Questo punto non l'ho ben capito: le mutazioni nelle cellule quiescenti non si sviluppano. O si hanno o non si hanno. Non a caso sono cellule quiescenti.rospino ha scritto: Altra considerazione: alla luce di quanto presentato da Siliciano, non sarebbe quindi opportuno evitare il più possibile cambi di terapia, proprio per sviluppare il minor numero possibile di mutazioni nelle cellule quiescienti e quindi avere a disposizione più opzioni terapeutiche, nel caso in cui in futuro l'approccio "shock and kill" diventi realtà?
Il cambiare terapia, a parte il periodo critico dei giorni di switch, al più "scopre" una mutazione che c'era già.
Si selezionano (nel senso che i virioni che hanno una data mutazione si ritrovano un vantaggio competitivo e prosperano rispetto i virioni senza quella mutazione), sopratutto quando il dosaggio degli antiretrovirali è sotto la soglia minima necessaria per bloccare dei virioni con una data mutazione ma è superiore alla soglia minima per bloccare gli altri virioni senza quella mutazione.
Il momento critico, come scritto prima, è lo swicth. Ti confesso una cosa: nella mia vita ho cambiato tre terapie (quattro se consideriamo il passaggio da Emtricibatine alla Lamivudine). Tutte le volte ho fatto in modo di avere una sovrapposizione di un giorno: all'ultimo giorno della vecchia combinazione di antiretrovirali ho sempre assunto anche gli antiretrovirali della nuova. Ho rischiato in fatto di effetti collaterali, ma facendo così mi sono sentito più sicuro.