Facciamo una cosa se passi in Emilia fammi un fischio perchè qua davvero tutto il nostro patrimonio lavorativo è stato ''venduto'' o meglio ''svenduto''. Finito l'OT

Il mio sogno mancato è l'oriente.isabeau ha scritto:caspiterinanon ti sei lasciato mancare nulla
come mai non leggo Bergamo?
aaa ho capito non "capivi"la lingua
![]()
Quella che vuoi sentire è una storia di decadenza. C'è stato un tempo in cui nel mondo della costruzione di grandi opere, le aziende italiane avevano come unici concorrenti i francesi. C'erano naturalmente anche altre grosse aziende tedesche o inglesi, ma per il rapporto prezzo/qualità, capacità tecnica e specializzazione della manodopera, le grosse aziende italiane avevano pochi rivali e si accapparravano tantissimi appalti. Fin dal dopoguerra, bresciani, bergamaschi, friulani, abruzzesi erano famosi nelle costruzioni.Melisanda ha scritto:Quanto mi piacerebbe parlare con Puzzle di Saipem, Eni, Libia, le nostre grandi Aziende ormai ridotte solo a questo, ecc.ec.. ma temo interesserebbe solo noi!
Facciamo una cosa se passi in Emilia fammi un fischio perchè qua davvero tutto il nostro patrimonio lavorativo è stato ''venduto'' o meglio ''svenduto''. Finito l'OT
Si davvero triste, e mi chiedo se mai potremo ritornare a quei tempi, ma non credo. Un vecchio dirigente di una famosa impresa di Mantova, diceva sempre - dar fuori solo la manodopera, non le nostre conoscenze ed esperienze, teniamole in casa - be' aveva ragione.Puzzle ha scritto: Quella che vuoi sentire è una storia di decadenza. [...]
Dici che l'articolo rende l'idea. Mi interessa molto questo aspetto e vorrei capire una cosa: rende l'idea che i russi vanno per conto loro? Che il fatto che persistono nel non voler seguire programmi di "riduzione del danno" nonostante le molte prove che questi programmi funzionano è indicatore della loro mentalità? Hanno una loro visione del mondo e la seguono anche se è smentita dai fatti? Agiscono irrazionalmente?Puzzle ha scritto:L'articolo è dell'anno scorso, ma rende l'idea:
(...) Dal prossimo anno alcun soldo andrà a iniziative riconosciute a livello internazionale come lo scambio di siringhe. Nessun soldo è mai andato ai sostituti dell'eroina: le autorità russe si oppongono. Mosca non crede che questi approcci contribuiscano a rallentare la diffusione dell'HIV / AIDS.
"Lavorare sulla dipendenza dalle droghe è più efficace che sullo scambio di aghi e programmi di metadone", ha detto Alexei Mazus, che dirige il Centro di Mosca per la prevenzione dell'HIV / AIDS, una delle circa 100 sedi in tutto il paese, gestite dal ministero della salute.
Nelle zone in cui hanno avuto luogo lo scambio di siringhe, ha detto il ministero della salute, è stato osservato un nuovo aumento dei casi di HIV, non un abassamento. Il Ministero della Salute russa ha detto che l'anno scorso ha avuto la prova che i tassi di HIV si sono triplicati nelle aree dove si sono gestiti programmi stranieri sullo scambio di aghi.
Le Nazioni Unite dicono che i cosiddetti "programmi di riduzione del danno" - scambio di siringhe, e l'utilizzo di metadone come un sostituto per l'eroina - sono efficaci nel rallentare la diffusione del virus HIV. Il metadone riduce il rischio di infezione da aghi sporchi perché può essere ingerito, piuttosto che iniettato. (...)
Un portavoce del ministero della Sanità ha detto che la Russia ha messo da parte i soldi per il test libero per l'HIV, per la prima volta in assoluto. Ma ha rifiutato di commentare in dettaglio sul motivo per cui i programmi di riduzione del danno devono ancora concretizzarsi. "Non sono considerati utili per combattere questa malattia", ha detto. (...)
Nessun fondo andrà allo scambio di siringhe. Invece i Centri di prevenzione HIV/AIDS russi cercheranno di prevenire l'HIV con pubblicità anti-droga, e trattare l'HIV con la consulenza psicologica. (...)
Invece di fare bene la sua promessa di giugno, la Russia ha intensificato "misure repressive note per alimentare l'HIV", ha detto Barrett dell'Harm Reduction International. Ha puntato sul divieto della terapia sostitutiva degli oppiacei. (...)
Intendevo solo dire che in generale rende l'idea di com'è la situazione AIDS lassù in Russia, non mi sono chiesto se tutto questo fa parte della loro mentalità o se è un problema di governance. Di fatto la situazione sembra essere drammatica e come nella vecchia URSS gli è rimasto il vizio di nascondere e sottovalutare. Nel complesso il problema AIDS va inquadrato con il fatto che lì circa il 70% dei s+ sono tossicodipendenti e che il consumo di droghe in Russia è reato. (Ho letto altri articoli dove le ONG denunciavano il fatto che i tossicodipendenti vengono arrestati e se s+ muoiono nelle prigioni.)Dora ha scritto: Dici che l'articolo rende l'idea. Mi interessa molto questo aspetto e vorrei capire una cosa: rende l'idea che i russi vanno per conto loro? Che il fatto che persistono nel non voler seguire programmi di "riduzione del danno" nonostante le molte prove che questi programmi funzionano è indicatore della loro mentalità? Hanno una loro visione del mondo e la seguono anche se è smentita dai fatti? Agiscono irrazionalmente?
Quando ero la, ricordo che l'alcolismo veniva considerato una piaga sociale e che se ne discuteva molto. Loro cenano con la vodka, il vino non lo conoscono, ma importano birra, soprattutto dalla Germania. Poi avevano gusti sgradevoli (forse tipici degli alcolizzati) perché amavano liquori dolci (c'era in giro una falsificazione del nostro Amaretto di Saronno che si trovava dappertutto e andava tantissimo) e spumanti russi sgradevolmente dolciastri (che chiamavano champagna) fatti, penso, artificialmente. Non so cosa abbia fatto Putin e come sia la situazione ora, ma Eltsin era lui stesso un alcolizzato (da quel che si diceva) e operazioni tipo quella che aveva intrapreso, di proibire la pubblicità sui media, lasciavano il tempo che trovavano. C'erano chioschi che vendevano alcolici anche di notte. Ricordo invece che qualche legge proibizionista era in vigore in Finlandia, perché arrivavano in massa nel week end i finlandesi a bere vodka. Il colmo era che una gran parte della vodka che si trovava in giro, era d'importazione, anche finlandese.Già che ci sono, approfitto della tua disponibilità per chiederti un'altra cosa: ricordo che in era Yeltsin si era cominciato a discutere di mettere un freno alla diffusione dell'alcolismo. Mi pare che avessero varato delle misure protezionistiche o qualcosa del genere. Poi non ne ho più saputo nulla. Che cosa è accaduto? Hanno ottenuto qualcosa?
No, queste sono leggende metropolitane. Non metto in dubbio che c'era un mercato nero di armi, ma che si vendessero a Mosca nei supermercati mi sembra irreale.P.S. Oggi chiacchieravo con mio nipote di 8 anni e parlavamo di bazooka. Mi ha raccontato che si possono acquistare liberamente nei supermercati di Mosca. Ho pensato che deve essergli arrivata così una delle molte storie che si raccontavano ai tempi della dissoluzione dell'URSS sulla vendita di armi nei suq del Caucaso ...
Ah certo! Surreale, direi. Infatti scherzavamo - "vorrei 2 kg di patate, formaggio, detersivo e un paio di bazooka".Puzzle ha scritto:No, queste sono leggende metropolitane. Non metto in dubbio che c'era un mercato nero di armi, ma che si vendessero a Mosca nei supermercati mi sembra irreale.Dora ha scritto:P.S. Oggi chiacchieravo con mio nipote di 8 anni e parlavamo di bazooka. Mi ha raccontato che si possono acquistare liberamente nei supermercati di Mosca. Ho pensato che deve essergli arrivata così una delle molte storie che si raccontavano ai tempi della dissoluzione dell'URSS sulla vendita di armi nei suq del Caucaso ...