Che cosa desidero...?

La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
alfaa
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Re: Che cosa desidero...?

Messaggio da alfaa » lunedì 14 aprile 2014, 9:13

Uffa ,ti riferivi a me? Quando l ho paragonato al diabete mi riferivo all'aspetto clinico infatti.Dal punto di vista sociale e psicologico è tutt'altro rispetto al diabete,ci mancherebbe e l'ho precisato... Io sono il 1 a stare male qui dentro( ma meglio rispetto a 6 mesi fa) peró frasi del tipo" non ho piu voglia di vivere, non ho via d uscita ecc ecc" non mi sembrano adeguate a questa sindrome nel 2014 ,a meno che ad una persona non sia stata schiaffata pochi giorni prima questa notizia....Da qui il mio stupore



uffa2
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Re: Che cosa desidero...?

Messaggio da uffa2 » lunedì 14 aprile 2014, 10:07

In queste cose il rischio di fraintendimenti è sempre troppo alto, e non vorrei che Games si sentisse “sub judice”, perché non è così: ognuno di noi ha la sua storia, quelle che gli americani chiamano “le proprie scarpe”, con le quali è arrivato fin qui (certo che poteva anche andare in un posto più divertente, eh? ;) ); vorrei che Games capisse che lo stiamo esortando, non giudicando, che i momenti neri li abbiamo tutti…


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alfaa
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Re: Che cosa desidero...?

Messaggio da alfaa » lunedì 14 aprile 2014, 14:55

Si ma secondo me, e questo lo dò proprio come consiglio ,e non come frecciatina(ci mancherebbe) in questi casi ci vorrebbe uno psicologo o ancora meglio uno psicanalista(ci andrò anche io lo premetto! ) perchè io non credo che il reale motivo di quelle frasi sia l'hiv...cioè se dopo 3 anni di diagnosi ancora pensi di "non avere piu via d'uscita "io personalmente credo che stai buttando sull'hiv altri problemi...Non voglio fare lo psicanalista,è davvero un consiglio quello che dò a games f thrones(che segue a quanto pare un bellissimo telefilm)



uffa2
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Re: Che cosa desidero...?

Messaggio da uffa2 » lunedì 14 aprile 2014, 18:22

Molto tempo fa, Dora ha aperto un thread sull'argomento Depressione, stress post-traumatico e infezione da HIV.
Oggettivamente, la diagnosi di HIV è un evento traumatico, può innestarsi su altre condizioni e rivelarle, oppure essere l'elemento scatenante di cose mai percepite prima.
Ancora una volta, ognuno di noi è diverso, arriva da un percorso originale e forse il tentativo di trovare il "comun divisore" è fallace.
Dentro quella scatolina che abbiamo tra le orecchie si muovono un sacco di topolini, e nessuno di noi sa dove vorrebbero andare...


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GameOfThrones

Re: Che cosa desidero...?

Messaggio da GameOfThrones » mercoledì 16 aprile 2014, 15:50

Non siamo tutti uguali.
Se uno, per esempio, ha 25 anni, è etero, ha una vita splendida, una dimensione lavorativa e affettiva appagante, e si becca l'hiv, da ciò che leggo in internet, la cosa non gli pesa più di tanto.
Se uno ha 50 anni, è gay, un cumulo di disastri alle spalle, una dimensione lavorativa e affettiva disastrosa, l'hiv acquista un altro impatto.

Gli etero giovani, con hiv, da quel che leggo, non escludono la possibilità di rifarsi una vita, anche affettiva: evidentemente hanno raggiunto un livello di accettazione molto alto dei rischi che corrono, e evidentemente l'amore (quando c'è), li aiuta a superarli.

Tutti, qui nel forum, si soffermano a valutare i risvolti medici dell'avere l'hiv. Ne consegue un elenco di paragoni con altre malattie, più o meno curabili.
Su questo piano l'hiv risulta essere discretamente gestibile, e viene da pensare: "ma dov'è il problema?".

Il problema è che "a differenza delle altre malattie", che, paradossalmente potrebbero addirittura far sentire più unita una coppia, l'hiv si trasmette.
E si trasmette coi rapporti sessuali, che sono (o meglio, dovrebbero essere) il luogo dove si estrinseca la massima intimità di una coppia.
A parte coccole e baci (dei quali ai gay non importa niente), con l'hiv rimaniamo persone infette.

A vita.

Per 30 anni ho fatto sempre sesso super-protetto. Per 30 anni ha funzionato, poi, evidentemente, qualcosa è andato storto.
Con l'hiv crolla definitivamente anche la più remota probabilità di avere una relazione normale con una persona sana (con la quale avrei dovuto fare safe-sex lo stesso, ma con la consapevolezza di essere sani entrambi).

Speravo di raggiungere una stabilità affettiva, prima di rimanere fregato dai rischi di contagio che la "roulette russa degli incontri" comporta.
Adesso sono io quello vulnerabile, colui che non si può permettere nessun altro passo falso, nessun altro contagio, nessuna altra malattia, perché non oso immaginare cosa succederebbe se andasse a sommarsi all'hiv.

Incontrarsi tra sieropositivi?
Come?
Sui siti dedicati per incontri tra hiv?
E cioè? Io sono hiv, tu sei hiv, incontriamoci?

I meccanismi relazionali, interpersonali, sessuali e affettivi tra uomo-donna, sono molto diversi da quelli tra i gay.
Quasi sempre manca l'aspetto del frequentarsi, per confrontare le affinità, dopo di che uno potrebbe valutare l'eventualità di dichiarare l'hiv.
Cioè, sostanzialmente, la questione hiv si pone fin da subito, perché è l'approccio ad essere diverso.

Su questo punto, in questo forum, tutti tacciono.
I gay per primi, poiché risolvono la questione in un modo che, io, non voglio e non posso accettare.



admeto
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Re: Che cosa desidero...?

Messaggio da admeto » mercoledì 16 aprile 2014, 19:53

Games of Throne, capisco profondamente e intimamente le tue ragioni, ma non per questo riesco a condividere le tue parole.
Io sono precipitato in questo incubo circa un anno fa e da allora ho iniziato una guerra: da allora la mia vita è diventata una battaglia quotidiana contro il virus e contro me stesso.

Sono sprofondato nell’angoscia, angoscia per l’ingiustizia della sorte che mi è toccata e – soprattutto – angoscia per il mio futuro, su cui improvvisamente è piombata un’incognita spaventosa.
Il mio problema è che non riesco a ritrovare la forma fisica: in quest’anno ho sofferto di continui disturbi, uno dietro l’altro, che finora non si sono mai rivelati gravi ma che hanno sempre messo a dura prova il mio morale. So perfettamente che in parte si tratta di disturbi psicosomatici, ma so che non è del tutto così. Ora sono alle prese con un problema assolutmamente inedito, l’ennesimo, che spero di risolvere; ma di questo non parlo, perché ho già tediato a sufficienza i frequentatori di questo forum con i miei guai di salute.

Voglio dirti solo questo; tutte queste avversità, unite alle parole sagge di una psichiatra, mi hanno fatto comprendere una cosa del tutto inaspettata: improvvisamente ho avvertito quanto mi piace vivere. E’ stata una rivelazione improvvisa, imprevista, quasi un dono del destino: il desiderio di morte o anche solo il pensiero della morte sono lussi che si può permettere solo chi non sta veramente male; chi si trova sull’orlo del baratro, o chi semplicemente pensa di esserci, “sente” (questa è l’unica espressione giusta) quanto è meravigliosa la vita e quanto la ama.

Anche dietro alle finestre da cui guardi il mondo potrai accorgerti che è arrivata la primavera. Non lo vedi? Il rifiorire della natura non ti suggerisce nulla? So che quello che sto per dire è banale, ma non ho altre parole: guarda il cielo e ti accorgerai che per te – per te solo – è più azzurro che per tutti gli altri; esci all’aria aperta e capirai che per te il sole è più splendente. Trascorri del tempo con i tuoi amici e le loro risate per te saranno più piacevoli; ogni libro che leggerai sarà più interessante o più noioso, ogni film che guarderai sarà più avvincente o più insignificante.

Io vorrei aiutarti, ma non posso farlo. E non posso farlo innanzitutto perché per te sono soltanto una serie di caratteri alfabetici che appare sullo schermo del PC; ma se anche ti fossi vicino, potrei fare poco per te: devi aiutarti da solo. Da qualche parte devi trovare la forza per affrontare questa prova enorme.
Io posso solo dirti quello che sto facendo da un anno a questa parte: ho preso il mio dolore e mi ci sono immerso, l’ho guardato, analizzato, scandagliato, vivisezionato… A me è servito: è come familiarizzare con uno straniero. Ma non è detto che tutti debbano attraversare per forza questo passaggio.

Quello che tu dici sulla sessualità dei gay è profondamente vero. Ma su questo sarò franco: la tua storia non è eccezionale. I tuoi problemi sono comuni a molti.
Io ho iniziato a vivere la mia sessualità solo a 26 anni, ora ne ho 40… praticamente è stata la conquista del nuovo millennio… Anch’io come te ho scoperto solo vivendo che tra i gay la sessualità è vissuta prevalentemente tramite incontri occasionali e nulla più: non è sempre così e non è così per tutti, ma spesso è così. E ho fatto quello che credo abbia fatto anche tu: semplicemente mi sono adattato alla realtà delle cose.

E adesso? Bè per il momento ho rinunciato completamente ad avere rapporti sessuali; alla base di questa scelta sicuramente c’è la paura del contagio e – soprattutto – la paura di essere contagiati da qualcos’altro che potrebbe ulteriormente peggiorare la situazione. Ma c’è qualcosa di più: in questo momento l’atto sessuale è per me un gesto del tutto inconcepibile…
Ma anche qui non mi dilungo e vengo al punto: non c’è nessun problema, va bene così. Posso tranquillamente rinunciare ai rapporti sessuali, almeno per un po’.
Io, come te, al momento ho problemi più urgenti e pressanti: voglio ricominciare a ridere e voglio ritrovare quella leggerezza che mi era costata tanta fatica. Un giorno, forse, affronterò anche il problema del sesso, ma non ora: non voglio che la difficoltà ad avere rapporti sessuali diventi un alibi per giustificare la rinuncia a combattere la mia battaglia.

E allora ti prego: scendi in campo e inizia a combattere anche tu…
Un abbraccio forte.



alfaa
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Re: Che cosa desidero...?

Messaggio da alfaa » mercoledì 16 aprile 2014, 21:15

E invece ti sbagli ancora games of thrones perchè non puoi davvero venirmi a dire che beccarsi l'hiv a 25 anni per un etero è meglio che per un 50 enne gay,ti prego cioè... sarebbe mentire alla realtà! Ma magari me lo fossi preso a 50 anni ,cazzo tra 25 anni!guarda non farmici manco pensare che mi si alzano i peli delle braccia!

Punto secondo io sono gay e sinceramente non comprendo assolutamente tutto il tuo discorso.Vuoi parlare del punto di vista relazionale? benissimo. Questa è la pecca maggiore della malattia ma non è la fine come credi,cosa che ho avuto modo di vedere dopo solo pochi mesi! Se fossi uscito di casa in questi 3 anni forse te ne saresti accorto anche tu. CIOè ad esempio,ma che significa questa frase "Con l'hiv crolla definitivamente anche la più remota probabilità di avere una relazione normale con una persona sana (con la quale avrei dovuto fare safe-sex lo stesso, ma con la consapevolezza di essere sani entrambi)" Guarda che io sono fidanzato con un s- (come quasi tutti i s+ d'altronde se vedrai ti renderai conto che sono piu i s+ fidanzati con s- che s+ che stanno con s+ ) e a livello sessuale facciamo tutto quello che facevamo prima(tutto proprio) eccetto i rapporti penetrativi attivi e passivi per i quali usiamo condom ultrasottile e non gli eiaculo piu in bocca.Bhe certo era meglio prima quando lo facevamo senza nulla ma non è poi questa gran tragedia,cioè un preservativo ultrasottile non lo avverti quasi. Non lo dirai di certo al 1 che incontri dovrai selezionare molto bene la persona e capire se sei innamorato e se lui è innamorato soprattutto,valutare tante altre cose e poi capire se dirglielo o no.Io almeno ho fatto e eventualmente in futuro,farò cosi...Non tutti rimarranno purtroppo(immagino almeno) ma neanche il contrario è vero!Se pensi che rimarrai tu e un cane ti sbagli...esistono tantissime coppie sierodiscordanti.... Anzi se questo discorso me lo avessero fatto a me il primo giorno che mi comunicarono la diagnosi sarei stato meno male i primi 3 mesi.E poi sbagli nuovamente quando scrivi" rimaniamo contagiosi nei rapporti sessuali" perchè usi il preservativo appunto !e ti passa la paura! Ancora quando dici che sarà cosi a vita,bhe guarda sono in ricerca tantissime cose e anche se immagino che io che ho la metà dei tuoi anni posso averne una percezione diversa perchè se tipo tra 15 anni tanto per dire trovassero qualcosa di definitivo non sarei ancora "vecchio",capisco anche che per te potrebbe essere diverso avendo ora 50 anni ma è pur vero che tu a differenza mia hai vissuto 50 anni senza hiv(ribadisco il "cazzo! beato te!" )
Detto questo non capisco perchè quindi devi per forza cercare compagni s+ e se pure volessi cercare solo compagni s+ guarda che è MOOLTO piu facile per un gay trovare un compagno s+ rispetto ad un etero ,ti ricordo che esistono siti appositi per i gay dove basta farsi un contatto senza foto e dire "cercho hiv +" e vedi che ti contatteranno.Di gay s+ ce ne sono davvero molti .Molto molto di piu di etero s+ ( se facciamo le proporzioni ovviamente,tra popolazione etero e popolazione gay)Quindi ,anzi,io credo proprio che per un s+ etero sia piu difficile trovare l'amore...

Se poi la tua vita ti lasciava scontento pure prima ,allora è un altro discorso.Quello che dicevo era appunto che mi sembra strano che una persona nel 2014 scriva"l'hiv non mi lascia piu via d'uscita " ti renderà sicuramente le cose piu scoccianti e in alcuni aspetti,piu difficili ma per quanto sia una m erda(perchè è una bella m erda) NON è una tragedia. Dalle tue parole comunque percepisco che sia piu l'essere gay a farti male che l'essere s+.Fai il paragone" essere gay etero" a me piace essere gay ;-)

Io rinnovo il consiglio di uno psicanalista ,potrebbe aiutarti davvero molto...



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Re: Che cosa desidero...?

Messaggio da stealthy » mercoledì 16 aprile 2014, 23:04

A giugno ero in un viaggio in Israele e un giorno dovevamo andare a visitare un ospedale dove venivano curati bambini da tutto il mondo con problemi al cuore. Vedere quei bambini intubati e con problemi cardiaci a quella tenera età, mi si stringeva il cuore. Perché alcuni di loro erano condannati a dover subire degli interventi ogni due tre anni. E mentre guardavo loro dicevo a me stesso: sei fortunato!

GameOfThrones, ho letto il tuo post un po' di volte così come ho letto i post che sono susseguiti al tuo.
Io ho 33 anni e l'hiv l'ho preso nel 2007. Sono passati un po' di anni da quel 14 giugno. E' stata una mazzata? Sì e non da poco. Avevo una relazione in quel periodo anche se eravamo una coppia aperta. La guardia l'ho abbassata parecchie volte perché credevo di essere invincibile e che questo virus non mi avrebbe mai sfiorato. Sono stato stupido? Sì. Ho cercato il colpevole? No, perché non aveva alcun senso e sovente la colpa è condivisibile con l'altra persona che ti ha contagiata. In questo non ci sono né vincitori e né vinti.
La storia è finita forse perché già era agli sgoccioli e il virus è stata la goccia che fatto traboccare il vaso. Ci sono stato male e parecchio perché la paura di sentirmi 'escluso' mi ha perseguitato per un po' di tempo. La paura di non riuscire ad avere una storia mi metteva tristezza; non dico depressione perché a quello stadio non ci sono mai arrivato.
Ho preso bastonate e ci sono rimasto male. Ho avuto 'soddisfazioni' perché sono riuscito ad avere una storia sierodiscordante per quasi 4 anni. Oggi mi ritrovo punto e a capo, nel senso che sono di nuovo libero. Però oggi non è quella paura che avevo prima.
Il mondo gay fa schifo e questo è un dato di fatto. Un mondo fatto di superficialità che tutti noi conosciamo. Gli incontri sono basati meramente sul sesso e a volte non si conosce nemmeno il nome della persona.
Mi è capitato di doverlo dire al primo sconosciuto, non quanto per proteggere lui quanto per mettere le cose in chiaro. Molti scappano molti restano ma non vogliono avere rapporti.
L'ultima volta mi è capitato di dirlo mentre eravamo a letto e quando io l'ho confessato, lo ha fatto anche il partner. Si scopre che molti gay sono s+ e molto non lo vogliono ammettere.
I migliori incontro, che possono avere un esito positivo, sono quelli che avvengono casualmente perché quelli da chat sono uno schifo.
Non avuto modo di cadere in depressione perché ho scoperto altre passioni e interessi che non mi hanno permesso di pensare troppo all'hiv.

Capisco il tuo stato d'animo e mi rendo conto che siamo generazioni diverse e sicuramente per quelli della nostra età le cose sono (apparentemente) più semplici e a portata di mano. Ma questo vale per qualsiasi età.
"Tu eri quello che io sono e io sarò quello che tu sei adesso" che significa che tu oggi capisci la mia generazione e io magari faccio un po' fatica a capire la tua, ma quando arriverò a 50 anni capirò quello che tu volevi dire oggi a me.

Però io ti esorto a uscire da quel guscio perché a 50 anni si è nel pieno delle forze e delle energie ed è un peccato non sfruttare al meglio queste energie.



GameOfThrones

Re: Che cosa desidero...?

Messaggio da GameOfThrones » giovedì 17 aprile 2014, 18:13

admeto

La tua analisi è molto lucida. Ciò che dici è estremamente chiaro e comprensibile.
Leggerti mi è già di aiuto, ed ogni punto che hai affrontato provoca in me molte riflessioni e pensieri.

E' probabile che "il desiderio di morte" sia un lusso che si può permettere solo chi non sta veramente male".
Non ti sto prendendo in giro, ma, forse, il tuo doverti occupare a ritrovare la forma fisica perduta, i continui disturbi fisici, ti tengono inchiodato su un piano molto materiale, direi di sopravvivenza.
Sei impegnato, giustamente, su questo aspetto, e gli altri sono, giustamente, in stand-by (come il sesso).

La mia terapia, invece, sta funzionando.
Il mio corpo è sano. E mi sento chiamato a ricominciare a vivere, ma non so da dove cominciare.
Il lavoro, gli amici, la famiglia, vanno avanti con i problemi di sempre.
L'aspetto colpito, invece, è proprio quello sessuale-affettivo, che è uno dei più importanti.

Scrivi:
"Anch’io come te ho scoperto solo vivendo che tra i gay la sessualità è vissuta prevalentemente tramite incontri occasionali e nulla più... spesso è così. E ho fatto quello che credo abbia fatto anche tu: semplicemente mi sono adattato alla realtà delle cose."

E' proprio così.
Ci siamo adattati alle regole.
Ed è quello che penso faccia la stragrande maggioranza dei gay.
Solo una minima parte (tra cui io) trova quel meccanismo un "gioco al massacro", e fa una fatica bestiale ad adattarvicisi.

Anche io, come te, ho completamente rinunciato ad avere rapporti sessuali, per le tue stesse identiche motivazioni.
E anch'io, come te, percepisco l’atto sessuale del tutto inconcepibile…

Hai ragione: rinunciare al sesso, in fondo è facile.
E anche per te è facile rinunciarvi, proprio perché hai problemi molto più urgenti cui far fronte.Infatti hai scritto che ci stai rinunciando "per il momento".

Ok. E dopo?

Che succederà quando avrai il tuo primo incontro (occasionale o meno) e ti ricoprirai di cellophane, da capo a piedi, per affrontare ogni tipo di preliminare?
Il tuo partner, non lo troverà un tantino strano?
Non pensi che farà immediatamente: due+due=hiv !?
Quindi che si fa? Lo si dice a tutti?
Quindi se parliamo di "tutti", significa che siamo risaliti sulla giostra pre-hiv.
E' questo che vogliamo?
Qual è l'alternativa?

Hai ragione. Non possiamo aiutarci, né dalla lontananza dei nostri pc, né se fossimo vicini.
Ognuno deve trovare il bandolo di questa matassa ingarbugliata.

Anch'io ho cercato di fare ciò che hai fatto tu; anch'io ho preso il mio dolore e mi ci sono immerso, l’ho guardato, analizzato... Ma sono passati 3 anni, e sono al punto di partenza...

Apprezzo il tuo invito ad accorgermi che è arrivata la primavera. Ma sai meglio di me, che se il buio ce l'abbiamo dentro, fuori non riusciamo a vedere nessuna luce, il cielo è una morsa e le risate degli altri sono trapani nelle orecchie, da cui vuoi scappare.
E' come essere senza la pelle, ed ogni cosa che proviene dall'esterno, è un attentato alla vulnerabilità.
Solo il silenzio delle mura diventa tollerabile.
Ma quelle mura sono anche la prigione.

"Inizia a combattere...".
Come?

. . .

alfaa

La tua arringa è talmente piena di ispirazione, autenticità e accoramento, che non mi lasci via di scampo;
non posso che rispondere: "ok, hai ragione tu! le cose stanno esattamente come dici tu!".
Il tuo è un appello che non prevede repliche.
Va bene. Lo accetto perché sento che sei in assoluta buona fede.

Diciamo che le cose stanno esattamente come dici tu, e sono le stesse cose che pensavo io, 30 anni fa, quando avevo la tua età.
Bisognerebbe verificare se tra 30 anni la penserai allo stesso modo.

Ognuno di noi osserva la realtà dal "proprio" punto di vista.
Tu la analizzi dal tuo, ed io ti capisco perfettamente.
Io la analizzo dal mio, con la differenza che ciò che dico ti appare inverosimile.
E' più che naturale, data la tua età.

Non voglio fare il vecchio brontolone che getta ombre sinistre, ed ipotesi agghiaccianti sul futuro di un gay nella sua età matura.

Dal punto di vista relazionale, per te, l'hiv non è la fine del mondo, semplicemente perché attualmente, continui a fare le stesse cose che facevi prima.
Poi, se sei giovane, carino e hai anche un fidanzato con cui stai bene, è molto facile immaginare che la tua vita vada a gonfie vele.

Ma questa è la tua vita, non la mia.
Analizzi le cose dalla tua prospettiva, non dalla mia.

Per quanto riguarda l'aspetto sessuale, ciò che dici è un classico:
"...sono fidanzato e a livello sessuale facciamo tutto quello che facevamo prima (tutto proprio) eccetto i rapporti penetrativi attivi e passivi... e non gli eiaculo più in bocca".
[n.d.r.: Ehm... quindi lui può eiaculare nella tua...?]

Lo so bene che questo è il trend: "Condom per la penetrazione e via libera per tutto il resto!!!".

Questa frase, che suona bene quanto un slogan pubblicitario, è quanto mai ingannevole (proprio come lo sono spesso gli slogan pubblicitari).

Perché il messaggio corretto dovrebbe essere:
"Dall'istante in cui ti cali le mutande, mettiti il condom, e poi prosegui".

La faccenda cambia di parecchio, soprattutto se consideri che non tutti i gay sono interessati alla penetrazione...
La sessualità gay si svolge prevalentemente in quell'intervallo che va da quando ti cali le mutande, a quando arrivi alla penetrazione (chi ci arriva, se interessato).

Lo so bene che i giovani gay fanno tutto proprio come prima e più di prima dell'hiv (tranne la penetrazione).
Ma non va bene.

Perché ci si contagia.

Mi chiedo chi, durante quei preliminari così importanti, con abbracci e baci (intendo baci ovunque), se ne sta col preservativo addosso.

E' un dettaglio, ma, come si dice, è qui che casca l'asino... Non certo per la penetrazione che non ho mai praticato senza condom in tutta la mia vita.

Mi scrivi: "Non lo dirai di certo al 1 che incontri... dovrai selezionare molto bene la persona..."
E poi ancora: "..Non tutti rimarranno purtroppo..."

Selezionare?
Non tutti rimarranno?
Tutti chi?
Di chi stiamo parlando?

Il tuo linguaggio mi riporta ad un luogo incontrovertibile: le chat gay, siti gay, ecc.

Tra parentesi, mi dicono che i gay non sufficientemente contenti dei siti per sex dedicati a loro, (già straripanti di per sé), ne hanno inventato uno, qualche anno fa, che basa la sua fortuna sulla geolocalizzazione immediata di gay nelle vicinanze, per fare sesso.
Il nome dell'applicazione, rimanda immediatamente al verbo macinare, frantumare, polverizzare, tritare.

Insomma: un tritacarne.

Tornando a noi, mio caro e squisitamente ingenuo alfaa (ti prego non cambiare, rimani così!), è in quei siti che mi vuoi rispedire, quando alludi alla lunga lista di selezione di pretendenti che dovrei analizzare?
No, perché ti garantisco che io per la strada, sul lavoro, nella vita in generale, incontro si e no un gay ogni due anni; e quand'anche ne intravedessi uno, mentre esce dal corso di inglese, o dal tal negozio, non è che lo rincorro chiedendogli di iniziare una conversazione!

Se la tua risposta è sì, ti faccio notare, che (salvo accordi di coppie stra-aperte) quei siti funzionano per un unico scopo...

. . .

stealthy

La tua scrittura è chiara e diretta. Messaggio ricevuto.

Il tuo post andrebbe scolpito nella pietra solo per il fatto che osi dire l'indicibile, ammettere ciò che nessun gay ammetterebbe, nemmeno sotto tortura, e cioè:

"Il mondo gay fa schifo e questo è un dato di fatto.
Un mondo fatto di superficialità che tutti noi conosciamo.
Gli incontri sono basati meramente sul sesso e a volte non si conosce nemmeno il nome della persona."
"[Gli incontri] da chat sono uno schifo."


Niente di più vero.

Mi chiedo solo come mai quando lo dico io, mi azzannano alla giugulare.

Se, per esempio con i miei "cari" amici, oso muovere qualche critica, la prima cosa che fanno è: negare.
Negare qualsiasi evidenza, nonostante la loro situazione sentimentale-affettiva (e dei loro amici, e degli amici dei loro amici, e dei conoscenti dei loro amici fino ad arrivare alla Groenlandia) sia semplicemente catastrofica.

La riposta più frequente che sento dire è: "anche per gli etero è uguale", quando è palese che non è così.
Basta sentire l'opinione delle dirette interessate (parlo delle donne vere).

Ma veniamo a te, stealthy.
Nel 2007 avevi 26 anni, in coppia aperta, guardia abbassata parecchie volte credendoti invincibile, arriva l'hiv, la storia, già agli sgoccioli, finisce.
Prosegui con storia di 4 anni (ma non ci dici se in coppia aperta o no, e questo, perdonami è un dettaglio che inquadrebbe meglio la situazione).
Oggi ti ritrovi punto e a capo, nuovamente libero.

La cosa più sorprendente (in senso positivo), è che la critica che muovi al mondo gay, arrivi proprio da te, stealthy, uno dei protagonisti (o ex-protagonista, non so) della fantasmagorica e scintillante scena gay.
Da te che, evidentemente, hai attinto a piene mani dal mondo gay, dal quale hai avuto tutto: fidanzati, sesso, coppia aperta (=fidanzato+sesso). Praticamente tutto. Ogni opzione.

Perché stealthy, dato che dal mondo gay hai avuto tutto, adesso dici che fa schifo?

Non è che per caso l'hiv arriva giusto a rompere le uova nel paniere, spezzando quell'incantesimo in cui tutti i gay sono immersi in quella giostra senza fine?
E' in questo punto preciso che (a me pare) l'hiv abbia un'incidenza diversa per un etero o per un gay.

Prosegui dicendo che ti è "capitato di doverlo dire al primo sconosciuto"... "molti scappano, molti restano ma non vogliono avere rapporti"... ti è "capitato di dirlo mentre eravamo a letto e quando io l'ho confessato, lo ha fatto anche il partner"... "scopri che molti gay sono s+ e molti non lo vogliono ammettere...".

Ragioniamo: o ti apposti, tutte le sere, davanti all'uscita di una caserma di militari paracadutisti [i quali, evidentemente, non sanno resistere al tuo fascino], oppure tutti questi plurali, questa moltitudine di giovanotti cui alludi, mi rimandano invariabilmente alle chat-gay, ai vari social che i gay usano per l'unico scopo che sta loro a cuore.
Non voglio criticarti, anzi, ti ringrazio per ciò che hai scritto che è stato importantissimo per me.

Mi rimane un dubbio: mi esorti ad uscire...
Premesso che ovviamente sono già costretto ad uscire per il lavoro (quando c'è), per la spesa e il resto, dov'è esattamente che dovrei andare?
Per caso... nelle chat?



alfaa
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Re: Che cosa desidero...?

Messaggio da alfaa » venerdì 18 aprile 2014, 2:15

games...sono le 3 di notte quindi non posso risponderti punto per punto...Io non sono per niente ingenuo credimi,vedo solo la realtà...e guardo le cose come sono...tu sei molto depresso e si avverte,e questo influisce sul tuo modo di vedere le cose...
Perchè dici che dovremmo essere incellophanati da capo a piedi e che qualcuno se ne accorgerebbe?guarda che devi soltanto usare il preservativo nei rapporti penetrativi stop... Quello che d'altronde molti gay già fanno....Per quanto riguarda il sesso orale c'è da fare una discussione grande quanto una casa...allora:mica non puoi fare pompini...certo che potrai fare pompini...per quanto riguarda quelli che ti fai fare tu...bhe se sei in terapia e non eiaculi in bocca non fai rischiare in teoria non fai rischiare proprio nulla a nessuno ma visto che se un infettivologo mi sentisse mi menerebbe per il loro eccesso di prudenza,se proprio vuoi essere cosi prudente inventati (nei rapporti occasionali)che non ti piace ricevere fellatio(esistono eccome gay che non amano ricevere pompe) e quindi al massimo questo non potrai fare in maniera occasionale se proprio vuoi essere ligio,ma quando conosci una persona e la frequenti e lui ci sta e gli dici tutto(se ci sta...) sarà lui a decidere se fartela o meno la fellatio e da ciò che leggo in giro e ho visto da me stesso,vengono praticate tranquillamente se non c'è eiaculazione in bocca quindi SI : FACCIO TUTTO CIò CHE FACEVO PRIMA a livello sessuale con la differenza che nelle penetrazioni si usa il condom e non eiaculo piu,il mio ragazzo se volesse potrebbe eiaculare lui a me dato che è sano ma sono io che non mi faccio eiaculare in bocca perchè mi ha sempre fatto schifo sia prima che essere s+ sia dopo....Non è che la sto facendo tanto facile è che è proprio cosi...è cambiato davvero poco,il problema sono solo i rapporti orali ricevuti(che non è cosa da poco sono d'accordo ma come ti ho detto se sei in terapia,hai carica azzerata non eiaculi in bocca ecc ecc,ti sembrerò "facilone" ma non ci sono problemi.... )

Infine i famosi siti gay non funzionano solo per scopare io 4 volte sono state fidanzato e 4 volte li ho conosciuti in chat...non tutti cercano sex li...molti,ma non tutti.Certo se poi contatti il tizio con il pacco in bella vista cosa ti aspetti? Prova a contattare chi scrive frasi tipo" qualcuno che qui dentro non cerchi sex? " ce ne sono davvero molti...

Avrai pure piu anni di me però ho parlato con gay s+ ultra40 enni,e diversi tra di loro sono felici e fidanzati nonostante l'hiv...quindi questa frase tipo" vedrai che <edit automatico> sarà arrivato a 50 anni" non credo valga per tutti...



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