Cambiare città per privacy
Re: Cambiare città per privacy
A me risulta invece che (almeno dalle mie parti fin'ora) il medico dell'ospedale abbia la password solo per i pazienti e gli esami dell'ospedale dove opera. Ho chiesto alla mia infettivolologa perché dovessi portarle tanta carta quando poteva consultare i miei esami online e mi rispose che ogni ospedale, ogni ass aveva una password e che facendo io i prelievi in una struttura dove non aveva accesso, non potava consultarli online, nonostante avessi firmato per il libero accesso nei moduli della privacy (che mi sono accorto non servono a nulla) Sembra però che da pochi giorni, con la nuova riforma regionale, si possa risparmiare un mucchio di carta e di francobolli (le mie analisi mi vengono spedite a casa) in fase di prelievo mi dovrebbe venir consegnato un PIN con il quale, collegandomi con il sito dell'ospedale, posso aver accesso alle mie analisi. Non ho ben capito se il medico può avere libero accesso o se devo fornirgli io il PIN, il prossimo mese ho gli esami e vado a provare. Sottolineo che per me la comodità e la celerità vengono prima della privacy, di cui interessa ben poco, soprattutto nell'ambito medico.
Re: Cambiare città per privacy
Appunto, i software finora utilizzati permettono solo di accedere ai dati di pazienti all'interno del proprio ospedale e al più qualche altro dato all'interno della stessa ASL (vedi il codice 020 a volte trasmesso in automatico ai PC dei medici di famiglia):Puzzle ha scritto:A me risulta invece che (almeno dalle mie parti fin'ora) il medico dell'ospedale abbia la password solo per i pazienti e gli esami dell'ospedale dove opera. Ho chiesto alla mia infettivolologa perché dovessi portarle tanta carta quando poteva consultare i miei esami online e mi rispose che ogni ospedale, ogni ass aveva una password e che facendo io i prelievi in una struttura dove non aveva accesso, non potava consultarli online, nonostante avessi firmato per il libero accesso nei moduli della privacy (che mi sono accorto non servono a nulla) Sembra però che da pochi giorni, con la nuova riforma regionale, si possa risparmiare un mucchio di carta e di francobolli (le mie analisi mi vengono spedite a casa) in fase di prelievo mi dovrebbe venir consegnato un PIN con il quale, collegandomi con il sito dell'ospedale, posso aver accesso alle mie analisi. Non ho ben capito se il medico può avere libero accesso o se devo fornirgli io il PIN, il prossimo mese ho gli esami e vado a provare. Sottolineo che per me la comodità e la celerità vengono prima della privacy, di cui interessa ben poco, soprattutto nell'ambito medico.
http://hivforum.info/forum/viewtopic.ph ... 99&p=21904
Il progetto del Fascicolo Sanitario Elettronico si propone di allargare tale ambito a come minimo a livello regionale. Ma esso sta obbligando a una profonda verifica sul controllo degli accessi (chi si collega e cosa vede), cosa non proprio rigorosa in tutti gli ospedali. Perlomeno nel tuo ospedale il controllo degli accessi poteva anche essere stato implementato in modo rigoroso, ma sul rispetto della privacy (anche nei confronti di medici di altri reparti) in TUTTI gli ospedali italiani, non ci scommetterei neanche la punta dell'unghia di un mignolo.
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Re: Cambiare città per privacy
diciamolo pure con franchezza che la privacy sui nostri dati in ambito sanitario non esiste, chiunque può avere accesso se decide di farlo per necessità o per curiosità, si spera che quantomeno rimanga nell'ambito ospedaliero e che la deontologia professionale e la legge siano buoni deterrenti.
personalmente era la cosa che mi angosciava di più, ho fatto di tutto per non avere attaccato il marchio 020 ,non richiedendo l'esenzione e pagando tutto di tasca mia, ma ho riflettuto e l'unica cosa che conta è curarsi bene ed affidarsi a mani esperte, avere i risultati buoni e fregarsene un pochettino.
alfaa il mio suggerimento è quello di rimanere dove sei se ti senti ben curato, la privacy viene dopo, molto dopo, alla fine sta un po' anche a noi non farci ghettizzare e involontariamente addossarci lo stigma. siamo malati come tanti e basta.
personalmente era la cosa che mi angosciava di più, ho fatto di tutto per non avere attaccato il marchio 020 ,non richiedendo l'esenzione e pagando tutto di tasca mia, ma ho riflettuto e l'unica cosa che conta è curarsi bene ed affidarsi a mani esperte, avere i risultati buoni e fregarsene un pochettino.
alfaa il mio suggerimento è quello di rimanere dove sei se ti senti ben curato, la privacy viene dopo, molto dopo, alla fine sta un po' anche a noi non farci ghettizzare e involontariamente addossarci lo stigma. siamo malati come tanti e basta.
Re: Cambiare città per privacy
A me piu che altro darebbe fastidio essere visto da persone che conosco di vista(è capitato un paio di volte già) ed essere magari, essere indicato in discoteca da quella persone che parlano con l'amico/confidente/fidanzato ecc....
Questa cosa se la dico a qualcuno decido io a chi dirla ovviamente. Purtroppo quello che mi ferma è che i farmaci nessun ospedale credo li dia piu di 3 mesi ...a me ogni 2 quindi dovrei fare avanti e indietro...Se fosse come 10 anni fa che davano la terapia ogni 6 mesi era un'altra storia...
Questa cosa se la dico a qualcuno decido io a chi dirla ovviamente. Purtroppo quello che mi ferma è che i farmaci nessun ospedale credo li dia piu di 3 mesi ...a me ogni 2 quindi dovrei fare avanti e indietro...Se fosse come 10 anni fa che davano la terapia ogni 6 mesi era un'altra storia...
Re: Cambiare città per privacy
Io ho il tuo stesso problema, ogni volta che vado in ospedale becco qualcuno che conosco di vista. Alla fine però penso che siamo tutti sulla stessa barca, e che sono più le paranoie mie che mi sento osservato perchè ho la coda di paglia piuttosto che la reale mancanza di discrezione delle persone. E poi il lato positivo è che rimorchio sempre quando vado ahahahhahahaha
Comunque se ti vesti bene e ti porti una valigetta appresso puoi sempre spacciarti per un informatore scientifico del farmaco ahahahahahahah
Oppure in caso faccia freddo puoi abbaddarti tipo donna musulmana col burka, occhialoni neri scuri, passo svelto e sfuggente, colore dei vestiti in pandane con le mura del reparto per mimetizzarti meglio

Comunque se ti vesti bene e ti porti una valigetta appresso puoi sempre spacciarti per un informatore scientifico del farmaco ahahahahahahah
Oppure in caso faccia freddo puoi abbaddarti tipo donna musulmana col burka, occhialoni neri scuri, passo svelto e sfuggente, colore dei vestiti in pandane con le mura del reparto per mimetizzarti meglio




CIAO GIOIE
Re: Cambiare città per privacy
Anche a me ogni due mesi, ma non è un problema. Ripeto: meglio farsi più strada se ci si trova bene con il medico o la struttura che ci segue...alfaa ha scritto:e per i farmaci come fai? A ME LI DANNO una volta ogni 2 mesi come in tante altre città, è questo che mi ferma...

Re: Cambiare città per privacy
Ho avuto la fortuna di incontrare poche persone in questi anni sarà che nella divisione dove vado io ci sono pochi colleghialfaa ha scritto:A me piu che altro darebbe fastidio essere visto da persone che conosco di vista(è capitato un paio di volte già) ed essere magari, essere indicato in discoteca da quella persone che parlano con l'amico/confidente/fidanzato ecc....

Per quanto riguarda la consegna dei farmaci per due volte ho inventato la scusa di dover andare all'estero per lavoro e la dottoressa mi fece la richiesta per tre mesi di terapia

Re: Cambiare città per privacy
Nel mio ospedale l'ambulatorio per le visite è nascosto bene (ospedale enorme)... E la farmacia dello stesso Nn da farmaci solo a noi... Se incontro qualcuno nei corridoi pazienza...ho pensato anche io di andare all'ospedale della città vicina dove va anche il mio "untore"... Ho rinunciato perché a me stanno facendo anche tutti gli esami extra ... Reni cuore ecc... Di la per adesso Nn gli hanno fatto nulla... Quindi rinuncio alla privacy... Nonostante la mia sia una piccola città e conosco tante persone che lavorano lì .. Preferisco essere seguita in maniera scrupolosa..
Re: Cambiare città per privacy
A mio avviso il fatto che ogni accesso al Fascicolo Sanitario Elettronico verrà registrato costituirà un fortissimo deterrente da parte di personale medico non strettissimamente competente di mettere il naso nei dati di pazienti altrui.
Io stesso avrei accesso a diversi DB con dati personali, ma dove ho solo il sospetto che ci sia una registrazione dei log d'accesso non mi passa neanche dall'anticamera del cervello di collegarmi per curiosare. Non ne vorrei rispondere un giorno.
Così penso che, se da un lato un medico al Pronto Soccorso debba essere a priori autorizzato a consultare i dati di tutti i pazienti dell'ospedale (senza aspettare l'autorizzazione da parte dei primari dei reparti a cui si vuole attingere i dati), molto difficilmente lo farà se tale paziente non se lo ritrovasse al Pronto Soccorso (non potrebbe giustificare l'accesso).
Viceversa, dagli altri pazienti in sala d'attesa potrebbero esserci rischi maggiori anche se occorre davvero essere sfi.gati come é capitato a uno che conosco (e che si collegava ogni tanto qui).
Questo vive in un piccolo paese dove tutti si conoscono. Una volta, nella sala d'attesa di infettivologa, é stato riconosciuto da un alcolista mezzo sbandato. L'ubriacone del paese, sieropositivo anche lui. Da li a poco ha cominciato a sparlare e fare allusioni varie, specie quando era nel bar del paese mezzo ubriaco. Il mio amico ha avuto il coraggio di rivolgersi ai Carabinieri per spaventarlo. Avuta la fortuna di riuscire ad ottenere comprensione del tenente (cosa niente affatto scontata), lo hanno poi convocato e gli hanno spiegato che rischiava non so quali conseguenze legali (immagino in realtà ben poco, se ci fossero stati capi d'accusa tangibili i Carabinieri non scherzano, lo avrebbero subito messo a disposizione del GIP, ma suppongo che il solo paventare il rischio di finire impelagato in una lunga causa giudiziaria con avvocati contro non deve essere una cosa piacevole per uno spiantato duro). Tuttavia giá un bel po' di danni erano stati fatti.
Questo é il brutto di vivere nei paesini.
Io stesso avrei accesso a diversi DB con dati personali, ma dove ho solo il sospetto che ci sia una registrazione dei log d'accesso non mi passa neanche dall'anticamera del cervello di collegarmi per curiosare. Non ne vorrei rispondere un giorno.
Così penso che, se da un lato un medico al Pronto Soccorso debba essere a priori autorizzato a consultare i dati di tutti i pazienti dell'ospedale (senza aspettare l'autorizzazione da parte dei primari dei reparti a cui si vuole attingere i dati), molto difficilmente lo farà se tale paziente non se lo ritrovasse al Pronto Soccorso (non potrebbe giustificare l'accesso).
Viceversa, dagli altri pazienti in sala d'attesa potrebbero esserci rischi maggiori anche se occorre davvero essere sfi.gati come é capitato a uno che conosco (e che si collegava ogni tanto qui).
Questo vive in un piccolo paese dove tutti si conoscono. Una volta, nella sala d'attesa di infettivologa, é stato riconosciuto da un alcolista mezzo sbandato. L'ubriacone del paese, sieropositivo anche lui. Da li a poco ha cominciato a sparlare e fare allusioni varie, specie quando era nel bar del paese mezzo ubriaco. Il mio amico ha avuto il coraggio di rivolgersi ai Carabinieri per spaventarlo. Avuta la fortuna di riuscire ad ottenere comprensione del tenente (cosa niente affatto scontata), lo hanno poi convocato e gli hanno spiegato che rischiava non so quali conseguenze legali (immagino in realtà ben poco, se ci fossero stati capi d'accusa tangibili i Carabinieri non scherzano, lo avrebbero subito messo a disposizione del GIP, ma suppongo che il solo paventare il rischio di finire impelagato in una lunga causa giudiziaria con avvocati contro non deve essere una cosa piacevole per uno spiantato duro). Tuttavia giá un bel po' di danni erano stati fatti.
Questo é il brutto di vivere nei paesini.