
Fra 4 giorni comincia a Miami un congresso che si tiene un anno sì e uno no da 14 anni, che è dedicato alla persistenza di HIV durante la terapia antiretrovirale (cioè ai reservoir, alla latenza e a tutto quel che gli sta attorno) e che, per chi si interessa alla ricerca di una cura per l'infezione da HIV, è pari, per importanza scientifica, al CROI.
Non gode però né della stessa risonanza mediatica - e questo non è necessariamente un male, né - ed è quello che rende le cose difficili a chi lo segue da lontano - della stessa organizzazione. Anzi, detto fuori dai denti, la sua organizzazione è pessima, tanto che il programma completo è stato messo online soltanto ieri. Non credo poi saranno rese pubbliche webcast e slides delle presentazioni nei tempi rapidissimi con cui ci vizia il CROI. Quindi non so bene in che termini potrò scriverne, ma sono sicura che se ci saranno relazioni interessanti ci sarà modo di parlarne.
Detto questo, vediamo rapidamente i punti salienti del programma:
- - martedì i diversi Martin Delaney Collaboratories -CARE, I4C, DARE, BELIEVE, DefeatHIV e BEAT-HIV - daranno aggiornamenti sulle loro attività;
- poi ci sono due conferenze di apertura: una di Tony Fauci che parla di ostacoli e opportunità per una remissione duratura libera da ART, e una di Ronald Desrosiers, Università di Miami, che parla di soppressione virologica duratura grazie ad anticorpi prodotti mediante geni veicolati da virus adenoassociati;
- mercoledì si entra nel vivo e nelle sessioni 1 e 2 si parla di scienza di base della latenza di HIV, con contributi di tutti i principali scienziati impegnati in questo campo e se ci saranno diverse brutte notizie (oserei dire una debacle) per chi aveva sperato che il CD32 fosse il tanto agognato marker per individuare le cellule latentemente infette, sarà però anche presentata un'intera nuova classe di sostanze anti-latenza;
- la sessione 3 ci porta agli studi sui modelli cellulari di latenza e sui modelli animali;
- la sessione 4, dedicata alla virologia della persistenza di HIV, oltre a tanto altro ci offrirà l'ennesimo capitolo sulla persistenza di replicazione attiva quando la ART fa bene il suo lavoro (la risposta di Mary Kearney è il suo solito, sonante NO!);
- la sessione 5 della persistenza di HIV indaga gli aspetti immunologici, dal ruolo dei follicoli dei linfociti B alle tante dinamiche in cui sono coinvolti i CD8, ai bNABs;
- dopo la basic science e i modelli, giovedì arriva la sessione 6 con gli studi clinici: i lavori sull'inversione della latenza, le dinamiche del virus dopo i trapianti di staminali, gli effetti delle interruzioni della terapia sulla composizione del reservoir, un trial di intensificazione della ART (questa volta con dolutegravir) che - credo per la prima volta - sembra aver funzionato, i risultati dei trial su 3BNC117 e su romidepsina;
- venerdì due sessioni, la 7 e la 8, sono dedicate ai nuovi approcci terapeutici: nella 7, BIT225, cortistatina-A, eCD4-Ig, IL-15 in due diverse versioni, DART; nella 8, trapianti, ABX464 (*), Pembrolizumab, Dual TLR-2/7;
- seguono 26 pagine di poster, che guarderò nei prossimi giorni.
Un programma molto denso e bellissimo.
(*) A me dispiace davvero tanto dirlo, perché ho seguito la ricerca sull'ABX464 fin dai suoi inizi, ma temo fortemente che Abivax si sia messa su una brutta china di cialtronaggine - direi una china pontina. Se il titolo della presentazione orale che faranno a Miami - Oral ABX464 reduces the HIV DNA reservoir IN CD4+ Peripheral Blood T Cells - corrisponde a quanto hanno già detto a Milano lo scorso ottobre, si tratta di un titolo fortemente mistificatorio, perché la riduzione del DNA, messa lì per acchiappare i polli, in realtà non è stata seguita da un ritardo del rebound delle viremie dopo la sospensione dei trattamenti - che è quanto hanno ammesso subito dopo, ma molto più in piccolo, come se non fosse quella la notizia importante. Come se una diminuzione del DNA provirale che non si traduce in un prolungato controllo della viremia senza farmaci importasse davvero a qualcuno.
Il comunicato stampa che hanno emesso ieri non mi fa sperare in nulla di buono.