È in cura con Celsentri e Truvada, più tutta un'altra sfilza di antiepilettici e miorilassanti per i forti spasmi.
Psichicamente non è che azzecchi più di tanto ma tanti sono i farmaci che agiscono sul suo sistema nervoso che nessuno osa metterci mano.
Così, invece di vivere alla giornata, si vive al quarto d'ora: se alle due è tranquillo e in pace col mondo, venti minuti dopo è guerra totale col primo che gli capita a tiro; se la forchetta non è precisamente al centro del tovagliolo. l'asciugamano non il suo preferito, le penne nel piatto non cinquantasei è capace di destabilizzarsi per giorni.
Tutto deve funzionare secondo un suo rituale che ogni tanto (a seconda del vento?) cambia e manda in panico me.
E, come si sa, quando si è nel panico si sbaglia anche meglio.
Ho appena notato che nel portapillole settimanale ha lasciato sia il celsentri che il truvada da un paio di giorni.
Siccome conosco il tipo, so che chiedere spiegazioni (per quanto con le migliori maniere possibili) lo convincerebbe nei suoi intenti.
Vi chiedo: è possibile tritare questa roba nello yogurt o scioglierla nel latte?
Mi sento Lucrezia Borgia ma non so proprio che fare.
