Grazie mille per le references. Effettivamente il ruolo antifibrotico degli ACE-inibitori può essere considerato un off-traget del trattamento e anche Hatano lo definisce cautamente "putateive anti-fibrotic potential" perchè non è poi così assodato come effetto degli ACE-inibitori. Non ho guardato ancora tutte le references, però già dai titoli vedo che sono principalmente riguardanti reni, cuore e polmoni dove l'angiotensina ha un ruolo chiave nell'attivazione e nell'indurre l'infiltrazione di cellulle infiammatorie (T cells, monocytes/macrophages, dendritic cells, and mast cells) e quindi della fibrosi nel parenchima di quegli organi. La fibrosi dei linfonodi credo che sia un processo molto diverso. Servirebbero degli studi di base per capire cosa succede effettivamente nei linfonodi fibrotici dei pazienti con HIV e quali sono i meccanismi precisi per cui viene indotta e se effettivamente l'angiotensina abbia qualche ruolo nel favorirla. In più è anche stato recentemente dimostrato che l'Angiotensina è molto importante per favorire l'attivazione e l'espansione dei CD8 antigene-specifici per cui bloccarla non so quanto sia favorevole in una strategia terapeutica per la ricostituzione immunitaria nei pazienti con HIV (https://www.nature.com/articles/srep359 ... ll-biology).Dora ha scritto:16. Molteni A, Wolfe LF, Ward WF, Ts’ao CH, Molteni LB, Veno P, Fish BL, Taylor JM, Quintanilla N, Herndon B, Moulder JE. Effect of an angiotensin II receptor blocker and two angiotensin converting enzyme inhibitors on transforming growth factor-beta (TGF-beta) and alpha-actomyosin (alpha SMA), important mediators of radiation-induced pneumopathy and lung fibrosis. Curr Pharm Des. 2007;13(13):1307-16. PubMed PMID: 17506716.
17. Gross O, Schulze-Lohoff E, Koepke ML, Beirowski B, Addicks K, Bloch W, Smyth N, Weber M. Antifibrotic, nephroprotective potential of ACE inhibitor vs AT1 antagonist in a murine model of renal fibrosis. Nephrol Dial Transplant. 2004;19(7):1716-23. PubMed PMID: 15128880. 10.1093/ndt/gfh219
18. Brilla CG, Funck RC, Rupp H. Lisinopril-mediated regression of myocardial fibrosis in patients with hypertensive heart disease. Circulation. 000;102(12):1388-93. PubMed PMID: 10993857.
19. Sharma K, Eltayeb BO, McGowan TA, Dunn SR, Alzahabi B, Rohde R, Ziyadeh FN, Lewis EJ. Captopril-induced reduction of serum levels of transforming growth factor-beta1 correlates with long-term renoprotection in insulin-dependent diabetic patients. Am J Kidney Dis. 1999;34(5):818-23. PubMed PMID: 10561136.
Questa strada di ricerca è molto importante, per cui ben venga lo studio di qualsiasi trattamento. Comunque, per la stessa ragione di sopra degli ACE-inibitori, anche gli ARB potrebbero non avere un effetto significativo sulla fibrosi dei linfonodi. Gioco le mie speranze sul pirfenidone che è più specifico nell'inibire il TGF-β o sui JAK inibitoriDora ha scritto:A parte il pirfenidone - che è nominato da Hatano come una possibile migliore alternativa al Lisinopril per gli effetti visti sulle scimmie - ho visto che ci sono due trial aperti in questo momento per studiare come contrastare la fibrosi:
- uno della University of Minnesota (+ NIAID e Merck) sul Losartan: Reversing Tissue Fibrosis to Improve Immune Reconstitution in HIV;
- uno di Yale (Serena Spudich) sul Telmisartan: Analysis of Telmisartan Administered With Antiretroviral Therapy (ART) in Patients With Acute HIV Infection (SEARCH018).

Questa è davvero una brutta bestia. Questa cosa del "prima è e meglio è" credo sia valida soprattutto per la fibrosi che è uno di quei meccanismi di varie patologie che, una volta innescata, è difficilmente revertibile. Mi lascia comunque perplesso che Hatano concluda sottolineando la necessità di un intervento precoce dato che questa cosa era molto prevedibile e poteva già essere presa in considerazione ad inizio studio. Si sa ormai da almeno 20 anni che ARB e ACE-inibitori non sono efficaci quando lo stato di fibrosi e di progressione delle malattie renali croniche sono avanzate.Dora ha scritto:Detto questo, al di là della delusione per il Lisinopril, la cosa che mi è piaciuta di meno delle conclusioni di Hatano e colleghi è che, ancora una volta, si sottolinei la necessità di un intervento precoce sulla fibrosi. Questo non tanto perché io non sia convinta che prima si interviene con tutto (la ART, le sostanze anti-latenza, i vaccini terapeutici, i bNABs e qualsiasi cosa si rivelerà efficace), meglio è. Quanto piuttosto perché questi studi sulla fibrosi sono indirizzati in primo luogo a risolvere il drammatico problema degli immunologic non responders e se si rivelano utili solo all'inizio dell'infezione, allora ancora una volta gli INR restano indietro.
Dal punto di vista più pratico, credo che per gli immunologic non responders (dovuti ad uno scarso delivery degli antiretrovirali per avanzata di fibrosi dei linfonodi) si debbano studiare vie alternative per i delivery dei farmaci, tipo nanopoarticelle o altre vie di somministrazione.