Keanu ha scritto:Cioè sono passati direttamente dallo studio in vitro a quello ex vivo su esseri umani senza passare per i modelli animali?

Se i risultati in vitro erano già così ambigui, nella sperimentazione ex vivo sarà l'ennesimo fallimento!
Io di studi su modelli animali, in particolare su scimmie, non ne ho trovati. Magari ho cercato male, ma vedo solo studi su cellule.
Quando uscì il lavoro di Wender sui bryologs,
si disse che a Stanford stavano iniziando a sperimentarli
in vivo su animali, ma ancora non mi è capitato di leggere alcun articolo.
Devi però tener conto che, mentre sulla latenza di HIV appunto pare che abbiano lavorato (quasi?) esclusivamente su cellule, la briostatina-1 viene sperimentata in fase clinica per diverse altre malattie. Quindi immagino che la fase dei modelli animali possa per l'HIV essere saltata.
Ciò nonostante, il mio problema è che tutte le sostanze anti-latenza che sulle linee cellulari sembravano fare meraviglie e anche sulle cellule prelevate
ex vivo a persone con HIV in terapia avevano comunque riattivato bene la trascrizione virale, quando poi sono finalmente state date
in vivo ad esseri umani non è che abbiano dato chissà che soddisfazioni. Quindi mi chiedo che cosa ci possiamo aspettare da una sostanza che fin dalle cellule ha avuto un comportamento capriccioso. Forse non era strettamente necessario per avere l'approvazione dei comitati etici, ma non potevano comunque fare prima un bello studio sui macachi?
Al limite la briostatina potrebbe essere anche usata assieme alle altre sostanze anti-latenza circolanti in una CALT proposta da Siliciano, se avesse un qualche effetto sul reservoir?
Sì, questa è l'idea degli spagnoli, che
hanno visto che se la si somministra insieme a un HDACi (debolissimo) come l'acido valproico si riescono a sfruttare contemporaneamente due diversi meccanismi che portano alla riattivazione della trascrizione del virus latente.
In ogni caso, che la briostatina-1 sia una potente sostanza anti-latenza ce lo dicono non solo gli spagnoli che ne sono innamorati, ma anche molti altri studi, fra cui quelli di Siliciano (vedi anche l'ultimo lavoro che arriva dal Siliciano Lab -
New ex vivo approaches distinguish effective and ineffective single agents for reversing HIV-1 latency in vivo).
Se nel weekend trovo il tempo, provo ad approfondire la questione, perché anch'io sono stata colta alla sprovvista dall'inizio di questo trial, tanto più dopo la conclusione dell'ultimo articolo di Siliciano:
- The new assays presented herein facilitated what is to our knowledge the first comparative ex vivo evaluation of candidate LRAs [latency reversing agents]. Our data demonstrate that none of the leading candidate non–T cell–activating LRAs tested significantly disrupted the latent reservoir ex vivo. The discordance between the effects of nonstimulating LRAs in in vitro models of HIV-1 latency and their effects ex vivo in resting CD4+ T cells from infected individuals on ART indicates that these models do not fully capture all mechanisms governing HIV-1 latency in vivo. These compounds are unlikely to drive the elimination of the latent reservoir in vivo when administered individually. The only effective single agent was the PKC agonist bryostatin-1, which is probably too toxic for clinical use. Whether other PKC agonists or other compounds that stimulate signaling pathways associated with T cell activation can be safely administered to patients remains to be seen, and further progress may depend on finding safe and active combinations of LRAs.