COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2023)
Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 20
Siamo ormai arrivati al 20 novembre, mancano solo 10 giorni alle celebrazioni del World AIDS Day e dell'aggiornamento da parte del COA dei dati delle diagnosi da HIV non è stato pubblicato ancora nulla.
Qualcuno ha notizie?
I dati sono in arrivo?
O la débâcle del COA è ormai così conclamata che non vale più la pena di mantenere in vita la finzione delle 4000 diagnosi/anno?
Qualcuno ha notizie?
I dati sono in arrivo?
O la débâcle del COA è ormai così conclamata che non vale più la pena di mantenere in vita la finzione delle 4000 diagnosi/anno?
Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 20
A una settimana dal I dicembre, e mentre in tutto il mondo e nei singoli Paesi si discute sui dati dell'epidemia, ancora nessuna pubblicazione dei dati sulle nuove infezioni in Italia.
Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 20
Se vuoi ti anticipo io il prossimo rapporto sull'HIV in Italia: fonti "assolutamente confidenziali" mi hanno rivelato che ci sono circa 3500 nuove infezioni l'anno, che circa il 40% delle nuove infezioni è in persone che arrivano con diagnosi di AIDS eccetera eccetera eccetera
ah, che dici? questo sembra il rapporto dell'anno scorso? no, è il rapporto di 3 anni fa, ma tanto questo benedetto rapporto è uguale a sé stesso oramai dai tempi del primo matrimonio tra Brooke e Ridge...
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Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 20
Sì, Uffa, hai ragione: che senso ha perpetuare una finzione, dal momento che tanto l'opinione pubblica se ne infischia dell'epidemia di HIV? Non stanno neppure cercando di salvare le forme, quest'anno.uffa2 ha scritto:Se vuoi ti anticipo io il prossimo rapporto sull'HIV in Italia: fonti "assolutamente confidenziali" mi hanno rivelato che ci sono circa 3500 nuove infezioni l'anno, che circa il 40% delle nuove infezioni è in persone che arrivano con diagnosi di AIDS eccetera eccetera eccetera
ah, che dici? questo sembra il rapporto dell'anno scorso? no, è il rapporto di 3 anni fa, ma tanto questo benedetto rapporto è uguale a sé stesso oramai dai tempi del primo matrimonio tra Brooke e Ridge...
In tutti i Paesi le due settimane che precedono il I dicembre sono usate dalle istituzioni sanitarie e dalle associazioni di lotta all'AIDS per fare i confronti fra gli ultimi dati e quelli degli anni precedenti, fare il punto della situazione e martellare con qualche campagna di prevenzione. Qui, quest'anno, il Ministero della Salute e l'Istituto Superiore di Sanità hanno evidentemente ritenuto che di HIV non si debba parlare.
Abbiamo un vaccino che impedisca alle nuove generazioni di infettarsi? No.
Abbiamo una diffusione capillare della PrEP e dei test? No.
Abbiamo una cura che risolva una volta e per sempre l'infezione? No.
E allora andiamo pure avanti così, a sbattere la testa contro il muro.
In compenso, l'ISS lancia continui allarmi sul morbillo, che per carità è infezione da non sottovalutare, soprattutto vista la quantità di genitori spaventati che non vaccinano i figli e di medici e sanitari dementi che diffondono l'infezione negli ospedali. Però non ha certo l'impatto devastante sulla vita e la salute (anche pubblica) che invece ha l'HIV, ed è pure in diminuzione.
E, mentre organizza a raffica convegni pseudoscientifici - l'ultimo proprio ieri, e ne ha parlato benissimo Sylvie Coyaud su Oggi Scienza - difendendoli con balbettii puerili sulla Costituzione, il suo Presidente si fa fotografare desnudo, con una imbarazzante maglia della salute giallastra, mentre ricorda a tutti che l'influenza è pericolosa per anziani e categorie a rischio e dunque è buona cosa vaccinarsi.
Che roba oscena, signora mia.
Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 20
In questo sfortunato Paese nessuno fa il lavoro proprio.
La sanità pubblica si gratta: i dati sono raccolti in maniera bizzarra e non c’è uno straccio di strategia che tenga conto del cambiamento del panorama scientifico, altro che “getting to zero”…
L’ISS si gratta, perché non puoi mica difendere il buon gusto scientifico, quando nei convegni della supercazzola ci sono i colleghi tuoi a tirar su mille euro per la comparsata (perché spero li paghino, sennò mi chiedo cosa glielo faccia fare…)
Le associazioni si grattano, in attesa del solito incontro pubblico dicembrino.
C’è un’epidemia di pulci e nessuno se ne occupa… tanto per cambiare.
La sanità pubblica si gratta: i dati sono raccolti in maniera bizzarra e non c’è uno straccio di strategia che tenga conto del cambiamento del panorama scientifico, altro che “getting to zero”…
L’ISS si gratta, perché non puoi mica difendere il buon gusto scientifico, quando nei convegni della supercazzola ci sono i colleghi tuoi a tirar su mille euro per la comparsata (perché spero li paghino, sennò mi chiedo cosa glielo faccia fare…)
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C’è un’epidemia di pulci e nessuno se ne occupa… tanto per cambiare.
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Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 20
DATI COA AL DICEMBRE 2017: ANCORA UNA VOLTA, LA NOSTRA PIZIA HA AVUTO RAGIONE!uffa2 ha scritto:Se vuoi ti anticipo io il prossimo rapporto sull'HIV in Italia: fonti "assolutamente confidenziali" mi hanno rivelato che ci sono circa 3500 nuove infezioni l'anno, che circa il 40% delle nuove infezioni è in persone che arrivano con diagnosi di AIDS eccetera eccetera eccetera
ah, che dici? questo sembra il rapporto dell'anno scorso? no, è il rapporto di 3 anni fa, ma tanto questo benedetto rapporto è uguale a sé stesso oramai dai tempi del primo matrimonio tra Brooke e Ridge...
Dopo un'agonia di settimane, finalmente ieri sono stati pubblicati i dati del Centro Operativo AIDS dell'Istituto Superiore di Sanità:
Siamo sempre lì, sempre condannati a fluttuare sulla magica soglia delle 4000 nuove infezioni all'anno, mettendo insieme i dati raccolti e le stime sul ritardo di notifica, che verranno senz'altro magicamente confermate all'ICAR, a metà dell'anno prossimo.
L'eterno ritorno dell'uguale.


Ed ora solo due grafici, la linea nera del primo l'ho disegnata io:


Una sintesi del rapporto COA può essere letta in Quotidiano Sanità: Hiv/Aids. Il report Iss: “In Italia nel 2017 segnalate 3.443 nuove diagnosi di Hiv e 690 casi di Aids”.
Intanto, dove si sono adottati metodi di prevenzione razionali e scientificamente consolidati come in UK o in Germania - test, test a tappeto seguiti da cART immediata in caso di diagnosi positiva, e PrEP - le diagnosi crollano.
Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 20
Con un po’ di ritardo, questa mattina anche il nostro profilo Twitter ha condiviso questa notizia, e lo ha fatto con un’immagine:
Vedete, cari amici, io spererei veramente che i dati siano falsi.
Spererei che la verità sia in Italia i dati nessuno li raccoglie, nessuno li elabora nessuno li legge prima di pubblicarli.
Perché sennò è la tragedia.
Perché questi dati dicono, non che l’infezione non cresce (grazie al cazzo, dopo venti anni di antiretrovirali), ma che l’infezione non arretra.
Mentre nel mondo civile il 1 dicembre si festeggiano le riduzioni a due cifre delle nuove infezioni, da noi ci si fa le seghe sul fatto che l’infezione non cresce.
Ma chi volete prendere per il culo?
Questo dato è l’attestazione di un fallimento, la certificazione del fatto che non si fa nulla per prendere l’infezione per le corna e schiantarla a terra come oggi si può fare.
Niente PrEP, una classe medica che ancora oggi tentenna sul valore storico del trattamento come forma di prevenzione delle nuove infezioni, nessuna attenzione alla malattia.
Però a ogni inizio dicembre siamo rassicurati: “solo” 4000 nuove infezioni l’anno.
Ma sapete cosa penso in realtà?
Penso che davvero in Italia i dati nessuno li raccoglie, nessuno li elabora nessuno li legge prima di pubblicarli.
E che nulla ci assicura che la situazione non sia peggio di quella che il Tenente Colombo ci racconta ogni primo di dicembre.

Spererei che la verità sia in Italia i dati nessuno li raccoglie, nessuno li elabora nessuno li legge prima di pubblicarli.
Perché sennò è la tragedia.
Perché questi dati dicono, non che l’infezione non cresce (grazie al cazzo, dopo venti anni di antiretrovirali), ma che l’infezione non arretra.
Mentre nel mondo civile il 1 dicembre si festeggiano le riduzioni a due cifre delle nuove infezioni, da noi ci si fa le seghe sul fatto che l’infezione non cresce.
Ma chi volete prendere per il culo?
Questo dato è l’attestazione di un fallimento, la certificazione del fatto che non si fa nulla per prendere l’infezione per le corna e schiantarla a terra come oggi si può fare.
Niente PrEP, una classe medica che ancora oggi tentenna sul valore storico del trattamento come forma di prevenzione delle nuove infezioni, nessuna attenzione alla malattia.
Però a ogni inizio dicembre siamo rassicurati: “solo” 4000 nuove infezioni l’anno.
Ma sapete cosa penso in realtà?
Penso che davvero in Italia i dati nessuno li raccoglie, nessuno li elabora nessuno li legge prima di pubblicarli.
E che nulla ci assicura che la situazione non sia peggio di quella che il Tenente Colombo ci racconta ogni primo di dicembre.
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Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 20
Mi dispiace rigirare il coltello nella piaga, ma guarda che non è che una cosa escluda l'altra: da un lato i dati, secondo me, sono raccolti ed elaborati da incompetenti, forse anche taroccati, ma ovviamente non si possono fare accuse precise, quindi tutto resta a livello di maldicenze da bar. Quindi è assai probabile che le infezioni siano molte di più di quanto viene stimato e che il sommerso che non riesce ad emergere sia molto più ampio di quanto si teme.uffa2 ha scritto:questi dati dicono, non che l’infezione non cresce (grazie al cazzo, dopo venti anni di antiretrovirali), ma che l’infezione non arretra.
Mentre nel mondo civile il 1 dicembre si festeggiano le riduzioni a due cifre delle nuove infezioni, da noi ci si fa le seghe sul fatto che l’infezione non cresce.
Ma chi volete prendere per il culo?
Questo dato è l’attestazione di un fallimento, la certificazione del fatto che non si fa nulla per prendere l’infezione per le corna e schiantarla a terra come oggi si può fare.
Niente PrEP, una classe medica che ancora oggi tentenna sul valore storico del trattamento come forma di prevenzione delle nuove infezioni, nessuna attenzione alla malattia.
Però a ogni inizio dicembre siamo rassicurati: “solo” 4000 nuove infezioni l’anno.
Ma sapete cosa penso in realtà?
Penso che davvero in Italia i dati nessuno li raccoglie, nessuno li elabora nessuno li legge prima di pubblicarli.
E che nulla ci assicura che la situazione non sia peggio di quella che il Tenente Colombo ci racconta ogni primo di dicembre.
Dall'altro, e contemporaneamente, il Piano Nazionale AIDS, che aveva disegnato delle linee guida per prevenzione e cura prevedendo un ampliamento dei test, una sempre più diffusa applicazione della TasP e l'implementazione della PrEP, è rimasto lettera morta. Non hanno fatto niente. Niente. E che al ministro del cambiamento dell'HIV importi zero lo si è visto proprio in questi giorni, con le zero iniziative prese dal ministero per il I dicembre. Forse la mela non cade lontano dall'albero e le cazzate di Grillo su HIV/AIDS hanno fatto scuola, forse è stata travolta dal morbillo, sta di fatto che questo ministro è totalmente latitante.
Quindi se non si fa prevenzione, non si allarga la TasP, i ragazzi si affacciano al sesso senza che nessuno spieghi loro della necessità di proteggersi, gli adulti pensano che sia una roba da promiscui e drogati e quindi non solo non si proteggono, ma neppure si testano, come vuoi che faccia a diminuire il numero delle nuove diagnosi?! Alla fine, che i numeri siano taroccati, aggiustati o soltanto raccolti male finisce con l'essere il problema minore.
Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2017)
DATI COA AL DICEMBRE 2018
Il I dicembre è ormai alle porte, così, come di consuetudine, ieri il Centro Operativo AIDS dell'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato l'
AGGIORNAMENTO DELLE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV E DEI CASI DI AIDS IN ITALIA AL 31 DICEMBRE 2018
Questa la sintesi dei dati 2018 per come compare nel portale del Ministero della Salute.

Se l'incidenza delle nuove infezioni pare diminuita di quasi il 20% rispetto all'anno precedente e pare anche inferiore rispetto alla media europea (UE, quindi l'epidemia dell'est Europa è esclusa), non si deve dimenticare il ritardo di notifica: i numeri completi (se si può mai sperare nella completezza di dati che provengono dal COA) si conosceranno a metà anno prossimo, verso ICAR.

In linea con il resto della UE e a conferma di una tendenza ormai in atto da diversi anni, le modalità di trasmissione vedono quasi il 40% delle nuove diagnosi negli MSM.

Molto peggio, invece, rispetto al resto della UE l'incidenza dei late presenters, le persone che ricevono una diagnosi quando il loro sistema immunitario è già gravemente compromesso. Il ritardo delle diagnosi è un problema cronico in Italia e l'assenza di una seria educazione sessuale nelle scuole e di continue, capillari e ben mirate campagne di prevenzione ha ovviamente un gran peso.

Questo è un breve riassunto, mentre per i dettagli rimando al PDF del COA linkato all'inizio di questo post:

Il I dicembre è ormai alle porte, così, come di consuetudine, ieri il Centro Operativo AIDS dell'Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato l'
AGGIORNAMENTO DELLE NUOVE DIAGNOSI DI INFEZIONE DA HIV E DEI CASI DI AIDS IN ITALIA AL 31 DICEMBRE 2018
Questa la sintesi dei dati 2018 per come compare nel portale del Ministero della Salute.

Se l'incidenza delle nuove infezioni pare diminuita di quasi il 20% rispetto all'anno precedente e pare anche inferiore rispetto alla media europea (UE, quindi l'epidemia dell'est Europa è esclusa), non si deve dimenticare il ritardo di notifica: i numeri completi (se si può mai sperare nella completezza di dati che provengono dal COA) si conosceranno a metà anno prossimo, verso ICAR.

In linea con il resto della UE e a conferma di una tendenza ormai in atto da diversi anni, le modalità di trasmissione vedono quasi il 40% delle nuove diagnosi negli MSM.

Molto peggio, invece, rispetto al resto della UE l'incidenza dei late presenters, le persone che ricevono una diagnosi quando il loro sistema immunitario è già gravemente compromesso. Il ritardo delle diagnosi è un problema cronico in Italia e l'assenza di una seria educazione sessuale nelle scuole e di continue, capillari e ben mirate campagne di prevenzione ha ovviamente un gran peso.

Questo è un breve riassunto, mentre per i dettagli rimando al PDF del COA linkato all'inizio di questo post:

Re: COA: nuove diagnosi HIV, dati aggiornati al 2010 (ora 2023)
Siamo arrivati alla settimana limite per la pubblicazione dei dati relativi alle nuove diagnosi di HIV fino al dicembre 2019.
Per il momento, dal Centro Operativo AIDS dell'Istituto Superiore di Sanità tutto tace.
Vedremo se il report arriverà in tempo per il World AIDS Day, o se l'epidemia di COVID avrà avuto un impatto anche sulla raccolta, l'elaborazione e la pubblicazione dei dati, oltre che sull'accesso ai test di chi pensava di averne bisogno e non l'ha fatto per paura del coronavirus o perché i centri dove fare le analisi erano chiusi.
Per intanto, dall'Europa arriva una notizia sconsolante: un'indagine su gruppi di cittadini di diversi Paesi europei relativa al periodo 2010-2016, i cui risultati sono stati ritenuti estensibili al complesso delle diagnosi di HIV fatte in Europa nel medesimo arco di tempo, dice che quasi la metà delle nuove diagnosi sono tardive, con tutti i problemi che questo può comportare per la salute attuale e futura dei diagnosticati.
È presumibile che questa percentuale aumenti quest'anno e finché non si riuscirà a mettere un freno alla pandemia di coronavirus.
L'indagine dei Late Presentation Working Groups di EuroSIDA e COHERE è pubblicata su BMC Infectious Diseases e accessibile a tutti.
Per il momento, dal Centro Operativo AIDS dell'Istituto Superiore di Sanità tutto tace.
Vedremo se il report arriverà in tempo per il World AIDS Day, o se l'epidemia di COVID avrà avuto un impatto anche sulla raccolta, l'elaborazione e la pubblicazione dei dati, oltre che sull'accesso ai test di chi pensava di averne bisogno e non l'ha fatto per paura del coronavirus o perché i centri dove fare le analisi erano chiusi.
Per intanto, dall'Europa arriva una notizia sconsolante: un'indagine su gruppi di cittadini di diversi Paesi europei relativa al periodo 2010-2016, i cui risultati sono stati ritenuti estensibili al complesso delle diagnosi di HIV fatte in Europa nel medesimo arco di tempo, dice che quasi la metà delle nuove diagnosi sono tardive, con tutti i problemi che questo può comportare per la salute attuale e futura dei diagnosticati.
È presumibile che questa percentuale aumenti quest'anno e finché non si riuscirà a mettere un freno alla pandemia di coronavirus.
L'indagine dei Late Presentation Working Groups di EuroSIDA e COHERE è pubblicata su BMC Infectious Diseases e accessibile a tutti.