Sì, hai ragione. Ma mi chiedo, al di là del fatto che lei identifica il *prodotto Tat* come un vaccino e gioca sull'ambiguità per promuovere il suo intruglio, se quella cosa la vedremo mai in vendita - quanto meno fuori dall'Africa.celebrity83 ha scritto:mi sembra che proprio la mancanza di chiarezza "legale" abbia consentito alla dottoressa Ensoli di identificare il suo prodotto come vaccino. Non è dunque solo una questione formale...ma sostanziale.
Forse no.
Comunque vada a finire, stamane leggevo le slides di una presentazione che Stefano Vella ha fatto - in qualità di responsabile dello European HIV Vaccine Alliance (EHVA) program - durante un workshop comunitario sulla cura all'HIV Drug Therapy di Glasgow: parla in lungo e in largo di vaccini, sia di quelli veri e propri, preventivi, sia di quelli sperimentati all'interno di qualche strategia di cura e mai, neppure una volta, nomina il *preparato Tat*.
Forse qualcuno che si salva, all'ISS, c'è.
