a me una persona che manco conosco di solito non mi scuote più di tanto...ho maturato abbastanza cinismo nella vita per non farmene carico inutile, forse.quello che mi fa venire i brividi invece è quella specie di soddisfazione mista a "ecco le prove" che mi sembra di riconoscere spesso nei tuoi post sull'argomento e in quest'ultimo di stealthy. come se la cosa importante di questa morte sia sopratutto il fatto che possa avvalorare la tua tesi.dimostrare che hai ragione al di fuori di ogni dubbio. dire qualcosa di vero e inoppugnabile.senza farti neanche sfiorare da altre possibilità... e come se tutti vogliano strumentalizzare le cose....meno che te!mi spiace dora ...non sei convincente.Dora ha scritto:mariolinoa ha scritto:ma sei tu che hai postato la notizia ....stealthy ha scritto:Eh ma tu vuoi sempre la pappa pronta... fai un po' di ricerca.mariolinoa ha scritto:di cosa è morta stealthy?...non è che la poverina è finita sotto un tram?
Non saprei dire precisamente perché, ma questi tuoi larghi sorrisi mi hanno riportato alla mente le cose che hai scritto in occasione della morte di Karri Stokely.mariolinoa ha scritto:stiamo aspettando l'autopsia?...non è che sei stato un pò..avventato ..eccitato...e..non lo sai?
Brutti ricordi.
Credi che se Maria fosse morta per un incidente Gilles St-Pierre non l'avrebbe urlato ai quattro venti? Credi che se non fosse morta per qualche patologia AIDS-correlata la sua morte sarebbe stata accolta dal GELO ASSOLUTO con cui invece è stata accolta nei siti e forum negazionisiti e su Facebook?
Pochi messaggi di condoglianze, nessun senso di sorpresa, addirittura - nella pagina FB di Rethinking AIDS - tutti si affrettano a parlare d'altro.
Neppure una parola da parte dei vertici di Rethinking AIDS.
Ma come?! Non era una delle loro eroine? Non l'hanno usata come portavoce delle loro "teorie" decine e decine di volte? Non hanno sfruttato la sua partecipazione a quella vera spazzatura intellettuale e morale che è il documentario La ciencia del pánico per propagandare le loro menzogne?
E non hanno una parola da dire in occasione della sua morte?
Ormai sono passati due giorni. Vuoi dire che nessuno li ha avvertiti?
Faranno la stessa cosa che hanno fatto ogni volta che un negazionista è morto di AIDS: nasconderanno, fingeranno, accuseranno gli antiretrovirali presi dieci anni prima, accuseranno l'establishment scientifico di aver in qualche modo "stressato" la LORO vittima. Guarda solo che cosa è riuscito a scrivere uno user di Questioning AIDS:Questa è la strategia che hanno adottato ogni volta. Non ricordi la morte della bambina di Christine Maggiore, Eliza Jane Scovill? PCP + encefalite AIDS-correlata, la diagnosi all'autopsia. Eppure hanno cercato di farla passare come una morte per antibiotici. E così hanno fatto per tutti gli altri. Menzogne su menzogne."T.rex
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Re: Is what is being said about Maria Papagiannidou true?Is it accurate to say, by your phrasing above, that you believe it was her fight with the AIDS establishment that led to her passing?"Quote:
Originally Posted by cdm
Maria P. after a long fight with the medical AIDS establishment lost the last and final battle.
Io non so se tu sia davvero interessato alla morte di Maria Papagiannidou o se abbia solo voglia di scatenare una rissa, come sembra che desideri fare ormai da molte settimane. In ogni caso, dato che non sembra ti interessi andare tu a cercare informazioni da condividere con il forum, quando si saprà qualcosa di più, ti aggiornerò io stessa.
I "dissidenti" e l'AIDS: ovvero la triste realtà dei fatti!
Re: I "dissidenti" e l'AIDS: ovvero la triste realtà dei fat
Re: I "dissidenti" e l'AIDS: ovvero la triste realtà dei fat
Ti sbagli. C'è invece dolore. E molta rabbia.mariolinoa ha scritto:a me una persona che manco conosco di solito non mi scuote più di tanto...ho maturato abbastanza cinismo nella vita per non farmene carico inutile, forse.quello che mi fa venire i brividi invece è quella specie di soddisfazione mista a "ecco le prove" che mi sembra di riconoscere spesso nei tuoi post sull'argomento e in quest'ultimo di stealthy. come se la cosa importante di questa morte sia sopratutto il fatto che possa avvalorare la tua tesi.dimostrare che hai ragione al di fuori di ogni dubbio. dire qualcosa di vero e inoppugnabile.senza farti neanche sfiorare da altre possibilità... e come se tutti vogliano strumentalizzare le cose....meno che te!mi spiace dora ...non sei convincente.
Darei qualsiasi cosa per sapere che sono io in torto e non vedere più queste morti.
Re: I "dissidenti" e l'AIDS: ovvero la triste realtà dei fat
nel regolamento del forum non ho letto ke e' vietato esser sieromeno....al punto uno ti ho gia' risposto nel messaggio sopra(non so' se te ne sei accortomariolinoa ha scritto:cosa c'entra questo isa?...a parte che con tutta la simpatia e leggerezza che trasmetti...mi son chiesto più volte cosa ti ha fatto scegliere di frequentare un sito per sieropositivi...non come curiosa ma come una delle più attive...a me va benissimo ..ma sarei anche interessato a sapere cosa riguarda te di questa malattia...isabeau ha scritto:Mario ma tu ti prendi il pasticcone quotidiano??? e se si' xche' te lo prendi???? pensa ke i miei amici MORTI xche' con hiv o aids conclamato ,ora io non sono esperta di diagnosi,(so' ke una grave infezione hai polmoni li ha uccisi,si uccisi stekkiti) ma forse nemmeno le teste di cazzo dei medici de bèrghem, se lo saranno inventato,cerrrrrto come mio padre se' inventato poco piu' diciottenne ke e' stato caricato su un vagone merci con altre centinaia di persone stipati come bestie e portati in campi di concentramento...per piu' di 6 mesi, cazzo come l'era felice di sta' fantasia...PS mio padre nn era ebreo cosi' ti rilassi,ma in quel campo ce' finito lo "stesso "come tante altre persone..ho colto l'occasione per rispondere a tutto qui almeno non ci penso piu'![]()
punto 2 io non sono un negazionista di nulla nè un assertore di nulla.SO che cè gente che vive anni senza medicine SO che di storie ne ho viste tante e che i conti non mi tornano...che ci sono ancora tante cose che non si spiegano. e sono molto molto diffidente nei confronti di chi ha la verità in tasca e la vuole imporre agli altri....e se permetti questa cosa la vivo sulla mia pelle da 30 anni con gioie e dolori che ho condiviso da 5 anni in questo posto....in questo posto?dove? che non cè più l'archivio? non te nefrega nulla a te che sia sparito?a me si . c'era dentro una parte importante di me. le mie intimità e i miei ricordi.non mi appartengono più? io credo di si invece.e tu ..fai finta di nulla su tutto? continui a fischiettare tutto va bene? ci siam detti un pò di cose....dai almeno ci siam sfogati un pò...anzi..magari tirassi fuori un pò più di te...e se lo hai già fatto dimmi dove posso andarlo a leggere grazie.


Re: I "dissidenti" e l'AIDS: ovvero la triste realtà dei fat
Ms Maria Magdalena sembra aver fatto la fatica al posto mio. Non so quanto sia affidabile, ma visto quanto è arrabbiata non dubito che abbia trovato in molti luoghi che la causa cui viene attribuita la morte di Maria Papagiannidou sia "trombosi ed embolia polmonare AIDS-correlate". Insomma, non parrebbe trattarsi di un incidente sotto un tram. Se avrò altre informazioni, le condividerò con il forum.Dora ha scritto:quando si saprà qualcosa di più, ti aggiornerò io stessa.

Da http://www.facebook.com/groups/Rethinki ... 562318187/
Re: I "dissidenti" e l'AIDS: ovvero la triste realtà dei fat
Come volevasi dimostrare, la disinformatjia è iniziata subito.
Sono senza vergogna.

Da http://www.facebook.com/groups/Rethinki ... 562318187/
Sono senza vergogna.

Da http://www.facebook.com/groups/Rethinki ... 562318187/
Re: I "dissidenti" e l'AIDS: ovvero la triste realtà dei fat
mi sbaglierò! la tua rabbia in generale la colgo spesso ..il tuo dolore ..no.Dora ha scritto:Ti sbagli. C'è invece dolore. E molta rabbia.mariolinoa ha scritto:a me una persona che manco conosco di solito non mi scuote più di tanto...ho maturato abbastanza cinismo nella vita per non farmene carico inutile, forse.quello che mi fa venire i brividi invece è quella specie di soddisfazione mista a "ecco le prove" che mi sembra di riconoscere spesso nei tuoi post sull'argomento e in quest'ultimo di stealthy. come se la cosa importante di questa morte sia sopratutto il fatto che possa avvalorare la tua tesi.dimostrare che hai ragione al di fuori di ogni dubbio. dire qualcosa di vero e inoppugnabile.senza farti neanche sfiorare da altre possibilità... e come se tutti vogliano strumentalizzare le cose....meno che te!mi spiace dora ...non sei convincente.
Darei qualsiasi cosa per sapere che sono io in torto e non vedere più queste morti.
Re: I "dissidenti" e l'AIDS: ovvero la triste realtà dei fat
no isa non hai spiegato, e credo anche tu non stia seguendo.è già tutto abbastanza surreale.ma anche che, dopo aver difeso e lottato, quasi da solo, perchè i sieronegativi non venissero discriminati qui dentro...averne sofferto e averne difesi diversi...cioè tutti.sentirmi dire da una sieronegativa annoiata che forse dovrei accomodarmi io alla porta ed andare per altri lidi..permettimi suona un pò stranoisabeau ha scritto:nel regolamento del forum non ho letto ke e' vietato esser sieromeno....al punto uno ti ho gia' risposto nel messaggio sopra(non so' se te ne sei accortomariolinoa ha scritto:cosa c'entra questo isa?...a parte che con tutta la simpatia e leggerezza che trasmetti...mi son chiesto più volte cosa ti ha fatto scegliere di frequentare un sito per sieropositivi...non come curiosa ma come una delle più attive...a me va benissimo ..ma sarei anche interessato a sapere cosa riguarda te di questa malattia...isabeau ha scritto:Mario ma tu ti prendi il pasticcone quotidiano??? e se si' xche' te lo prendi???? pensa ke i miei amici MORTI xche' con hiv o aids conclamato ,ora io non sono esperta di diagnosi,(so' ke una grave infezione hai polmoni li ha uccisi,si uccisi stekkiti) ma forse nemmeno le teste di cazzo dei medici de bèrghem, se lo saranno inventato,cerrrrrto come mio padre se' inventato poco piu' diciottenne ke e' stato caricato su un vagone merci con altre centinaia di persone stipati come bestie e portati in campi di concentramento...per piu' di 6 mesi, cazzo come l'era felice di sta' fantasia...PS mio padre nn era ebreo cosi' ti rilassi,ma in quel campo ce' finito lo "stesso "come tante altre persone..ho colto l'occasione per rispondere a tutto qui almeno non ci penso piu'![]()
punto 2 io non sono un negazionista di nulla nè un assertore di nulla.SO che cè gente che vive anni senza medicine SO che di storie ne ho viste tante e che i conti non mi tornano...che ci sono ancora tante cose che non si spiegano. e sono molto molto diffidente nei confronti di chi ha la verità in tasca e la vuole imporre agli altri....e se permetti questa cosa la vivo sulla mia pelle da 30 anni con gioie e dolori che ho condiviso da 5 anni in questo posto....in questo posto?dove? che non cè più l'archivio? non te nefrega nulla a te che sia sparito?a me si . c'era dentro una parte importante di me. le mie intimità e i miei ricordi.non mi appartengono più? io credo di si invece.e tu ..fai finta di nulla su tutto? continui a fischiettare tutto va bene? ci siam detti un pò di cose....dai almeno ci siam sfogati un pò...anzi..magari tirassi fuori un pò più di te...e se lo hai già fatto dimmi dove posso andarlo a leggere grazie.)...per quanto riguarda l'arkivio sono d'accordo con te...ma se ti permetti di usare questa cosa per rompere i cojoni per delle settimane intere io non ci sto', son dell'idea ke se un forum non mi piace piu' ce ne sono altri 100.PS Mario la mia vita le' cosi' noiosa,non mi succede mai nulla ke barba ke noia ke noia ke barba...passo e kiudo vado a postare delle foto della mia Valle altrimenti vi rimane sconusciuta....

Re: I "dissidenti" e l'AIDS: ovvero la triste realtà dei fat
Buone notizie dal Sudafrica
22 aprile 2012
Dopo i terribili anni della presidenza di Thabo Mbeki, la salute del Sudafrica è in ripresa. AIDS: dalla vittoria politica di Mandela contro Big Pharma al crimine del negazionismo.
1997. Sudafrica. L’epidemia di Aids sta devastando il paese: circa 3 milioni di persone infettate da HIV e centomila morti l’anno. Sono da poco in circolazione farmaci molto efficaci contro il virus (antiretrovirali), ma molto costosi (oltre 10 mila dollari l’anno per singolo trattamento) e protetti dal brevetto, quindi inaccessibili alla popolazione. Nelson Mandela promulga una legge – Medical Act – che consente la produzione locale o l’importazione di farmaci in deroga alle norme sui brevetti (e quindi a un costo decisamente inferiore). I presidenti delle 39 più grandi industrie farmaceutiche – Big Pharma – mobilitano un esercito di avvocati e avviano un’azione legale che blocca l’applicazione della legge, sostenendo che questa concederebbe al ministero della Sanità sudafricano poteri arbitrari e in violazione di tutti gli accordi internazionali sul commercio. A fianco di Mandela e del Sudafrica si schiera l’opinione pubblica mondiale. “Portare Mandela sul banco degli imputati, che errore” scrive il Washington Post. Molte organizzazioni umanitarie lanciano campagne di boicottaggio dei prodotti delle case farmaceutiche. “Big Pharma uscirà comunque perdente da questo processo” scrive il Financial Times.
2001. Le pressioni internazionali, e il relativo crollo d’immagine, inducono Big Pharma a ritirarsi dal processo e sanciscono una storica vittoria contro gli interessi commerciali nel campo della salute. Una vittoria inutile. Quattro anni di battaglie in difesa dei diritti umani dilapidati dalla politica criminale del successore di Nelson Mandela, Thabo Mbeki.
Thabo Mbeki infatti, appena insediato alla presidenza del Sudafrica abbracciò senza riserve la teoria negazionista riguardo alle origini dell’AIDS. Tale teoria, infondata e scientificamente screditata, negava ogni connessione causale tra HIV e AIDS, negava cioè che quel virus fosse la causa della malattia. La naturale conseguenza fu quella di considerare inutile e addirittura dannosa la cura dell’AIDS con farmaci antiretrovirali.
Scrisse al riguardo Nicholas B. Kristof sul New York Times: “Il Presidente del Sudafrica, Thabo Mbeki, ha perseguito per anni una disgraziata politica di crescenti dubbi sul fatto che l’Hiv fosse la causa dell’Aids e di incertezza sulle scelte di fondo su come affrontare la crisi. Anche ora – sebbene Mr. Mbeki abbia fatto marcia indietro – gli ammalati di Aids trovano ostacoli ad essere curati a causa dei dubbi che Mr. Mbeki ha seminato. L’insipiente ostruzionismo di Mr. Mbeki ha ucciso incomparabilmente molti più sudafricani di ogni altro leader ai tempi dell’apartheid. Il Sudafrica ha annunciato quest’anno l’inizio del trattamento con anti-retrovirali dei pazienti affetti da Aids. Ci crederò quando vedrò. E’ imperdonabile che il paese africano con le migliori infrastrutture sanitarie sia quello con il più alto numero di persone infettate e malate – e che nel 2003 queste debbano morire senza trattamento”.
Tre anni dopo, nel 2006, Stephen Lewis, inviato speciale delle Nazioni Unite per Hiv/Aids in Africa, affermava: “Il Sudafrica è l’unico paese africano il cui governo è tanto ottuso, dilatorio e negligente nell’introdurre il trattamento antiretrovirale. E’ l’unico paese africano il cui governo continua ad avanzare teorie più degne di una setta lunatica, che di uno stato preoccupato dei bisogni della sua popolazione. Sono dell’opinione che essi non potranno mai essere redenti”.
Il programma pubblico per il trattamento anti-retrovirale è stato introdotto in Sudafrica con colpevole e ingiustificato ritardo ma fino alla fine del suo mandato, nel 2008, Il ministro della sanità del governo Mbeki, Manto Tshabalala-Msimang – soprannominata “Dr beetroot” (Dottor barbabietola) – ha continuato a raccomandare il ricorso ad ortaggi vari per curare l’AIDS. Suscitando lo sdegno di Desmon Tutu, pastore protestante, premio Nobel per la Pace: “Noi stiamo giocando con la vita delle persone, con la vita di madri che non sarebbero morte se avessero potuto disporre dei farmaci. Se le persone vogliono l’aglio dateglielo, ma smettiamo di giocare. Smettete di discutere sull’aglio”.
Nel 2007 Mbeki al congresso dell’ANC (African National Congress, il partito di Mandela) viene sconfitto da Jacob Zuma che, guidando il partito alle successive elezioni del 2009, diverrà Presidente del Sudafrica.
Quando Jacob Zuma prende le redini del Sudafrica la situazione sanitaria del Paese è drammatica. Nel 2009 le persone che vivono con HIV sono 5,6 milioni e 310mila i decessi causati da AIDS (la situazione peggiore in tutta l’Africa). Sempre più profonde anche le diseguaglianze nella salute tra bianchi e neri: la mortalità infantile presenta dislivelli impressionanti: è del 7 per 1.000 nati vivi tra i bianchi e del 67 per 1.000 nati vivi tra i neri. I tassi di malnutrizione dei bambini neri sono enormemente superiori rispetto a quelli dei bambini bianchi (28,4% vs 1,1%). La speranza di vita alla nascita delle donne bianche è del 50% più lunga delle donne nere. L’organizzazione sanitaria è fortemente privatizzata, infatti la spesa sanitaria pubblica – con 160 dollari pro-capite – è di gran lunga inferiore alla spesa sanitaria privata, 265 dollari pro-capite. (Leggi l’articolo su salute internazionale.info e consulta la monografia su AIDS e Sudafrica).
Con Zuma la politica sanitaria sudafricana è cambiata radicalmente. Il numero dei pazienti trattati con farmaci antiretrovirali è aumentato del 50% (la copertura è passata dal 40 al 60%), mentre si è ridotta della metà la trasmissione dell’infezione da HIV dalla madre al feto. Il nuovo piano sanitario si pone l’obiettivo di ridurre almeno della metà il numero dei nuovi casi d’infezione, di raggiungere la copertura terapeutica dell’80% dei pazienti, e di ridurre del 50% l’incidenza (nuovi casi di malattia) e la mortalità per tubercolosi (patologia fortemente associata all’AIDS).
Il governo sudafricano ha, infine, deciso di istituire un’assicurazione sanitaria nazionale (National Health Insurance) destinata a garantire a tutti i cittadini sudafricani – indipendentemente dal reddito – l’assistenza sanitaria essenziale. L’iniziativa è partita quest’anno in dieci distretti “pilota” e dovrebbe estendersi a tutto il paese nell’arco di 5 anni.
Da L'Unità
Nota di Dora: bell'articolo. Ma aver dimenticato di citare l'opera immensa di TAC (Treatment Action Campaign), e in particolare di Zackie Achmat, di Mark Heywood e di Nathan Geffen è IMPERDONABILE.
22 aprile 2012
Dopo i terribili anni della presidenza di Thabo Mbeki, la salute del Sudafrica è in ripresa. AIDS: dalla vittoria politica di Mandela contro Big Pharma al crimine del negazionismo.
1997. Sudafrica. L’epidemia di Aids sta devastando il paese: circa 3 milioni di persone infettate da HIV e centomila morti l’anno. Sono da poco in circolazione farmaci molto efficaci contro il virus (antiretrovirali), ma molto costosi (oltre 10 mila dollari l’anno per singolo trattamento) e protetti dal brevetto, quindi inaccessibili alla popolazione. Nelson Mandela promulga una legge – Medical Act – che consente la produzione locale o l’importazione di farmaci in deroga alle norme sui brevetti (e quindi a un costo decisamente inferiore). I presidenti delle 39 più grandi industrie farmaceutiche – Big Pharma – mobilitano un esercito di avvocati e avviano un’azione legale che blocca l’applicazione della legge, sostenendo che questa concederebbe al ministero della Sanità sudafricano poteri arbitrari e in violazione di tutti gli accordi internazionali sul commercio. A fianco di Mandela e del Sudafrica si schiera l’opinione pubblica mondiale. “Portare Mandela sul banco degli imputati, che errore” scrive il Washington Post. Molte organizzazioni umanitarie lanciano campagne di boicottaggio dei prodotti delle case farmaceutiche. “Big Pharma uscirà comunque perdente da questo processo” scrive il Financial Times.
2001. Le pressioni internazionali, e il relativo crollo d’immagine, inducono Big Pharma a ritirarsi dal processo e sanciscono una storica vittoria contro gli interessi commerciali nel campo della salute. Una vittoria inutile. Quattro anni di battaglie in difesa dei diritti umani dilapidati dalla politica criminale del successore di Nelson Mandela, Thabo Mbeki.
Thabo Mbeki infatti, appena insediato alla presidenza del Sudafrica abbracciò senza riserve la teoria negazionista riguardo alle origini dell’AIDS. Tale teoria, infondata e scientificamente screditata, negava ogni connessione causale tra HIV e AIDS, negava cioè che quel virus fosse la causa della malattia. La naturale conseguenza fu quella di considerare inutile e addirittura dannosa la cura dell’AIDS con farmaci antiretrovirali.
Scrisse al riguardo Nicholas B. Kristof sul New York Times: “Il Presidente del Sudafrica, Thabo Mbeki, ha perseguito per anni una disgraziata politica di crescenti dubbi sul fatto che l’Hiv fosse la causa dell’Aids e di incertezza sulle scelte di fondo su come affrontare la crisi. Anche ora – sebbene Mr. Mbeki abbia fatto marcia indietro – gli ammalati di Aids trovano ostacoli ad essere curati a causa dei dubbi che Mr. Mbeki ha seminato. L’insipiente ostruzionismo di Mr. Mbeki ha ucciso incomparabilmente molti più sudafricani di ogni altro leader ai tempi dell’apartheid. Il Sudafrica ha annunciato quest’anno l’inizio del trattamento con anti-retrovirali dei pazienti affetti da Aids. Ci crederò quando vedrò. E’ imperdonabile che il paese africano con le migliori infrastrutture sanitarie sia quello con il più alto numero di persone infettate e malate – e che nel 2003 queste debbano morire senza trattamento”.
Tre anni dopo, nel 2006, Stephen Lewis, inviato speciale delle Nazioni Unite per Hiv/Aids in Africa, affermava: “Il Sudafrica è l’unico paese africano il cui governo è tanto ottuso, dilatorio e negligente nell’introdurre il trattamento antiretrovirale. E’ l’unico paese africano il cui governo continua ad avanzare teorie più degne di una setta lunatica, che di uno stato preoccupato dei bisogni della sua popolazione. Sono dell’opinione che essi non potranno mai essere redenti”.
Il programma pubblico per il trattamento anti-retrovirale è stato introdotto in Sudafrica con colpevole e ingiustificato ritardo ma fino alla fine del suo mandato, nel 2008, Il ministro della sanità del governo Mbeki, Manto Tshabalala-Msimang – soprannominata “Dr beetroot” (Dottor barbabietola) – ha continuato a raccomandare il ricorso ad ortaggi vari per curare l’AIDS. Suscitando lo sdegno di Desmon Tutu, pastore protestante, premio Nobel per la Pace: “Noi stiamo giocando con la vita delle persone, con la vita di madri che non sarebbero morte se avessero potuto disporre dei farmaci. Se le persone vogliono l’aglio dateglielo, ma smettiamo di giocare. Smettete di discutere sull’aglio”.
Nel 2007 Mbeki al congresso dell’ANC (African National Congress, il partito di Mandela) viene sconfitto da Jacob Zuma che, guidando il partito alle successive elezioni del 2009, diverrà Presidente del Sudafrica.
Quando Jacob Zuma prende le redini del Sudafrica la situazione sanitaria del Paese è drammatica. Nel 2009 le persone che vivono con HIV sono 5,6 milioni e 310mila i decessi causati da AIDS (la situazione peggiore in tutta l’Africa). Sempre più profonde anche le diseguaglianze nella salute tra bianchi e neri: la mortalità infantile presenta dislivelli impressionanti: è del 7 per 1.000 nati vivi tra i bianchi e del 67 per 1.000 nati vivi tra i neri. I tassi di malnutrizione dei bambini neri sono enormemente superiori rispetto a quelli dei bambini bianchi (28,4% vs 1,1%). La speranza di vita alla nascita delle donne bianche è del 50% più lunga delle donne nere. L’organizzazione sanitaria è fortemente privatizzata, infatti la spesa sanitaria pubblica – con 160 dollari pro-capite – è di gran lunga inferiore alla spesa sanitaria privata, 265 dollari pro-capite. (Leggi l’articolo su salute internazionale.info e consulta la monografia su AIDS e Sudafrica).
Con Zuma la politica sanitaria sudafricana è cambiata radicalmente. Il numero dei pazienti trattati con farmaci antiretrovirali è aumentato del 50% (la copertura è passata dal 40 al 60%), mentre si è ridotta della metà la trasmissione dell’infezione da HIV dalla madre al feto. Il nuovo piano sanitario si pone l’obiettivo di ridurre almeno della metà il numero dei nuovi casi d’infezione, di raggiungere la copertura terapeutica dell’80% dei pazienti, e di ridurre del 50% l’incidenza (nuovi casi di malattia) e la mortalità per tubercolosi (patologia fortemente associata all’AIDS).
Il governo sudafricano ha, infine, deciso di istituire un’assicurazione sanitaria nazionale (National Health Insurance) destinata a garantire a tutti i cittadini sudafricani – indipendentemente dal reddito – l’assistenza sanitaria essenziale. L’iniziativa è partita quest’anno in dieci distretti “pilota” e dovrebbe estendersi a tutto il paese nell’arco di 5 anni.
Da L'Unità
Nota di Dora: bell'articolo. Ma aver dimenticato di citare l'opera immensa di TAC (Treatment Action Campaign), e in particolare di Zackie Achmat, di Mark Heywood e di Nathan Geffen è IMPERDONABILE.
Re: I "dissidenti" e l'AIDS: ovvero la triste realtà dei fat
Riprendiamo il discorso sull'articolo di Duesenggiero pubblicato sulla rivista dell'Università di Firenze - l'Italian Journal of Anatomy and Embriology - alla fine dell'anno scorso.
Escono sulla newsletter di Anlaids di maggio un breve intervento di Giovanni Rezza dell'ISS e un più analitico articolo della Professoressa Claudia Balotta, che insieme fanno a pezzi il capolavoro di junk epidemiology della premiata coppia Duesberg-Ruggiero.
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Escono sulla newsletter di Anlaids di maggio un breve intervento di Giovanni Rezza dell'ISS e un più analitico articolo della Professoressa Claudia Balotta, che insieme fanno a pezzi il capolavoro di junk epidemiology della premiata coppia Duesberg-Ruggiero.
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- Cari e bravissimi Prof. Balotta e Dr. Rezza,
alla luce della dimostrata inconsistenza scientifica dei dati e della loro interpretazione presentati in questo perfetto esempio di negazionismo ideologico, non sarebbe ora che faceste pesare il vostro prestigio e chiedeste il ritiro dell'articolo dall'Italian Journal of Anatomy and Embriology?
Una simile porcheria (unita alle altre ivi pubblicate da Ruggiero e dalla sua "scuola"), oltre a cercare di alleggerire le gravissime responsabilità intellettuali e morali di Duesberg per gli scempi commessi dal governo Mbeki in Sud Africa, è un insulto agli scienziati seri che hanno pubblicato sulla medesima rivista.
Un caro saluto e un ringraziamento di cuore per il vostro impegno
Dora
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