Sì Skydrake, infatti l'infettivologo mi aveva detto che si potrebbe risalire alla data del contagio con il Western blot, nel caso però in cui l'infezione fosse molto recente o molto datata. Mi sono sciroppato le linee guida del 2017 e pian piano sto cominciando a capire un pò di cose, senti ma una viremia di 70.000 con CD4 a 240 non ti sembrano un pò sbilanciati? Ho spesso letto di viremie sopra i 100.000 con CD4 sopra i 400.... anche il rapporto tra CD4 e CD8 di 0,34 non mi sembra ottimale, anche questo è suscettibile di profonde modifiche rapide? Grazie.skydrake ha scritto: ↑sabato 28 agosto 2021, 13:08
Si.
Dipende dai prossimi esami per capire l'andamento.
Se vuoi togliere subito il dubbio e se il contagio è avvenuto da meno di sei mesi, esisterebbe anche un esame specifico (il test di avidità degli anticorpi) che però non fanno praticamente mai . Inoltre si può capirlo indirettamente dal Western blot, esame che invece fanno sempre. Guarda a quali (glico)proteine sei reattivo: tendono a seguire una certa sequenza (alcune compaiono prima, altre dopo) Esempio:
Sebbene ci sia una certa variabilità tra paziente e paziente.
Mi presento
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Re: Mi presento
Re: Mi presento
Non prestare troppa attenzione alla viremia. Varia enormemente nel tempo e tra un paziente all'altro. Per enormemente intendo di più ordini di grandezza.Francisco2021 ha scritto: ↑sabato 28 agosto 2021, 19:26
Sì Skydrake, infatti l'infettivologo mi aveva detto che si potrebbe risalire alla data del contagio con il Western blot, nel caso però in cui l'infezione fosse molto recente o molto datata. Mi sono sciroppato le linee guida del 2017 e pian piano sto cominciando a capire un pò di cose, senti ma una viremia di 70.000 con CD4 a 240 non ti sembrano un pò sbilanciati? Ho spesso letto di viremie sopra i 100.000 con CD4 sopra i 400.... anche il rapporto tra CD4 e CD8 di 0,34 non mi sembra ottimale, anche questo è suscettibile di profonde modifiche rapide? Grazie.
È l'unico che varia velocemente. Quello che sale più lentamente è il numero assoluto di linfociti CD4. Solo nei primi mesi può variare di diverse centinaie di copie. Se l'infezione è datata di alcuni anni, già è molto, con la terapia antiretrovirale, se si riescono a recuperare 100 copie all'anno.
Il rapporto CD4/CD8 certamente non è ottimale, ma è normale con 240 CD4.
Re: Mi presento
Invece io devo ammettere che quando sono andato a fare l' esezione per i famaci andai con l infettivologo e la tizia fu di una sensibilita' e dolcezza mi disse di stare tranquillo che anche una sua cara amica era siero+ e che la vita sarebbe continuata in modo regolare come prima, peccato che ero in aida ed ho dovuto tribolare un poskydrake ha scritto: ↑domenica 29 agosto 2021, 13:14Non prestare troppa attenzione alla viremia. Varia enormemente nel tempo e tra un paziente all'altro. Per enormemente intendo di più ordini di grandezza.Francisco2021 ha scritto: ↑sabato 28 agosto 2021, 19:26
Sì Skydrake, infatti l'infettivologo mi aveva detto che si potrebbe risalire alla data del contagio con il Western blot, nel caso però in cui l'infezione fosse molto recente o molto datata. Mi sono sciroppato le linee guida del 2017 e pian piano sto cominciando a capire un pò di cose, senti ma una viremia di 70.000 con CD4 a 240 non ti sembrano un pò sbilanciati? Ho spesso letto di viremie sopra i 100.000 con CD4 sopra i 400.... anche il rapporto tra CD4 e CD8 di 0,34 non mi sembra ottimale, anche questo è suscettibile di profonde modifiche rapide? Grazie.
È l'unico che varia velocemente. Quello che sale più lentamente è il numero assoluto di linfociti CD4. Solo nei primi mesi può variare di diverse centinaie di copie. Se l'infezione è datata di alcuni anni, già è molto, con la terapia antiretrovirale, se si riescono a recuperare 100 copie all'anno.
Il rapporto CD4/CD8 certamente non è ottimale, ma è normale con 240 CD4.
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Re: Mi presento
Paziente hai ragione, la privacy dovrebbe essere sempre garantita al 100%. Certo, io preferirei condividere la sala d'aspetto con persone che hanno patologie piuttosto che con persone che (probabilmente) non le hanno, anche perchè si rischia di incontrare gente conosciuta che fa solo il Test.paziente ha scritto: ↑domenica 29 agosto 2021, 11:29
Caro Francisco, il problema non è condividere la sala d’aspetto, il problema è un altro e cioè che nessuno dovrebbe capire il motivo per cui si è in sala d'aspetto! Quindi per assurdo condividere la sala di aspetto con altre funzioni è meglio, se non si conosce il motivo dell’attesa dell’altro (potrei essere hiv+ o fare il test o altro).
Se la sala di aspetto invece è solo hiv+ chiunque in sala d’attesa saprebbe automaticamente dell’altro (un vero outing). E allo stesso modo le stanze di visita, prelievi e farmaci non dovrebbero mai essere dedicati solo all’hiv+.
.....
.....
La sierofobia c’è a livello sociale, economico, lavorativo ed istituzionale (pensiamo solo ai lavori preclusi, al lavoro in paesi esteri, alle assicurazioni, ecc.). Per questo la gente evita di rivelare il proprio stato di salute.
[.....
Sul tecnico:
test negativo gennaio 2019
primi sintomi dicembre 2020
viremia 70.000
cd4: 240
I valori sinceramente sono un po’ particolari:
1) si può escludere la fase acuta poiché avresti viremie dell’ordine del milione o delle centinaia di migliaia;
2) se escludiamo contagi precedenti, potresti essere all’inizio della fase di latenza.
Con i prossimi valori si comprenderà, inutile tediarsi, nella peggiore delle ipotesi potresti averlo da due anni e mezzo…
Riguardo alla sierofobia, da un lato bisogna garantire le persone ed i loro desideri di privacy, dall'altro però dico che la sierofobia sarebbe molto meglio combattuta (e forse vinta) se 180 mila persone parlassero tranquillamente del loro stato sierologico. In questo modo anche giornali e tv se ne occuperebbero in maniera diversa, e diventerebbe tutto più 'normale'. Ma è un argomento molto complesso. Bazzi con il suo 'febbre' l'ha fatto e (forse anche per questo) è diventato abbastanza famoso, comunque più si nasconde, più la questione diventa morbosa... ma d'altro canto abbiamo già i nostri problemi e non dobbiamo essere per forza eroi.
Ciao.
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Re: Mi presento
grazie Skydrake. Ti posso fare una domanda? Ho letto i referti delle analisi degli ultimi due anni, ed ho notato che i linfociti erano sempre stabili (in percentuale). Posto che l'infezione potrebbe essere un pò più datata rispetto ai pochi mesi che credo, sarebbe perchè ad un abbassamento dei CD4 corrispondeva un innalzamento dei Cd8?skydrake ha scritto: ↑domenica 29 agosto 2021, 13:14Non prestare troppa attenzione alla viremia. Varia enormemente nel tempo e tra un paziente all'altro. Per enormemente intendo di più ordini di grandezza.Francisco2021 ha scritto: ↑sabato 28 agosto 2021, 19:26
Sì Skydrake, infatti l'infettivologo mi aveva detto che si potrebbe risalire alla data del contagio con il Western blot, nel caso però in cui l'infezione fosse molto recente o molto datata. Mi sono sciroppato le linee guida del 2017 e pian piano sto cominciando a capire un pò di cose, senti ma una viremia di 70.000 con CD4 a 240 non ti sembrano un pò sbilanciati? Ho spesso letto di viremie sopra i 100.000 con CD4 sopra i 400.... anche il rapporto tra CD4 e CD8 di 0,34 non mi sembra ottimale, anche questo è suscettibile di profonde modifiche rapide? Grazie.
È l'unico che varia velocemente. Quello che sale più lentamente è il numero assoluto di linfociti CD4. Solo nei primi mesi può variare di diverse centinaie di copie. Se l'infezione è datata di alcuni anni, già è molto, con la terapia antiretrovirale, se si riescono a recuperare 100 copie all'anno.
Il rapporto CD4/CD8 certamente non è ottimale, ma è normale con 240 CD4.
Ciao.
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Re: Mi presento
Quella della tizia dell'esenzione fino ad ora è stata l'unica esperienza di informazione del mio nuovo stato al di fuori dell'ambiente medico, e di un'altra persona che invece ha reagito splendidamente, ed effettivamente mi ha un pò colpito, beh, ci sono rimasto male. Ora sono indeciso se dirlo oppure no al dentista dato che mi deve levare un dente, lui sa che ho l'epatite quindi è cosciente del pericolo di 'un contagio' e starà più che attento (come al solito), e non so proprio cosa fare... è un medico, quindi reagirebbe tranquillamente (credo), ma sono in forte imbarazzo anche perchè è da pochissimo tempo che convivo con questo nuovo amico e ancora devo esplorare tutti i meandri della mia psiche (che comunque è abbastanza forte) e di quella altrui.Hotboy28 ha scritto: ↑domenica 29 agosto 2021, 15:29
Invece io devo ammettere che quando sono andato a fare l' esezione per i famaci andai con l infettivologo e la tizia fu di una sensibilita' e dolcezza mi disse di stare tranquillo che anche una sua cara amica era siero+ e che la vita sarebbe continuata in modo regolare come prima, peccato che ero in aida ed ho dovuto tribolare un po
Ciao.
Re: Mi presento
Capita, anche se in una minoranza dei casi. Di solito i linfociti totali nella sieroconversione aumentano, ma diversi qui hanno segnalato che continuavano ad avere i linfociti totali perfetti.Francisco2021 ha scritto: ↑domenica 29 agosto 2021, 17:25grazie Skydrake. Ti posso fare una domanda? Ho letto i referti delle analisi degli ultimi due anni, ed ho notato che i linfociti erano sempre stabili (in percentuale). Posto che l'infezione potrebbe essere un pò più datata rispetto ai pochi mesi che credo, sarebbe perchè ad un abbassamento dei CD4 corrispondeva un innalzamento dei Cd8?skydrake ha scritto: ↑domenica 29 agosto 2021, 13:14Non prestare troppa attenzione alla viremia. Varia enormemente nel tempo e tra un paziente all'altro. Per enormemente intendo di più ordini di grandezza.Francisco2021 ha scritto: ↑sabato 28 agosto 2021, 19:26
Sì Skydrake, infatti l'infettivologo mi aveva detto che si potrebbe risalire alla data del contagio con il Western blot, nel caso però in cui l'infezione fosse molto recente o molto datata. Mi sono sciroppato le linee guida del 2017 e pian piano sto cominciando a capire un pò di cose, senti ma una viremia di 70.000 con CD4 a 240 non ti sembrano un pò sbilanciati? Ho spesso letto di viremie sopra i 100.000 con CD4 sopra i 400.... anche il rapporto tra CD4 e CD8 di 0,34 non mi sembra ottimale, anche questo è suscettibile di profonde modifiche rapide? Grazie.
È l'unico che varia velocemente. Quello che sale più lentamente è il numero assoluto di linfociti CD4. Solo nei primi mesi può variare di diverse centinaie di copie. Se l'infezione è datata di alcuni anni, già è molto, con la terapia antiretrovirale, se si riescono a recuperare 100 copie all'anno.
Il rapporto CD4/CD8 certamente non è ottimale, ma è normale con 240 CD4.
Ciao.
Dai linfociti totali non si capisce granché perché appunto i linfociti CD4 possono calare e i CD8 aumentare e poi ci sono altri tipi di linfociti ancora. Un esame più significativo sarebbe la tipizzazione linfocitaria, che però pochi ne hanno una prima della diagnosi di sieropositività, per fare confronti.
I CD8 nella fase di sieroconversione possono essere anche altissimi. Superati i primi mesi, i CD8 tendono a calare (un po') e i CD4 a salire (un po'), ma anche questa fase cambia molto da paziente a paziente, da 2-3 mesi a 10 (nel senso che alcuni qui avevano ancora importanti sintomi da sieroconversione anche a 8-10 mesi dal contagio, come del resto ci sono altri che non hanno avuto alcun sintomo).
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Re: Mi presento
Ciao Paziente, in realtà non credo di aver detto (seppur superficialmente) quello che tu riporti (anche con un po' di sarcasmo). Le questioni sono due e sono diverse.paziente ha scritto: ↑domenica 29 agosto 2021, 17:48La sierofobia va combattuta, ma non nelle sale di aspetto, nelle stanze e nelle sale prelievo dei centri di cura, dove io dovrei recarmi in modo totalmente riservato senza che alcuno possa associare al mio faccino (dato biometrico) la patologia.
La sierofobia va combattuta altrove, in modo reale e profondo, per l'abolizione delle discriminazioni e delle limitazioni.
Il problema è enorme, è a livello mondiale, internazionale, istituzionale, e non lo risolvi con sale di aspetto a mo' di party room.
La prima deriva da una fotografia che nel io nel post di presentazione ho voluto fare dei miei ultimi vent’anni, e tra flashback e ricordi, c’erano le mie sensazioni nelle sale d’aspetto in attesa del test. Non ha nulla a che fare con questioni universali come la discriminazione o le leggi fondamentali sulla privacy. Riportavo un mio pensiero, ossia che buona parte delle persone con patologie (la stragrande maggioranza delle persone nella sala d’aspetto che frequentavo era con HIV, da quello che mi ha detto l’infettivologo) mi sembravano in imbarazzo (o infastidite) dalla condivisione di quel luogo con chi voleva fare il test. E da ora in poi, io so che sarò imbarazzo nel condividere la sala d’aspetto con chi vorrà fare il test. Ma, ripeto, questa è solo una piccola questione di imbarazzi mia (e di qualcun altro), e finisce là, niente di fondamentale.
La seconda questione, enorme, enorme, enorme, della discriminazione e dello stigma, è tutt’altra cosa. E, ripeto, secondo me (in un mondo ideale) il parlarne, con facce, nomi, persone e storie, così come per questioni simili ci ha insegnato Freud nella psichiatria (rivivere, raccontare e ‘dare un faccia’ ai traumi aiuta a ‘depotenziarli’ e superarli), così come ci insegnano i comunicatori di massa (non conoscenza di una parte delle questioni, per l’HIV sarebbero le persone, provoca errori, forzature ed una cattiva comunicazione), aiuterebbe a levare quell’alone di mistero che è propedeutico (non deriva solo da quello, ma è parte) alla formazione dello stigma. Ma, ripeto a costo di sembrare noioso, è un qualcosa di veramente difficile, complesso e doloroso, che si rischia di banalizzare in poche righe su un post di un forum. Ciao.