione arriva dalla misura relativa all’obbligo di indicare il generico in ricetta, aggiunge Francolino. «Tutti provvedimenti che pesano su aziende come le nostre, che fanno ricerca e innovazione. Insomma, noi non tagliamo le forniture di farmaci, ma così non si può andare avanti». Preoccupano anche i “tempi di latenza” dei farmaci: «In media nel nostro Paese le autorizzazioni arrivano dopo 12,7 mesi, con punte di 15 mesi». Una situazione che spinge Francolino a parlare di “accanimento su chi fa innovazione”. E se l’idea, per ora, non è quella di chiudere i “rubinetti” e interrompere le forniture agli ospedali, come già accaduto in Grecia, «stiamo pensando di variare alcune cose sulle modalità di pagamento» per le strutture, conclude Francolino.
Oggi è apparso questo articolo su Pharmakronos, che conferma la mia idea che il sistema sia oramai sul punto di saltare per aria, perché quando si scrive "non pensiamo a...", significa che ci si è già pensato e lo si sta minacciando...
Roche, non pensiamo a blocco forniture in Italia
Ma profonda sofferenza per ritardo pagamenti
«Non prevediamo il blocco delle forniture di medicinali in Italia. Ma se assicurare i farmaci ai pazienti e agli ospedali è la nostra priorità, non possiamo non segnalare che la situazione è oggettivamente gravissima».
Lo spiega a Pharmakronos Dario Francolino, Head of Communications & Public Affairs Roche Italia, smentendo di fatto le voci circolate in queste ore su un possibile stop delle forniture di farmaci agli ospedali pubblici del Belpaese, che ormai da tempo figura nel gruppo dei “cattivi pagatori” delle farmaceutiche insieme a Spagna, Grecia e Portogallo.
«Non vorrei parlare degli altri Paesi – prosegue Francolino - ma posso assicurare che, ad oggi, non prevediamo il blocco delle forniture in Italia. Ma stiamo monitorando attentamente la situazione». E il quadro non è roseo, anzi. «La nostra situazione oggettivamente è gravissima. Dobbiamo affrontare ritardi nei pagamenti da parte delle strutture pubbliche e private di 24 mesi. Per avere un’idea, noi abbiamo un fatturato di un miliardo l’anno e ben 500 milioni di crediti. Insomma, è una situazione di profonda sofferenza[/i]».
«E oltre al danno di non essere pagati per prodotti regolarmente forniti, c’è la beffa della tassa per l’innovazione: su ciò che noi di fatto oggi non incassiamo, e incasseremo con mesi e anni di ritardo, dovremo restituire un tot in funzione del fatturato».
Altra penalizzazione arriva dalla misura relativa all’obbligo di indicare il generico in ricetta, aggiunge Francolino. «Tutti provvedimenti che pesano su aziende come le nostre, che fanno ricerca e innovazione. Insomma, noi non tagliamo le forniture di farmaci, ma così non si può andare avanti». Preoccupano anche i “tempi di latenza” dei farmaci: «In media nel nostro Paese le autorizzazioni arrivano dopo 12,7 mesi, con punte di 15 mesi». Una situazione che spinge Francolino a parlare di “accanimento su chi fa innovazione”. E se l’idea, per ora, non è quella di chiudere i “rubinetti” e interrompere le forniture agli ospedali, come già accaduto in Grecia, «stiamo pensando di variare alcune cose sulle modalità di pagamento» per le strutture, conclude Francolino.
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Re: Distribuzione HAART presso strutture ospedaliere in Ital
mammamia..che angoscia! speriamo non succeda mai..
Comunque fino a qualche mese fa nel mio reparto bastava andassi due giorni consecutivi e mi davano la terapia per due mesi..oppure x un mese la ritiravo al prelievo e per l'altro al ritiro degli esiti..Dal primo di febbraio hanno aperto una specie di farmacia interna al reparto dove ti presenti con la prescrizione ed è valida solo per tre volte..non so se verrà apposta la data del ritiro..in modo da non potere più fare il giochetto di cui sopra 


Re: Distribuzione HAART presso strutture ospedaliere in Ital
Allo Spallanzani di Roma li danno tutte le mattine (LUN-VEN) dalle 8,30 alle 13. Massimo un mese se hai appena cominciato quel particolare farmaco, dopo max due mesi. Però nei mesi di novembre e dicembre ne hanno di meno, e ne danno massimo per un mese! Infatti il mio medico mi ha consigliato di andare verso i primi giorni del mese in quel periodo, per non avere problemi o.O
Re: Distribuzione HAART presso strutture ospedaliere in Ital
Ricordate quando, poco più di un anno fa, la Lila denunciò la situazione della distribuzione degli antiretrovirali al policlinico di Bari? Non venimmo davvero a capo della questione, ci fu una sorta di chiamata alle armi degli utenti pugliesi, che sostennero in massa che a Bari tutto andava benissimo. D'altra parte, né Cama-Lila, né i medici del policlinico di Bari contattati si degnarono di dare una risposta alle nostre domande.
Ora pare che il problema di una cattiva distribuzione dei farmaci possa essere esteso a diverse regioni italiane.
Questa è una specie di appello da parte di Nadir. Non mi è molto chiaro che cosa intendano per "monitorare", ma se una associazione, invece che parlare a vuoto, è pronta a fare qualcosa, credo valga la pena di darle attenzione:
ALERT: MONITORIAMO ASSIEME L’ACCESSO AI FARMACI SALVAVITA ANTI-HIV
21.03.2013
“L’accesso ai farmaci antiretrovirali da parte del paziente HIV-positivo in Italia non solo non è allineato in termini di tempi con quello degli altri paesi dell’Unione Europea, ma subisce ulteriori ritardi ingiustificati in merito all’accesso regionale/locale, che di fatto discriminano la persona con HIV/cittadino a seconda della regione e dell’area regionale in cui abita, mettendo a rischio la sua salute e favorendo così un fenomeno migratorio. Non sono trasparenti, inoltre, tutti i processi regolatori e non sono condivisi con la società civile.”
E’ quanto ha dichiarato Simone Marcotullio, Vice-presidente dell’Associazione Nadir Onlus, durante l’open speech dell’8 Febbraio 2012 [forse 2013?] tenuto dall’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco.
In media il tempo stimato intercorrente dal decreto della Commissione Europea per la commercializzazione in UE di una specialità medicinale al decreto italiano in Gazzetta Ufficiale per la commercializzazione in Italia è di circa 300 giorni, quasi il più lungo in Europa (siamo penultimi, ci supera solo il Belgio). Recenti casi in HIV [confronta le due gazzette ufficiali che rendono disponibili in Italia il nuovo NNRTI rilpivirina sia come singola compressa (GU n.25 del 30.1.2013) sia come combinato (GU n.35 del 11.2.2013)] hanno anche sforato questi tempi.
Sono inoltre necessari circa 6 mesi aggiuntivi dall’approvazione in Gazzetta Ufficiale di una specialità medicinale alla reale fruibilità per il cittadino sul territorio italiano. Talvolta (si veda ad esempio il caso della nuova formulazione di nevirapina “a lento rilascio”) alcune regioni/macro-aree non inseriscono nemmeno la specialità medicinale nei prontuari, innestando problemi di accesso e disomogeneità territoriale e favorendo migrazioni necessarie per i cittadini per curarsi.
Tutto questo è lesivo per i pazienti e di fatto dimostra che le autorità regionali non tengono conto del parere non solo dell’AIFA, ma nemmeno delle autorità regolatorie che vi sono a monte (EMA). Sovente le commissioni reginali dei farmaci non contemplano la presenza di associazioni di pazienti della patologia di riferimento e nemmeno i membri della comunità scientifica, rimanendo ancorate a meccanismi decisionali incomprensibili.
Continua Simone Marcotullio, Vice-presidente di Nadir Onlus:”E’ differente il “federalismo di responsabilità” (corretto e doveroso) dal “federalismo di sovrapposizioni burocratiche” (lesivo e costoso). Per quale ragione non sono stati instaurati semplici e legittimi meccanismi di controllo gestionale dai pagatori (Regioni) e invece si sono instaurati dei tribunali delle autorità regolatorie? In un momento di doverosa spending-review, occorre riflettere anche su questo spreco in sanità”.
Ora pare che il problema di una cattiva distribuzione dei farmaci possa essere esteso a diverse regioni italiane.
Questa è una specie di appello da parte di Nadir. Non mi è molto chiaro che cosa intendano per "monitorare", ma se una associazione, invece che parlare a vuoto, è pronta a fare qualcosa, credo valga la pena di darle attenzione:
ALERT: MONITORIAMO ASSIEME L’ACCESSO AI FARMACI SALVAVITA ANTI-HIV
21.03.2013
“L’accesso ai farmaci antiretrovirali da parte del paziente HIV-positivo in Italia non solo non è allineato in termini di tempi con quello degli altri paesi dell’Unione Europea, ma subisce ulteriori ritardi ingiustificati in merito all’accesso regionale/locale, che di fatto discriminano la persona con HIV/cittadino a seconda della regione e dell’area regionale in cui abita, mettendo a rischio la sua salute e favorendo così un fenomeno migratorio. Non sono trasparenti, inoltre, tutti i processi regolatori e non sono condivisi con la società civile.”
E’ quanto ha dichiarato Simone Marcotullio, Vice-presidente dell’Associazione Nadir Onlus, durante l’open speech dell’8 Febbraio 2012 [forse 2013?] tenuto dall’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco.
In media il tempo stimato intercorrente dal decreto della Commissione Europea per la commercializzazione in UE di una specialità medicinale al decreto italiano in Gazzetta Ufficiale per la commercializzazione in Italia è di circa 300 giorni, quasi il più lungo in Europa (siamo penultimi, ci supera solo il Belgio). Recenti casi in HIV [confronta le due gazzette ufficiali che rendono disponibili in Italia il nuovo NNRTI rilpivirina sia come singola compressa (GU n.25 del 30.1.2013) sia come combinato (GU n.35 del 11.2.2013)] hanno anche sforato questi tempi.
Sono inoltre necessari circa 6 mesi aggiuntivi dall’approvazione in Gazzetta Ufficiale di una specialità medicinale alla reale fruibilità per il cittadino sul territorio italiano. Talvolta (si veda ad esempio il caso della nuova formulazione di nevirapina “a lento rilascio”) alcune regioni/macro-aree non inseriscono nemmeno la specialità medicinale nei prontuari, innestando problemi di accesso e disomogeneità territoriale e favorendo migrazioni necessarie per i cittadini per curarsi.
Tutto questo è lesivo per i pazienti e di fatto dimostra che le autorità regionali non tengono conto del parere non solo dell’AIFA, ma nemmeno delle autorità regolatorie che vi sono a monte (EMA). Sovente le commissioni reginali dei farmaci non contemplano la presenza di associazioni di pazienti della patologia di riferimento e nemmeno i membri della comunità scientifica, rimanendo ancorate a meccanismi decisionali incomprensibili.
Continua Simone Marcotullio, Vice-presidente di Nadir Onlus:”E’ differente il “federalismo di responsabilità” (corretto e doveroso) dal “federalismo di sovrapposizioni burocratiche” (lesivo e costoso). Per quale ragione non sono stati instaurati semplici e legittimi meccanismi di controllo gestionale dai pagatori (Regioni) e invece si sono instaurati dei tribunali delle autorità regolatorie? In un momento di doverosa spending-review, occorre riflettere anche su questo spreco in sanità”.
Re: Distribuzione HAART presso strutture ospedaliere in Ital
Voi di solito con quanto anticipo andate a ritirare i farmaci? Io sono andato il 29 ottobre, con 4 (sottolineo 4) giorni di anticipo rispetto alla scadenza. Pensavo di aver aspettato troppo ed essere stato imprudente e credevo che me l'avrebbero fatto notare... invece mi sono trovato di fronte una farmacista molto indispettita che mi chiedeva conto del perché ero andato in anticipo!!! Non ci potevo credere!!! Le ho dovuto io far notare che se avessi aspettato ancora mi sarei ritrovato senza farmaci proprio nel "ponte" del 1° novembre, era palese no?!? Alla fine mi ha dato i farmaci, ma in modo sgarbato e seccatissimo. E considerate che io vivo circa a 70 km di distanza dalla città dove mi curo e quindi mi tocca fare 150 km per ritirare la terapia...
Questo episodio però mi ha fatto sorgere un dubbio: ma si deve aspettare fino all'ultimo giorno per ritirare i farmaci?!? Voglio dire, uno può avere impegni di lavoro, stare male o essere fuori città... non si può andare qualche giorno o settimana prima per evitare di trovarsi nei guai? A me sembrerebbe anzi una regola di prudenza basilare quella di avere una scorta, seppure minima.
E soprattutto: cosa accade se i farmaci vengono persi o rubati? Te li danno lo stesso o pretendono una denuncia? Capisco che sono molto costosi e che dobbiamo averne cura, ma un incidente può sempre capitare...
Questo episodio però mi ha fatto sorgere un dubbio: ma si deve aspettare fino all'ultimo giorno per ritirare i farmaci?!? Voglio dire, uno può avere impegni di lavoro, stare male o essere fuori città... non si può andare qualche giorno o settimana prima per evitare di trovarsi nei guai? A me sembrerebbe anzi una regola di prudenza basilare quella di avere una scorta, seppure minima.
E soprattutto: cosa accade se i farmaci vengono persi o rubati? Te li danno lo stesso o pretendono una denuncia? Capisco che sono molto costosi e che dobbiamo averne cura, ma un incidente può sempre capitare...
Re: Distribuzione HAART presso strutture ospedaliere in Ital
dovevi mandarla a ca-ga-re.
e poi rivolgerti al suo responsabile e spiegargli che non sei tu a essere a loro disposizione, ma sono loro ad avere lo stipendio assicurato grazie alle tue tasse
da noi c'è un teorico controllo elettronico e non ti dovrebbero dare i farmaci se ne hai per oltre quindici giorni, la ratio è naturalmente non rischiare di svuotare il magazzino senza motivo, ma quindici giorni sono ben altra cosa che quattro...
e poi rivolgerti al suo responsabile e spiegargli che non sei tu a essere a loro disposizione, ma sono loro ad avere lo stipendio assicurato grazie alle tue tasse
da noi c'è un teorico controllo elettronico e non ti dovrebbero dare i farmaci se ne hai per oltre quindici giorni, la ratio è naturalmente non rischiare di svuotare il magazzino senza motivo, ma quindici giorni sono ben altra cosa che quattro...
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Re: Distribuzione HAART presso strutture ospedaliere in Ital
Che stronzâ!!!
Anche qui al Sacco ci sono due farmaciste maleducate ma di questo tipo mai avuto problemi. Quando ritiravo i farmaci alla farmacia , sul foglio il dott scriveva sempre che i farmaci possono essere ritirati a far data bla bla... Più o meno 10 gg prima dell'esaurimento scorta
Anche qui al Sacco ci sono due farmaciste maleducate ma di questo tipo mai avuto problemi. Quando ritiravo i farmaci alla farmacia , sul foglio il dott scriveva sempre che i farmaci possono essere ritirati a far data bla bla... Più o meno 10 gg prima dell'esaurimento scorta
Re: Distribuzione HAART presso strutture ospedaliere in Ital
che brutte realtà ci sono in giro, all'ospedale dove mi curo lo Spallanzani, i farmacisti sono gentilissimi, mi chiedono quante scatole ritirare, poi sulla tesserina mi scrivono la data di partenza del prox ritiro, sono molto gentili, il mese successivo all'inizio terapia mi hanno chiesto come era stato l'impatto con il farmaco....