CHE FACCIAMO COL MONKEYPOX? CI FANNO VACCINARE O NO?
Re: CHE FACCIAMO COL MONKEYPOX? CI FANNO VACCINARE O NO?
Il problema è sempre il solito:
1. nessuno ha il coraggio di dire che le cose stanno iniziando ad andare male e che bisogna iniziare a reagire,
2. i vaccini sono pochi perché la richiesta era inesistente fino al mese scorso, e produrre i vaccini è un po’ complesso,
3. bisogna che a livello nazionale o regionale qualcuno decida di mettere mano al borsellino,
4. con questi chiari di luna e la necessità di mettere in sicurezza in primo luogo i sanitari, potrebbero volerci ancora mesi...
1. nessuno ha il coraggio di dire che le cose stanno iniziando ad andare male e che bisogna iniziare a reagire,
2. i vaccini sono pochi perché la richiesta era inesistente fino al mese scorso, e produrre i vaccini è un po’ complesso,
3. bisogna che a livello nazionale o regionale qualcuno decida di mettere mano al borsellino,
4. con questi chiari di luna e la necessità di mettere in sicurezza in primo luogo i sanitari, potrebbero volerci ancora mesi...
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Re: CHE FACCIAMO COL MONKEYPOX? CI FANNO VACCINARE O NO?
Nel frattempo, il consiglio dell'OMS è di ridurre i partner sessuali. Non so quanto sia realistico, ma pare che fino a quando non ci sarà una campagna di massa per il vaccino dedicata agli MSM (e sarà provato che il vaccino è efficace, cosa che per il momento è solo supposta, cioè sperata), non ci sia molto altro che le autorità sanitarie possano consigliare.uffa2 ha scritto: ↑venerdì 29 luglio 2022, 14:06Il problema è sempre il solito:
1. nessuno ha il coraggio di dire che le cose stanno iniziando ad andare male e che bisogna iniziare a reagire,
2. i vaccini sono pochi perché la richiesta era inesistente fino al mese scorso, e produrre i vaccini è un po’ complesso,
3. bisogna che a livello nazionale o regionale qualcuno decida di mettere mano al borsellino,
4. con questi chiari di luna e la necessità di mettere in sicurezza in primo luogo i sanitari, potrebbero volerci ancora mesi...
Andare rapidamente in un buon centro di malattie infettive se insorgono sintomi, mettendo al tempo stesso in sicurezza persone eventualmente conviventi o contatti stretti.
Re: CHE FACCIAMO COL MONKEYPOX? CI FANNO VACCINARE O NO?
Mi unisco a Dora, rinnovando un appello che nasce dal cuore, e nel quale -lo ripeterò all'infinito- non ci sono giudizi, pregiudizi, moralismi di sorta: fate attenzione, per quanto possibile, state al sicuro. Un abbraccio a tutti.
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Re: CHE FACCIAMO COL MONKEYPOX? CI FANNO VACCINARE O NO?
È molto difficile rinunciare al sesso, specialmente in estate


Re: CHE FACCIAMO COL MONKEYPOX? CI FANNO VACCINARE O NO?
Per ridurre credo intendano di non farsi cani e porci ogni santo giorno. Non penso possano aspettarsi che uno smetta di fare sesso. Credo anche però che molti (soprattutto qui dentro) non riescano a tenersi l'uccello dentro le mutande per più di mezza giornata.
CIAO GIOIE
Re: CHE FACCIAMO COL MONKEYPOX? CI FANNO VACCINARE O NO?
Vaccinazioni da settembre https://www.nadironlus.org/chi-avra-acc ... er-il-mpx/
Bastian
Gestisco insieme ad altre persone www.prepinfo.it dove diamo informazioni sulla profilassi pre esposizione per l'HIV.
Gestisco insieme ad altre persone www.prepinfo.it dove diamo informazioni sulla profilassi pre esposizione per l'HIV.
Re: CHE FACCIAMO COL MONKEYPOX? CI FANNO VACCINARE O NO?
Non ho parole veramente….. sono contatto stretto di persona diagnosticata con vaiolo, e non posso vaccinarmi come profilassi post esposizione perché devo aspettare settembrebastbux ha scritto: ↑sabato 30 luglio 2022, 22:46Vaccinazioni da settembre https://www.nadironlus.org/chi-avra-acc ... er-il-mpx/

Re: CHE FACCIAMO COL MONKEYPOX? CI FANNO VACCINARE O NO?
Ragazzi, voi conoscete qualcuno tra i vostri amici/conoscenti con il vaiolo? Giusto per sapere come si sono accorti di averlo, quando bisogna preoccuparsi, quali sono i primi campanelli d'allarme e soprattutto come è il decorso?
Re: CHE FACCIAMO COL MONKEYPOX? CI FANNO VACCINARE O NO?
Come vi siete comportati con il Covid? Io ho fatto delle rinunce per evitare danni alla mia salute e a quella dei miei cari, oltre che per senso civico. Bisogna informarsi sui sintomi del monkeypox, sulla durata della quarantena e sui rischi che si fanno correre a bambini, donne incinte, immunodepressi. C'è da attendere il vaccino.Genvoya ha scritto: ↑sabato 30 luglio 2022, 11:09È molto difficile rinunciare al sesso, specialmente in estatevoi come vi comportate? State resistendo stoicamente? Escludendo chi ha una relazione stabile, e soprattutto monogama
. Le vacanze, le app, i locali... Sono irrimediabilmente fonti di tentazioni. Io cerco di vedere prima con chi "vado" ma non credo sia possibile fare una visita dermatologica completa in certi momenti
Quali sono i sintomi più gravi del Monkeypox (vaiolo delle scimmie)?
La febbre può essere molto alta e persistente, ma i sintomi più severi, che possono richiedere il ricovero, sono le localizzazioni mucose al cavo orale (che impediscono di mangiare e bere), al pene (per ostruzione meccanica del meato uretrale e conseguente impossibilità a urinare) o in zona anale/perianale (dove il dolore può essere violento). In letteratura viene riportata una mortalità dell’1% ma, al momento, in Europa non sono stati segnalati casi così gravi. A Milano il tasso di ospedalizzazione è stato attorno al 10%, proprio per queste problematiche mucose che hanno avuto necessità di un supporto medico maggiore, ma non abbiamo avuto complicanze letali.
Per quanto tempo bisogna restare in isolamento?
Si è contagiosi fino alla caduta delle croste. Generalmente, fra l’esordio dei sintomi e la caduta delle croste passano 15-20 giorni, quindi l’isolamento è decisamente più lungo rispetto a quanto siamo stati abituati a fare in questi ultimi mesi di pandemia COVID.
https://www.gay.it/vaiolo-delle-scimmie ... -da-sapereUna delle tante persone che ci ha contattati ci ha detto: se avessi saputo che c’è isolamento sarei stato più attento (si tratta di una persona che ha raccontato di aver fatto sesso occasionale con una persona sconosciuta e di aver associato a quell’episodio il successivo contagio): perché non si parla dell’isolamento conseguente al contagio? Forse sarebbe un buon deterrente, no?
Quando ci si presenta in ambulatorio per i test, informiamo gli utenti che siamo obbligati a fare la segnalazione del caso alle autorità sanitarie e che, se la diagnosi sarà confermata, loro saranno in isolamento fino alla guarigione. Purtroppo ho riscontrato l’atteggiamento opposto, ovvero il rifiuto a sottoporsi al test pur di non andare incontro all’isolamento col rischio, magari, di bruciarsi le vacanze. E’ importante spiegare che la diagnosi non serve solo al singolo, ma a tutta la popolazione, però non sempre riusciamo ad essere efficaci nella comunicazione.
Re: CHE FACCIAMO COL MONKEYPOX? CI FANNO VACCINARE O NO?
È uscita ieri una circolare del Ministero della Salute:
OGGETTO: Focolaio di vaiolo delle scimmie in paesi non endemici: aggiornamenti sulla definizione di caso, segnalazione, tracciamento dei contatti e gestione dei casi. Note tecniche per la diagnosi di laboratorio.
Questo l'articolo su Quotidiano Sanità che la sintetizza:
OGGETTO: Focolaio di vaiolo delle scimmie in paesi non endemici: aggiornamenti sulla definizione di caso, segnalazione, tracciamento dei contatti e gestione dei casi. Note tecniche per la diagnosi di laboratorio.
Questo l'articolo su Quotidiano Sanità che la sintetizza:
Vaiolo delle scimmie. Salgono i casi in Italia. Possibili quarantene per i contatti stretti. La nuova circolare del Ministero della Salute
Sono arrivati a 505 i casi di vaiolo delle scimmie nel nostro Paese, 26 in più nel confronto con l'ultima rilevazione di 4 giorni fa. Dal Ministero arrivano nuove indicazioni sulla gestione sulla gestione dei casi, dei contatti stretti e sui test. Per quanto riguarda le indicazioni sulla vaccinazione invece dovrà essere predisposto un nuovo documento ad hoc.
02 AGO - Sono arrivati A 505 i casi di vaiolo delle scimmie in Italia. L'infezione continua a svilupparsi quasi esclusivamente fra maschi (501) rispetto ai soli 4 casi fra donne, secondo l'ultimo bollettino del ministero della salute aggiornato a oggi. Sono 26 in più nel confronto con l'ultima rilevazione di 4 giorni fa. La maggior parte dei casi si registra in Lombardia dove se ne contano 232, seguita dal Lazio (104), Emilia Romagna (57), Veneto (33), Piemonte (18) e Toscana (17). Sono 5 le regioni che non hanno ancora segnalato casi: Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d'Aosta mentre le rimanenti 7, (comprese le province autonome di Bolzano e di Trento), contano meno di 10 casi.
Tutti numeri che hanno portato il Ministero della Salute a varare una nuova circolare con cui sono state aggiornate le informazioni sulla gestione dei casi, dei contatti stretti e sui test. Per quanto riguarda le indicazioni sulla vaccinazione invece dovrà essere predisposto un nuovo documento ad hoc.
Cosa fare se si è positivi al vaiolo delle scimmie
I casi devono essere isolati fino alla caduta delle croste dell'eruzione cutanea, che indica la fine dell'infezione.
In presenza di segni e sintomi che non richiedono ricovero, il caso confermato - se le condizioni abitative e igienico-sanitarie lo consentono - può essere seguito al domicilio secondo le procedure definite a livello locale, in regime di isolamento anche rispetto ai conviventi ed eventuali altre persone che prestano assistenza. Il soggetto dovrà essere informato circa il rispetto di tutte le misure igienico- comportamentali da attuare al fine di prevenire la diffusione della malattia ad altre persone. Un caso di MPX deve essere monitorato quotidianamente dal Dipartimento di prevenzione territorialmente competente (tramite telefonate).
I casi devono:
rimanere in isolamento in stanza dedicata, quando sono a casa;
utilizzare oggetti domestici dedicati (vestiti, lenzuola, asciugamani, utensili per mangiare, piatti, bicchieri), che non devono essere condivisi con altri membri della famiglia;
evitare il contatto con persone immunocompromesse fino alla guarigione dell'eruzione cutanea;
evitare contatti stretti o intimi (abbracci, baci, contatti prolungati faccia a faccia in spazi chiusi) con altre persone fino alla completa guarigione dell'eruzione cutanea;
provvedere ad un'accurata igiene delle mani e respiratoria (per il caso e per tutti i membri della famiglia);
utilizzare una mascherina chirurgica in caso di contatto con altre persone;
astenersi dall'attività sessuale fino alla caduta delle croste. I casi devono essere consapevoli che l'uso del preservativo da solo non può fornire una protezione completa contro l'infezione da MPXV, poiché per la sua trasmissione è necessario il contatto con le lesioni cutanee; lasciare la propria abitazione solo temporaneamente (per recarsi a visite mediche e per effettuare esercizio fisico necessario per la propria stabilità mentale), a condizione che si indossi una mascherina chirurgica e che l'eruzione cutanea sia coperta (vestiti con maniche e pantaloni lunghi);
evitare il contatto con qualsiasi mammifero da compagnia, in particolare con i roditori e lagomorfi da compagnia (topi, ratti, criceti, gerbilli, porcellini d'India, scoiattoli, conigli, ecc.). Eventuali contatti recenti con questi animali domestici devono essere registrati e riportati alle autorità veterinarie al fine di garantire la possibilità di mettere in quarantena e testare animali con sintomi potenzialmente riferibili a MPX (febbre, mancanza di appetito, tosse, secrezioni nasali o croste, congiuntivite, eruzioni cutanee come pustole e vescicole, in particolare sulle orecchie e intorno alle labbra).
Per la gestione dei rifiuti urbani (domestici) dei malati da vaiolo delle scimmie si raccomanda di interrompere la raccolta differenziata, indipendentemente dalla loro natura (vetro, metallo, rifiuti organici, plastica, carta, ecc.), con l’accortezza di confezionarli in modo da non danneggiare e/o contaminare esternamente i sacchi (utilizzando ad esempio guanti monouso).
In presenza di oggetti taglienti, a punta o comunque in grado di provocare lacerazioni dell’involucro (oggetti o frammenti in vetro o metallo), si raccomanda di eseguirne il conferimento con particolare cura (es. avvolgendoli in carta) per evitare di produrre lacerazioni dei sacchi con conseguente rischio di fuoriuscita del loro contenuto.
È inoltre opportuno raccogliere tutti i rifiuti personali (come fazzoletti usati, bende/garze venute a contatto con i fluidi corporei o le lesioni cutanee) e i panni monouso utilizzati per la pulizia ed inserirli in una busta separata e chiusa, prima di essere introdotti nel sacco dei rifiuti indifferenziati. Infine, dovranno essere utilizzati almeno due sacchetti uno dentro l’altro o in numero maggiore in dipendenza della loro resistenza meccanica. Tale scelta è indicata per limitare il più possibile errori nella raccolta e nel conferimento dei rifiuti a salvaguardia della sicurezza in ambito domestico e della salute degli operatori ecologici addetti alla raccolta dei rifiuti.
Contatti stretti
I contatti stretti devono essere identificati il prima possibile e informati della loro esposizione e del rischio di sviluppare l'infezione. Devono inoltre essere istruiti sui sintomi della MPX e del momento in cui i sintomi possono comparire.
Si raccomanda, per i contatti stretti:
auto-monitoraggio della febbre (almeno due volte al giorno) o di altra sintomatologia riconducibile a MPX (mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia ecc.) o eruzione cutanea da causa sconosciuta nei 21 giorni dall'ultima esposizione. In tal caso, informare tempestivamente il Dipartimento di Prevenzione e il medico curante, auto-isolarsi e evitare i contatti stretti compresa l'attività sessuale fino ad esclusione di MPX;
astenersi dalle attività sessuali per 21 giorni dopo l'ultima esposizione o finché non si esclude l'MPX;
praticare un’attenta igiene delle mani e respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi spesso le mani);
evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini sotto i 12 anni e donne in gravidanza per 21 giorni dopo l'ultima esposizione;
evitare il contatto stretto diretto con animali, inclusi gli animali domestici, per 21 giorni dopo l'ultima esposizione;
evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono in regime di sorveglianza.
I contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola (la quarantena non è necessaria). Le autorità sanitarie locali possono scegliere di escludere i bambini in età prescolare da asili nido, scuole materne o altri ambienti di gruppo.
In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie.
Contatti a basso rischio
Le autorità sanitarie possono collaborare con organizzatori di eventi, aziende o altri luoghi per fornire a tutti i partecipanti informazioni sulla potenziale esposizione e indicazioni, se necessario. Per i contatti con esposizioni a basso rischio è possibile adottare la sorveglianza passiva, autocontrollarsi e informare il proprio medico di famiglia e/o le autorità sanitarie locali nel caso si manifestino sintomi compatibili con MPX.
Per i contatti a basso rischio si raccomanda di fornire le seguenti informazioni:
- praticare un'attenta igiene delle mani e respiratoria;
- auto-monitorare i sintomi compatibili con MPX (febbre, eruzione cutanea, linfadenopatia) per
21 giorni dopo l'esposizione; e
- chiamare il proprio medico e/o i servizi sanitari territoriali se sviluppano sintomi (sorveglianza passiva).
Terapia e profilassi vaccinale
L'adozione di contromisure di tipo medico farmacologico, inclusi specifici antivirali (Tecovirimat autorizzato da EMA - Agenzia Europea per i Medicinali) può essere presa in considerazione nell'ambito di protocolli di uso sperimentale o compassionevole, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o che possono essere a rischio di scarsi risultati, come le persone immunodepresse.
I vaccini attualmente disponibili contro il virus del vaiolo possano garantire una certa efficacia anche nei confronti della malattia del vaiolo delle scimmie, sebbene i dati a supporto di tale ipotesi al momento siano ancora limitati. Per questo motivo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha emanato delle raccomandazioni ad interim circa il loro utilizzo nell’attuale contesto epidemico. Secondo l’OMS:
la vaccinazione di massa per il vaiolo delle scimmie, al momento, non è richiesta né raccomandata;
per i contatti dei casi, si raccomanda la profilassi post-esposizione (PEP) con un appropriato vaccino di seconda o terza generazione, idealmente entro quattro giorni dalla prima esposizione per prevenire l'insorgenza della malattia;
la profilassi pre-esposizione (PrEP) è raccomandata per gli operatori sanitari a rischio, il personale di laboratorio che manipola orthopoxvirus e quello che esegue test diagnostici per il vaiolo delle scimmie.
La maggior parte delle raccomandazioni fornite dall’OMS riguarda l'uso off-label dei vaccini. L’unico vaccino antivaiolo autorizzato nell’UE dall’EMA è il virus vaccinico vivo Ankara modificato - Bavarian Nordic (MVA-BN), denominato IMVANEX (Bavarian Nordic A/S)21.
Apposite indicazioni sulla strategia di vaccinazione in Italia contro il vaiolo delle scimmie saranno fornite con successiva pubblicazione.