distribuzione farmaci con pubblico
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distribuzione farmaci con pubblico
oggi sono andato al centro per il ritiro dei farmaci :SORPRESA, non più al centro ma alla farmacia dell'ospedale dopo presentazione della ricetta rilasciata dal centro, va bè mi è sembrata una idea del cazzo ma non c'era scelta e quindi in farmacia: farmacia piccola, due sole persone a distribuirle, fila inevitabile e ansia in arrivo, è il mio momento con dietro di me 4 persone con altri problemi, la farmacista legge in maniera composta e si avvia verso la mensola dei i farmaci, primo sportello, proprio difronte alla ricezione delle persone, tutto in bella vista, prende i farmaci e li poggia proprio di fronte a me....nel frattempo squilla il telefono, la signora risponde e i farmaci rimangono lì per almeno 8 minuti, persone che arrivano..fila che aumenta, ansia diventata panico.. mentre parla con altra gente gira e rigira le scatole per togliere il bollino e attaccarli alla ricetta. UN INCUBO INTERMINABILE. sono rimasto basito e non ho parole per esprimere il mio disagio. come avviene per voi la distribuzione? c'è un minimo di discrezione ?
Re: distribuzione farmaci con pubblico
una curiosità: ma voi non siete seguiti in un centro specifico di malattie infettive? Il tuo è un normale ospedale con un reparto di malattie infettive?
Re: distribuzione farmaci con pubblico
Non in tutte le regioni sono presenti centri specifici di malattie infettive... ad esempio nella maggior parte delle città toscane esistono grandi ospedali con specifici reparti.alfaa ha scritto:una curiosità: ma voi non siete seguiti in un centro specifico di malattie infettive? Il tuo è un normale ospedale con un reparto di malattie infettive?
Re: distribuzione farmaci con pubblico
Tutto questo è molto grave e non va bene. Dev'essere garantito un minimo di privacy. Ciò che ti consiglio è: utilizzare un'email senza nome e cognome e inviare immediatamente una segnalazione all'Ufficio relazioni con il pubblico e alla Direzione dell'Azienda ospedaliera o della ASL; metti in copia il tuo medico e il responsabile del centro presso il quale sei seguito. Descrivi il più dettagliatamente possibile l'accaduto e fai presente il tuo enorme disagio causato dalle condizioni di accesso alla distribuzione dei farmaci.doctorsmile ha scritto:oggi sono andato al centro per il ritiro dei farmaci :SORPRESA, non più al centro ma alla farmacia dell'ospedale dopo presentazione della ricetta rilasciata dal centro, va bè mi è sembrata una idea del cazzo ma non c'era scelta e quindi in farmacia: farmacia piccola, due sole persone a distribuirle, fila inevitabile e ansia in arrivo, è il mio momento con dietro di me 4 persone con altri problemi, la farmacista legge in maniera composta e si avvia verso la mensola dei i farmaci, primo sportello, proprio difronte alla ricezione delle persone, tutto in bella vista, prende i farmaci e li poggia proprio di fronte a me....nel frattempo squilla il telefono, la signora risponde e i farmaci rimangono lì per almeno 8 minuti, persone che arrivano..fila che aumenta, ansia diventata panico.. mentre parla con altra gente gira e rigira le scatole per togliere il bollino e attaccarli alla ricetta. UN INCUBO INTERMINABILE. sono rimasto basito e non ho parole per esprimere il mio disagio. come avviene per voi la distribuzione? c'è un minimo di discrezione ?
Re: distribuzione farmaci con pubblico
La distribuzione dei farmaci a opera della farmacia ospedaliera è una cosa diffusa in molti ospedali, da tempo; il punto è sempre il solito e cioè che i diversi pazienti hanno diverse esperienze e sensazioni sul tema, e nel nostro caso c’è un’intensa esigenza di privacy legata a tutto ciò che sappiamo è il vissuto nostro e dei terzi su questa patologia.
Il mio reparto distribuisce ancora i farmaci direttamente, e a quel punto personalmente rifiuto pure il sacchettino, che non so mai come smaltire in maniera eco-efficiente: tanto siamo tutti lì per la stessa ragione, però non so se sarei altrettanto easy in farmacia tra un malato oncologico, un’infermiera lì per il refill del reparto e un amministrativo che cerca di rimorchiare un/una collega…
Credo che almeno si possa pretendere la classica striscia gialla, e che i farmaci non stiano sul bancone come se si fosse in drogheria, se poi il signor farmacista si ricordasse che dall’altro lato del bancone c’è un Cliente (si chiama così, non “paziente”) che non deve perdere tempo per le sue telefonate, sarebbe meglio.
Il mio reparto distribuisce ancora i farmaci direttamente, e a quel punto personalmente rifiuto pure il sacchettino, che non so mai come smaltire in maniera eco-efficiente: tanto siamo tutti lì per la stessa ragione, però non so se sarei altrettanto easy in farmacia tra un malato oncologico, un’infermiera lì per il refill del reparto e un amministrativo che cerca di rimorchiare un/una collega…
Credo che almeno si possa pretendere la classica striscia gialla, e che i farmaci non stiano sul bancone come se si fosse in drogheria, se poi il signor farmacista si ricordasse che dall’altro lato del bancone c’è un Cliente (si chiama così, non “paziente”) che non deve perdere tempo per le sue telefonate, sarebbe meglio.
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Re: distribuzione farmaci con pubblico
A Pisa solita scena ..... Se io fossi al posto del dirigente farei dei controlli a campione e se trovo la tipa al telefono ( tra l'altro c'è stata per tutto il tempo che ero in fila e durante la mia consegna ) gli farei una bella festa ..... Veramente situazioni assurde le farmaciste son li perché ci devono stare e basta senza nessun tipo di premura per i pazienti.
Re: distribuzione farmaci con pubblico
visto che non si tratta dei vostri medici ma di semplici addetti, potreste provare a filmarli, palesemente col telefonino: così s'incazzano, si mettono a urlare, chiamano la sicurezza... e scende il direttore generale 

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Re: distribuzione farmaci con pubblico
A Palermo funziona che l'infettivologo del reparto di malattie infettive ti manda in farmacia, unica per tutto l'ospedale. striscia gialla a terra che delimita un paio di metri di distanza dallo sportello per la privacy ma in pochi la rispettano, io lo faccio notare sempre a chi mi sta appiccicato dietro, il tizio allora si sposta ma tanto si vede tutto lo stesso. Però da un paio di mesi la farmacia non mette più i miei flaconi nel classico sacchettino con la croce verde, tipico delle farmacie, ma in un anonimo sacchetto di carta bianca.
Ps: un'informazione, ma da voi come funziona quando dovete ritirare la terapia? Il mio iter è:
1. richiesta del mio medico curante;
2. prenotazione visita al CUP;
3. fila all'ufficio ticket (anche se siamo esenti);
4. prescrizione dell'infettivologo;
5. farmacia (finalmente!!!).
Non so a voi ma a me i primi tre punti mi sembrano superflui.
Ps: un'informazione, ma da voi come funziona quando dovete ritirare la terapia? Il mio iter è:
1. richiesta del mio medico curante;
2. prenotazione visita al CUP;
3. fila all'ufficio ticket (anche se siamo esenti);
4. prescrizione dell'infettivologo;
5. farmacia (finalmente!!!).
Non so a voi ma a me i primi tre punti mi sembrano superflui.
Re: distribuzione farmaci con pubblico
Qui in Toscana credo stiano uniformando la procedura. Fatto sta che in alcuni ospedali per il ritiro dei farmaci è necessaria la prescrizione dell'infettivologo (nessuna richiesta, prenotazione o fila all'ufficio ticket) insieme al piano terapeutico (che viene consegnato dalla farmacia ed ha validità di un anno), in altri addirittura è sufficiente il piano terapeutico, perché comunque il sistema informativo sanitario della regione "registra" (queste informazioni sono in realtà accessibili solo agli operatori della farmacia, neppure all'utente, quindi presumibilmente si trovano ad un livello molto ristretto di visibilità) l'avvenuta distribuzione.Marco_pa ha scritto:Ps: un'informazione, ma da voi come funziona quando dovete ritirare la terapia?
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Re: distribuzione farmaci con pubblico
alfaa ha scritto:una curiosità: ma voi non siete seguiti in un centro specifico di malattie infettive? Il tuo è un normale ospedale con un reparto di malattie infettive?
il centro si trova in un ospedale provinciale di modeste dimensioni, tuttavia dotato di una unità operativa dedicata alle malattie infettive ma non di un reparto , ammetto che inizialmente nutrivo molte perplessità e alcune volte avrei voluto andarmene, devo però riconoscre che il primario ha lottato non poco perché tutto funzionasse in una realtà difficile, ma proprio per il suo attivismo e per aver aiutato parecchi di noi nei limiti possibili il suo reparto è finito nel mirino dei tagli scomposti, considerandolo troppo esoso per il bilancio aziendale, ogni hanno c'è un giro di vite evidente che si ripercuote su chi è in cura.
tuttavia non intendo sorvolare sulla cosa, chiederò un incontro a chi di competenza, la privacy è un diritto e va rispettato, si organizzi la farmacia a distribuire i farmaci secondo criteri di rispetto della privacy, come nel mio caso spostare i farmaci dalla bella vista, preparare i farmaci e magari prenderli dopo 15 minuti, creare una zona riservata per la distribuzione e le operazioni di burocrazia, rispettare! questa è la priorità.