StandBy - film su Hiv
StandBy - film su Hiv
Ciao ragazzi,
La mia counsel per l'HIV mi ha parlato di questo interessante progetto ed io ve lo rigiro.
Per chi volesse c'è anche la possibilità di sostenere, anche solo con 10€, questo film - prodotto dal basso - sull'Hiv e l'amore.
Io ho appena donato 10€.
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StandBy
– l’attesa –
soggetto e sceneggiatura di
Giorgio Volpe
SINOSSI
Filippo, ogni sei mesi – quando l’ansia gli dà tregua – si reca in ospedale per effettuare l’ormai consueto test HIV. Durante una di queste mattinate trascorse in sala d’aspetto, il suo sguardo si incrocia furtivamente con quello di un altro ragazzo, Simone. Per tutta la durata dell’attesa i due si scambiano occhiate. Tra i due sembra esserci un ottimo feeling. Feeling che piano piano si trasforma in una relazione. Tutto sembra andare per il verso giusto, finché Simone non decide di parlare a Filippo della sua sieropositivà.
NOTE DI REGIA
StandBy nasce dalla necessità di raccontare un frammento di vita quotidiana. Gli argomenti sui quali StandBy si focalizza sono: la relazione amorosa tra Filippo e Simone; l’influenza della casualità; e la condizione di sieropositivo. L’intensa relazione amorosa tra Filippo e Simone è il fulcro intorno al quale ruota la vicenda narrata. Il fattore determinante sarà rappresentato dal caso. Sarà infatti il caso a determinare gli incontri tra Filippo e Simone così come tra Filippo e Anita. Oltre al caso, che genera una situazione senza cause definite e identificabili, un altro elemento che “favorirà” il crearsi di situazioni sarà il destino: il destino che, facendo istintivamente intuire ad alcuni personaggi le conseguenze di un gesto, li stimola ad agire proprio in quel modo per conquistare qualcosa o qualcuno di loro interesse. StandBy vuole raccontare una storia fatta di legami di amicizia e d’amore, indipendentemente dall’orientamento sessuale delle persone che li condividono. La relazione tra Filippo e Simone è fortemente determinata dalla condizione di sieropositivà di Simone. Simone si innamora di Filippo. Con Filippo si sente completo. Si sente libero di esprimere i propri sentimenti, nonostante questa sua condizione d’infermità lo abbia sempre portato a reprimerli, per evitare di estendere al proprio partner quella che lui definisce “una condanna a morte”. Sarà proprio questa sua grande paura a porre fine alla loro relazione. Il comportamento di Simone evidenzia un atteggiamento molto diffuso da parte di persone che soffrono a causa di una malattia, dalla quale si ha la certezza di non poter guarire. Questa chiusura emozionale porta il “malato” ad isolarsi. Tale atteggiamento viene spesso visto come l’unico modo utile per non ferire chi si ama. Così facendo, non solo il “malato” ferisce chi lo ama – indipendentemente dal fatto che poi il “sano” possa comprendere tale atteggiamento – ma ferisce soprattutto se stesso. Il “malato” si auto-emargina. StandBy non vuole puntare il dito contro nessuno, l’HIV è purtroppo uno dei mali che affliggono la nostra società dagli anni ’80 del secolo scorso e può colpire chiunque, aldilà dell’orientamento sessuale. StandBy vuole, nel suo piccolo, abbattere quel pregiudizio – ahimè ancora molto diffuso – secondo cui provare attrazione per una persona del proprio sesso è sinonimo di malattia. A tal proposito StandBy nasce con l’intento di sensibilizzare la gente ad una maggiore prevenzione. Non tutti sanno che il Servizio Sanitario Nazionale offre gratuitamente e in totale anonimato la possibilità di effettuare il test dell’HIV. Inoltre alcuni centri ospedalieri nazionali danno la possibilità di effettuare – sempre in totale anonimato – test relativi ad altre malattie sessualmente trasmissibili, come la sifilide e la gonorrea, oltre che la possibilità di ricevere una consulenza diretta con esperti. StandBy vuole essere anche un messaggio di speranza e di vita per tutti i sieropositivi: che possono amare ed essere amati allo stesso modo di un sieronegativo, e che il diritto alla vita è lo stesso per tutti. Oggi, grazie ai progressi fatti dalla medicina, un sieropositivo può condurre una vita normalissima assumendo determinati farmaci. La rottura di un legame affettivo ramificato, come lo è una relazione amorosa, provoca sofferenza tanto quanto un lutto. Si dice che nella coppia uno sia sempre più preso dell’altro, e che nel momento della rottura non si soffra allo stesso modo. Personalmente credo che, come si ama in due, si soffra anche in due – chi più chi meno, quello è soggettivo. Metabolizzare una rottura amorosa è un processo molto lento e delicato. Non è semplice perdere da un giorno all’altro un punto di riferimento come può esserlo un partner. StandBy a tal proposito vuole essere anche uno stimolo a lasciarsi lentamente alle spalle il passato, senza che questo ci condizioni precludendoci nuovi incontri. Tutto, come la vita stessa, ha un inizio, uno svolgimento e una fine. Nelle relazioni amorose si spera che la fine arrivi sempre il più tardi possibile. È legittimo sperarlo, desiderarlo, così come è bene sapere che arriverà. StandBy non conosce barriere. Racconta un frammento di vita quotidiana che vede coinvolti due semplici ragazzi, focalizzandosi sull’importanza dei legami affettivi.
****
con il patrocinio di/with the sponsorship of/con el patrocinio de/avec le parrainage de:
Gay Center, Gay Help Line, Dì Gay Project, Gace – tennis Roma, Gaycs,
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Salute Cassero LGBT Center e Jasmine Bookshop.
StandBy - l'attesa -
StandBy - l'attesa -
Giorgio Volpe Film & cortometraggi
TIPOLOGIA DI FUNDING
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Maggiori informazioni a questo link
https://www.produzionidalbasso.com/proj ... y-lattesa/
Grazie.
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Don't give up!
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Io ho appena donato 10€.
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StandBy
– l’attesa –
soggetto e sceneggiatura di
Giorgio Volpe
SINOSSI
Filippo, ogni sei mesi – quando l’ansia gli dà tregua – si reca in ospedale per effettuare l’ormai consueto test HIV. Durante una di queste mattinate trascorse in sala d’aspetto, il suo sguardo si incrocia furtivamente con quello di un altro ragazzo, Simone. Per tutta la durata dell’attesa i due si scambiano occhiate. Tra i due sembra esserci un ottimo feeling. Feeling che piano piano si trasforma in una relazione. Tutto sembra andare per il verso giusto, finché Simone non decide di parlare a Filippo della sua sieropositivà.
NOTE DI REGIA
StandBy nasce dalla necessità di raccontare un frammento di vita quotidiana. Gli argomenti sui quali StandBy si focalizza sono: la relazione amorosa tra Filippo e Simone; l’influenza della casualità; e la condizione di sieropositivo. L’intensa relazione amorosa tra Filippo e Simone è il fulcro intorno al quale ruota la vicenda narrata. Il fattore determinante sarà rappresentato dal caso. Sarà infatti il caso a determinare gli incontri tra Filippo e Simone così come tra Filippo e Anita. Oltre al caso, che genera una situazione senza cause definite e identificabili, un altro elemento che “favorirà” il crearsi di situazioni sarà il destino: il destino che, facendo istintivamente intuire ad alcuni personaggi le conseguenze di un gesto, li stimola ad agire proprio in quel modo per conquistare qualcosa o qualcuno di loro interesse. StandBy vuole raccontare una storia fatta di legami di amicizia e d’amore, indipendentemente dall’orientamento sessuale delle persone che li condividono. La relazione tra Filippo e Simone è fortemente determinata dalla condizione di sieropositivà di Simone. Simone si innamora di Filippo. Con Filippo si sente completo. Si sente libero di esprimere i propri sentimenti, nonostante questa sua condizione d’infermità lo abbia sempre portato a reprimerli, per evitare di estendere al proprio partner quella che lui definisce “una condanna a morte”. Sarà proprio questa sua grande paura a porre fine alla loro relazione. Il comportamento di Simone evidenzia un atteggiamento molto diffuso da parte di persone che soffrono a causa di una malattia, dalla quale si ha la certezza di non poter guarire. Questa chiusura emozionale porta il “malato” ad isolarsi. Tale atteggiamento viene spesso visto come l’unico modo utile per non ferire chi si ama. Così facendo, non solo il “malato” ferisce chi lo ama – indipendentemente dal fatto che poi il “sano” possa comprendere tale atteggiamento – ma ferisce soprattutto se stesso. Il “malato” si auto-emargina. StandBy non vuole puntare il dito contro nessuno, l’HIV è purtroppo uno dei mali che affliggono la nostra società dagli anni ’80 del secolo scorso e può colpire chiunque, aldilà dell’orientamento sessuale. StandBy vuole, nel suo piccolo, abbattere quel pregiudizio – ahimè ancora molto diffuso – secondo cui provare attrazione per una persona del proprio sesso è sinonimo di malattia. A tal proposito StandBy nasce con l’intento di sensibilizzare la gente ad una maggiore prevenzione. Non tutti sanno che il Servizio Sanitario Nazionale offre gratuitamente e in totale anonimato la possibilità di effettuare il test dell’HIV. Inoltre alcuni centri ospedalieri nazionali danno la possibilità di effettuare – sempre in totale anonimato – test relativi ad altre malattie sessualmente trasmissibili, come la sifilide e la gonorrea, oltre che la possibilità di ricevere una consulenza diretta con esperti. StandBy vuole essere anche un messaggio di speranza e di vita per tutti i sieropositivi: che possono amare ed essere amati allo stesso modo di un sieronegativo, e che il diritto alla vita è lo stesso per tutti. Oggi, grazie ai progressi fatti dalla medicina, un sieropositivo può condurre una vita normalissima assumendo determinati farmaci. La rottura di un legame affettivo ramificato, come lo è una relazione amorosa, provoca sofferenza tanto quanto un lutto. Si dice che nella coppia uno sia sempre più preso dell’altro, e che nel momento della rottura non si soffra allo stesso modo. Personalmente credo che, come si ama in due, si soffra anche in due – chi più chi meno, quello è soggettivo. Metabolizzare una rottura amorosa è un processo molto lento e delicato. Non è semplice perdere da un giorno all’altro un punto di riferimento come può esserlo un partner. StandBy a tal proposito vuole essere anche uno stimolo a lasciarsi lentamente alle spalle il passato, senza che questo ci condizioni precludendoci nuovi incontri. Tutto, come la vita stessa, ha un inizio, uno svolgimento e una fine. Nelle relazioni amorose si spera che la fine arrivi sempre il più tardi possibile. È legittimo sperarlo, desiderarlo, così come è bene sapere che arriverà. StandBy non conosce barriere. Racconta un frammento di vita quotidiana che vede coinvolti due semplici ragazzi, focalizzandosi sull’importanza dei legami affettivi.
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Grazie.
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Re: StandBy - film su Hiv
Counselorrosso80 ha scritto:Ciao ragazzi,
La mia counsel per l'HIV mi ha parlato di questo interessante progetto ed io ve lo rigiro.

CIAO GIOIE
Re: StandBy - film su Hiv
Madò scrivo counsel da più di sette mesi [emoji23][emoji23][emoji23]Blast ha scritto:Counselorrosso80 ha scritto:Ciao ragazzi,
La mia counsel per l'HIV mi ha parlato di questo interessante progetto ed io ve lo rigiro.
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- Messaggi: 254
- Iscritto il: martedì 19 aprile 2016, 17:38
StandBy - film su Hiv
A me è capitato di flirtare con uno in ospedale. In sala d'attesa dall'infettivologo, quindi nn era lì per il test.Coppia8385 ha scritto:Sembra interessante la trama...
Quanto era carino! Me lo ricordo ancora.
Peccato che stavo nel mio periodo "like a Virgin" e non gli diedi tanta corda.
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Re: StandBy - film su Hiv
Hai dimenticato Grindr tra i videogiochi mi sa.Blast ha scritto:io in sala d'attesa gioco ad angry birds e candy crush saga
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Re: StandBy - film su Hiv
Quello purtroppo non è un videogioco, è la dura realtà di noi fr0ce metropolitane...
CIAO GIOIE
Re: StandBy - film su Hiv
È uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo.Blast ha scritto:Quello purtroppo non è un videogioco, è la dura realtà di noi fr0ce metropolitane...
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