raffa66 ha scritto:Ho scoperto la mia positività a giugno e non mi sono ancora abituato all idea ( invidio che se n è fatto una ragione )di essere infetto . Vendendo in queste settimane cosa mi sta capitando cioè problemi di stomaco, fatica a mangiare ,chili persi e altri disturbi , e leggendo i vari thread di ognuno di voi con problemi di vario genere , metto in dubbio l aspettativa di vita simile a un s- , troppo casini affiorano dopo i 50 anni per poter vivere una vecchiaia serena . La malattia ci condanna altro che palle....
A cinquant'anni i problemi cominciano ad averli tutti sieronegativi compresi.
Ascolta raffa66 io come tanti altri ci siamo trovati negli anni 80 giovanissimi con questa spada di Damocle sulla testa.
Non sapevamo quando sarebbe toccato noi, non c'era nulla, solo l'AZT e cure palliative.
Abbiamo visto morire tanti amici e conoscenti. Ogni raffreddore che ci veniva pensavamo - ecco, ora andremo in polmonite e toccherà a me -
Ma nonostante questo, la forza della vita (e anche la fortuna) ci ha donato il coraggio di affrontare giorno dopo giorno, anno dopo anno, tutto questo.
Io personalmente prima che venissi in forum nel 2008 non sapevo neppure dell'esistenza della HAART, nonostante ogni 3 mesi frequentavo gli infettivi.
Ma ora le cose sono cambiate.
Ora ci sono terapie che hanno fermato il virus, e ogni anno esce sempre qualcosa di migliorativo, sia nella ricerca farmaceutica che scientifica.
Non hai nessun motivo, oggi per non sperare di viverti la tua vecchiaia come un normale cinquantenne s- che deve misurarsi con il colesterolo alto, i trigliceridi alle stelle o problemi renali.
Inoltre siamo seguiti ogni tot mesi. E c'è molta attenzione nella prevenzione sia degli effetti collaterali dei farmaci, sia verso la correzione dei nostri comportamenti alimentari.
Per cui non devi scoraggiarti, metabolizzerai tutto, datti tempo, e se posso darti un consiglio che a priori ho imparato, è quello di non pensarci troppo.
Il forum va bene per confrontarsi, ma parlare sempre della malattia ad alcuni non fa bene. Si entra in un loop periglioso.
C'è il mondo là fuori che va vissuto, con i problemi quotidiani da affrontare, quello ha la priorità, all'infezione ci pensiamo con i dottori. Non sei solo.