COVID-19: la ricerca di una cura
Re: COVID-19: la ricerca di una cura
il senso per gli affari non gli manca… da sempre del resto...
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Re: COVID-19: la ricerca di una cura
Ecco: Gilead comunica oggi che la Commissione Europea garantisce una autorizzazione condizionata al commercio a Veklury® (remdesivir), che diventa così il primo farmaco approvato in Europa per il trattamento della COVID-19.Dora ha scritto: ↑giovedì 25 giugno 2020, 15:42Parere positivo del Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP); e dunque richiesta di autorizzazione condizionale all'immissione in commercio in Europa per Veklury (remdesivir).
Re: COVID-19: la ricerca di una cura
Mai, mai, mai avrei pensato nella mia vita di poter condividere - e dalla prima all'ultima parola! - un articolo del Manifesto - quotidiano comunista.
Ma la vita è strana. E l'articolo è questo:
Il virus non è più debole: lo ammettono anche i virologi «ottimisti»
Invece, l'articolo scientifico sul modestissimo Clinical Chemistry and Laboratory Medicine cui - con una certa, giustificatissima, malizia - si fa riferimento è questo:
Lower nasopharyngeal viral load during the latest phase of COVID-19 pandemic in a Northern Italy University Hospital
L'ultima fonte utile, per chi non avesse seguito la triste storia del congressino al Senato, un sunto delle fasi iniziali su Next (l'abbandono del PTS da parte di Bassetti e le minacce di Clementi sono facilmente reperibili in rete):
Il comunicato del Patto Trasversale per la Scienza che scomunica (senza fare nomi) il convegno su COVID-19 in Senato
Il resto non è noia, ma sbigottimento e raccapriccio.

Ma la vita è strana. E l'articolo è questo:
Il virus non è più debole: lo ammettono anche i virologi «ottimisti»
Invece, l'articolo scientifico sul modestissimo Clinical Chemistry and Laboratory Medicine cui - con una certa, giustificatissima, malizia - si fa riferimento è questo:
Lower nasopharyngeal viral load during the latest phase of COVID-19 pandemic in a Northern Italy University Hospital
L'ultima fonte utile, per chi non avesse seguito la triste storia del congressino al Senato, un sunto delle fasi iniziali su Next (l'abbandono del PTS da parte di Bassetti e le minacce di Clementi sono facilmente reperibili in rete):
Il comunicato del Patto Trasversale per la Scienza che scomunica (senza fare nomi) il convegno su COVID-19 in Senato
Il resto non è noia, ma sbigottimento e raccapriccio.

Re: COVID-19: la ricerca di una cura
Quasi quarant’anni fa, Vittorio Gassman firmò un’autobiografia dal titolo sarcastico e intrigante : “Un grande avvenire dietro le spalle”… le recenti vicende del PTS in qualche modo mi hanno ricordato quel titolo.
Quando il PTS è nato, l’adesione è stata spontanea, per l’importanza che in quel momento aveva sia la dichiarazione sia il fatto che Roberto Burioni avesse portato a sottoscrivere quel patto due “nemici politici”, Grillo e Renzi, spingendo il più lontano dalla scienza tra i due (Grillo) a mettere in discussione tutto il passato suo e il futuro della sua creatura politica.
Ma già allora qualche dubbio c’era. Il PTS sarebbe stata una creatura viva e attiva o un salottino per scienziati e bei borghesi che girano il cucchiaino del tè nel modo giusto? i rischi erano tantissimi: non si costruisce una associazione ambiziosa senza esperienze di questo tipo, senza un disegno e una strategia, lasciando che sia il mezzo per “riverginarsi” per gente che fino a ieri era “borderline” e cose del genere…
Sopra a tutto, se un’organizzazione non vive, non agisce, finisce per non vincolare gli aderenti, e i richiami formali, comunicati stampa e simili, arrivano dopo, troppo dopo che i buoi sono scappati dalla stalla. Si arriva così ai prestigiosi nomi del Patto che legittimano con la loro partecipazione iniziative pubbliche il cui fetore dovrebbe fare spingere sull’acceleratore a più non posso per sfuggirne, come si fa quando si attraversano le porcilaie della Val Padana in autostrada…
Io non credo che il PTS abbia la forza e la visione per uscire da questo pantano, un vero peccato, un grande avvenire dietro le spalle…
Quando il PTS è nato, l’adesione è stata spontanea, per l’importanza che in quel momento aveva sia la dichiarazione sia il fatto che Roberto Burioni avesse portato a sottoscrivere quel patto due “nemici politici”, Grillo e Renzi, spingendo il più lontano dalla scienza tra i due (Grillo) a mettere in discussione tutto il passato suo e il futuro della sua creatura politica.
Ma già allora qualche dubbio c’era. Il PTS sarebbe stata una creatura viva e attiva o un salottino per scienziati e bei borghesi che girano il cucchiaino del tè nel modo giusto? i rischi erano tantissimi: non si costruisce una associazione ambiziosa senza esperienze di questo tipo, senza un disegno e una strategia, lasciando che sia il mezzo per “riverginarsi” per gente che fino a ieri era “borderline” e cose del genere…
Sopra a tutto, se un’organizzazione non vive, non agisce, finisce per non vincolare gli aderenti, e i richiami formali, comunicati stampa e simili, arrivano dopo, troppo dopo che i buoi sono scappati dalla stalla. Si arriva così ai prestigiosi nomi del Patto che legittimano con la loro partecipazione iniziative pubbliche il cui fetore dovrebbe fare spingere sull’acceleratore a più non posso per sfuggirne, come si fa quando si attraversano le porcilaie della Val Padana in autostrada…
Io non credo che il PTS abbia la forza e la visione per uscire da questo pantano, un vero peccato, un grande avvenire dietro le spalle…
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Re: COVID-19: la ricerca di una cura
Era sul tavolo anche una terza opzione: che si rivelasse un pollaio pieno di galletti carichi di testosterone, desiderosi di trovare spazio sui media (o di fare carriera in politica) e incapaci di coesistere in armonia, lavorando per degli obiettivi comuni.
Direi che questa è l'opzione che si è concretizzata.
L'anima forcaiola, da Torquemada del metodo scientifico, che si intravvedeva nelle posizioni sulla scienza espresse da diversi membri della associazione, è quella che per prima mi ha fatto allontanare. Ma che avremmo assistito a questi indecorosi teatrini proprio mentre cerchiamo di uscire da una tragedia che ha fatto più di 35 mila morti, ha devastato la nostra economia e la psiche di buona parte del Paese ... è una cosa che, se me l'avessero raccontata un anno fa, mi sarei semplicemente rifiutata di ascoltare. E invece.
Peccato per le persone per bene che ancora stanno nella associazione, ma vedo in arrivo una bella implosione. E ciao.Io non credo che il PTS abbia la forza e la visione per uscire da questo pantano, un vero peccato, un grande avvenire dietro le spalle…
Re: COVID-19: la ricerca di una cura
Purtroppo il trial COVACTA sul tocilizumab (Actemra), un trial di fase III randomizzato, in doppio cieco e con placebo, in persone ricoverate in ospedale con polmonite grave associata a SARS-CoV-2, è andato male.
Il comunicato stampa di Roche:
Roche provides an update on the phase III COVACTA trial of Actemra/RoActemra in hospitalised patients with severe COVID-19 associated pneumonia
Un articolo su PharmaStar che si limita a tradurre in italiano il comunicato:
Tocilizumab delude nello studio di fase III nel Covid
Aspetto le reazioni dei ricercatori di Modena guidati dalla Mussini, che avevano trovato (retrospettivamente) una certa efficacia.
Il comunicato stampa di Roche:
Roche provides an update on the phase III COVACTA trial of Actemra/RoActemra in hospitalised patients with severe COVID-19 associated pneumonia
Un articolo su PharmaStar che si limita a tradurre in italiano il comunicato:
Tocilizumab delude nello studio di fase III nel Covid
Aspetto le reazioni dei ricercatori di Modena guidati dalla Mussini, che avevano trovato (retrospettivamente) una certa efficacia.
Re: COVID-19: la ricerca di una cura

Una lettura suggerita a chi desidera prepararsi spiritualmente al ritorno dalle vacanze - l'articolo che lo psichiatra e psicoanalista della Columbia University e della University of Toronto Norman Doidge ha pubblicato su Tablet la settimana scorsa, ripercorrendo le tappe principali della guerra santa pro e contro l'idrossiclorochina:
Hydroxychloroquine: A Morality Tale
Re: COVID-19: la ricerca di una cura
È un articolo duro, a tratti doloroso, perché capisci che è saltato tutto, e che come la “militanza” ha trasformato la vicenda dell’idrossiclorochina in un campo di battaglia lo stesso potrà oramai accadere per tutto… alcune osservazioni poi più generali sono pesanti, pesanti da digerire, e purtroppo inevitabili…
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Re: COVID-19: la ricerca di una cura
Nonostante legga abbastanza regolarmente Tablet e lui vi abbia già pubblicato anche altri articoli, non conoscevo Norman Doidge. Quello sull'idrossiclorochina è accompagnato da un altro, che trovo interessante tanto quanto, sul fondamentalismo fanatico di alcuni seguaci della evidence based medicine (tipo quelli che scrivono di idrossiclorochina con la bava alla bocca) e su pregi e difetti dei trial randomizzati e controllati. Utile per inquadrare meglio tante cose di cui abbiamo scritto in questo thread:
Medicine’s Fundamentalists
Quanto al resto, alle vicende che hanno segnato la crociata della clorochina, la polarizzazione e politicizzazione della scienza portata ai suoi livelli più beceri, sono cose che ho raccontato qui, che ho seguito con raccapriccio dall'inizio, eppure leggermele tutte condensate nell'articolo di Doidge è stato un bel pugno nello stomaco. Forse anche lo stile asciutto, tanto diverso da quello dei frignoni complottisti del fronte pro-clorochina, ha contribuito.
Re: COVID-19: la ricerca di una cura
REMDESIVIR: un aggiornamento
E così ... i nodi dell'aver gonfiato il remdesivir oltre ogni decenza cominciano a venire al pettine e la sua efficacia nel trattare malati con COVID-19 moderato si dimostra piuttosto miserella. In un grande trial randomizzato e controllato, non in sperimentazioni che fanno storcere il naso a chi vuole che le cose siano fatte per bene, scientificamente.
JAMA, 21 agosto: Spinner et al, Effect of Remdesivir vs Standard Care on Clinical Status at 11 Days in Patients With Moderate COVID-19 A Randomized Clinical Trial
Editoriale: McCreary e Angus, Efficacy of Remdesivir in COVID-19
Non stiamo parlando di persone in condizioni gravissime, per cui già si sapeva che un antivirale, per di più poco mirato come questo, fa ben poco, ma di persone in ospedale, eventualmente con bisogno di supporto di ossigeno, ma non intubate. In questi malati - quasi 600, trattati per 5 giorni (ma già si era visto che 5 o 10 pari era) - si è potuta misurare una differenza statisticamente significativa nello stato clinico rispetto a chi è stato trattato con lo standard of care, ma questa differenza è di "importanza clinica incerta".
E dato che lo ammette la stessa Gilead che firma lo studio e non è una maldicenza di qualche concorrente, possiamo prendere questa incertezza e interpretarla come: se non è acqua fresca, poco ci manca.
Un'acqua fresca assai costosa, però.

Le conclusioni dell'Editoriale:
E così ... i nodi dell'aver gonfiato il remdesivir oltre ogni decenza cominciano a venire al pettine e la sua efficacia nel trattare malati con COVID-19 moderato si dimostra piuttosto miserella. In un grande trial randomizzato e controllato, non in sperimentazioni che fanno storcere il naso a chi vuole che le cose siano fatte per bene, scientificamente.
JAMA, 21 agosto: Spinner et al, Effect of Remdesivir vs Standard Care on Clinical Status at 11 Days in Patients With Moderate COVID-19 A Randomized Clinical Trial
Editoriale: McCreary e Angus, Efficacy of Remdesivir in COVID-19
Non stiamo parlando di persone in condizioni gravissime, per cui già si sapeva che un antivirale, per di più poco mirato come questo, fa ben poco, ma di persone in ospedale, eventualmente con bisogno di supporto di ossigeno, ma non intubate. In questi malati - quasi 600, trattati per 5 giorni (ma già si era visto che 5 o 10 pari era) - si è potuta misurare una differenza statisticamente significativa nello stato clinico rispetto a chi è stato trattato con lo standard of care, ma questa differenza è di "importanza clinica incerta".
E dato che lo ammette la stessa Gilead che firma lo studio e non è una maldicenza di qualche concorrente, possiamo prendere questa incertezza e interpretarla come: se non è acqua fresca, poco ci manca.
Un'acqua fresca assai costosa, però.

Le conclusioni dell'Editoriale:
First, the optimal patient population is unclear. Second, the optimal duration of therapy is unclear. Third, the effect on discrete clinical outcomes is unclear. Fourth, the relative effect of the drug if given in the presence of dexamethasone or other corticosteroids is unclear. Some of the RCT findings suggest remdesivir could improve recovery for many millions of individuals around the world who may be hospitalized with COVID-19. However, the costs to produce and distribute remdesivir at such scale are considerable, and, most importantly, whether remdesivir offers incremental benefit over corticosteroids, which are widely available and inexpensive, is unknown. It therefore seems prudent to urgently conduct further evaluations of remdesivir in large-scale RCTs designed to address the residual uncertainties and inform optimal use.