Africa

Divagazioni...
Puzzle
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Re: Africa

Messaggio da Puzzle » domenica 10 marzo 2013, 11:21

Tarek ha scritto:Grazie Puzzle per i bei scorci che dai su un luogo che ho sempre tra le mie mete ma che non posso, per ora, raggiungere per i prezzi esorbitanti da qui (2.500$ per l'aereo). Da me c''erano le linee di Capo verde a buonmercato ma poi c'era ancora da pagare per raggiungere qualche Paese del Golfo di Guinea; ho il desiderio, per ragioni linguistiche, scoprire l'Angola che ha un PIL incredibile e perciò mi piacerebbe vedere coi miei occhi le scempiaggini che i Cinesi stanno apportando. Anche se sono dei romanzetti stupidini, in Wilbur Smith, ho letto tanta Africa da rimanerne affascinato
Sì, anche dall'Europa i prezzi sono esorbitanti se si esce dai soliti canali turistici (tipo Kenia o Sudafrica) inoltre anche per gli alloggi, in molti di quei paesi non esiste una categoria di mezzo, ci sono gli alberghi 4/5 stelle da 200/250$ a notte e poi (se si trovano) delle catapecchie dove l'igiene è un optional. Le occasioni per visitarli a volte si offrono tramite le missioni. Non so se lo fanno ancora, ma ricordo che organizzavano viaggi di gruppo per volontari che volevano andare ad aiutare per un mese, e tramite questi ci si poteva infilare approfittando del viaggio.



Puzzle
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Re: Africa

Messaggio da Puzzle » martedì 12 marzo 2013, 11:42

Rwanda

Il 6 aprile 1994 un missile terra-aria abbattè sopra la città di Kigali, l'aereo presidenziale con a bordo l'allora presidente del Rwanda Juvénal Habyarimana e il suo collega, presidente del Burundi, Cyprien Ntaryamira. Dopo aver dato la notizia, la radio RTML, emittente simpatizzante del movimento Hutu Power, accusò dell'attentato il Rwanda Patriotic Front (movimento creato dai tutsi rifugiati in Uganda) e la MINUAR (Mission des Nations Unies pour l'Assistance au Rwanda). Nella notte, mentre in Burundi i vertici della missione delle Nazioni Unite assieme all'esercito trasmettevano per radio appelli alla calma e riuscirono a evitare disordini, in Rwanda l'Hutu Power prese il potere con un vero colpo di stato.

La prima priorità fu quella di eliminare ogni tipo di opposizione, nella quale figurava anche il primo ministro, la cui casa (assieme a molte altre) fu circondata all'alba. Intervenne una pattuglia di 10 soldati belgi delle Nazioni Unite a cui fu imposto di gettare le armi. I belgi, in inferiorità numerica, furono costretti ad arrendersi, imprigionati, torturati e poi uccisi. Da quel momento cominciò lo sterminio di massa dei tutsi, che, da fonti unanimi, era stato pianificato fin nei dettagli da tempo, con la radio RTML che incitava tutto il paese alla carneficina degli "scarafaggi". Massacro che durò ininterrottamente fino al 16 luglio.

Gli squadroni della morte, civili armati di fucili e macete (gli interahamwe) cominciarono a girare con liste precise di persone e famiglie da eliminare. Posti di blocco furono edificati in tutta la città, non tanto per intercettare i tutsi che cercavano rifugi nascosti, quanto per arruolare nuovi militanti perché il gioco al massacro ormai prevedeva solo vittime e carnefici. E chi si rifiutava di farlo diventava automaticamente complice e convivente con i tutsi, quindi da eliminare. Fu così che l'organizzazione dei massacri si spostò a macchia d'olio in tutto il paese.

I tutsi avevano paura e cercavano rifugio. Nella cattedrale di Nyamata si ripararono circa 2500, tutti stretti e ammassati. Per sicurezza chiusero il portone con i lucchetti, ma non servì a niente. Gli interahamwe ruppero i vetri delle finestre e cominciarono a lanciare granate all'interno. Poi sfondarono la porta e finirono tutti i sopravvisuti a colpi di macete. Oggi il luogo è consacrato alla memoria di quei fatti. Altri 5000 si rifugiarono in una scuola alla periferia di Kigali, protetti inizialmente dalle forze di pace delle Nazioni Unite, poi furono abbandonati. All'arrivo degli interahamwe questi li fecero marciare fino a Nyanza, dove furono tutti massacrati. Oggi a Nyanza quel sito è diventato il simbolo dell'abbandono del Rwanda da parte della Comunità internazionale. La chiesa di Ntarama, a un ora di viaggio da Kigali, è un altro luogo simbolo dedicato alla memoria, qui furono trucidate 5000 persone, la maggior parte donne e bambini. A Kigali, su 300.000 abitanti, ne furono uccisi 70.000.

Un milione di morti in cento giorni, fanno 10.000 morti al giorno, ovvero 400 morti all'ora pari a 7 morti ogni minuto, uno ogni dieci secondi. La maggior parte delle persone assassinate fu ucciso con il macete.

Nel settembre 1997, poco prima che il segretario generale Kofi Annan gli impedisse di testimoniare davanti al senato belga, il generale Dallaire, comandante dell'United Nations Assistance Mission for Rwanda, alla televisione canadese dichiarò: "Sono pienamente responsabile della morte di dieci soldati belgi, di altre morti, delle ferite non curate per mancanza di medicinali di molti miei soldati, dell'assassinio di cinquantasei operatori della Croce Rossa, di due milioni di rifugiati e dello sterminio di circa un milione di ruandesi, perché la missione è fallita, e io mi considero intimamente responsabile di ciò che è accaduto."



Dora
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Re: Africa

Messaggio da Dora » martedì 12 marzo 2013, 11:49

Puzzle ha scritto:Un milione di morti in cento giorni, fanno 10.000 morti al giorno, ovvero 400 morti all'ora pari a 7 morti ogni minuto, uno ogni dieci secondi. La maggior parte delle persone assassinate fu ucciso con il macete.
Ricordo che, nei giornali di allora, giravano le foto dei guerrieri (uso volutamente questa parola antica) hutu, mezzi nudi e con il macete insanguinato in mano.
Ricordo che già allora si diceva che anche questa specie di messinscena faceva parte del piano: terrorizzare i nemici riportandoli ai primordi della storia umana. E poi ammazzarli.
Puzzle ha scritto:Nel settembre 1997, poco prima che il segretario generale Kofi Annan gli impedisse di testimoniare davanti al senato belga, il generale Dallaire, comandante dell'United Nations Assistance Mission for Rwanda, alla televisione canadese dichiarò: "Sono pienamente responsabile della morte di dieci soldati belgi, di altre morti, delle ferite non curate per mancanza di medicinali di molti miei soldati, dell'assassinio di cinquantasei operatori della Croce Rossa, di due milioni di rifugiati e dello sterminio di circa un milione di ruandesi, perché la missione è fallita, e io mi considero intimamente responsabile di ciò che è accaduto."
Immagine

Da http://updatednews.ca/2013/02/04/rwanda ... nvictions/



Puzzle
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Re: Africa

Messaggio da Puzzle » martedì 12 marzo 2013, 12:43

The appeal judges, however, found that Mr Mugenzi and Mr Mugiraneza did not know that Mr Sindikubwabo was going to make the speech, AFP news agency reports.

Il discorso di Sindikubwabo (a capo del governo provvisorio dopo la morte del presidente Habyarimana Juvénal) tristemente famoso, diceva: "I ruandesi sono degli agricoltori, quando cominciano a lavorare la terra arrivano fino alla fine del campo e tagliano tutto quello che devono tagliare"


The judges also said the dismissal of the prefect, Jean-Baptiste Habyarimana, could have been decided “for political and administrative reasons” and not necessarily in order to speed up the massacres.

Più che "dismissal" Jean-Baptiste Habyarimana, prefetto di Butare, che era un tutsi, è stato ammazzato con tutta la sua famiglia.



Dora
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Re: Africa

Messaggio da Dora » martedì 12 marzo 2013, 15:10

Puzzle ha scritto:Il discorso di Sindikubwabo (a capo del governo provvisorio dopo la morte del presidente Habyarimana Juvénal) tristemente famoso, diceva: "I ruandesi sono degli agricoltori, quando cominciano a lavorare la terra arrivano fino alla fine del campo e tagliano tutto quello che devono tagliare"
Ah, ecco. E quindi quelli nella foto, esposti in bella mostra davanti a Kofi Annan, sono prodotti dei campi?
Più che "dismissal" Jean-Baptiste Habyarimana, prefetto di Butare, che era un tutsi, è stato ammazzato con tutta la sua famiglia.
Non formalizziamoci: è puro understatement.



Tarek
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Re: Africa

Messaggio da Tarek » martedì 12 marzo 2013, 16:39

Ricordo tutto , ho visto anche un film però dài quei esaltati che hanno ammazzato col machete erano completamente drogati, chissá cosa hanno preso per sopportare tutto quel sangue e morte



Puzzle
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Re: Africa

Messaggio da Puzzle » martedì 12 marzo 2013, 18:15

Tutto quello che è successo in Rwanda è stato fondato su un falso razzismo fra le due "etnie", che risale negli anni, basato su leggende, sviluppato dalle teorie razziste di Speke nel XIX° secolo e amplificato nella dominazione coloniale belga. Perché dal punto di vista scientifico (analisi del DNA) è stato dimostrato che non esiste alcuna differenza fra gli hutu e i tutsi. E pure glottologicamente le due "etnie" hanno sempre parlato la stessa lingua. La storia del Rwanda è abbastanza complessa (la storia del regno del Rwanda risale al XV° secolo) ma in realtà le sue origini sono fondate su una casta dominante e un popolo dominato in cui la casta era identificata dai tutsi che hanno sempre governato il paese e dagli hutu che coltivavano la terra.

Ciò che è successo nel '94 è stato un misto di fanatismo e di follia (penso che in Europa ne abbiamo avuto abbastanza esperienze per poterlo capire, senza ricorrere ad artifici) e non esiste nessuna droga in Rwanda, ubriachi di birra senz'altro, ma posso garantire che droghe non esistono e non sono ammesse in quel paese.

Pierantonio Costa, console onorario in Rwanda in quegli anni (da ciò che ha fatto quell'uomo gli affiderei la mia vita) ha scritto un memoriale di quei giorni, ne riporto una breve frase: "millenni di civiltà e di convivenza erano solo un sottile strato di vernice sulla capacità dell'uomo di commettere atrocità, e di godere della sofferenza inflitta. E non era una questione di <<selvaggi africani>>. In Bosnia, nella civilissima Europa, in quegli anni stava accadendo la stessa cosa".



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Re: Africa

Messaggio da isabeau » sabato 16 marzo 2013, 21:31

realta' peggio di film dell'orrore,mamma mia.... :ugeek:



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Re: Africa

Messaggio da Dora » venerdì 22 marzo 2013, 18:09

SUD AFRICA

HIV-1 and Antiretrovirals: The drugs work


Posted by ERV on March 20, 2013


1. LE PERSONE CHE HANNO ACCESSO AGLI ANTIRETROVIRALI VIVONO PIÙ A LUNGO
Amo molto il paragrafo introduttivo di questo articolo:
  • Per la maggior parte del 20° secolo, l’aspettativa di vita è aumentata in quasi ogni zona del mondo. Tuttavia, dalla fine degli anni ’80, l’epidemia di HIV ha portato a invertire questa tendenza nell’Africa meridionale, con un grande aumento della mortalità fra gli adulti in età di lavoro. In Sud Africa, l’aspettativa di vita a 15 anni è diminuita dai 67,4 anni del 1990 ai 58,7 del 2009; e in Swaziland, dai 68,1 ai 53,4. Oltre alla perdita diretta di vite, questi crolli nell’aspettativa di vita adulta hanno avuto effetti profondamente negativi sulle famiglie, sulle comunità e sui governi, compresa una diminuzione della ricchezza delle famiglie; grandi aumenti nel numero degli orfani; perdita di lavoratori qualificati, fra cui insegnanti, medici, funzionari governativi; e l’interruzione della trasmissione delle conoscenze e delle norme da una generazione all’altra.
Leggetelo di nuovo.

Questo è quello che l’HIV/AIDS ha fatto all’Africa. Mentre il resto del mondo ha visto aumentare l’aspettativa di vita (per fare un confronto, l’anno scorso in Giappone era di 83 anni e gli USA seguivano a 78), un bambino in Sud Africa poteva aspettarsi di vivere fino ai 50 anni. E l’HIV/AIDS non si ferma alla morte – la morte degli adulti comporta una perdita di reddito alla famiglia che sopravvive, un aumento nel numero degli orfani, scarsità di adulti – insegnanti, leader di comunità. Così, a chi diavolo devono guardare i bambini? A che genere di futuro possono aspirare (fino alla veneranda età di 50 anni e qualcosa)?

Gli antiretrovirali sono un faro di speranza, per un futuro.

Naturalmente è abbastanza facile studiare gli individui che vengono arruolati in un qualche genere di trial clinico, cui vengono dati farmaci, che vengono monitorati, e così via. Noi sappiamo che le persone che prendono farmaci come prescritto possono vivere a lungo quanto le persone che non hanno l’infezione. Ma qual è l’impatto che l’accesso agli antiretrovirali ha sulla comunità? Chiunque viva in una data zona, che sia HIV+ o -?

Grazie a un programma iniziato da George W Bush nel 2004, PEPFAR, il Sud Africa ha potuto dare inizio all’accesso pubblico agli antiretrovirali al maggior numero possibile di pazienti HIV+ (sì, avete letto bene, W). Così questo gruppo di scienziati ha scelto una comunità ad alto rischio di infezione da HIV e ha calcolato l’aspettativa di vita media degli individui prima, e dopo l’accesso pubblico agli antiretrovirali. Non hanno scelto una comunità “facile”:

  • La popolazione studiata includeva tutti gli adulti, membri residenti e non residenti di tutte le famiglie in un’area di sorveglianza di 434 km2 nel KwaZulu-Natal rurale.

    La comunità è largamente rurale e si trova in uno dei distretti più poveri del Sud Africa. La prevalenza dell’HIV è molto alta; il 29% degli adulti sono HIV positivi, con circa la metà delle donne fra i 30 e i 49 anni e circa un terzo degli uomini fra i 35 e i 49 che vivono con l’HIV. All’inizio degli anni 2000 più della metà di tutte le morti in questa comunità erano attribuite all’HIV.
Questo è quel che accadde.

Immagine

Increases in Adult Life Expectancy in Rural South Africa: Valuing the Scale-Up of HIV Treatment
Science 22 February 2013: vol. 339 no. 6122 961-965


L’aspettativa di vita prima di PEPFAR: meno di 50 anni. Otto anni dopo PEPFAR: più di 60.

Per essere precisi, un guadagno di 11,3 anni.

Di nuovo, questa non è l’aspettativa di vita di qualcuno cui è stato diagnosticato l’HIV. Questa è l’aspettativa di vita di una Persona Media in una comunità in cui l’HIV è presente e gli antiretrovirali sono disponibili.


2. È MENO PROBABILE CHE LE PERSONE CHE HANNO ACCESSO AGLI ANTIRETROVIRALI INFETTINO ALTRI.

Di nuovo, non è così difficile per gli scienziati arruolare coppie sierodiscordanti (coppie monogame in cui una persona è HIV+ e l’altra è -) e seguire l’effetto dei farmaci dati alla persona HIV+ sullo status virologico della persona HIV-.

Ma non tutti coloro che sono HIV+ vivono una relazione monogama.

Qual è l’effetto dell’accesso agli antiretrovirali in una comunità sulla diffusione dell’HIV all’interno della comunità?
Stessa comunità descritta prima. Per sintetizzare un intero articolo in un’unica frase: Quante più sono le persone in una comunità che hanno accesso agli antiretrovirali, tanto minore è la probabilità che una persona negativa acquisisca l’HIV.

Immagine

High coverage of ART associated with decline in risk of HIV acquisition in rural KwaZulu-Natal, South Africa
Science. 2013 Feb 22;339(6122):966-71


Non sono “solo” le persone HIV+ che beneficiano dell’accesso agli antiretrovirali.

Ne beneficia l’intera comunità.



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Re: Africa

Messaggio da Dora » mercoledì 27 marzo 2013, 12:45

MALAWI

Il Malawi, fra i Paesi sventurati, è uno quasi in cima alla classifica.
Ma ha un governo legato strettamente all'Occidente, guidato da Joyce Banda, una donna tostissima che, per esempio, non ha avuto paura di far dichiarare ospite non gradito un islamista del calibro del presidente sudanese Omar Al-Bashir e ha preferito non tenere in Malawi il summit annuale dell'Unione Africana dell'anno scorso, pur di non trovarsi in casa un simile loschissimo individuo.
Il Malawi, fra le sue innumerevoli sventure, ha anche una prevalenza spaventosa di infezioni da HIV.
Ma ha una leadership politica attiva e intelligente e sta mettendo in campo perfino le risorse che non ha per combattere l'infezione e la sua diffusione.
Con risultati tangibili.

Questa è solo l'ultima buona notizia:

Study: In Malawi lifelong antiretroviral treatment for expectant moms “translates into saving more than 250,000 maternal life years”



P.S. Seguo con particolare interesse quanto accade proprio lì, perché un'ombra sinistra si stende su quel Paese: in un'intervista del giugno scorso, Marco Ruggiero ha raccontato che stava pensando di abbandonare l'Università di Firenze (ha ottenuto tutto quel che poteva ottenere in termini di carriera e di onori - diceva) e di portare il suo Magic Yoghurt ai bambini malati di HIV in Malawi.
Che il Signore li protegga.



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