La condizione di sieropositività, la malattia da HIV e relativi problemi, di salute e no.
-
Rob_Rob
- Messaggi: 808
- Iscritto il: sabato 27 agosto 2016, 23:32
Messaggio
da Rob_Rob » sabato 29 ottobre 2016, 6:52
skydrake ha scritto:Ci sarebbe un aspetto che rende l'avere una resistenza al Dolutegravir quasi un vantaggio:
http://journal.frontiersin.org/article/ ... 00090/full
A differenza di tutti gli altri antiretrovirali, la selezione di un ceppo resistente al Dolutegravir comporta di solito anche alla selezione di un ceppo a basso fitness (con vitemie basse).
Sempre nello studio qui sopra leggerai come sia difficile poter sviluppare una resistenza al Dolutegravir.
Sei da studio scientifico.
Rosso, contatta questi canadesi e magari il tuo infettivologo Potrebbe spedirgli qualche tuo campione per qualche altro test. Se le resistenze a tivicay in prima linea sono piu' uniche che rare credo sia un bel caso da pubblicare Magari GSK ti può indirizzare a qualche specialista internazionale. Pensaci. Ti farebbero un sacco di analisi tutte gratis per te .
Cmq quello ch scrive skydrake e' molto interessante in quanto una resistenza a tivicay renderebbe il virus un pappamolla

e anche impossibilmente resistente a 3tc e quindi puo' essere vantaggiosa.

.
&&&&&&&&&&&
So far, virological failure has not yet been reported in treatment-naive individuals receiving DTG-containing regimens in clinical practice (Mesplede and Wainberg, 2014). This may be partially explained by the fact that the presence of mutations that confer resistance to DTG can impair the ability of HIV to develop further resistance against 3TC and NVP. Thus, we conclude that a DTG-containing regimen may not lead to virological failure, even if the R263K mutation is present. This hypothesis will need to be verified by ultrasensitive sequencing of the integrase gene from residual plasma viral RNA or the DNA of lymphocytes of patients who have been successfully treated with DTG (Oliveira et al., 2014).
-
Dora
- Messaggi: 7541
- Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48
Messaggio
da Dora » sabato 29 ottobre 2016, 7:10
Rob_Rob ha scritto:skydrake ha scritto:Ci sarebbe un aspetto che rende l'avere una resistenza al Dolutegravir quasi un vantaggio:
http://journal.frontiersin.org/article/ ... 00090/full
A differenza di tutti gli altri antiretrovirali, la selezione di un ceppo resistente al Dolutegravir comporta di solito anche alla selezione di un ceppo a basso fitness (con vitemie basse).
Sempre nello studio qui sopra leggerai come sia difficile poter sviluppare una resistenza al Dolutegravir.
Sei da studio scientifico.
Rosso, contatta questi canadesi e magari il tuo infettivologo Potrebbe spedirgli qualche tuo campione per qualche altro test. Se le resistenze a tivicay in prima linea sono piu' uniche che rare credo sia un bel caso da pubblicare Magari GSK ti può indirizzare a qualche specialista internazionale. Pensaci. Ti farebbero un sacco di analisi tutte gratis per te .
Cmq quello ch scrive skydrake e' molto interessante in quanto una resistenza a tivicay renderebbe il virus un pappamolla

e anche impossibilmente resistente a 3tc e quindi puo' essere vantaggiosa.

Ehm ... veramente c'è un intero thread in Verso una Cura dedicato al lavoro di Mark Wainberg con il dolutegravir e alle sue ipotesi su come sfruttare due particolari resistenze a questo farmaco
in pazienti naive:
-
Triumeq85
- Messaggi: 552
- Iscritto il: martedì 19 luglio 2016, 20:52
Messaggio
da Triumeq85 » sabato 29 ottobre 2016, 10:21
Mah, secondo me meglio utilizzare un approccio conservativo... nel senso che se è vero che le due resistenze INT + le resistenze alla lamivudina FORSE consentiranno il controllo spontaneo della viremia (ma a quale livello? 0 - 50 - 500??), altrettanto vero che sacrificare una classe di farmaci (se non addirittura il futuro cabotegravir) e mezzo (perché si tratterebbe di sacrificare anche diversi NRTI) per inseguire una probabilità, versus il sacrificio delle droghe iniettabili (almeno le prime) ed il controllo della viremia, per quel che mi riguarda sacrifica il principio dell'equilibrio fra costi e benefici nei riguardi dei pazienti (a meno che non siano esplicitamente disposti a sperimentare questa strada...)
-
Dora
- Messaggi: 7541
- Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48
Messaggio
da Dora » sabato 29 ottobre 2016, 10:31
Triumeq85 ha scritto:Mah, secondo me meglio utilizzare un approccio conservativo... nel senso che se è vero che le due resistenze INT + le resistenze alla lamivudina FORSE consentiranno il controllo spontaneo della viremia (ma a quale livello? 0 - 50 - 500??), altrettanto vero che sacrificare una classe di farmaci (se non addirittura il futuro cabotegravir) e mezzo (perché si tratterebbe di sacrificare anche diversi NRTI) per inseguire una probabilità, versus il sacrificio delle droghe iniettabili (almeno le prime) ed il controllo della viremia, per quel che mi riguarda sacrifica il principio dell'equilibrio fra costi e benefici nei riguardi dei pazienti (a meno che non siano esplicitamente disposti a sperimentare questa strada...)
Io non so più come scriverlo, evidentemente non riesco proprio a spiegarmi anche se ho cercato di farlo più e più volte nel thread che ho linkato sopra: il POSSIBILE controllo delle viremie grazie al giochetto con le 2 resistenze al dolutegravir POTREBBE FORSE funzionare per persone
NAIVE, che non abbiamo
mai preso farmaci prima. È un'ipotesi che deve essere ancora confermata, ma in ogni caso né Wainberg, né nessun ricercatore responsabile pensa di tentare il trucchetto con pazienti già trattati.
-
Triumeq85
- Messaggi: 552
- Iscritto il: martedì 19 luglio 2016, 20:52
Messaggio
da Triumeq85 » sabato 29 ottobre 2016, 10:38
Ho compreso Dora, ma questo non credo che in qualche modo migliori la situazione, anzi forse la peggiora.
Un paziente naive può trovarsi con un virus già resistente (o parzialmente resistente) ad una classe x di farmaci, fin qui pur nutrendo molti dubbi in proposto, al limite potrei essere eticamente d'accordo con una sperimentazione del trial.
Tuttavia se il paziente naive è wild type, cercamente non potrei sacrificare il principio costi\benefici su un trial del genere.
Non è in funzione polemica con nessuno, solo un pensiero scritto volto far comprendere la mia preoccupazione a tutela della salute dei pazienti (anche perché con un certa viremia residua potrebbe palesarsi il rischio di trasmissione).
-
Dora
- Messaggi: 7541
- Iscritto il: martedì 7 luglio 2009, 10:48
Messaggio
da Dora » sabato 29 ottobre 2016, 10:50
Triumeq85 ha scritto:Ho compreso Dora, ma questo non credo che in qualche modo migliori la situazione, anzi forse la peggiora.
Un paziente naive può trovarsi con un virus già resistente (o parzialmente resistente) ad una classe x di farmaci, fin qui pur nutrendo molti dubbi in proposto, al limite potrei essere eticamente d'accordo con una sperimentazione del trial.
Tuttavia se il paziente naive è wild type, cercamente non potrei sacrificare il principio costi\benefici su un trial del genere.
Non è in funzione polemica con nessuno, solo un pensiero scritto volto far comprendere la mia preoccupazione a tutela della salute dei pazienti (anche perché con un certa viremia residua potrebbe palesarsi il rischio di trasmissione).
Non si scherza con le resistenze. Avere evocato qui l'ipotesi di Wainberg senza spiegare che con il fallimento terapeutico di Rosso non c'entra niente, è stato un atto poco responsabile.
Le scelte terapeutiche di Rosso saranno decise e proposte dai suoi medici. Il resto sono chiacchiere
-
Triumeq85
- Messaggi: 552
- Iscritto il: martedì 19 luglio 2016, 20:52
Messaggio
da Triumeq85 » sabato 29 ottobre 2016, 11:06
Dora ha scritto:Triumeq85 ha scritto:Ho compreso Dora, ma questo non credo che in qualche modo migliori la situazione, anzi forse la peggiora.
Un paziente naive può trovarsi con un virus già resistente (o parzialmente resistente) ad una classe x di farmaci, fin qui pur nutrendo molti dubbi in proposto, al limite potrei essere eticamente d'accordo con una sperimentazione del trial.
Tuttavia se il paziente naive è wild type, cercamente non potrei sacrificare il principio costi\benefici su un trial del genere.
Non è in funzione polemica con nessuno, solo un pensiero scritto volto far comprendere la mia preoccupazione a tutela della salute dei pazienti (anche perché con un certa viremia residua potrebbe palesarsi il rischio di trasmissione).
Non si scherza con le resistenze. Avere evocato qui l'ipotesi di Wainberg senza spiegare che con il fallimento terapeutico di Rosso non c'entra niente, è stato un atto poco responsabile.
Le scelte terapeutiche di Rosso saranno decise e proposte dai suoi medici. Il resto sono chiacchiere
Sono d'accordo, sulle resistenze non si deve scherzare, infatti non sono stato io a fare questa proposta!
Anzi sono di tutt'altro avviso - specie sui naive wild type - ho solo detto che potenzialmente il tivicay può essere utilizzato due volte al giorno in caso di parziali resistenze, ma essendo disponibili altri e potenti farmaci (IP) sui quali non ci sono resistenze, meglio far leva su quelli, del resto mi pare di aver capito che il medico di rosso abbia optato proprio per un regime che ha escluso gli INST ( darunavir al posto del dolutegravir).
-
Blast
- Messaggi: 6786
- Iscritto il: domenica 26 ottobre 2014, 15:42
Messaggio
da Blast » sabato 29 ottobre 2016, 11:30
Ma infatti quello è un trial che stanno facendo, i fallimenti virologici in ambito clinico sono cosa che viene gestita in altro modo.
In tutto ciò bisogna anche aspettare di vedere i risultati di questo studio, perchè non dimentichiamoci due cose fondamentali:
1: mi sembra di aver capito che gli studi si sono concentrati sul ceppo B che non è l'unico (io ad esempio se non ricordo male ho il ceppo A)
2: 2-3 anni (da quando è uscito il dolutegravir) sono ancora pochi per valutare nel complesso le resistenze ad una classe di farmaco, al di là degli studi in vitro.
Dunque, il fallimento virologico dell'innominabile verrà gestito dal suo medico al di là di qualsiasi studio sull'induzione delle doppie mutazioni che conferiscono parziale resistenza al dolutegravir (fermo restando che poi l'innominabile non è naive e quindi non c'entrerebbe comunque niente con questo tipo di studio, oltre al fatto che se davvero avesse doppia mutazione con resistenza parziale al dolutegravir e fitness virale diminuita, gli altri due principi attivi della terapia avrebbero secondo me dovuto avere strada più facile per azzerare la sua carica virale, cosa che non è avvenuta).
CIAO GIOIE
-
Triumeq85
- Messaggi: 552
- Iscritto il: martedì 19 luglio 2016, 20:52
Messaggio
da Triumeq85 » sabato 29 ottobre 2016, 13:13
Le tue considerazioni (una volta tanto

) le ritengo giuste.
-
Triumeq85
- Messaggi: 552
- Iscritto il: martedì 19 luglio 2016, 20:52
Messaggio
da Triumeq85 » sabato 29 ottobre 2016, 15:23
Se insulti chiedo di bannarti, sono per la censura io!
