Dora ha scritto:nordsud ha scritto:Resto scombussolato perchè prima dicono che la prostatina è in fase clinica in una quarantina di trial clinici ( anche per linfomi hiv correlati ) e dopo che servono i test sui topi conigli pecore cilene per arrivare ai solti primati, macachi e bertucce comprese, quando lo scopo è riattivare il virus latente. Come dire : dobbiamo tirarla lunga.
Vedo se riesco a spiegarmi meglio [...]
Visto che tanto questo messaggio, di cui avevo postato un estratto qualche giorno fa ( http://hivforum.info/forum/viewtopic.php?p=20121#p20121 ), non lo sistemerò mai (e men che meno lo riscriverò) e andrebbe solo a ingrossare la mia già ricca collezione di aborti, lo mando così com'è, con tutte le scuse del caso.
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E' vero, l'osservazione di Nordsud era un tantino imprecisa. In compenso, a mio avviso, ha centrato in pieno un punto nodale, e cioè quello del "tirare in lungo", del "girarci attorno", del "camparci sopra"... chiamatelo come volete. Intendo che il trucchetto di non scoprire mai del tutto le carte o, quando va bene, di cambiarle poi in tavola e, così, di far ricominciare sostanzialmente daccapo tutto il gioco (vedere, per fare un paio di esempi tra gli innumerevoli che si potrebbero portare, Vacc-4x piuttosto che "vaccino pontino", che sgranocchiano i decenni come fossero noccioline facendo finta di cercare un "meglio" quando non si è visto nessun "bene" convincente di partenza) mi pare più la regola che l'eccezione e, per quanto mi riguarda, mi ha STRArotto.
Anche con questa prostratina la stanno menando da un'eternità, inventandosi balle di tutti i tipi. Una nella quale ero cascato in pieno (e alla quale mi ero arrestato finché, già tempo fa, qualcuno che non ricordo più chi fosse mi aveva avvisato che ero rimasto indietro e che la prostratina l'avevano sintetizzata in laboratorio da mo') era che "era talmente introvabile e estrarla era talmente costoso che non si poteva nemmeno disporne in quantità sufficienti per sperimentarla estesamente in vitro" (!!!), accompagnata dal contorno che "si stava trattando con gli abitanti delle Samoa, dove cresce l''albero magico', per avere da loro, ovviamente in cambio di cospicue royalties, il gentil permesso di prendere un po' di corteccia del medesimo" (e questa, nella sua follia, era già più credibile, calcolando che appunto la follia non è mai stata nemmeno lontanissimamente al potere quanto dopo l'Ultima Guerra: in qualunque altra epoca storica, quattro selvaggi che avessero osato aprir becco su alcunché sarebbero naturalmente stati impallinati, o infilzati in punta di lancia, o massacrati a bastonate all'istante).
Ora, se si ritiene che la prostratina qualcosa di utile riesca a combinare (almeno sulle J-Lat, dove peraltro, con licenza parlando, funziona anche il mio piscio!), perché stare a tirarla tanto in lungo nascondendosi dietro impedimenti inesistenti (anzi, proprio falsi), tipo appunto rarissime piante miracolose che crescono solo in Bingobongolandia e non procedere invece subito in direzione della clinica? Se, al contrario, si pensa che non serva sostanzialmente a nulla, si metta anche lei nel limbo dei possibili "spunti" e non se ne parli più come di qualcosa che "ah, se l'avessimo!". Macché, nessuna delle due! Al solito, si sceglie la "terza via", sterzando verso un'altra molecola "X volte più potente" (in questo caso briostatina, con il codazzo dei vari briologhi dell'articolo) e fingendo di "dimenticarsi" che se l'effetto della prostratina, alla resa dei conti, fosse zero, zero rimarrebbe anche se moltiplicato per X.
Aggiungo che questo comportamento, che potrebbe essere indulgentemente ricondotto al filone del "meglio nemico del bene" piuttosto che di un qualche "perfezionismo", a mio avviso non è invece affatto innocente. Non lo è perché, sempre nell'alternativa di cui sopra: se qualcosa non funziona, si continua a divorare finanziamenti (sottraendoli ad altro, visto che non sono illimitati) e a ingannare i pazienti accendendo (almeno in chi ha ancora "lo stoppino") speranze e illusioni che sono già spente in partenza; e se invece funziona, anche non nel migliore dei modi, non c'è nessun motivo di ritardarne il progresso verso la clinica, pur riservandosi di perfezionarlo nel seguito.
Sappiamo tutti che le terapie usate per eradicare l'HCV hanno fatto, nel giro di una quindicina d'anni, dei passi da gigante sia in termini di efficacia, sia di tollerabilità, sia di "calibrazione", che ne stanno facendo di ancor più grossi in questo momento e che se ne prevedono a buon diritto altri ancora in futuro. Dobbiamo per questo rammaricarci che non pochi malati siano stati curati in passato solo perché adesso, o domani, si sarebbero potuti "curare meglio"? Ma nemmeno per idea, perché molte di queste persone, intanto, sono libere già da anni dal loro "ospite indesiderato" (il che non è trascurabile sotto nessun punto di vista) e, in più, i progressi che si sono fatti sono stati costruiti anche sulla base dell'esperienza accumulata grazie a questi "pionieri" (spero nessuno creda alla balla che "dalle sconfitte si impara molto di più che dalle vittorie" quando è sotto gli occhi di tutti, essendo per esempio quella dell'HIV una storia di sconfitte, che dalle sconfitte si impara poco più di un cazzo, e infatti tutti i grandi problemi - da un vaccino preventivo a una cura vera e propria - dove non si è registrato neanche mezzo successo sono ancora qui tali e quali al primo giorno, se non peggio, mentre dove qualche vittoria la si è ottenuta abbastanza rapidamente, cioè nel campo degli antiretrovirali, sì che si è capitalizzato, arrivando fino alla HAART, che, seppur sempre più ridimensionata nei suoi reali effetti, è tuttora l'unica cosa che abbiamo)!
Tornando all'HIV, se c'è un unico, grande merito che riconosco al minuscolo Margolis è di aver cacciato una balla gigante a quelli di "The Lancet" (mica poco!) per rubare una copertina con su scritta, tra l'altro, la "parola proibita ‘cure’" (*). Così, ha infatti praticamente costretto la Siliciano (cui altrimenti, essendo una seria, credo proprio non sarebbe mai venuto in mente di imbrattare "carta specializzata" per dimostrare che una cosa che sapeva già che non funzionava effettivamente non funzionava) a fare a pezzi l'acido valproico, impedendo di riflesso a tanti suoi "cari colleghi" di tirare avanti per secoli col trucchetto già descritto (anche se, almeno fino a non molto tempo fa, gli "allegri canadesi", grandISSIMI "marciatori", avevano lo stesso in ballo una sperimentazione clinica - non so se solo sulla "carta" di clinicaltrials.gov o vera e propria - di questa acqua fresca).
Per finire, una precisazione. Da quanto ho scritto, si potrebbe pensare che il vizietto del "marciarci su" riguardi solo la ricerca di base o, comunque, "profondamente innovativa". Non è così. Si può marciare, e molto, anche sulla clinica ordinaria. A questo proposito, grazie alla segnalazione di Dora risalente a qualche giorno fa, ho scorso il thread sui "Less Drugs Regimens"/LDR (ecco l'ultima "etichetta" che gli avevano appiccicato e non ricordavo!). Beh, di esempi di disvelamento dell'arcinoto, di ri-ri-ri-...-riscoperte dell'acqua calda e di fritture d'aria sfacciate come questa se ne trovano pochi: è sorprendente che, quando si sa ormai da ANNI E ANNI che il Kaletra regge in monoterapia, regga anche abbinato a qualunque altro antiretrovirale (che non lo antagonizzi, naturalmente)? O, invece, che il Reyataz, che da solo non sta in piedi, abbia bisogno di essere più o meno puntellato (già si era visto benissimo con la storia del booster di ritonavir)? Ma soprattutto: LE "TABELLINE DI SILICIANO" coi potenziali inibitori istantanei di tutte le combinazioni di antiretrovirali possibili e immaginabili LE HA VISTE NESSUNO??? E i loro profili di resistenza, con relative "barriere genetiche", sono forse un mistero? E ancora: qualche infettivologo clinico non dico ottimo ma decente, capace di interpretare le linee-guida cum grano salis, l'ha mai conosciuto nessuno? Che ai pazienti che, per fatalità, avevano cominciato a prendere gli antiretrovirali nella (brevissima) "epoca dei due farmaci" (e due NRTI, quindi farmaci ben lungi dalla potenza anche del più sgrauso degli IP o degli NNRTI!), e che tuttavia teneveno botta solo con questi (anche per decenni), nessun infettivologo appunto decente si è mai sognato di cambiare la terapia con una triplice solo "perché lo dicevano le linee guida" lo svelo io adesso?
Per carità, sono il primo a riconoscere che, in una stronzata imprevedibile come la "scienza medica", tutto va verificato "nel mondo reale" perché le sorprese sono all'ordine del giorno, ma far passare per una "rivoluzione" 'sta storia degli LDR è da vergogna (anche se, come aveva titolato ai tempi la solita Nadir-leccaculidanarosiopotenti, persino l'Atripla era stato una "rivoluzione", quando sarebbe bastato dare in mano a una scimmia una pillola di Truvada, una di Sustiva e una goccia di colla di pesce per appiccicarle insieme e l'Atripla l'avrebbe fatto anche lei!).
(*)
La copertina di "The Lancet" con la balla di Margolis (Lancet. 2005 Aug 13-19;366(9485))
P.S. Mi rendo conto che il post è prolisso, non sempre chiaro e scritto abbastanza da cani, ma non sono riuscito a far di meglio. Chiedo scusa per la fatica supplementare a chi vorrà leggerlo ugualmente.